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I movimenti di mercato più assurdi della settimana
22 ago 2025
Giocatori che vi faranno dire: ma te lo ricordi?
(articolo)
9 min
(copertina)
IMAGO / Pro Sports Images
(copertina) IMAGO / Pro Sports Images
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Mancano dieci giorni scarsi alla chiusura del mercato e il passare del tempo rimbomba sempre più forte nelle teste di giocatori e direttori sportivi. È il momento di fare delle scelte: un periodo stressante per chi quelle scelte le vive (giustamente) come dei bivi esistenziali, uno di festa per noi che dobbiamo fare questa rubrica, e aspettiamo l’annuncio di questi movimenti di mercato come volpi che finalmente vedono l’uva cadere a terra (mai capita quella parabola). Questa volta parliamo soprattutto di giocatori passati per la Serie A, su cui magari riponevamo anche qualche speranza, e che nel frattempo hanno fatto una serie di scelte sbagliate che l’hanno portati fin dentro questa rubrica. Quel tipo di giocatori che di solito ritrovate in titoli che sembrano poesie: “Milan, ricordi André Silva?”, oppure: “Chievo, ricordi Lucas Piazon?”. Li ricordiamo bene, e quindi eccoci.

ANDRÉ SILVA ALL’ELCHE
«Quando mi ritirerò il Portogallo sarà in buone mani perché ha già trovato un grande attaccante: André Silva» disse Cristiano Ronaldo nel 2017. Ora siamo nel 2025, Cristiano Ronaldo ancora non si è ritirato, e André Silva è un nuovo giocatore dell’Elche. Siamo davanti al più classico: vi ricordate quando non si poteva giocare senza André Silva? Era giovane, bello e aveva segnato un sacco di gol con il Porto. A cascarci era stato il Milan, che negli ultimi anni coi centravanti ci casca spesso. In Italia Silva era stato un disastro, presto sostituito da Piatek, che sarebbe stato a sua volta un disastro. Eppure fuori dall’Italia sembrava potersi costruire una carriera di tutto rispetto: a un certo punto una stagione da 29 gol in 34 partite con l’Eintracht.

La magia però è finita presto e questo passaggio a titolo definitivo all’Elche ci ricorda quanta caducità c’è nella vita. Non è un prestito o uno sbaglio: l’Elche ha proprio comprato André Silva, pagandolo appena un milione di euro, meno di quanto pagarono Jonathas dal Pescara nel 2016. L’Elche è una specie di Cremonese spagnola, la squadra di una città piuttosto piccola che ogni tanto spunta in Liga e tutti stanno lì a dire: guarda che carini, lo stadio, le tradizioni, i colori. C’è da dire che in questa stagione, sono stati appena promossi in Liga, sembrano voler fare la squadra, come si dice, con qualche nome. Dal Siviglia in prestito è arrivato Rafa Mir (una specie di Morata coatto) e dall’Inter Miami Federico Redondo, il figlio di Fernando Redondo. Chissà, magari tra qualche mese torneremo a pensare che non si può giocare senza André Silva (non credo).

MATIJA NASTASIC ALL’AL-ULA
Ce lo ricordiamo tornare alla Fiorentina in maniera un po’ mesta, nove anni dopo i fasti - un’esperienza finita nel settembre del 2022 con un infortunio dopo appena sette presenze. Le ultime tre stagioni di Nastasic, uno dei grandi pallini di Pantaleo Corvino, però sono state meglio di quanto forse immaginate: 66 presenze in Spagna tra Maiorca e Leganés, molte da titolare; quattro gol in Liga; quasi nessun infortunio. Nastasic è ancora relativamente giovane (32 anni compiuti a marzo), forse avrebbe potuto ancora giocare due, tre stagioni in uno dei cinque campionati europei, eppure davanti a una richiesta saudita non ha retto: evidentemente, tempo di pensare al futuro.

L’Al-Ula è un’altra occasione di conoscere un calcio di cui per decenni non ci siamo interessati. Un club nato all’inizio degli anni ‘80 come fusione di due squadre amatoriali che si incontrarono nella città per un’amichevole, rimasta nell’anonimato delle categorie inferiori saudite per decenni, fino a che nel 2023 non è finita sotto il controllo della “commissione reale per Al-Ula”, una piccola città a nord di Medina che è uno dei siti archeologici più antichi e importanti del Paese. Una commissione per la conservazione archeologica e la promozione turistica di una città fondata 27 secoli fa si occupa di una squadra di calcio che ha deciso di comprare Nastasic, e questo dice praticamente tutto sui famosi investimenti sportivi dell’Arabia Saudita. Il progetto ha portato all’espansione dell’aeroporto locale, al reclutamento e alla formazione di 200 giovani per l’accoglienza turistica, e al rafforzamento della squadra locale, che fino a pochi anni fa era in Serie D saudita (oggi è in Serie B). Sarebbe bello se la sua esperienza andasse così bene da poter tracciare in futuro un filo rosso diretto tra le grandi personalità della città, che parte dall’antica stirpe dei Lihyaniti e arriva a Matija Nastasic.

NEMANJA MATIC AL SASSUOLO
Nel 2023 Matic era uno dei migliori centrocampisti della Serie A, protagonista di una squadra che è arrivata in finale di Europa League. Poi è successa una di quelle cose che rendono misterioso e affascinante il calcio. Matic è scappato in fretta e furia al Rennes, una piccola squadra francese, nessuno sa ancora esattamente perché. C’è chi ha parlato di un litigio con Mourinho, chi di una relazione extraconiugale scoperta dalla moglie, che l’avrebbe messo davanti all’ultimatum di lasciare Roma o di rompere il matrimonio. Le cose da lì sono scivolate molto in fretta. L’approccio con il Rennes è stato pessimo - Matic non si è presentato per tre giorni al centro d’allenamento, dopo aver ritirato i figli dalla scuola internazionale che il club gli aveva consigliato: i francesi non l’hanno presa bene - e la stagione è andata male. Riciclatosi al Lione, Matic è sembrato poter tornare ad avere un ruolo da leader - l’unico ruolo che i giocatori come lui sembrano concepire, e al di fuori del quale sembrano non poter nemmeno esprimersi. Aveva fatto rumore, in questo senso, la sua polemica a distanza con André Onana, quindi con uno dei club più importanti della sua carriera. Il portiere del Manchester United aveva semplicemente dichiarato che «sulla carta» si sentivano più forti del Lione, e Matic non l’aveva presa bene: «Se sei uno dei peggiori portieri della storia del Manchester United devi stare attento quando parli». Una frase che può uscire solo dalla bocca di uno che è cresciuto con José Mourinho.

Adesso Matic si ritrova a Sassuolo e noi torniamo a chiederci perché (forse i problemi finanziari del Lione potrebbero aver avuto un ruolo). Come andrà il suo rapporto con Fabio Grosso? Cosa penserà del Mapei Stadium? Che tipo di maledizione serba lancerà contro Volpato al primo dribbling finito male? Può esistere l’amicizia tra il Matic e il Berardi? L’impressione è che questa storia abbia ancora molto da raccontare.

ANTONINO LA GUMINA ALL’INTER UNDER 23
La prima cosa che salta all’occhio è che Antonino La Gumina di anni ne ha 29 e non meno di 23. C’è però da chiarire una cosa: questo titolo che si stanno dando le seconde squadre in Italia è puramente ornamentale. Niente vieta di schierare in Serie C un calciatore di oltre 23 anni, anche se ti chiami Inter U23. Risolto questo arcano, è comunque curioso l’approdo di La Gumina nell’Inter U23. L’idea è che queste squadre siano una specie di trampolino di lancio per giovani virgulti, alcuni di loro magari arriveranno fino all’Inter, altri, la maggior parte, probabilmente no, ma comunque cercheranno di mettersi in mostra.

La Gumina a un certo punto della sua vita, una decina di anni fa, è stato uno dei talenti del calcio italiano. Sembrava un panda di quella categoria delle seconde/prime punte dai piedi buoni, quel talento un po’ da calcio di strada, mischiato a un fisico da atleta. Poi però si è sempre arenato nel momento di approdare in Serie A. Ci ha provato un paio di volte poi ce lo siamo persi: succede. La scorsa stagione, comunque, una ventina di presenze in B tra Sampdoria e Cesena con 2 gol.

LUCAS PIAZON AL WIECZYSTA CRACOVIA
Lucas Piazon è un feticcio di questa rivista e un po’ ci sentiamo in colpa a tornare sulla sua storia ad ogni circonvoluzione della sua sempre più assurda carriera. Già quattro anni fa gli avevamo dedicato un pezzo intero quando, dopo dieci anni e sette diversi prestiti, il suo cartellino era finalmente passato dal Chelsea al Braga. “A pensarci però per lui il calcio è stato estremamente lento e faticoso, dopotutto si dice che tutto cambia perché nulla cambi” aveva scritto Marco D’Ottavi alla fine di quel pezzo “Arrivato a 17 anni in Europa, oggi che ne ha 27 si ritrova al punto di partenza. Nella sua bio di Twitter ha scritto Preparati per il peggio, ma prega lo stesso per il meglio, forse finalmente per Piazon è arrivato il meglio”. Come potrete immaginare, le cose non sono andate esattamente così, o almeno non subito. Dopo una buona stagione al Braga, Piazon ne ha passata una non proprio esaltante al Botafogo, poi una in tribuna di nuovo al Braga, e infine l’ultima, quella appena passata, all’AVS, una squadra portoghese con sede a Vila das Aves (poco più di ottomila abitanti) che incredibilmente gioca in Primeira Liga. Trenta partite magari senza acuti ma comunque da titolare e praticamente senza problemi fisici che comunque, per qualche ragione, non hanno convinto nemmeno l’AVS a fargli fare una seconda stagione consecutiva. Un lusso che Lucas Piazon si è potuto permettere solo per due volte in tutta la sua carriera (se ci pensate, è pazzesco).

Adesso Lucas Piazon ci riprova, nella Serie B polacca. La squadra è a Cracovia, si chiama Wieczysta, e ha una storia incredibile. È stata fondata nel 1942, durante l’occupazione nazista della Polonia, quando giocare a calcio era proibito e le persone dovevano farlo in segreto, lontano da occhi indiscreti. Allora Wieczysta, che oggi è un quartiere di Cracovia, era in effetti solo un agglomerato di edifici alle porte della città. «Ho bisogno di un posto dove potermi sentire a casa», aveva detto Lucas Piazon qualche tempo fa. Se il Wieczysta Cracovia diventasse la sua casa sarebbe strano, certo, ma bello.

MOHAMED ALÌ ZOMA AL NORIMBERGA
La scorsa stagione Mohamed Alì Zoma è stato uno dei giovani più interessanti della Serie C. La sua combinazione atletica e tecnica, a 21 anni, è sembrata fuori scala per il terzo campionato italiano per importanza. Ha chiuso con 13 gol e 8 assist giocando da seconda punta nel 5-3-2 dell’Albinoleffe (tutti giocano con il 5-3-2). Zoma ha segnato anche nei playoff contro l’Atalanta u23, ma non è bastato per passare il turno.

Di solito questo tipo di giocatori fa il passaggio al livello successivo, che è la Serie B italiana o magari un doppio salto verso la A, con un prestito in B. Zoma è partito dai pulcini dell’Albinoleffe e di lui si parla bene da qualche anno. Ad un certo punto qualcuno lo aveva proposto all’Atalanta come sostituto di Lookman, che sembrava in partenza. Zoma è infatti, più che una seconda punta, un esterno offensivo molto diretto. Dribbla tantissimo ed ha una tensione verticale davvero interessante. È un giocatore che in Italia, però, è di difficile collocazione e per cui va richiesto un lavoro di inserimento. Forse per questo dal nulla è spuntato il Norimberga e lo ha preso per appena un milione e mezzo di euro. Il calcio tedesco ci va a nozze con questo tipo di giocatori e Zoma potrà iniziare magari la sua scalata verso il successo. Piccolo appunto necessario: l’allenatore del Norimberga è Miroslav Klose e il giorno dopo aver comprato Zoma, il club ha comprato anche Łęgowski dalla Salernitana (ma l’ultima stagione in prestito allo Yverdon in Svizzera).

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