Venerdì 7 giugno la Francia e la Corea del Sud si affronteranno nella prima partita del Mondiale di calcio femminile. In quest’ottava edizione la Coppa del mondo si svolgerà per la terza volta in un Paese europeo e per la prima in Francia. La formula rimane quella consolidata nella precedente edizione: delle 24 squadre che si affronteranno nei sei gironi, si qualificheranno agli ottavi le prime due di ciascun girone e le quattro migliori terze.
Sette nazionali– Brasile, Germania, Giappone, Nigeria, Norvegia, Sati Uniti e Svezia – prendono parte per l’ottava volta alla competizione, mentre per quattro – Cile, Scozia, Giamaica e Sudafrica – è un esordio assoluto. Ma anche fuori dal campo ci saranno diversi esordi al Mondiale francese, che all’insegna del motto “Le Moment de Briller – Dare to Shine” si propone come un punto di svolta per il calcio femminile.
La Coppa del mondo come una tournée
La novità più evidente di quest’anno è l’estensione di Francia 2019. Se il Mondiale canadese si era svolto in sei città con una fase a gironi piuttosto stanziale, le 52 partite di Francia 2019 si svolgeranno in nove stadi di nove città diverse: Parigi, Nizza, Montpellier, Rennes, Reims, Le Havre, Grenoble e Valencienne ospiteranno le partite fino ai quarti di finale, mentre le semifinali e la finale si disputeranno a Lione, città in cui gioca la squadra femminile più titolata di Francia. Tutte le semifinaliste, quindi, non saranno avvantaggiate dal campo.
Dato che, inoltre, nella fase a gironi nessuna Nazionale giocherà due partite di seguito nello stesso stadio, le nazionali non avranno sedi di ritiro uniche. Nemmeno la Francia userà come base la sede federale di Clairefontaine, che finora aveva ospitato i ritiri di tutte le selezioni francesi ai Mondiali giocati in casa. Come tutte le altre squadre, anche le Bleues si sposteranno sul territorio francese.
Per prepararsi alle partite le nazionali avranno a disposizione 37 campi d’allenamento, tutti in erba (come quello della cittadina bretone di Fougères, per esempio). In questo modo le giocatrici potranno allenarsi su terreni migliori di quelli sintetici usati anche nelle partite della scorsa edizione e non dovranno condividere gli spazi di allenamento con le altre squadre, come invece era accaduto in Canada, dove si era arrivati alla paradossale situazione di tre squadre a doversi spartire gli spazi.
Con queste iniziative la FIFA e la federazione francese vogliono mettere le squadre nella condizione di avere tutte le stesse possibilità. Il Mondiale “carovana”porterà dei vantaggi economici, con un indotto economico (e turistico) superiore e meglio distribuito rispetto alla formula più stanziale e legata a poche città. Per la sola Nizza, dove il Comune ha investito un milione di euro per la messa a disposizione e l’adeguamento dello stadio, è previsto per esempio un ritorno economico di almeno 40 milioni.
Ma l’aspetto economico è soltanto uno dei punti in agenda. Altrettanto importante è l’effetto sociale. In questa direzione va, per esempio, anche il progetto Heritage 2019. Per le due stagioni 2017/18 e 2018/19 di avvicinamento al Mondiale, le società dilettantistiche francesi hanno ricevuto 14 milioni di euro (di cui 11 provenienti dalla federazione francese) per lo sviluppo del calcio femminile. «Il successo di questa competizione si misurerà anche in base all’eredità che lascerà al calcio femminile entro il 2020. I nostri obiettivi sono ambiziosi: 250.000 titolari di licenza, 8.000 squadre femminili, 1.500 scuole di calcio femminile», fa il punto Brigitte Henriques, vicepresidente vicario della FFF e vicepresidente del Comitato organizzatore.
Ettie and the #FIFAWWC Trophy have been out and about enjoying the fresh air of Grenoble 🇫🇷🚡🏔️ pic.twitter.com/EGr7bLH0SB
— FIFA Women’s World Cup (@FIFAWWC) May 22, 2019
Anche il tour francese del trofeo è stato un’occasione per promuovere il calcio femminile agli occhi delle nuove generazioni.
Nelle intenzioni degli organizzatori, la Coppa del mondo dovrebbe quindi diventare una sorta di tournée per promuovere il calcio femminile sul suolo francese. Il momento attuale, d’altronde, sembra particolarmente fertile, in Francia e a livello internazionale.
Interesse mediatico, ma non solo
Anche in passato il Mondiale di calcio femminile era stato trasmesso in tv (in Italia da Eurosport), ma vedere le partite in chiaro era un’impresa in molti Paesi, non soltanto per gli spettatori italiani. Di fronte a una crescita dell’interesse generale le cose sono cambiate: in seguito alla qualificazione della Nazionale, in Italia è aumentato l’interesse da parte della Rai, che trasmetterà 15 partite in chiaro (comprese quelle giocate dall’Italia). Le restanti 37 saranno visibili a pagamento su Sky, che trasmetterà l’intero Mondiale.
Oltre a vedere le partite in tv, saranno molte le persone che andranno allo stadio: a 50 giorni dall’inizio della competizione erano già stati venduti più di 720.000 biglietti. Un ottimo risultato, nonostante la vendita abbia creato alcuni problemi. A diverse persone che avevano comprato più di un biglietto per assistere alle partite assieme a familiari e amici, inizialmente sono stati assegnati posti lontani tra loro. Non è ancora chiaro se l’accaduto troverà una soluzione negli stadi o se il ricongiungimento sarà possibile soltanto per chi andrà allo stadio con dei bambini. Sarà da vedere se questo problema di disorganizzazione condizionerà la vendita degli ultimi biglietti rimasti o se il sostegno alle squadre avrà la meglio.
Sull’appoggio e il calore da parte della propria tifoseria puntano naturalmente tutte le squadre, ma alcune di loro hanno creato un rapporto particolare con il loro pubblico. La Norvegia, per esempio, usa Facebook in maniera massiccia per condividere momenti importanti come la conferenza stampa per le convocazioni e contenuti più leggeri; alcuni sono molto buffi anche per chi non parla norvegese, come il video che riprende le calciatrici del Chelsea Maren Mjelde e Maria Thorisdottir mentre tornano in Norvegia.
Altre nazionali, come l’Inghilterra, sottolineano la loro vicinanza al pubblico con l’entusiasmo per la manifestazione e gli endorsement divertenti di personalità non solo sportive sul canale Twitter della squadra e della BBC. Una scelta particolare e meno in linea con le dimostrazioni d’affetto reciproche è quella presa dalla Nazionale tedesca assieme allo sponsor Commerzbank. Facendo leva sulla totale ignoranza dei nomi delle calciatrici, il video prende tutta una serie di pregiudizi diffusi sul calcio femminile e sulle donne e ne capovolge il significato. Il messaggio delle giocatrici tedesche è chiaro “vogliamo giocare”:
Il video ha avuto grande risonanza anche al di fuori della Germania.
Oltre al sostegno ormai tradizionale di realtà come la banca tedesca, Francia 2019 ha attirato diversi nuovi investimenti: diverse grandi aziende e multinazionali hanno stretto dei contratti di sponsorizzazione con le nazionali. Si tratta di sponsorizzazioni che non sono strettamente tecniche o di aziende tradizionalmente legate ai Paesi. Tra i suoi partner, per esempio, l’Inghilterra ha la Budweiser che è la birra ufficiale del team, mentre il maggiore sponsor della nazionale statunitense è la Volkswagen.
Un settore in crescita
Tra tutte le “squadre” di testimonial che i marchi più conosciuti porteranno al Mondiale, quella meno scontata nell’intento è la squadra VISA, che coinvolge tredici giocatrici in un progetto per promuovere il calcio femminile in Europa. L’iniziativa è legata all’accordo settennale che la stessa VISA ha stretto lo scorso dicembre con la UEFA e che, per la prima volta in assoluto, ha riguardato soltanto il calcio femminile. Il legame tra la multinazionale e il calcio femminile va ancora oltre: è tra i partner principali della FIFA e sarà lo sponsor che presenterà il premio alla migliore giocatrice di ogni partita del Mondiale.
Anche sul piano degli sponsor tecnici si è mosso qualcosa: per la prima volta in assoluto le giocatrici di quattordici squadre useranno delle divise disegnate appositamente per loro. Nike ha scelto di rinnovare i kit messi a disposizione delle calciatrici. Finora le divise erano basate su quelle maschili, adattate poi alle esigenze delle calciatrici. Una delle divise che si allontanano di più da quelle maschili è la seconda divisa della Francia: probabilmente la parte superiore bianca costellata di piccoli esagoni blu, quasi dei pois, avrà molto successo anche al di fuori degli stadi:
Le vestiaire est en place ! France – Thaïlande dès 16H00 sur @W9 🇫🇷🇹🇭 #FiersdetreBleues pic.twitter.com/Iot5uMujNH
— Equipe de France ⭐⭐ (@equipedefrance) May 25, 2019
Il Mondiale non sarà un successo soltanto per gli sponsor e gli organizzatori, ma porterà dei cambiamenti in tutte le federazioni partecipanti: grazie ai maggiori introiti della FIFA, i premi per le nazionali sono raddoppiati. Dai 15 milioni di dollari del 2015 si passerà a 30 milioni di euro. Sebbene la cifra sia molto lontana dai premi assegnati in campo maschile, il miglioramento è evidente.
Da un punto di vista complessivo, poi, la situazione è completamente diversa rispetto a quattro anni fa. Per Francia 2019 infatti la FIFA ha stanziato delle ulteriori somme. Sono previsti 12 milioni di dollari per sostenere le singole federazioni nella preparazione al Mondiale, che in questo modo riceveranno 0,5 milioni di dollari per ciascuna. Con altri 8 milioni di dollari la FIFA rimborserà i club delle calciatrici: sia quelli attuali, sia quelli che le hanno formate. Tirando le somme, il contributo complessivo che sarà investito direttamente nel calcio femminile supererà del 233% la somma messa a disposizione nel 2015.
Il futuro del calcio è donna, ma per la prima volta è una frase che non sembra solo vuota retorica.