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Il Mondiale della moda 2018
27 mar 2018
27 mar 2018
Costantino della Gherardesca sceglie la più bella divisa della prossima Coppa del Mondo.
(articolo)
7 min
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Dopo quattro lunghissimi anni torniamo a scegliere le migliori maglie del Mondiale insieme a Costantino Della Gherardescha. Le regole, così come l’ultima volta, sono molto semplici: seguiremo il tabellone del Mondiale ma giudicheremo i vincitori solo in base alle maglie. Vince lo stile.

Tommaso Naccari: Allora Costa, ti ricordo come funzionano i Mondiali di calcio: ci sono due qualificate per girone, poi ci sono gli ottavi, i quarti, le semifinali e la finale. Sei pronto? Ti ricordo che, a differenza dell'ultima volta, non sarai costretto a tifare Italia per mantenere una facciata di nazionalismo, visto che non ci siamo qualificati a questi Mondiali.

Che scarsi! Ma comunque non ho mai tifato Italia fino ad ora, anche perché come squadra hanno sempre delle maglie abbastanza dozzinali e commerciali, poco avveniristiche. Quindi sono tranquillo.

È un sollievo. Allora iniziamo dal girone A, dove ci sono Arabia Saudita, Egitto, Russia e Uruguay. Senza perderci in troppe chiacchiere, Costa.

L'Arabia Saudita? Ah, che meraviglia, un paese che si sta aprendo molto anche al turismo. Be', ma questa maglia ha un che di Thierry Mugler, trovo molto bello il falco e il verde che hanno scelto, dunque, su che scala stavo assegnando punteggi?

via Nike.com

No, non davi punteggi, sceglievi e basta.

Ok. Tornando alla nostra maglia: ribadisco la mia approvazione nei confronti di questo quid di Thierry Mugler, con questo collo che sembra raglan. Sono piacevolmente sorpreso.

Passiamo all'Egitto.

Adidas generalmente riesce a comunicare una certa funkyness terzomondista meglio di Nike, quindi per le maglie africane adidas e Puma sono adatte, soddisfano le aspettative. Questo rosso mattone non è male, è un colore che viene spesso usato nei vestiti tradizionali musulmani che si possono comprare su siti come Shukre. In definitiva anche la maglia dell'Egitto mi piace molto.

Ok, tocca alla Russia. Queste sono le due maglie…

Mostruose.

Forse non dovrei influenzarti, ma sì, lo sono. Poi odio il collo a V.

Sì, l'unica cosa bella è l'aquila dello Zar. Bruttissime entrambe, ti riporta a Carugate. Uno si sente a Carugate, non a Mosca, guardando questa maglia.

Infine c'è l'Uruguay.

Quella dell'Uruguay ha un forte tema sudamericano con quel sole inca, il blu non è malissimo, però è una maglia perdente, decisamente perdente, nonostante l'Uruguay sia un paese straordinario dove la marijuana è libera.

Sapevo saremmo arrivati a questo punto.

La marijuana è libera e con tutta questa libertà psichedelica si sarebbero potuti permettere una maglia un filino più interessante, un po' più science fiction delle Ande. Anche la seconda è mostruosa. Uruguay bocciato.

Quindi in questo gruppo passano l'Arabia e l'Egitto. In che ordine?

Per quanto mi stia più simpatico l'Egitto, ahimè non possiamo negare che la maglia dell'Arabia Saudita sia sicuramente più contemporanea. Mi ricorda un po' l'arte di Sophia Al Maria. Quindi vince l'Arabia Saudita. Seconda, l’Egitto.

Ok passiamo al gruppo B, con Marocco, Portogallo, Spagna e Iran.

Bellissima la maglia del Marocco. adidas continua ad afferrare il vibe delle etnie emergenti.

Poi c'è il Portogallo…

Che è una brutta copia del Marocco! Vorrebbe essere in Africa ma non lo è.

via Nike.com

Te la faccio vedere indossata da Cristiano Ronaldo, però.

Perché Cristiano Ronaldo è del Portogallo? Pensavo fosse brasiliano… Be' indossata da Cristiano Ronaldo sembra ovviamente carina, ma se la indossassi io sarebbe mostruosa, quindi direi proprio NO al Portogallo.

Perché, tu indosseresti una maglia da calcio?

Io ho ben tre di maglie da calcio, ne ho una del Galatasaray, una del Messico degli scorsi Mondiali e una della Colombia.

E cosa ti impedisce di considerarli a tutti gli effetti dei capi moda?

Mah, non riesco a capire perché non possano usare il rayon o un bel cotone invece di questo materiale disgustoso che fa sudare tantissimo.

Passiamo alla Spagna, per l'ennesima divisa rossa di questi Mondiali.

C'è anche un pattern leggermente africano, sulla spallina.

Dici che è il nuovo trend del calcio?

Non lo so, mi sembra che sia la Spagna che il Portogallo siano un po' wannabe Africa da un punto di vista della moda, e ovviamente non ce la fanno, come quando i russi si mettevano le prime volte i jeans americani.

So che attendevi questo momento: infine c'è l'Iran, campione in carica uscente…

Non è possibile che sia questa la maglietta. È una delusione troppo grande. Ma è adidas? Non è possibile. Io seguo le vicende dell'Iran sull'Instagram del pronipote di Khomeini. Ti faccio vedere… Vedi? Lui mette sempre foto inerenti al calcio, questa è di un club iraniano.

Rimangono comunque divise molto brutte, anche quelle che posta questo individuo.

Ma io consiglio comunque a tutti di seguire su Instagram Ahmad Khomeini, soprattutto alle ragazze che leggeranno questo pezzo, che saranno tre, perché è diventato una sorta di sex symbol. Assomiglia a Robert Pattinson, ed è un personaggio un po' liberal. Il nonno era ovviamente il reazionario più famoso del mondo, ma la famiglia, come tutti i ricchi dell'establishment, è diventata di sinistra. Tornando a noi, mi delude che la nazione che amo di più al mondo, la terra della poesia, abbia una divisa così brutta.

Quindi vince il Marocco, mi pare di capire. Ma ci occorre comunque una seconda classificata…

Non posso far passare solo il Marocco? Non me la sento di far passare nessun altro, sono sinceramente deluso dall'Iran.

No, Costa, si qualificano in due.

Allora passa l'Iran, perché il Portogallo e la Spagna proprio non ce la faccio. Giusto per simpatia. Marocco e Iran.

Siamo al Gruppo C: qui ci sono la Danimarca, la Francia, il Perù e l'Australia. Partiamo dalla Danimarca, ho solo questa foto.

Molto bella, ovviamente ricorda Nicolas Ghesquiere, specie per il colletto. Non è male, un po' medievale. Mi ricorda l'Amleto. Non male, questa cosa mi sorprende perché, come ben sai, tendo a disprezzare i paesi del Nord Europa.

via Nike.com

Ora c'è la Francia.

Uff, che banalità, che banalità. Però non brutta eh…

Guarda bene, sul colletto c'è un bottone.

Ah, ma questo cambia tutte le carte in tavola! Non male…

E guarda la seconda, con la bandiera della Francia, boh, frammentata?

La stampa sembra post-minimalista. Un po' Richard Tuttle. Non male la Francia, sorprendentemente. All'inizio mi sembrava molto didascalica per via di quel gallo di merda, però poi mi sono ricreduto…

Questo è il Perù, già la foto dice molto.

Be' forse il Perù è quella più Vetements fino ad adesso, visto il modo con cui questa fascia è cucita lì, male. Il fatto che la maglia sia Umbro, poi. Obbiettivamente è brutta, molto brutta.

Infine c'è l'Australia (in realtà non sono sicuro sarà questa quella del prossimo Mondiale, ma non si riesce a capire e non è che possiamo aspettare all'infinito per l'Australia, no?). Anche qui ti aiuterò, perché ti vedo dubbioso: a me le maglie gialle, solitamente, piacciono molto.

Guarda, io sto preparando una puntata zero di un programma e l'unica cosa su cui siamo tutti d'accordo è di usare questo giallo. Per adesso siamo arrivati a questo punto nelle nostre riunioni. Mi piace il giallo, anche se chiaramente è deprimente giudicare un capo se pensi che le proporzioni sono sempre le stesse. Non c'è nessuno che faccia una drop shoulder, un'over-size, un crop-top, una maglia che arriva fin sopra l'ombelico? Sempre le stesse proporzioni…

Possibile che non sia comodissimo scendere in campo con un crop-top?

No! I calciatori si levano la maglia ogni due minuti, non vedono l'ora di avere il loro crop-top. Cristiano Ronaldo poi, ha nell'ordine delle sue priorità prima di fare coming out, poi di avere il suo crop-top. Sarebbe pazzeschissimo, sarebbe come Madonna ai tempi di Like a Prayer, la divisa di Cristiano Ronaldo. Lo vedrei con dei pizzi bianchi e delle croci.

Costa, non perdiamoci in chiacchiere.

Passano l'Australia e la Danimarca, una per via del giallo, l'altra per via del colletto Nicolas Ghesquiere.

In quest'ordine?

Sì, anche se non ho moltissima simpatia per l'Australia.

Ma non devi votare per simpatie, la moda dev'essere oggettiva. Gruppo D: qui abbiamo Argentina, Croazia, Islanda e Nigeria. Questa è la prima maglia dell'albiceleste.

Che è la loro classica a strisce. Tutto il sudamerica per adesso mi sta deludendo. Davvero molto.

Passiamo alla Croazia, allora.

Bella. Gli scacchi sembrano un po' le bandiere dell'alfabeto marinaio, sento che mi stanno comunicando qualcosa.

via Nike.com

Stiamo andando velocissimi: Islanda.

Particolarmente stretta l'Islanda. Loro hanno scelto un modello diverso, questo under-size. Vedrai che questa sarà il prossimo trend, ora che passerà l'over-size. Tant'è vero che nell'ultima sfilata di Balenciaga si sono viste delle magliette strette. Apprezzo la bruttezza spinta della maglietta stretta, che è un po' primi anni '90, decisamente post-rave. Dopo le magliette baggy, nei locali un po' moda, il primo Richmond, prima di diventare un tipo poco giusto, proponeva queste magliette strette.

Infine c'è la Nigeria.

Be', bellissima la Nigeria, bellissima. Vince a mani basse il girone. Questo verde neon su questo verde scuro della seconda, vince davvero a mani basse. Raf Simons ha una maglietta identica. Prima lei, seconda la Croazia.

via Nike.com

Girone E: si sfidano Brasile, Svizzera, Costa Rica e Serbia.

Quella del Brasile è un'altra maglia gialla, ma di un giallo diverso rispetto a quello dell'Australia.

È molto più brutto del giallo australiano! È il solito giallo brasiliano. A me loro sono sempre stati molto antipatici, fin da quando ero ragazzino, perché facevano delle piroette e dei virtuosisimi che le altre squadre non facevano. Sono troppo barocchi nella loro ricerca di spettacolo. Sicuramente sono i più bravi del mondo, ma poco importa a me che guardo solo la forma. È come quando vai in un albergo e ci sono le tende con le balze e le passamanerie con le frange. Io vedo così il modo di giocare del Brasile, contrariamente a quello della Germania, che mi ricorda più un albergo giapponese, con il parquet, senza la moquette.

Quindi non salvi neanche la seconda maglia?

No, assolutamente. Tra l'altro riflettevo, ora che ti ho detto tutte queste cose sul modo di stare in campo del Brasile, che il campo da calcio è un po' la loro passerella, la partita è un po' la loro sfilata. Ecco, il Brasile non sa sfilare. Gravissimo. Il Brasile è un po' Naomi Campbell, mentre la Germania è più Kirsten Owen. Mi raccomando, fai passare questo concetto.

Direi che abbiamo offeso abbastanza mortalmente il Brasile, passiamo alla Costa Rica.

Ma che bruttezza. Che orrore. Ma poi questo calciatore è più grasso di me. È body positive.

Tra l'altro di New Balance, questo marchio controverso...

Sì, di fascisti, di nazisti, che comunicano con le scarpe New Balance. Scarpe che tra l'altro indossano metà dei collaboratori delle riviste su cui siamo adesso, tra l'Ultimo Uomo, Esquire, Rivista Studio.

(La redazione dell’Ultimo Uomo, che ha letto il pezzo prima di pubblicarlo, ovviamente, non resiste alla tentazione di dissociarsi dall’ultima proposizione di Costa sulle nostre scarpe).

Poi c'è la Serbia.

Che dire, forse non hanno budget. Troppo triste, non vorrei commentare oltre.

E infine la Svizzera, con la topografia delle Alpi.

Un po' corporate la divisa Svizzera, non male. Quest'estetica mi affascina. Direi che loro passano, però non voglio far passare nessun altro, ne faccio passare solo una.

No, non funziona così, Costa. Ti ripeto che ne devono passare due a girone, sforziamoci, troviamo un compromesso.

Impossibile. La Svizzera è un paese molto controverso, lo amo per via degli orologi, in un certo senso lo odio perché sono noiosi, ma indubbiamente la loro maglia comunica Svizzera. Gli svizzeri non sono mai stati capaci di comunicare la loro identità con la moda, eccetto forse gli Appenzeller, che hanno tutta una loro divisa di velluto, coi pantaloni a zampa, molto folkloristica. Questo look molto banca, molto finanza, molto Ginevra, non è male.

Ok, passa la Svizzera ed era chiaro, ma dobbiamo trovare una seconda qualificata, scegline una.

Il Brasile no, perché sono troppo barocchi. Forse la Costa Rica per il modello body positive. Sì, decisamente. Passa la Costa Rica!

Siamo al Girone F, quello della Germania. Oltre a lei ci sono il Messico, la Svezia, e la Corea del Sud. Partiamo dai tedeschi.

Ah, simpaticissimi! Bella maglia. adidas non riesce mai a perdere questa connotazione anni '70, quindi quando unisci adidas e Germania pensi a una Germania del Krautrock. Queste maglie sono meno agresti, però comunicano sempre Dusseldorf, valle del Ruhr. Molto bella, poi apprezzo molto come giocano, bravi!

Ok, passiamo al Messico.

È meno bella della maglia degli scorsi Mondiali, che io ho [va a recuperarla per farmela vedere ndr]. Come puoi vedere questa è decisamente più bella, nonostante abbiano mantenuto quelli che credo siano gli stessi verdi, lo stesso stemma decentrato che perde un po' di importanza così. Poi guarda i dettagli di questa che ho io, la retina qui, la scritta Mexico… Bellissima.

Tra l'altro hai la maglia di Hernandez, detto il Chicharito, che, se non lo sai, significa “pisellino”.

Pisellino?

Non credo il motivo sia quello, comunque.

Ah, menomale, perché sennò porta sfiga. Tu lo sai che i cazzi piccoli portano sfiga?

No non lo sapevo Costa, grazie. Passiamo alla Corea del Sud.

Be' bellissima. Poi sinesteticamente questo bianco con le lineette rosse e blu è un po' come se avessero reso con un'immagine una canzone di Steve Reich, no? Una maglia molto Steve Reich. Assolutamente la mia preferita. La Sud-Corea supera il Messico.

via Nike.com.

E chiudiamo con la Svezia.

Che noia, guarda la Svezia mi annoia solo a pronunciarla. Un giallo che avrebbe dovuto essere un filino più spento, se avessero voluto seguire questa strada. C'è un giallo pazzesco che ha usato COMME des GARÇONS nella collezione uomo, questo si avvicina ma è ancora troppo giallo.

Quindi passano Germania e Corea del Sud. Quale come prima classificata?

È molto difficile scegliere tra la contemporaneità classica della Sud Corea e gli studi di registrazione di Dusseldorf della Germania. Per fare una scelta più attuale, direi Corea del Sud come prima.

Perfetto, siamo al penultimo Girone, il G: Belgio, Panama, Tunisia e Inghilterra. Partiamo dal Belgio.

Belle. C'è anche un pattern un po' argyle scozzese, il che è contro-intuitivo da parte del Belgio.

L’Inghilterra ha la divisa più noiosa della storia delle divise.

Per quanto io nutra grande simpatia per l'Inghilterra, sì, è molto noiosa. Però è a suo modo molto elegante nella sua semplicità. Forse è troppo conservatrice… Sì, decisamente troppo conservatrice.

via Nike.com

Panama!

Be' innanzitutto grandi pregiudizi di simpatia verso Panama perché è il luogo dove la gente che scappava dalla schiavitù nella quale tu e io viviamo tutti i giorni andava a mettere i propri soldi, salvo poi essere infamata da delle spie. Chi erano quelli che fecero uscire i Panama Papers?

Non saprei, degli infami?

Infami sì, collaborazionisti orrendi. Lo stemma è brutto. Tra l'altro a Panama non ci vivrei, fa caldo, piove. Un caldo troppo umido.

Passiamo dunque all'ultima di questo girone, la Tunisia.

Non male, anche perché non ho mai sentito parlare di Uhlsport. Considerando che il Belgio ha vinto a mani basse il girone, la Tunisia comunica Nord Africa. Devi sapere che nei paesi come la Tunisia, l'Algeria, l'Egitto, c'è questa moda di mettere dei giubbotti di pelle, con sotto la tuta. Penso che questa maglia con sopra un giubbotto di pelle stretto sarebbe perfetta. Poi questa specie di rosso/arancione è molto nordafricano, e c'è la stella islamica nel logo, quindi sì: seconda qualificata la Tunisia.

Siamo incredibilmente arrivati all’ultimo degli otto gironi. Questo è quello con Colombia, Polonia, Giappone e Senegal. Partiamo dal Sud America, dai.

Anche qui la maglia della Colombia è diversa dalla quella che ho io, hanno in comune solo il collo a V. Il giallo della Colombia è bello, è quasi come quello di COMME des GARÇONS, è un giallo che metterei anche dopo i Mondiali, fino alle prime settimane di settembre, decisamente.

Poi c'è il Giappone, che ovviamente ha un samurai nelle foto di presentazione.

Non c'è nulla da dire, la prima maglia è bellissima. Questo è un pattern di una stoffa tradizionale giapponese che viene usata nei kimono da uomo, stupendo. Riprendono un aspetto tradizionale dell'abbigliamento giapponese, tipico di un paese così conservatore. Il fatto che ci sia la bandiera giapponese sopra lo stemma è molto bello, molto moderna per essere adidas, perché riesce a non avere quelle vibe terzomondista anni '70. La seconda è decisamente meno bella, per cui mi concentrerò sulla prima.

La terza squadra è la Polonia.

Mamma che brutta, no comment. Non la voglio vedere, mi mette a disagio.

via Nike.com

E infine, questa so già che ti piacerà molto, c'è il Senegal.

Wow. Sotto ha una specie di leone serigrafato, bellissimo lo stemma poi, con i colori rasta e il leone. Ma ci sono i leoni in Senegal? Non so se ci sono i leoni, lì, perché stiano usando questi temi. Fammi controllare su Internet. Secondo me si stanno appropriando culturalmente del leone. Cerca tu “lion Senegal”.

Confermo, ci sono i leoni.

Ah sì il leone west-african, ed è in pericolo di estinzione. Però proprio in un centimetro del Senegal, e mi sembra di capire che sia un simbolo del loro paese, pur essendone rimasti pochissimi. I leoni sono in via d’estinzione in Senegal, ecco perché ci tengono così tanto. Non è appropriazione culturale, c'è dietro una storia di dolore.

E noi premiamo questa storia di dolore?

Direi di sì, quindi farei passare Giappone e Senegal.

Perfetto, siamo alle fasi a eliminazione diretta, ora dovrai essere spietato, Costa. Iniziamo con la prima del girone A, l'Arabia Saudita, contro la seconda del girone B, l'Iran.

Ma tu ti rendi conto della valenza politica di questo scontro? Tu lo sai che l'Arabia Saudita e l'Iran sono acerrimi nemici? Io chiaramente nella vita reale sono dalla parte dell'Iran…

Sì, Costa, ma qui devi asetticamente valutare il lato estetico, cerca di non farti condizionare.

Ovviamente l'Iran ha delle difficoltà oggettive, non puoi fare investimenti in Iran. È una storia molto lunga, sappi solo che c'entrano i pasdaran. Per anni i clerici musulmani, per paura dalle rivoluzioni, hanno continuato a dare soldi ai soldati per essere protetti. Hanno dato loro talmente tanti soldi che questi sepah sono diventati più potenti degli ayatollah. Per farla breve: se tu devi entrare in Iran e investire per aprire, chessò, la tua boutique di Balenciaga, non è facile, perché questi hanno le mani in pasta ovunque. Poi ci sono state pure le sanzioni americane, l'Europa è andata dietro agli USA facendo una gigantesca cazzata…

Stai cercando una giustificazione per far passare l'Iran.

No, sto cercando di spiegare come mai c'è questa carenza di moda in Iran, che è la terra della poesia. Però non me le stanno trasmettendo con questa maglia, non mi trasmettono la cultura più affascinante del mondo. Invece i sauditi, che politicamente sono schierati con Trump e sottobanco con Israele, che fanno le peggio zozzerie del mondo, che bloccano gli aiuti umanitari in Yemen, etc., indubbiamente in questo momento sono sulla bocca di tutti. Il loro principe recentemente ha rilasciato un'intervista alla CBS in cui spiegava le riforme che farà, l'Arabia Saudita si sta aprendo il mondo. Le donne da giugno potranno guidare, riaprono i cinema dopo 35 anni, tra un po' anche noi potremmo andare in Arabia Saudita in vacanza. Quindi stiamo parlando della Nazione che mi sta più simpatica al mondo, l'Iran, contro l'Arabia Saudita. Ma ahimé devo essere oggettivo: con immenso dolore vince l'Arabia Saudita.

Ti distraggo coinvolgendoti subito nella prossima sfida: la prima del girone C, l'Australia, contro la seconda del girone D, la Croazia, di cui faccio vedere anche la seconda, petrolio.

Quindi, quel giallo dell'Australia vs le bandiere marinare della Croazia. Una scelta molto difficile… Ma riflettevo: perché non ci sono paesi come Singapore, Pakistan?

Perché banalmente non si sono qualificati ai Mondiali, Costa.

Pensa che bello investire nella squadra di calcio di Singapore…

Sarebbe bello, ma noi dobbiamo scegliere tra Australia e Croazia.

Secondo me da parte dell'Australia c'è stata un'appropriazione culturale, questa è una palette di colori molto tedesca.

Però è davvero un bel giallo… anche se, ripeto, non sono sicuro sia lo stesso che useranno a giugno.

Ma tu non sei daltonico? Chissà che colore stai vedendo, non posso fidarmi di te. Un giallo zafferano… Sì, vince la palette di colori dell'Australia. Che disastro. Come sono a calcio, scarsissimi vero? Perché poi loro hanno il calcio australiano che è uno sport completamente diverso, molto più violento.

Già. La prima del girone E, la Svizzera, contro la seconda del girone F, la Germania.

Difficilissimo, davvero molto molto difficile. Bisogna fare questo ragionamento: l'estetica tedesca del Krautrock, dei Kraftwerk, di Dusseldorf è una cosa che abbiamo già visto. È stata proposta varie volte nella moda, sicuramente da Raf Simons. Invece, quest'estetica corporate svizzera, delle banche, di Nestlé, di aziende con enormi fabbriche e uffici in Cina, un po' senza anima, è nuova. Quindi dobbiamo premiare l'assenza di anima della maglia svizzera. Passa questa specie di ateismo svizzero, sì.

La cosa si sta facendo interessante: ora si sfidano il Belgio e il Senegal. La storia di dolore contro l'appropriazione culturale scozzese ad opera del Belgio.

Innanzitutto io sono favorevole all'appropriazione culturale, perché ad esempio Yves Saint Laurent si è appropriato continuamente di elementi della cultura marocchina e musulmana ed è stato uno dei più grandi stilisti della storia insieme a John Galliano. Indubbiamente il Senegal mi sta più simpatico come nazione, quindi possiamo dire che il brand Senegal è più forte del brand Belgio.

Però dalla tua premessa mi pare di capire che il cuore dica Belgio…

Dici? Però i poveri leoni… Poi è così bello lo stemma del Senegal. Vince il Senegal.

Ah, mi hai spiazzato! Abbiamo un'altra sfida molto spinosa: Marocco contro Egitto.

Uh, sempre più difficile. Sono tutti scontri molto politici. Per quanto l'Egitto in questo momento sia all'apice della moda, per via della sua musica e della sua arte, mentre il Marocco è un paese poco conflittuale, con un re, dove vanno i turisti, e quindi è molto meno modaiolo, sfortunatamente se dobbiamo proprio pensare alle maglie, vince il Marocco.

Mancano ancora tre sfide prima di passare al prossimo turno, ora abbiamo la Danimarca contro la Nigeria.

Nella Danimarca abbiamo quel piccolo dettaglio del colletto, la Nigeria riesce a mischiare un pattern che avrebbe potuto utilizzare John Galliano con dei colori quasi Raf Simmons. Questa è facile, vince a mani basse la Nigeria. Poi vogliamo mettere a confronto il brand Nigeria con quello Danimarca? Dai.

Ok, dopo molto tempo abbiamo un match senza una squadra africana in campo: Costa Rica, che ricordiamo tutti perché passò i gironi, contro Corea del Sud.

Be' vince la Corea del Sud con la sua maglia da compositore minimalista. La scusa del body positive non ti può salvare a lungo, cara Costa Rica.

E siamo all'ultimo scontro di questo turno: Tunisia contro Giappone, anche questa abbastanza scontata.

C'è più lavoro dietro il Giappone, c'è più ricerca. Per quanto mi stia estremamente simpatica la Tunisia e abbia quel vibe africano, per quanto la maglia della Tunisia starebbe benissimo sotto un giubbotto di pelle, vince il Giappone.

E così siamo ai Quarti di Finale. Arabia Saudita vs Australia.

Vince l’Arabia Saudita, non possiamo soffermarci a commentare sfide così scontate.

Allora passiamo alla sfida tra Svizzera e Senegal.

Qui abbiamo l'anima, il sentimento, l'affetto che posso provare io verso il Senegal, e dall'altra parte quella specie di ateismo della Svizzera. Sfortunatamente, da un punto di vista moda come ti dicevo prima, la Svizzera ci sta proponendo qualcosa di mai visto prima, quindi passano loro.

Poi abbiamo la partita tutta africana Marocco contro Nigeria.

Anche qui la vittoria è scontata, passa la Nigeria.

E chiudiamo con la sfida dell'estremo oriente: Corea del Sud vs Giappone.

Molto difficile. La Corea del Sud è più eterea rispetto al Giappone, che però ha fatto un ottimo lavoro, coniugando la propria tradizione con la contemporaneità. Come al solito i giapponesi si rivelano dei grandissimi ricercatori. Forse tra tutte le sfide questa è la più difficile.

via Nike.com

Potremmo farci aiutare dal sistema di valutazione che prima invocavi. Dai un voto da 1 a 10 alla prima maglia della Sud Corea.

Quella rossa? Si becca un cinque, potrebbe essere quasi una maglia dell'Inghilterra.

E la seconda, invece?

Eh, questa ahimé si becca un nove. Davvero bella.

Passiamo al Giappone: la prima maglia?

Nove. Anzi no, otto e mezzo.

E la seconda?

Un quattro.

Ottimo, direi che vince la Corea del Sud. Siamo in semifinale, Costa. Partiamo con Arabia Saudita vs Svizzera.

No ma sta diventando troppo difficile, io forse non voglio più giocare. Sono le due maglie più moderne dei Mondiali. La maglia della Svizzera propone certamente un'estetica che va esplorata, detto questo la saudita è proprio moda, ci racconta questo momento storico. Credo debba passare l'Arabia Saudita.

via Nike.com

Ok. L'altra semifinale è Nigeria contro Corea del Sud.

Nigeria a mani basse, su questo non ho dubbi. Nonostante la citazione di Steve Reich che i designer della Corea del Sud hanno ovviamente voluto esprimere, vince la Nigeria a mani basse.

Siamo arrivati in Finale, Costa. Arabia Saudita vs Nigeria. Onestamente spero che le previsioni dei Mondiali della moda siano azzeccate.

Noooooo. Sai cosa? La nigeriana ha più chiavi di lettura, la saudita ne ha solo una. È estremamente contemporanea, però non basta la contemporaneità. La nigeriana, così come la giapponese, riesce a veicolare sia la loro cultura che la contemporaneità. Ovviamente da un punto di vista personale la Nigeria mi sta più simpatica.

Ma tu ormai hai imparato che in questo gioco non puoi farti condizionare dalla simpatia.

No certo, però lo faccio. L’Arabia Saudita ci ha provato, ma i Mondiali sono vinti dalla Nigeria. Congratulazioni Nigeria, avete vinto i Mondiali della Moda.

via Nike.com

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