
Nella notte tra martedì e mercoledì si è svolta la Draft Lottery, per la prima volta nel suo nuovo formato con le probabilità “calmierate” tra le 14 squadre rimaste fuori dai playoff.
Quella appena conclusa, infatti, è stata la prima Lottery dopo la riforma voluta dal Board of Governors della NBA quasi due anni fa, con obiettivo l’eliminazione del tanking attraverso una drastica riduzione delle chance di vittoria da parte della peggior squadra classificata (dal 25% al 14%) e un innalzamento delle chance della “classe media”.
E proprio i Knicks, proprietari del peggior record della Lega e già pronti a sognare un futuro targato Zion Williamson, si son visti beffare alla prima edizione, finendo terzi dietro a New Orleans (6% di possibilità di vittoria) e Memphis (6.3%), due squadre che partivano da metà Lottery.
Per dare il via a discorsi più concreti riguardanti l’avvicinarsi della notte delle scelte, prevista per il prossimo 20 giugno, di seguito trovate una previsione di come si muoveranno le squadre da qui al prossimo mese.
1. New Orleans Pelicans - ZION WILLIAMSON (F, Duke)
Sono quindi i New Orleans Pelicans a vincere lo ZionBowl e il diritto a mettere le mani su quello che promette di essere il vero prospetto (l’unico?) generazionale di questa classe Draft.
Sul giocatore e le sue potenzialità c’è poco da aggiungere: un carroarmato con i piedi da ballerina e l’esplosività irreale a cui va costruito un gioco intorno, ma che intanto ha già dimostrato di avere margini di miglioramento molto ampi, grazie a buoni fondamentali nel mettere palla a terra, feeling giusto per il gioco e uno spirito competitivo di primo livello. Un ragazzo che sembra destinato ad avere una carriera All-Star come obiettivo minimo.
A livelli di produttività nell’immediato, siamo sui livelli della scelta di Anthony Davis del 2012 - proprio quell’Anthony Davis che è sul punto di non diventare mai compagno di Zion in Louisiana. Poco male per i Pelicans, perchè con questa scelta hanno già la pietra angolare di un futuro che a questo punto si fa incredibilmente più roseo.
2. Memphis Grizzlies - JA MORANT (PG, Murray St)
Una volta scelto Williamson inizierà il Draft vero e proprio, con tutti i dubbi che si possono portare le squadre al momento della scelta.
La decisione non dovrebbe comunque essere difficile per i Grizzlies, alle prese con una vera e propria rivoluzione che ha portato importanti cambiamenti sia all’interno della squadra che del front-office. E con Mike Conley in procinto di trovare nuove destinazioni, la scelta di Ja Morant potrebbe essere la più interessante per ripartire con un nuovo corso.
Point guard completa, passatore ambidestro e creativo capace di portare al secondo turno NCAA una squadra con poco talento ma perfettamente gestita da questo playmaker con le gambe alla dinamite e ottime capacità di previsione. Si porta dietro qualche dubbio sull’evoluzione al tiro e su una difesa che è sempre stata sospetta (anche se a Murray State il comando era quello di gestirsi per non incappare in problemi di falli), ma la coppia con Jaren Jackson Jr. in prospettiva è molto affascinante.
Dopo aver conquistato gli scout nelle due stagioni a Murray State, Morant si è preso anche il pubblico delle grandi occasioni durante la March Madness.
3. New York Knicks - RJ BARRETT (GF, Duke)
Questo rischia di essere il girone dei delusi.
I Knicks speravano nella prima scelta per fare di Zion il primo tassello verso la ricostruzione faraonica della franchigia, salvo poi venir beffati dalle palline della Lottery (anche se, bisogna ricordare, avevano l'86% di possibilità di non scegliere alla uno). RJ Barrett è entrato al college come il prospetto di riferimento per questa classe, prima che l’esplosione mediatica di Williamson lo relegasse a essere “l’altro”.
Barrett rimane comunque un prospetto di ottimo livello: realizzatore con dimensioni imponenti per un esterno, parte da una base più che solida a livello realizzativo (grazie a una mano sinistra con cui può far tutto) e la capacità di volere e potere andare nei suoi punti del campo preferiti con grande facilità, con grande atletismo e controllo del corpo. Al momento è un giocatore da campo aperto con evidenti limiti nelle scelte a metà campo, ma non ha ancora compiuto 19 anni e il suo padrino e consigliere è un certo Steve Nash.
Bisogna però capire se ai Knicks in questa free agency farà più comodo come giocatore su cui puntare o come pedina di scambio. I primi giorni di luglio, in questo senso, saranno determinanti.
4. Los Angeles Lakers - JARRETT CULVER (GF, Texas Tech)
La Dea Bendata ha invece aiutato i Lakers, che rispetto alle posizioni di partenza ne guadagnano addirittura sette nell’ordine di scelta.
Per sfruttare questa buona stella i gialloviola dovrebbero cercare di prendere un giocatore che allo stesso possa essere un appetitoso asset per una arrivare a una star da affiancare a LeBron (Anthony Davis? Bradley Beal?) o uno pronto a dare un contributo rapido alla squadra.
Identikit perfetto quello di Culver, esterno capace di incidere sui due lati del campo con doti di playmaking sia offensivo che difensivo in un ruolo, quello del 2, che L.A. ha cercato di tamponare in ogni modo durante l’ultima stagione. Tra le alternative occhio a Darius Garland, che con il fenomeno di Akron condivide l’agente Rich Paul.
5. Cleveland Cavaliers - DE’ANDRE HUNTER (F - Virginia)
I Cavs hanno chiuso l’ultima stagione come la peggior squadra difensiva di tutta la Lega. L’innesto di Hunter non salverebbe certo la situazione nel brevissimo termine, ma aggiunge a un core molto giovane un aspetto del gioco nel quale non ha interpreti adeguati.
Il prodotto di Virginia è uno dei migliori difensori che siano usciti dal college degli ultimi anni, grazie alla sua combinazione di stazza, apertura alare e forza fisica e atletica. È un prospetto che può adeguarsi in fretta alle richieste NBA su entrambe le metà campo: offensivamente siamo ancora ai lavori in corso, ma ha dimostrato un buon fiuto nella comprensione del gioco senza palla, con buon posizionamento e un tiro che è migliorato esponenzialmente nei due anni al college.
6. Phoenix Suns - DARIUS GARLAND (PG, Vanderbilt)
Ha chiuso la sua unica stagione a Vanderbilt molto presto (solo cinque partite giocate) a causa di un infortunio al ginocchio, ma nonostante questo Darius Garland è rimasto sempre in cima ai taccuini degli scout NBA grazie alla facilità con cui riesce a vedere il canestro, facendo di lui il miglior point scorer del lotto.
Bastano poche clip per capire a chi si ispira Garland in campo: la pericolosità del suo jumper non appena riesce a conquistare un minimo di separazione dal difensore è opera di un ragazzo che ha guardato a ripetizione filmati di Damian Lillard e ne vuole ricalcare le orme.
Phoenix non è certo stata baciata dalla dea bendata nella Lottery e a questo punto il sogno legato a Ja Morant dovrebbe essere sfumato, ma in Garland potrebbe trovare un ottimo premio di consolazione.
Cinque partite sono un campione molto ridotto, soprattutto a inizio stagione, ma in queste Garland ha dato dimostrazione di tutto il suo potenziale.
7. Chicago Bulls - COBY WHITE (PG, North Carolina)
Il profilo di Coby White a primo impatto non sembrerebbe quello più adeguato per i Bulls targati Jim Boylen che abbiamo visto nella seconda parte di stagione.
Il play proveniente da UNC è un giocatore aggressivo sin dai primi tocchi del possesso, un portatore di palla abituato a giocare ad alta velocità - ancor più enfatizzato dalla voluminosa capigliatura afro e dal sistema di Roy Williams. Più realizzatore che distributore, ottime dimensioni (195 cm) che si fanno sentire in difesa e nel momento in cui decide di attaccare il ferro, scelte e ritmi da affinare ma ha tutte quelle caratteristiche per poter essere una valida alternativa a Kris Dunn e alla sua produttività altalenante.
8. Atlanta Hawks (via Dallas) - CAM REDDISH (F, Duke)
A livello di talento puro stiamo parlando di uno dei primi tre di questo Draft. Peccato che nella sua unica stagione a Duke troppe volte si è dovuto discutere della sua personalità e della sua timidezza ad entrare nelle partite a maggior coefficiente d’intensità.
Da questo aspetto si capisce come Reddish, rispetto agli altri due suoi compagni di squadra, sia un progetto a lungo termine: un fenicottero con doti tecniche e fluidità tutte da godere, un corpo filiforme di 206 perfettamente equipaggiato per giocare sul perimetro. Un giocatore ancora molto teorico che ha bisogno di tempo, ma gli Hawks non sembrano andar di fretta.
9. Washington Wizards - SEKOU DOUMBOUYA (F, Limoges)
A proposito di squadre che nelle prossime stagioni non avranno obiettivi significativi: gli Wizards hanno probabilmente installato nei loro uffici un grande orologio che segnerà quanti minuti mancano alla fine del contrattone di John Wall (spoiler: troppi) e in estate faranno l’inventario di tutte le offerte che arriveranno per Bradley Beal.
Avanti con la ricostruzione quindi, e via libera per il giocatore più giovane del lotto, quel Sekou Doumbaya che nelle ultime partite con il suo Limoges ha parzialmente accantonato le scolorite prove di inzio anno. Un cumulo di creta pronto per essere plasmato secondo i dogmi NBA.
10. Atlanta Hawks - JAXSON HAYES (C, Texas)
Con la seconda scelta a disposizione - sempre che non organizzino qualche scambio - gli Hawks potrebbero andare a investire su uno dei ruoli più difficili da sviluppare in questo periodo, quello del centro. Jaxson Hayes ha qualità atletiche molto interessanti per il ruolo: il suo passato da wide-receiver di football americano gli ha lasciato una grande coordinazione in corsa e due mani molto buone per ricevere il pallone.
Aggiungiamoci anche un corpo ben strutturato (210 cm di altezza, 223 cm di apertura) e abbiamo un lungo pronto a bloccare e correre da affiancare a Trae Young e John Collins.
11. Minnesota Timberwolves - BRANDON CLARKE (FC, Gonzaga)
A Clarke è bastato un anno da transfer a Gonzaga per dimostrare di essere il giocatore più eccitante (dopo Zion) visto al college nell’ultima stagione. Atleta incredibile per la velocità con la quale lascia terra per correre o saltare, riuscendo a usare queste doti in maniera molto intelligente sia in attacco, sia come roller verso il ferro che come short-roller con tocco inaspettato. In difesa, poi, si è affermato come il miglior rim protector della nazione.
Non è comunque un giocatore di facile collocazione perché come lungo con pochissimo tiro, e inoltre non possiede misure né in altezza né a livello di chili e muscolatura. Se vogliamo essere creativi, un giocatore del genere si candida ad essere il complemento ideale a Karl-Anthony Towns a Minnesota.
“Erased at the rim”
12. Charlotte Hornets - BOL BOL (C, Oregon)
Con Kemba Walker in uscita e una ricostruzione dietro l’angolo, Charlotte potrebbe prendersi un rischio e scommettere sulla crescita del figlio di Manute - giocatore dotato dello skillset di un esterno nonostante i 218 cm e le braccia infinite, prospetto visionario che però soffre una struttura fisica tanto esile da compromettergli gran parte dell’agilità di cui dispone (si aspettano i report medici, potrebbe precipitare se non incoraggianti). È un azzardo, ma a questo punto del Draft è un’opzione da non sottovalutare.
13. Miami Heat - KEVIN PORTER (G, USC)
Dopo aver mancato i playoff per la seconda volta in tre anni, gli Heat si trovano davanti a un dilemma: continuare a costruire una squadra con poco star power ma tante opzioni tattiche da dare a coach Spoelstra, oppure ripartire cercando di puntare già da questo Draft su giocatori dal potenziale elevato?
Prendendo per buona l’ultima opzione, scegliere Kevin Porter potrebbe portare pochi benefici nel breve periodo ma nel prossimo futuro si potranno iniziare a cogliere i frutti di questa pick - un atleta moderno con grande uno-contro-uno che necessita di accrescere il bagaglio tecnico. Una missione più che alla portata di Spoelstra.
14. Boston Celtics (via Sacramento) - NASSIR LITTLE (F, North Carolina)
Con ben tre scelte al primo giro, i Celtics con molta probabilità cercheranno di puntare sulla futuribilità dei propri prospetti in modo da poterli facilmente inserire in scambi per arrivare a un upgrade considerevole dell’attuale rotazione di giocatori.
Little doveva essere uno dei protagonisti della stagione a UNC, ma non è mai riuscito a entrare nelle grazie di coach Roy Williams. Questo però non dovrebbe precludere una scelta in Lottery per questo giocatore che ha caratteristiche atletiche più che interessanti per un potenziale 3&D. Occhio alla crescita alla Jaylen Brown.
3&D con buone abilità per arrivare fino al ferro grazie a corpo e atletismo.
15. Detroit Pistons - ROMEO LANGFORD (G, Indiana)
Il figlio dell’Indiana è un realizzatore naturale con capacità di tocco sopra la media che potrebbe subire qualche contraccolpo in termini di atletismo e tiro. Ai Pistons manca però un giocatore che possa creare dal palleggio per sé e per i compagni: se riuscisse a diventare un valido elemento dalla panchina, a questo punto del Draft è tutto di guadagnato.
16. Orlando Magic - NICKEIL ALEXANDER-WALKER (G, Virginia Tech)
Giù il cappello per il lavoro fatto da Steve Clifford alla sua prima stagione da allenatore dei Magic, soprattutto considerando l’assenza di portatori di palla in squadra. La scelta del canadese Alexander-Walker potrebbe sembrare un rischio, ma porterebbe versatilità, trattamento di palla e playmaking insieme alla capacità di ricoprire più ruoli, soprattutto a livello tattico.
17. Brooklyn Nets - RUI HACHIMURA (F, Gonzaga)
Le squadre NBA amano giocatori con il profilo di Hachimura e per questo motivo non c’è da sorprendersi se mano a mano che ci avviciniamo alla notte del 20 giugno le sue quotazioni dovessero impennarsi. Forza fisica, atletismo e un gioco offensivo che - sebbene sia ancora limitato in termini di range - gli assicura punti sicuri in avvicinamento a canestro. I Nets, alla spasmodica ricerca di una superstar che potrebbe arrivare dalla free agency, potrebbero pensare al giappo-beninese per rafforzare il gruppo di role-player a roster.
18. Indiana Pacers - TYLER HERRO (G, Kentucky)
Herro è un tiratore che potrebbe fare comodo a molte franchigie, ma solitamente al Draft si tende a dare la precedenza ad altri aspetti, un po’ più sexy ed esclusivi in termini di prospettiva. Indiana è una squadra che però ha bisogno di trovare più opzioni a livello di scoring e potrebbero cercare un giocatore con il profilo della guardia di Kentucky, con un’ottima capacità nel giocare lontano dalla palla e sui blocchi, ma capace di trovare soluzioni anche da possesso individuale.
19. San Antonio Spurs - GOGA BITADZE (C, Buducnost)
Il vincitore dello Euroleague Rising Star è un giocatore che sembrerebbe già pronto per il salto NBA così come lo è stato nella massima competizione europea - un giocatore adulto nonostante i soli 19 anni, capace di battagliare in area con personalità e aggressività.
San Antonio negli ultimi tempi ha un po’ cambiato rotta nella scelta dei rookie rispetto agli anni in cui investivano prepotentemente sugli europei, ma il georgiano può dare quel contributo istantaneo che Coach Pop cerca nei lunghi. E poco male se la futuribilità tecnica del ragazzo non sembra discostare molto da quello che è già ora.
Statistiche contro Milano (seconda partita in EL): 23 punti, 8 rimbalzi, 9/13 al tiro.
Come se avesse sempre giocato a quel livello.
20. Boston Celtics (via Clippers) - TALEN HORTON-TUCKER (G, Iowa St)
Altro canadese (sì, stanno arrivando) e il più giovane giocatore ad uscire dal college, THT è un talento allo stato grezzo con un corpo alla P.J. Tucker (non altissimo ma busto potente e braccia lunghe) su cui bisogna sicuramente spendere alcune stagioni per sviluppare tutto il potenziale a disposizione. Possibilità di crescerlo come giocatore multi-ruolo.
21. Oklahoma City Thunder - KELDON JOHNSON (F, Kentucky)
Il need primario per i Thunder è quello di aggiungere pericolosità da dietro l’arco senza uscire troppo dai canoni di scelta usati negli ultimi anni. Johnson è un prospetto che ha potenziale come tiratore a cui aggiunge una grande energia ed intensità su entrambi i lati del campo nel ruolo di ala. Non ha grandi capacità di creazione dal palleggio, ma in una squadra con Westbrook e George non dovrebbe essere un problema particolarmente critico.
22. Boston Celtics - P.J. WASHINGTON (F, Kentucky)
Giocatore di grande sostanza, sottodimensionato ma con qualità per poter giocare anche minuti da 5 tattico. Coach Stevens ama giocatori di questo tipo e Washington, seppur dia l’impressione di essere non molto lontano dal massimo potenziale, potrebbe essere un innesto per rimpolpare nel breve la rotazione dei lunghi.
23. Utah Jazz - GRANT WILLIAMS (F - Tennessee)
Così come Washington, anche Grant Williams parte con l’etichetta dell’undersized, dopo aver giocato solo nei pressi dell’area nella sua carriera collegiale a Tennessee. Ragazzo dal QI cestistico veramente elevato che proverà ad allargare il suo range di azione grazie a un tocco sopraffino ma mai realmente utilizzato.
24. Philadelphia 76ers - TY JEROME (G, Virginia)
Condottiero della Virginia che ha conquistato l’ultimo titolo NCAA, Jerome porta in dote solide qualità di playmaking abbinate a capacità balistiche che lo rendono pericoloso sia lontano dalla palla che direttamente dal palleggio. Sembra il profilo giusto per una squadra come Philly, che dovrà allungare le rotazioni degli esterni con qualcuno con queste caratteristiche.
Nella trade che ha portato Harris a Philly, tanti tifosi erano dispiaciuti per aver lasciato andare Landry Shamet. Ty Jerome potrebbe tirarli su di morale.
25. Portland Trail Blazers - CAMERON JOHNSON (F, North Carolina)
Nonostante i 206 centimetri di altezza, Johnson rimane uno dei tiratori più affidabili di questo Draft, un vero pericolo in situazioni piedi per terra, anche per la capacità di trovare con continuità gli angoli giusti per dare una linea di passaggi ai compagni. Nonostante i limiti dal punto di vista di mobilità di piedi e difesa, sembra essere un bersaglio perfetto per gli scarichi di Lillard e McCollum. Giocatore maturo, già pronto all’uso.
26. Cleveland Cavaliers (via Houston) - JONTAY PORTER (C, Missouri)
La famiglia Porter non sembra una delle più fortunate dal punto di vista degli infortuni: se Michael ha dovuto saltare tutto l’anno da rookie per i noti problemi alla schiena, Jontay si presenta al Draft dopo due interventi al crociato anteriore destro nel giro di 6 mesi.
Ignorando per un attimo gli infortuni (dovuti anche a una forma fisica non ottimale) abbiamo un lungo con caratteristiche perfette per aprire il campo, sia al tiro che per le capacità di passatore, oltre ad essere uno dei pochi big con qualità tecniche per attaccare dal closeout. Per Cleveland potrebbe essere una bella scommessa a lungo termine in una squadra che nel breve non ha niente da perdere.
27. Brooklyn Nets (via Denver) - MFIONDU KABENGELE (FC - Florida St)
Nipote di Dikembe Mutombo e uno dei più interessanti lunghi per qualità tecniche: stretch-5 atletico, che può mettere palla a terra, difendere il ferro e garantire un feeling per il gioco innato (saranno i geni…). L’impressione è che a Florida State non sia stato usato nel modo giusto, e per questo motivo potrebbe essere una scheggia impazzita da qui alla notte del Draft.
28. Golden State Warriors - CARSEN EDWARDS (G, Purdue)
Edwards è uscito dal college come uno dei realizzatori più produttivi di tutta la NCAA, e lo ha fatto all’interno di un sistema offensivo con concetti molto più vicini alla NBA che al mondo collegiale. Golden State potrebbe cogliere l’occasione per puntare su questo ragazzo per allungare le rotazioni nel modo più economico possibile.
SICK!
29. San Antonio Spurs (via Toronto) - MATISSE THYBULLE (GF, Washington)
Difensore incredibile per velocità delle mani e reattività atletica, un vero incubo per gli avversari che se lo vedono saltar fuori dalle linee di passaggio. Giocatore dalla mentalità difensiva e dalle statistiche irreali (3.5 rubate e 2.2 stoppate a gara) con potenziale per crescere in attacco, anche solo aggiungendo una dimensione (il tiro) che potrebbe portarlo ad essere un più che solido giocatore di rotazione a livello NBA.
30. Milwaukee Bucks - BRUNO FERNANDO (C, Maryland)
Il centro angolano è già ora un rimbalzista di buon livello, sfruttando atletismo e un corpo scolpito nel marmo. L’uso delle mani in post basso per sé e per gli altri (2 assist a partita) possono nascondere un potenziale alquanto intrigante in chiave futura per provare ad allargargli il raggio d’azione per essere così uno scudiero da affiancare alla grandezza di Giannis.