Mock Draft 2017 Volume 2
A pochi giorni dal Draft, andiamo a scoprire come è cambiata la situazione dopo il clamoroso scambio tra Boston e Philadelphia.
- Oklahoma City Thunder – Derrick White (G – Colorado)
La priorità per i Thunder è aggiungere un tiratore di talento in modo da dare un ulteriore bersaglio sul perimetro a Russell Westbrook, ma a meno che non ci siano cadute eccellenti o scambi per salire di qualche posizione, a questo punto del Draft è difficile che possa esserci un giocatore del genere. Una scelta molto affascinante potrebbe essere quella di Derrick White: snobbato da tutti i college per colpa di un fisico approssimativo ai tempi del liceo, si è fatto tutta la gavetta con due anni in Division 2 prima di approdare a Colorado dove nel suo unico anno ha conquistato il primo quintetto Pac12. Point guard alta (1.96) con innati istinti da pick and roll e un gioco lontano dalla palla che sembra poter dare buoni frutti, perfetto per dare fiato a Russ sia dalla panca che al suo fianco.
Giusto per iniziare a conoscerlo, qui il video con i difetti del suo gioco.
- Brooklyn Nets (dagli Wizards) – Anzejs Pasecniks (C – Gran Canaria)
Non si è ancora capito se il lettone ha intenzione di provare subito la carta NBA oppure no, fatto sta che la mobilità e controllo del corpo dall’alto dei 218 centimetri fanno di lui un prospetto interessante per un centro, una sorta di Unicorno-Pony per la capacità di mettere palla a terra e colpire alla distanza. Progetto vero a causa di un corpo filiforme e fondamentali da inserire nel gioco, ma ottima base di partenza a livello motorio.
- Toronto Raptors (dai Clippers) – Terrance Ferguson (GF – Adelaide 36ers)
Atleta fenomenale, rapido, veloce e verticale, saltatore clamoroso, a livello tecnico ancora tutto da scoprire. Ferguson è un foglio bianco che al momento porta in dote solo un ottimo tiro dalla distanza, ma tutto il resto del suo gioco è indietro rispetto agli altri prospetti. Una scelta rischiosa per i Raptors, il cui gioco però a questo punto del Draft potrebbe valere la candela.
- Utah Jazz – Ike Anigbogu (C – UCLA)
È il più giovane di questa annata, non ha ancora compiuto 19 anni ma ha già un corpo ben strutturato ed è uno dei lunghi più verticali del lotto. Anche qui parliamo di un giocatore in fase embrionale, dotato però di grandi istinti nei pressi del canestro, a rimbalzo e nella protezione del ferro. L’opportunità di prenderlo alla fine del primo giro e portarlo a scuola da Rudy Gobert è molto allettante, soprattutto se pensiamo che Quin Snyder è uno dei migliori coach per lo sviluppo dei giovani.
- Orlando Magic (dai Raptors) – Jawun Evans (PG – Oklahoma State)
Creativo da pick and roll, capace di convertire una squadra di medio livello nel miglior attacco della NCAA, un leader con la palla in mano che sembra già conoscere tutti i trick usati dai campioni del piano di sopra. La taglia esigua ne compromette il valore realizzativo (soprattutto al ferro) e a livello difensivo, ma Orlando ha urgente bisogno di uno che sappia muovere l’attacco a ritmi alti.
Facilitatore: rende bene l’idea.
- Portland Trail Blazers (dai Cavaliers) – Isaiah Hartenstein (PF – Zalgiris)
Possibile che con la terza scelta i Blazers decidano di prendere un giocatore da scegliere e lasciare a maturare in Europa (potrebbero sfruttare le nuove regole riguardanti la G-League, ma ahiloro sono tra le 5 squadre a non avere ancora una franchigia affiliata), controllandone la crescita a distanza risparmiando qualche soldo sul cap. In tal caso Hartenstein sembra il prospetto più interessante: un fenicottero con tecnica individuale sviluppata che necessita di minuti ed esperienza per smaliziarsi anche con i grandi e non solo a livello giovanile.
- Brooklyn Nets (dai Celtics) – D.J. Wilson (PF – Michigan)
Wilson sembra uscito da una VHS dagli anni ‘90: combo forward dal passo felpato, versatile, capace di trattare benissimo il pallone, coordinato quando attacca verso il ferro, tiratore affidabile da piazzato e ben istruito tatticamente. Il problema su di lui è che sa fare tante cose bene ma nessuna in maniera eccelsa, e questo potrebbe portarlo ad essere un eterno incompiuto anche come giocatore di ruolo. Un azzardo che però i Nets possono permettersi dato che la programmazione è a lungo termine.
- Los Angeles Lakers (dai Rockets) – Jonah Bolden (PF – FMP Belgrado)
Nome abbastanza nuovo all’interno delle Draft Boards, salito alla ribalta grazie alla grande stagione tra le fila della FMP Belgrado con cui ha vinto il titolo di miglior prospetto della Lega Adriatica. Australiano con potenziale da 3&D, lungo, atletico ed esplosivo da 4, un ruolo che sarà pronto a occupare nel momento in cui riuscirà ad aumentare la massa muscolare. Nei giovani Lakers uno stretch 4 per il futuro.
- San Antonio Spurs – Jordan Bell (FC – Oregon)
Uno dei migliori prospetti difensivi del Draft a causa della sua energia infinita, di un effort che non tende mai a calare, penalizzato solo da una taglia che non gli permetterà di giocare molti minuti da centro se non all’interno di quintetti particolari o “da guerra”. Gli Spurs sono la destinazione perfetta per crescita e possibilità di poterlo usare sin da subito accanto a uno scorer con stazza come Aldridge.
Jordan Bell block compilation. Just a small sample of his rim protection skills and shot blocking ability. pic.twitter.com/UhjeYeR589
— Joshua Riddell (@Joshua_Riddell) 18 giugno 2017
Questo vizio di essere dappertutto.
- Utah Jazz (dagli Warriors) – Semi Ojeleye (F – SMU)
La necessità dei Jazz di aggiungere elementi nel ruolo di ala – indipendentemente da quello che farà Gordon Hayward – potrebbe portarli a spendere l’ultima scelta del primo giro per questa ala dalla forza fisica disumana. Ojeleye sta ancora studiando per diventare un solido giocatore perimetrale dopo aver esplorato i ruoli più interni all’Università, ma l’intensità e l’impeto che mette in campo potrebbero garantirgli minuti iniziali anche da 4.