Mock Draft 2017 Volume 1
Dopo la Lottery di stanotte, abbiamo un’idea più chiara di come potranno muoversi le squadre NBA nel prossimo Draft.
15 – Portland Trail Blazers – John Collins (FC, Wake Forest)
Grande realizzatore d’area dove ha tutti i tiri all’interno dei 5 metri per fare male, compreso qualche lampo che fa pensare a un range ampliabile. La traballante presenza difensiva e un ruolo troppo interno sono dubbi che impauriscono, ma è stato il miglior giocatore della miglior Conference di quest’anno (la ACC) e Portland ha bisogno di uno con punti nelle mani nella second unit.
Scorer interno forse non rende l’idea(via ChartSide)
16 – Chicago Bulls – Justin Jackson (SF, North Carolina)
Lungo e rapido, ha sfruttato l’anno in più a North Carolina per portarsi a casa titolo NCAA e qualche sicurezza in più nel tiro piazzato, dopo due stagioni con percentuali ridicole. Rimane migliore come prospetto difensivo che offensivo a causa di uno stile di gioco a volte schizofrenico, mentre nella propria metà campo ha misure e mobilità da ala NBA.
17 – Milwaukee Bucks – Terrance Ferguson (SG, Adelaide 36ers)
Una scelta targata Bucks che punta più sul potenziale che sulle effettive qualità del prospetto. Al momento non hanno grandi need che possono essere coperti da un rookie, quindi puntare su un giocatore che ha dimostrato di avere ampio margine di miglioramento ma con aspetti da 3&D già sviluppate, grazie a esplosività e una meccanica di tiro fluida. Nel limbo di questa scelta potrebbe starci anche Hamidou Diallo.
18 – Indiana Pacers – Hamidou Diallo (GF, Kentucky)
Altro caso di None-And-Done: passato da Kentucky solo per il secondo semestre senza mai mettere piedi in campo se non per gli allenamenti, ha stupito tutti per i dati irreali nei test atletici alla Draft Combine. Sembra essere un ammasso di argilla pronto per venir modellato a piacimento, sfruttando quelle doti per crearci attorno un giocatore. Progetto a lunghissimo termine, ma Indiana ha bisogno di rischiare qualcosa nel momento in cui Paul George si sta avviando verso l’uscita.
19 – Atlanta Hawks – Justin Patton (C, Creighton)
Late-bloomer, una delle sorprese della prima parte di stagione collegiale dove ha mostrato passo svelto, uso di entrambe le mani per concludere al ferro e range di tiro (solo 15 tentativi da 3, ma 8 di questi a segno). Nella seconda parte ha perso il play titolare per infortunio e si è un po’ perso, ma sembra essere un giocatore promettente soprattutto se cresciuto in ambiente come quello degli Hawks, che devono iniziare a pensare di rimpolpare il parco lunghi.
20 – Portland Trail Blazers – Semi Ojeleye (F, SMU)
Un carrarmato con forza prepotente e dinamismo, molto bravo a cambiare stile di gioco nei suoi tre anni di scuola, passando da essere un 4/5 a un tweener nei ruoli di ala sfruttando la fisicità e la sua possibilità di cambiare marcatura agilmente. Potenziale per farne il nuovo Jae Crowder e per allungare la panchina dei Blazers in poco tempo.
21 – Oklahoma City Thunder – Luke Kennard (SG, Duke)
Entrato al college con la nomea del tiratore, con il passare del tempo ha dimostrato di essere a suo agio anche con la palla in mano, risultando il migliore in squadra nell’innescare l’attacco nonostante la presenza di Frank Jackson e Grayson Allen. Per questo motivo è immediato il pensiero dell’uso che si può fare di lui a fianco di Russell Westbrook, in modo da preservarlo anche in fase di costruzione. Occhio ai timori a livello difensivo e atletico.
22 – Brooklyn Nets (via Washington) – Harry Giles (C, Duke)
Un anno fa era indicato tra quelli che doveva essere nella corsa alla #1, ma la sua storia clinica è disastrosa: tre interventi ad entrambe le ginocchia negli ultimi tre anni ne hanno limitato l’esplosività con danni evidenti in difesa, dove non riusciva più a tenere il passo degli esterni sugli switch. Brooklyn sta programmando sul lungo periodo e ha la possibilità di preservarlo e cercare di ricostruirgli una mobilità per capire se c’è la possibilità di riavere quel giocatore che sapeva fare il vuoto a rimbalzo e segnare segna problemi da post o in velocità. Una scommessa necessaria per la franchigia con meno speranze in NBA.
23 – Toronto Raptors (via Clippers) – Rodions Kurucs (SF, Barcellona)
In attesa di capire cosa ne verrà fatto del roster di quest’anno, Toronto può mettere le basi sul futuro prendendosi i diritti di un giocatore ben conosciuto a livello europeo per come ha dominato i tornei giovanili dell’Eurolega nei due anni passati. Un’ala con movenze feline e braccia lunghe che sembra naturale in tutto quello che fa sui due lati del campo.
È solo pre-season, ma la fluidità del suo gioco è notevole
24 – Utah Jazz – Ike Anigbogu (C, UCLA)
È il giocatore più giovane di questo Draft e sa fare benissimo due cose: proteggere il ferro grazie a una verticalità mostruosa e apertura alare notevole, e concludere al ferro di potenza grazie al lavoro della squadra. Il resto è tutto da costruire, ma considerate che siamo di fronte a un ragazzo che ha l’età di un senior al liceo e capite che il potenziale, dato anche dalla forte competente atletica, c’è tutto. Quin Snyder è un grande sviluppatore di giocatori e fare da vice di Rudy Gobert potrebbe essere una grande scuola, ma occhio che le sue quotazioni potrebbero salire velocemente.
25 – Orlando Magic (via Toronto) – DJ Wilson (PF, Michigan)
Se togliamo un Nikola Vucevic che sembra sempre avere la valigia pronta davanti la porta di casa, il front court dei Magic ha una carenza notevole di giocatori capaci di poter dare un contributo a livello offensivo, anche nei rincalzi. Wilson ha ottime skills in attacco, mostrando trattamento di palla e una ottima mano per segnare in molte situazioni differenti, aggiungendo una statura che gli permette di essere effettivo anche in difesa, senza fuochi d’artificio ma dimostrando di saperci stare.
26 – Portland Trail Blazers (via Cleveland) – Frank Jackson (G, Duke)
Terza scelta al primo giro per Portland che a questo punto (ma anche prima) potrebbe seriamente prendere in considerazione l’ipotesi di spendere la pick per un giocatore da sviluppare fuori dall’ambiente Blazers, che sia Europa o G-League. Jackson però sembra avere le peculiarità per essere un ottimo backup per la coppia Lillard-McCollum come combo-guard capace di giocare con entrambi, nonostante il suo unico anno a Duke non sia stato esaltante come ci si aspettava.
27 – Brooklyn Nets (via Boston) – Jonathan Jeanne (C, Nancy)
Sempre per la regola che la programmazione di Brooklyn non porta a domani ma molto più in là nel tempo, potrebbe essere affascinante iniziare a sviluppare tutto l’arsenale fisico-atletico a disposizione di Jeanne, che sembra seriamente intenzionato a fare il salto in NBA sin da subito. A 215 centimetri di altezza, un wingspan di 236 e uno standing reach di 295, abbinato a piedi mobili e buona mano sembra di esser davanti a un nuovo Gobert, ma senza scadere in facili (e ovvi) paragoni è chiaro che la struttura del francese possa valere il rischio di una scelta a fine primo giro.
7-2 French big man Jonathan Jeanne showing off some touch from the perimeter pic.twitter.com/GrH1hf6ntx
— Mike Schmitz (@Mike_Schmitz) 12 maggio 2017
28 – Los Angeles Lakers (via Houston) – Jordan Bell (FC, Oregon)
Un centro sottodimensionato con poca simpatia per il gioco perimetrale che però porta una difesa impressionante per mezzi atletici e comprensione di tutto quello che gli succede intorno. Impressiona per il livello di energia e per la capacità di difendere tutti i ruoli, agonista vero e grande intelligenza. È il profilo che manca ai Lakers e che può dare grande frutti sotto coach Walton.
29 – San Antonio Spurs – Jawun Evans (PG, Oklahoma State)
Sei-sette centimetri in più e probabilmente sarebbe nel gruppo delle point guard in cima a questo pezzo: Evans dal basso dei suoi 180 centimetri comanda il gioco offensivo come pochi altri giocatori e quest’anno ha guidato il miglior attacco NCAA sfruttando playmaking puro, uso del ritmo e accelerazioni immediate con trattamento di palla perfetto. Purtroppo i risultati al ferro e nel tiro piazzato lo fanno scendere di qualche posizione, ma gli Spurs alla ricerca di elementi per il dopo-Parker potrebbero essere intrigati dal potenziale.
30 – Utah Jazz (via Golden State) – Justin Jackson (F, Maryland)
Molto meno conosciuto rispetto all’omonimo di North Carolina, Jackson è un altro freshman che ha superato le aspettative nonostante Maryland abbia avuto una stagione decisamente sottotono. Tweener che può giocare multiposizione sia in attacco che in difesa, dove mostra grinta, taglia fisica e braccia lunghe e ha fatto vedere margini di miglioramento in comprensione e fondamentali durante la stagione. Potenziale da 3&D in un ruolo che i Jazz hanno scoperto.