Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
Emanuele Mongiardo
Con Loftus-Cheek è un altro Milan
16 feb 2024
16 feb 2024
Contro il Rennes una doppietta e un'altra grande prestazione.
(di)
Emanuele Mongiardo
(foto)
IMAGO / NurPhoto
(foto) IMAGO / NurPhoto
Dark mode
(ON)

Al termine di una partita che ha certificato come il Milan per qualità della rosa c’entri poco con l’Europa League, tutte le attenzioni erano rivolte a Ruben Loftus-Cheek. In una serata in cui Leão è sembrato semplicemente troppo forte per il Rennes, il principale argomento di discussione è stato comunque il centrocampista inglese. Alla luce della sua prestazione, non avrebbe potuto essere altrimenti. Loftus-Cheek ha aggiunto caratteristiche inedite alla rosa del Milan, ha alzato il livello del centrocampo ed ha ampliato nettamente rispetto allo scorso anno il ventaglio delle potenzialità offensive della squadra. La doppietta di ieri è solo la ciliegina sulla torta di un periodo in cui il suo contributo è stato straordinario, non solo per i gol. «Rubens me lo sono ritrovato più offensivo e con ancora più qualità di quanto pensassi», ha dichiarato Pioli nell'intervista post-partita. «L’avevamo incontrato in Champions ma aveva fatto il mediano contro di noi. Lo vedevo sì come un giocatore box to box, ma non con una qualità e una fisicità così forte da poter essere tanto importante anche dentro l’area avversaria». Che Loftus-Cheek avesse talento, con una combinazione unica di fisico e tecnica, era evidente a tutti. In pochi, però, si aspettavano che potesse garantire una tale pericolosità offensiva. Ne sono rimasti stupiti anche in Inghilterra. Owen Hergreaves, opinionista per BT Sports, a margine di Milan-Rennes ha definito quello di Loftus-Cheek come il miglior momento della sua carriera e ha elogiato il diverso uso che ne sta facendo Pioli. «È un ragazzo molto talentuoso. Probabilmente alcune volte ha giocato in posizioni troppo arretrate. Questo è ciò che fa meglio, arrivare in area con la sua stazza. È un buon colpitore di testa, sa come segnare. Dimostra di trovarsi nel posto giusto, in una squadra che ne valorizza i punti di forza». Dopo tanti anni in cui sembrava non poter esprimere davvero tutto il suo potenziale, quest’estate il Chelsea ha smesso di credere in lui. Nonostante si trattasse di uno dei prodotti migliori della sua Academy, il suo percorso coi "blues" è stato segnato da sfortuna e incomprensioni. Il momento migliore per lui a Stamford Bridge è stato senza dubbio la stagione 2018/19, con Sarri in panchina: con Kovacić troppo poco abile a smarcarsi tra le linee per poter fare la mezzala con Sarri e con Barkley che non garantiva sufficiente controllo tecnico, Loftus-Cheek nella seconda parte di stagione era riuscito a ritagliarsi un posto da titolare da interno sinistro ed era stato decisivo nel percorso che aveva portato alla vittoria dell’Europa League. Proprio in coppa, durante la semifinale di ritorno contro l’Eintracht Francoforte, era arrivato l’infortunio al tendine d’Achille che gli aveva tarpato le ali e che lo aveva costretto a saltare quasi tutta la stagione successiva. Nel 2020/21, nella speranza di fargli riconquistare fiducia, il Chelsea lo aveva mandato in prestito al Fulham. Al suo rientro a Stamford Bridge era tornato nelle rotazioni, anche se spesso dalla panchina. Rispetto ai mesi con Sarri, Loftus-Cheek giocava più arretrato. In alcune partite Tuchel lo aveva schierato addirittura da esterno a tutta fascia del 3-4-3 con licenza di accentrarsi, posizione dalla quale aveva disputato un buon quarto di finale di Champions League al Bernabéu contro il Real Madrid. Al Milan per lui si sono aperte tutt’altre prospettive. Ora Loftus-Cheek è soprattutto un incursore e sembra essere ritornato “il Ballack di Lewisham”, come lo avevano affettuosamente soprannominato i tifosi del Chelsea durante l’anno con Sarri, il migliore dal punto di vista realizzativo per lui con 10 reti tra Premier ed Europa League. In questa stagione i gol segnati sono già 7. Ne ha parlato subito dopo la doppietta di ieri. «È un aspetto su cui abbiamo lavorato molto insieme a tutto lo staff tecnico: il fatto di giocare vicino all’area, di trovarsi in quella posizione e leggere il gioco per arrivare nelle condizioni di fare gol. Quando mi trovo in quelle posizioni, poi, il fatto di segnare dipende dalla mia abilità». Milan-Rennes è stata una dimostrazione di come Pioli abbia creato un contesto in cui per l’inglese diventa facile ragionare in funzione dell’area avversaria e, al contempo, le sue qualità aiutano il Milan ad essere pericoloso anche in maniera piuttosto semplice. Contro un avversario ricco di giocatori interessanti, Pioli ha schierato un undici simile a quello delle ultime uscite di campionato. Nel suo 4-3-3, l’unica variazione è stata la presenza di Musah da mezzala sinistra al posto di Bennacer. Julien Stéphan, che ha dovuto rinunciare alla tecnica di Enzo Le Fée a centrocampo, ha invece optato per un 4-4-2 con Terrier e Kalimuendo in attacco e Gouiri pronto a partire dalla panchina. Il Rennes non proponeva un pressing aggressivo, nonostante inizialmente il baricentro fosse abbastanza alto. Il 4-4-2 doveva scivolare da un lato all’altro del campo, stringendo sul lato palla. Il modo in cui il sistema dei francesi si incastrava col 4-3-3 del Milan, però, andava tutto a vantaggio della squadra di Pioli, e di Reijnders in particolare. Le due punte del Rennes, infatti, erano in inferiorità numerica rispetto ai due centrali e a Reijnders vertice basso di centrocampo. In più, le mezzali del Milan, Loftus-Cheek sul centro destra e Musah sul centro sinistra, rimanevano alte tra le linee, costringendo quindi i due mediani del Rennes a rimanere bassi. In questo modo né Santamaria né Matusiwa, i due centrocampisti di Stéphan, potevano alzarsi a pressare Reijnders, che era libero di ricevere e di girarsi. Il Rennes non è mai riuscito a contestare al Milan il pallone in zone avanzate.

Fuori inquadratura Musah e Loftus-Cheek tengono bassi Matusiwa e Santamaria.

Loftus-Cheek e la catena destra del Milan Reijnders non è stato il solo a beneficiare delle debolezze strutturali del Rennes. Anche la catena di destra, infatti, ha capito perfettamente come colpire i movimenti del 4-4-2. In generale, quest’anno la catena di destra è una risorsa molto più importante di quanto non fosse stato in passato per il Milan. Merito innanzitutto di Pulisic, al quale è difficile portare via il pallone. Loftus-Cheek, poi, oltre alle qualità con la palla, riesce a fornire profondità alla catena con i suoi movimenti. Sia Florenzi che Calabria, infine, sono dei terzini intelligenti nel proporsi per dare continuità al palleggio. Insomma, non ci saranno combinazioni letali come quelle tra Theo e Leão sulla sinistra, ma la corsia destra del Milan è ben amalgamata e sa essere pericolosa. In questo modo la squadra di Pioli è più equilibrata. Ad esempio, quando Pulisic riceve, per agevolarne le conduzioni Loftus-Cheek può tagliare verso l’esterno per portare via il mediano ed aprire la strada verso l’interno allo statunitense.

Altre volte, invece, col terzino destro che rimane basso e stretto, e con Pulisic alto e largo, Loftus-Cheek ne approfitta per aprirsi e dare una linea di passaggio, col centrocampista avversario che deve decidere se lasciarlo libero di ricevere o se seguirlo e sguarnire la mediana.

Fuori inquadratura Pulisic alto e aperto tiene basso Truffert e crea spazio per la ricezione larga di Loftus-Cheek. Santamaria preferisce non sguarnire il centro e gli lascia ricevere il passaggio di Florenzi.

Anche il gol dell’1-0 è arrivato grazie alla coordinazione tra Florenzi, Pulisic e Loftus-Cheek. Alla mezz’ora, col Milan nella metà campo del Rennes in possesso sulla destra, il centrocampista inglese si è posizionato alto tra il centrale sinistro Theate e il terzino sinistro Truffert. Intanto Pulisic è partito in conduzione verso l’interno, portando con sé l’esterno sinistro Doué, che lo ha seguito e ha lasciato la fascia libera. Prima di farsi portare via la palla dal raddoppio di Terrier, Pulisic ha scaricato all’indietro per Reijnders e intanto Florenzi si è alzato nella corsia liberata da Doué ricevendo, tutto solo, lo scarico di Reijnders.

Truffert ha fatto per avvicinarsi alla fascia e si è dilatata la distanza tra lui e Theathe. Il centrale belga non ha stretto su Loftus-Cheek, che così si è ritrovato tutto solo in area di rigore. Il cross di Florenzi è stato perfetto, così come la girata di testa con cui l’inglese ha superato l’immarcescibile Mandanda.

Il movimento con cui il Milan ha dominato la partita Al di là del gol, è stato evidente come Pioli avesse preparato la partita proprio per punire gli scivolamenti del Rennes con i movimenti della catena di destra. Un pattern, in particolare, ha sfruttato la capacità di Loftus-Cheek di attaccare la profondità alle spalle della difesa avversaria. Di solito Florenzi si stringeva e rimaneva più basso vicino ai centrali. L’esterno di quel lato del Rennes, Doué, si alzava su di lui. Contemporaneamente si abbassava di qualche metro anche Pulisic, che occupava l’ampiezza. Su di lui doveva uscire il terzino sinistro Truffert, che così si allontanava dal centrale Theate. Tra Truffet e Theate si creava un buco che Loftus Cheek, partendo dal mezzo spazio di destra, doveva attaccare in verticale. Santamaria, il mediano del suo lato, non aveva il passo per seguirlo e provare a contrastarlo.

Con questa combinazione di movimenti più volte il Milan è riuscito a servire Loftus-Cheek in profondità, nel buco tra difensore centrale e terzino sinistro. I rossoneri sono riusciti a trovare il centrocampista inglese in diversi modi: con una verticalizzazione di Florenzi, con un passaggio di prima di Pulisic, anche direttamente con un lancio dalle retrovie. La fisicità di Loftus-Cheek nell’attacco alla profondità è stata impossibile da gestire per i giocatori del Rennes. Oltre all’atletismo e all’intelligenza nei movimenti, su quei tagli l’inglese ci ha messo una qualità eccezionale palla al piede. Per esempio, un dribbling spalle alla porta su Santamaria che lo aveva seguito nello scatto, con l’imprevedibilità nelle sterzate di un brevilineo su un corpo di un metro e novantuno per novanta chili.

Oppure una serie di doppi passi sul lato corto dell’area al povero Santamaria – che lo aveva seguito ancora sul taglio tra centrale e terzino – culminati in un cross rasoterra per Leão sul secondo palo. E poi, ancora, un controllo eccezionale col sinistro mentre si girava di spalle su un lancio di Florenzi dalla difesa, con annesso appoggio di destro all’accorrente Pulisic, che ha portato all’angolo del 2-0.

Loftus-Cheek è una mezzala verticale come piace a Pioli, ma con una straordinaria capacità di mantenere il controllo sulla palla. Che un centrocampista con quel mix di piedi e fisico potesse avere un grande impatto su una squadra italiana era prevedibile. La sfida più grande era riuscire a prevenire gli infortuni che ne hanno minato la carriera. Trovata la continuità, come ha ammesso lui stesso ieri sera, è stato tutto più facile: «Penso che per me la cosa più importante in questa stagione sia stata il fatto di essere disponibile per tante partite, qualcosa che non ho avuto molto in carriera». Solo adesso, con Loftus-Cheek, abbiamo capito cosa ci stavamo perdendo.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura