Secondo Stefano Pioli, apparso visibilmente contrariato per il risultato alla fine della partita, la ragione della sconfitta del Milan è stata l’insufficiente determinazione e qualità della sua squadra all’interno delle due aree di rigore. Effettivamente il Milan ha tirato 22 volte verso la porta di Meret, di cui tre dall’interno dell’area piccola e 14 dal resto dell’area di rigore, colpendo due volte la traversa. Il Napoli, al contrario, è riuscito a segnare 2 gol da soli 9 tiri, tra cui il rigore di Politano. La mancanza di freddezza sotto porta diventa ancora più palese se si analizzano statistiche più complesse. I 22 tiri del Milan, infatti, hanno generato 2.4 Expected Goals, mentre, se si esclude il calcio di rigore, la squadra di Spalletti ha prodotto 0.9 xG. Questi dati, insomma, sembrano dare credito all’opinione dell’allenatore rossonero, che ha visto i suoi uomini perdere una partita in cui hanno creato tante occasioni, e di ottima qualità, e subito relativamente poco contro un’ottima squadra quale è il Napoli di questa stagione.
Milan-Napoli era la partita tra le due migliori squadre della Serie A e le principali favorite alla vittoria del campionato. Lo stentato inizio di Inter, Juventus e Roma, ribadito dalle sconfitte rispettivamente contro Udinese, Monza e Atalanta, ha reso ancora più nitida la sensazione di avere di fronte le due più forti squadre italiane del momento. Al di là del risultato finale e del fatto che i rossoneri, come sottolineato da Pioli, avrebbero potuto ottenere un risultato migliore con un pizzico di lucidità in più, i 90 minuti hanno effettivamente confermato che Milan e Napoli rappresentano oggi il meglio che possa offrire la Serie A.
L'ottima prestazione rossonera
Il Milan ha subito messo in mostra tutte le qualità che da oltre una stagione ne fanno la fortuna, a partire dalla tensione verticale, l’intensità, il pressing aggressivo e la versatilità in fase offensiva. Contro il pressing della squadra di Spalletti - che partendo da un teorico 4-3-3 ha alzato costantemente in pressione Zielinski su Kjaer e ha seguito da vicino con Anguissa o Lobotka i movimenti verso il pallone di Bennacer - il Milan non ha avuto alcuna remora a lanciare lungo verso Giroud o nella zona di Mario Rui (individuato come anello debole del gioco aereo avversario) per risalire il campo.
D'altra parte, l'attaccante francese è un maestro nel ripulire i palloni e il Milan è molto abile nel conquistare le seconde palle, con De Ketelaere particolarmente abile a trovare sempre la posizione corretta per fissare il possesso della propria squadra. Quando poi si è trovato in svantaggio, contro un Napoli un po' meno aggressivo e più attento al controllo degli spazi, il Milan, con la stessa efficacia con cui aveva giocato lungo, ha cominciato a giocare palla a terra alla ricerca dei giocatori nei mezzi spazi. Insomma, la prestazione contro il Napoli ha confermato per l'ennesima la versatilità e la maturità tattica raggiunta dal Milan attraverso il lavoro di Stefano Pioli.
Zielinski si alza su Kjaer, Anguissa su Bennacer, Raspadori copre il passaggio verso Tomori, Kvaratskhelia quello verso Calabria. Kjaer si affida quindi a Maignan che lancerà lungo verso Giroud. L'attaccante francese controlla il pallone di petto e permette al Milan di avanzare di 60 metri. Su 19 lanci lunghi di Maignan ben 12 hanno raggiunto un compagno di squadra.
Nelle fasi di possesso consolidato il Milan occupava le zone alle spalle delle mezzali avversarie Anguissa e Zielinski stringendo la posizione di Krunic e Saelemaekers, occupando contemporaneamente l’ampiezza coi due terzini. Il continuo movimento dei giocatori e la velocità degli scambi, orientati alla verticalità, hanno fornito l’imprevedibilità necessaria a mettere in difficoltà la difesa del Napoli. Particolarmente interessanti sono stati gli ormai abituali movimenti di Tonali verso la zona sinistra del campo, finalizzati a creare zone di superiorità numerica. Un esempio interessante è l’azione al dodicesimo minuto che ha portato ad un pericoloso colpo di testa di Giroud. Sul taglio interno di Theo Hernandez, Tonali si apre a sinistra e, dopo avere ricevuto il passaggio di De Ketelaere, è sufficientemente libero per dosare un bel cross per la testa di Giroud.
Anche grazie ai movimenti di Tonali, oltre che per la solita enorme presenza di Theo Hernandez, la fascia sinistra è stata quella in cui il Milan ha creato i presupposti per la rifinitura. Un altro esempio è l’occasione al minuto 25, quando un cucchiaio di Krunic, autore di una partita tecnicamente molto pulita e tatticamente precisa, ha chiuso un triangolo con De Ketelaere il cui cross al volo da dentro l’area è stato raccolto con un difficile colpo di tacco volante da Giroud. Purtroppo per il Milan, il tentativo dell'attaccante francese ha tolto una comoda conclusione a rete a Calabria, ma la facilità con cui la squadra di Pioli entrava in area sembrava di buon auspicio.
Nella pass map del Milan è interessante notare la posizione più interna di Krunic rispetto a quella, più spostata a sinistra, di Tonali.
Sulla prestazione del Milan ha inciso molto la qualità del pressing, sempre molto intenso ed aggressivo. I rossoneri hanno seguito molto da vicino i tre centrocampisti del Napoli con De Ketelaere su Lobotka, Tonali nella zona di Anguissa, e Bennacer in quella di Zielinski.
Il Milan è riuscito a recuperare 28 palloni nella metà campo avversaria e la riconquista alta del pallone ha generato pericolose transizioni offensive, come nell’occasione della traversa colpita da Giroud su un tiro deviato dall’ottimo Meret al minuto 13, nato da un anticipo alto di Calabria su Kvaratskhelia.
Su una rimessa dal fondo del Napoli, Hernandez si alza su Di Lorenzo, Tomori esce alto e aperto su Politano, mentre Kjaer segue aggressivamente Raspadori. Forse la situazione in cui il pressing del Milan è diventato più estremo.
Nell’intervallo Pioli ha sostituito Kjaer e Calabria, entrambi ammoniti per falli su Kvaratskhelia, con Kalulu e Dest. Al termine della partita l’allenatore rossonero ha motivato la sostituzione di Kjaer con la preoccupazione per il cartellino giallo preso e ha spiegato che Calabria è rimasto negli spogliatoi per un infortunio muscolare: dopo pochi minuti, però, un ingenuo fallo di Dest sul dribbling di Kvaratskhelia è costato al Milan il rigore con cui Politano ha portato in vantaggio il Napoli.
Nonostante lo svantaggio, la squadra di Pioli ha continuato a trovare spazi nel blocco difensivo del Napoli, abbassando in costruzione Bennacer sulla linea di Kalulu e Tomori, occupando i mezzi spazi coi due esterni e l’ampiezza coi due terzini. L'attacco posizionale del Milan è diventato ancora più efficace quando sono entrati Diaz e Messias per Krunic e Saelemaekers. I due innesti hanno fornito qualità alle ricezioni alle spalle e ai fianchi dei centrocampisti del Napoli rendendo il Milan ancora più pericoloso.
Esempio evidente di questa capacità di creare pericoli utilizzando il gioco interno dei trequartisti e l’ampiezza dei terzini è quello dell’azione del gol del pareggio di Giroud. Il Milan è schierato con Bennacer sulla linea dei centrali, e Diaz e Messias ai fianchi di De Ketelaere dietro la linea del centrocampo avversario. Tomori gioca dentro il campo per Diaz al fianco di Anguissa. Con grande qualità il trequartista spagnolo serve De Ketelaere, il cui movimento forza Rrahmani a spezzare la linea e Di Lorenzo a stringere la sua posizione. Il gioco interno del Milan apre spazi sull’esterno per Theo Hernandez, che raccoglie il passaggio di De Ketelaere e serve Giroud dentro l’area per il gol del pareggio.
[gallery columns="4" ids="84179,84180,84181"]
Purtroppo per il Milan questa è stata l'unica occasione sfruttata a pieno, tra le tante che avrebbe potuto trasformare in gol. Oltre alla freddezza sotto porta, però, il fatto che Pioli abbia fatto riferimento alla qualità del gioco in le aree di rigore era forse un riferimento anche al secondo gol subito, che ha fissato il risultato sul 2-1. In quel caso, l’eccessiva aggressività di Kalulu, che ha seguito Simeone fuori dall’area nonostante la copertura dei centrocampisti, ha sguarnito l’area di rigore del Milan, e ha costretto la difesa rossonera a difendere in inferiorità numerica sull’ottimo cross di Mario Rui.
[gallery columns="4" ids="84182,84183,84184"]
Simeone riceve palla dentro l’area di rigore del Milan, marcato strettamente da Kalulu. L’argentino esce dall’area seguito da Kalulu, che non molla il suo avversario per ricomporre la linea nemmeno quando Simeone è preso in mezzo da Bennacer e Tonali. L'attaccante argentino riapre per Mario Rui e attacca l’area dove il Napoli, con Kalulu fuori, è in superiorità numerica.
Il carattere del Napoli
Le sbavature della squadra di Pioli non dovrebbero però farci perdere di vista la qualità del Napoli. Spalletti a inizio partita ha deciso di sostituire l’infortunato Osimhen con Raspadori. L'allenatore toscano probabilmente voleva una maggiore qualità tra le linee per girare a proprio vantaggio la naturale aggressività dei centrali del Milan, aprendo spazi alle loro spalle con il gioco di raccordo di Raspadori. Il piano di Spalletti, però, non ha prodotto i suoi frutti, da una parte perché Raspadori è stato ben controllato dai centrali avversari, dall'altra perché il pressing del Milan ha impedito al Napoli di arrivare nella metà campo avversaria in maniera pulita.
Gli azzurri, anche di fronte al pressing avversario e alle difficoltà incontrate a sviluppare con la consueta fluidità la manovra, non hanno però mai bypassato gli ostacoli e hanno sempre provato a palleggiare sfruttando la tecnica e la fluidità posizionale dei propri centrocampisti. In questo va dato merito a Spalletti, che probabilmente voleva gestire il ritmo del match e controllare l'aggressività del Milan con le proprie armi.
Certo, viste le occasioni prodotte dal Milan non si può dire che il Napoli abbia pienamente raggiunto il suo obiettivo. Il Milan ha avuto diverse occasioni e anche nei minuti finali è andato vicinissimo al gol proprio con una transizione offensiva, guidata e conclusa sulla traversa addirittura da Kalulu. Le difficoltà difensive, però, non hanno mai cambiato la partita del Napoli. Al rientro in campo dagli spogliatoi, ad esempio, prima del rigore provocato da Dest, il Napoli è riuscito a dominare il possesso, abbassare il Milan e gestire i tempi della partita. Il centrocampo azzurro non è mai affondato, e Lobotka, che all’inizio ha sofferto in fase di impostazione il controllo stretto di De Ketelaere, è uscito alla distanza, trovando sempre più spazi in cui ricevere e fare progredire la manovra. Il giocatore slovacco ha fatto una grandissima partita, giocando anche una fase di non possesso notevole per senso della posizione e tempi di intervento.
Allo stesso modo, Kvaratskhelia ha giocato una partita fatta di fiammate, che ha inciso profondamente sugli equilibri del match nonostante non abbia segnato. L'ala georgiana, con i suoi dribbling, ha provocato diverse ammonizioni di ammonizioni nel reparto difensivo avversario e si è procurato il calcio di rigore che ha portato in vantaggio la sua squadra. Kim e Rrahamani sono stati messi in difficoltà da Giroud - particolarmente abile sia in mezzo al campo a gestire i lanci lungi dei compagni, che dentro l’area nei duelli coi due centrali - ma hanno retto proteggendo la porta come in occasione dell’intercetto volante da parte di Kim del colpo di testa di Diaz a colpo sicuro nell’ultimo minuto di recupero.
Insomma, tutti i giocatori sono sembrati funzionali al gioco di Spalletti, che deve essere orgoglioso della fiducia del Napoli nella sua proposta di gioco. Per raggiungere lo scudetto, di cui dopo questa partita inevitabilmente si è iniziato a parlare, questa fiducia potrebbe rivelarsi decisiva. Ma al di là del risultato finale la partita ha confermato che Milan e Napoli sono le due squadre migliori del campionato e quelle più accreditate a vincere il campionato. Merito dei giocatori in campo - soprattutto Bennacer, Tonali e Theo Hernandez da una parte, e Meret, Lobotka e Kvaratskhelia dall'altra - ma anche dei principi di gioco dei propri allenatori.
Le idee tattiche chiare ed eseguite senza esitazione, l’intensità di gioco, la convinzione nella bontà del proprio lavoro e il continuo miglioramento delle individualità mettono Napoli e Milan un passo avanti alle rivali nella lotta scudetto. Siamo ancora agli inizi, e in un campionato può succedere di tutto, ma le altre squadre devono iniziare ad accelerare se vogliono raggiungere gli uomini di Pioli e Spalletti.