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Quanto guadagna la Serie A da Milan-Como a Perth?
28 ott 2025
Siamo sicuri che la decisione di pancia non sia quella dei dirigenti?
(articolo)
9 min
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Foto IMAGO / Nicolo Campo
(copertina) Foto IMAGO / Nicolo Campo
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«La NFL o la NBA giocano diverse partite all'estero. Questo nel rispetto dei tifosi, che soffrono per la distanza, ma che in realtà sono a livello globale. Crediamo che se il calcio non intraprende in maniera misurata e con delle rotazioni questa strada, portando fuori il proprio brand, rischia di perdere posizioni rispetto ad altri sport». Così ha giustificato la scelta di giocare Milan - Como a Perth, in Australia, l’amministratore delegato della Serie A, Luigi De Siervo. Si anche lanciato in un paragone tra la Serie A e le grandi leghe americane e, addirittura, ha citato tra le motivazioni il destino economico del calcio stesso. Una scelta che ha fatto arrabbiare praticamente tutti, calciatori, tifosi, la UEFA stessa. E nonostante ciò soltanto per eventi esterni alla Serie A, come l’annullamento del “subappalto” di Villarreal - Barcellona a Miami, tutta la faccenda rischia di saltare per davvero.

Adrien Rabiot e Mike Maignan del Milan si sono detti contro all’iniziativa, appoggiati dai due allenatori Cesc Fabregas e Massimiliano Allegri. L’allenatore del Como in particolare, alla vigilia della sfida con il Parma, ha detto come la partita a Perth non sia ancora confermata e soprattutto ha ribadito come «la gente è la cosa più importante. Tutti coloro che fanno sacrifici, chi non dorme o usa il proprio stipendio pur di seguirci». Lo stesso sentimento espresso sugli spalti di Como - Juventus dai tifosi della squadra lariana, con l’eloquente striscione “Lega Italiana a gambe Aperth”, con segni dell’euro a sostituire la lettera E. Perfino il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta, secondo quanto appreso da Calcio e Finanza, pare avrebbe rifiutato l’offerta della Serie A di giocare la partita a Perth, citando i troppi impegni della squadra nerazzurra, considerando che l’Inter, così come il Milan, non avranno a disposizione San Siro, impegnato per le Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026.

Nonostante il notevole backlash mediatico non c'è stato ancora lo spostamento della partita dall’Australia all’Italia, ed è emblematico di certe similitudini tra la Liga e la Serie A, che un tempo voleva come AD Javier Tebas, il primo a promuovere l’idea, almeno nei campionati europei, di giocare partite di campionato all’estero.

Il caso spagnolo è un ottimo esempio. Villarreal-Barcellona che è stata approvata, così come Milan-Como, dalla UEFA nonostante un parere contrario ma che sottolineava la mancanza di normative FIFA a regolare questioni di questo tipo. Anche qui ormai le due grandi organizzazioni divergono, con l’UEFA che dalla vicenda della Superlega in poi prova a presentarsi come portatrice dei valori tradizionali del calcio europeo contro la FIFA di Gianni Infantino sempre più espansiva e “americana”.

A differenza del caso italiano il Villarreal non aveva problemi con lo stadio, e la decisione di giocare a Miami il 20 dicembre era meramente economica. Non che quella del Milan non lo sia ma in questo caso non c’era neanche la giustificazione dei motivi accessori. Le similitudini però continuano sulle cifre che avrebbero ricevuto Villarreal e Barcellona per giocare negli USA, con il Villarreal squadra di casa che avrebbe ricevuto più di 6 milioni di euro, considerando anche il “rimborso” per aver perso una partita in casa con relativi incassi, contro i 5-6 milioni che avrebbe ricevuto il Barcellona ospite. Soldi forniti da Relevant, promoter dell’evento e un modo della Liga di poter non pagare direttamente i club coinvolti, un’altra questione che rende ancora più grave la decisione di giocare all’estero. Chiaramente per il Villarreal c’è un guadagno non da poco, dato che di media per ogni partita in casa incassa tra i 2 e i 3 milioni di euro, ed è un guadagno anche per il Barcellona che in teoria avrebbe giocato in trasferta. Anche se per i blaugrana ci sarebbe in linea ideale da chiedersi se 5 milioni non sia un po’ una svendita considerando il brand, ma negli ultimi anni di gestione Laporta si è ampiamente registrata la fame di soldi dei catalani, alle prese con una situazione economica pesante.

Le ragioni economiche e di markting sono quelle che vengono sventolate per motivare decisioni così impopolari. De Siervo dice che andiamo in Australia per avere la gallina domani. Si tratterebbe di ragionare sul lungo periodo, dice De Siervo. Ma di che giro di affari stiamo parlando esattamente?

Torniamo in Italia e la situazione a livello di incassi è identica, anche se in questo caso (secondo Calcio&Finanza) a pagare i club sarà l’Australia stessa e la Serie A coprirà 3-4 milioni di costi relativi alle spese di viaggio. Restano così 8-9 milioni da spartire tra Milan e Como con il Milan che chiaramente prenderà una fetta maggiore dato lo status di squadra di casa e in più verrà dato un non specificato “gettone” agli altri 18 club di Serie A. Come già detto sono guadagni discreti per entrambe le squadre, ma che rischiano di creare un precedente pericolosissimo, e che come la sfida di Liga vanno contro i criteri sportivi del campionato stesso. Infatti in Liga a far saltare la partita è stata, oltre al pressing di tifosi e media, l’attività del presidente del Real Madrid Florentino Perez, da un lato in forte opposizione storicamente a Tebas, dall’altro perché il Barcellona, rivale per il titolo del Real, avrebbe non solo giocato una partita in meno in trasferta ma per di più evitando un campo ostico come quello del Villarreal. Una questione che data la forma recente del Milan non può che esserci anche per il nostro campionato, che a febbraio rischierebbe di vedere una squadra in lotta scudetto, o europea come il Como, praticamente autodanneggiarsi perdendo il fattore campo in una sfida difficile.

Insomma: non sembrano esserci in ballo abbastanza soldi per motivare una rilocazione così delicata.

E sul piano del marketing?

La scelta dell’Australia non sembra nemmeno particolarmente lungimirante. Il campionato locale, la A-League, fatica ad attrarre investimenti e interesse nella stessa Australia, dove forse il calcio non è nemmeno nella top-5 degli sport più visti e seguiti. Ci sono dei legami tra Italia e Australia calcisticamente, con calciatori importanti per la nazionale australiana come Mark Bresciano, Vincenzo Grella e i cameo assurdi di Joshua Brillante e Trent Sainsbury, quest’ultimo ingaggiato dall’Inter di Suning con le stesse logiche che hanno portato a Milan-Como a Perth. In Australia hanno giocato Alessandro Diamanti, Massimo Maccarone e soprattutto Alessandro Del Piero, andato al Sydney FC dopo l’addio alla Juventus. C’è una presenza nutrita di emigrati italiani. Eppure l'interesse attorno, il potenziale mercato da attrarre, sembra modesto rispetto a quello di altri paesi extraeuropei come gli Stati Uniti, dove c’è la MLS in crescita e infatti la Liga ha provato ad intercettare.

Qualcosa quindi c’è, ma non abbastanza per giustificare un grande interesse verso la Serie A da parte degli australiani stessi. Allo stesso tempo il mercato sportivo oceanico non offre nemmeno grandi possibilità di guadagno in diritti TV; anzi: forse è il peggior continente sportivo da questo punto di vista.

De Siervo a Cronache di Spogliatoio ha dichiarato che calciatori e allenatori pensano troppo “all’uovo oggi”, che sono influenzati dalla loro "pancia". Ha citato gli esempi dell’NBA e della NFL e paragonando la rilocalizzazione delle partite al Giro d’Italia e il suo inizio extra-italiano. Sono però esempi che poco hanno a che fare con la Serie A, dal paragone improprio con le grandi leghe americane fino all’inizio del Giro, che a differenza della Serie A non possiede un fattore campo casalingo.

È vero, come dice De Siervo, che Milan-Como rappresenta lo 0,26% della Serie A, ma proprio per questo è necessario alterare una competizione per tutto questo? Come già detto prima si parla tanto dei margini di crescita del campionato all’estero, ma anche da questo punto di vista la scelta appare poco ponderata. Per la conferma della partita - dice De Siervo - mancano solo l’ok della AFC, la Confederazione Asiatica, e della FIFA, ed entrambi sembrano essere piuttosto su una formalità. La Serie A ha votato unanimemente a favore, con tutte le venti squadre, di Milan-Como a Perth, a differenza della Liga che ha avuto notevoli lotte interne già nelle votazioni. Quindi chiunque dei presidenti nei prossimi giorni volesse sfilarsi dalla faccenda lo farebbe in maniera piuttosto opportunistica.

Tebas in relazione all’annullamento della sfida di Miami ha parlato di “occasione persa” e ha rincarato la dose, con il solito linguaggio apocalittico degli stakeholder del calcio mondiale ed europeo quando una decisione va contro di loro. "Oggi il calcio spagnolo ha perso l'opportunità di progredire e di rafforzare il proprio futuro. La difesa della 'tradizione' viene invocata da una prospettiva ristretta e provinciale, mentre le vere tradizioni del calcio europeo sono minacciate dalle decisioni prese dalle istituzioni che lo governano. Questo, anno dopo anno, distrugge i campionati nazionali, il vero motore dell'industria calcistica in Europa, di fronte all'ingenuità e alla passività dei leader europei, incapaci di distinguere l'insignificante dall'essenziale.". Non sappiamo ancora cosa direbbero in caso di cancellazione della Serie A (pare si stia sondando il Tardini come alternativa) ma non credo che andremo molto lontani.

In ogni caso la vicenda di Milan-Como, ancora tutta da scrivere, non sembra nemmeno motivata da particolari vantaggi economici. Siamo davvero sicuri che la soluzione al declino della Serie A sia spostare la sfida in un posto in cui, di fatto, la partita non muoverà particolari interessi e denari? Sembra piuttosto il tentativo di fare un po' di soldi oggi (nemmeno tanti), senza pensare al domani: una decisione di pancia.

In cuor nostro sappiamo tutti la risposta e probabilmente lo sa la Serie A stessa, anche senza la scusa delle nazionalità dei presidenti delle squadre coinvolte, con l’americana RedBird e gli indonesiani fratelli Hartono. Si cerca di imitare la NFL, con un giro d'affari decisamente diverso, e che si rivolge a un mercato europeo già piuttosto strutturato. La differenza maggiore è poi culturale: per la natura dello sport statunitense di questioni etiche non ce ne sono.

A questo punto non è impossibile che la partita venga annullata, anche se l'intervento pubblico di De Siervo testimonia il desiderio di provare a resistere. È comunque probabile che il problema si ripresenterà in futuro, e non si sa quanto la massa critica delle opinioni contrarie potrà evitare che prima o poi il vaso di Pandora dei campionati giocati fuori dalla propria nazione si scoperchi. Nulla però ci racconta meglio della situazione del calcio italiano che la necessità di copiare iniziative poco riuscite e sensate di paesi limitrofi in cerca di soldi facili. Si vuole vendere l'anima al diavolo, senza nemmeno avere qualcosa di sostanzioso in cambio.

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