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Come migliora il Milan con Maignan
07 mar 2023
07 mar 2023
Il rientro del portiere migliora diversi aspetti del gioco dei rossoneri.
(articolo)
9 min
(copertina)
Giuseppe Maffia / IMAGO
(copertina) Giuseppe Maffia / IMAGO
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​​Nell’ultima gara casalinga vinta contro l'Atalanta per 2-0 abbiamo rivisto il Milan della scorsa stagione che dominava le partite con i suoi tratti distintivi: intensità e fluidità posizionale. La sfida con la squadra di Gasperini è coincisa con il ritorno dal primo minuto di Mike Maignan, fuori dal lontano 19 ottobre per un infortunio al polpaccio. Sarebbe un azzardo individuare una correlazione chiara tra la prestazione da Milan della squadra di Pioli e il rientro del miglior portiere dello scorso campionato, per di più il Milan ha perso solo pochi giorni dopo in modo netto contro la Fiorentina. È indubbio però che la presenza tra i pali del francese permette ai rossoneri di ritrovare serenità, sicurezze e soluzioni efficaci in entrambe le fasi di gioco. La sostituzione di Maignan con Tatarusanu non è stata problematica solo per il crollo della qualità tra i pali, ma anche per le abissali differenze stilistiche tra i due che hanno avuto grosse ripercussioni su tutta la squadra.

Prima di tutto analizziamo alcuni dati, nello specifico quelli di Maignan nella scorsa stagione e quelli di Tatarusanu in questa.

I numeri sono impietosi: la superiorità di Maignan è lampante in ogni aspetto del gioco, dalla capacità tra i pali (93° percentile per Goals Saved Above Average contro 6° percentile), passando per la capacità nel giocare da sweeper-keeper (84° percentile per distanza media degli interventi difensivi contro 40°) e arrivando alla qualità nel gioco con i piedi (71° percentile per Pass OBV – un dato che misura il valore aggiunto di un giocatore grazie ai suoi passaggi - contro il 22°). Il Goalkeeper OBV, che in un certo senso sintetizza tutti i dati che abbiamo citato, vede Maignan al 96° percentile mentre Tatarusanu al 9°. L’unico indice nel grafico in cui i due giocatori sono vicini è quello relativo ai PSxG affrontati, un dato che misura la difficoltà dei tiri affrontati sulla base di alcune caratteristiche dello stesso come distanza, velocità, precisione. In poche parole, Maignan e Tatarusanu subiscono tiri della stessa difficoltà, ma il francese ne para molti più delle aspettative mentre il romeno molti meno.

Prendendo in considerazione lo stile di gioco del Milan e basandoci su questi dati possiamo capire il peso di Maignan nel sistema tattico dei rossoneri. Come accennato, la grande forza della squadra di Pioli nella scorsa stagione che gli ha permesso di vincere lo Scudetto è un approccio difensivo aggressivo, intenso, con riferimenti a uomo che si adattava alla perfezione alle caratteristiche di alcuni singoli come Kessié e Tonali a centrocampo, e forse ancor di più Tomori e Kalulu. In Italia siamo ormai abituati da diversi anni a vedere squadre che difendono seguendo dei principi simili, probabilmente per via dell’enorme influenza che ha avuto sul nostro campionato la prima Atalanta di Gasperini e successivamente i suoi discepoli (Juric, Tudor, Palladino, ecc...). Ciò a cui probabilmente non eravamo abituati è una squadra che gioca con questi principi ma mantenendo una linea a quattro che spesso vedeva persino i due centrali difendere contemporaneamente nella trequarti offensiva per seguire il loro uomo. Il Milan 2021/22, specialmente nella seconda parte di stagione, è stato estremo – non inteso in senso negativo – e rivoluzionario nel trovare gli equilibri giusti per sostenere una fase difensiva così aggressiva. Una grossa parte di merito sta proprio nel lavoro celato di Mike Maignan.

Quando si discute dell’importanza dei portieri nel calcio moderno spesso ci si focalizza soprattutto sulla fase di possesso e sulla necessità di avere un portiere in grado di superare la pressione e rompere le linee avversarie attraverso i propri passaggi. In un certo senso potremmo individuare con l’ascesa di Manuel Neuer il periodo in cui ha avuto luogo una rivoluzione nel ruolo, senza voler fare un torto ai tanti portieri che negli anni e decenni prima si erano già resi protagonisti di giocate simili, ma evidentemente senza avere lo stesso impatto del tedesco.

Ciò che più spesso ci dimentichiamo è che questo archetipo di portiere ha avuto un impatto di grande rilevanza anche nella fase di non possesso. Avere un estremo difensore a suo agio nell’uscire di tanti metri dalla propria area per difendere la profondità e prodigarsi in eventuali spazzate fondamentali permette a tutta la squadra di difendere molto più in alto nel campo, e nello specifico alla linea difensiva di mantenere un approccio proattivo e aggressivo con molta più serenità, consapevole di avere le spalle coperte dal proprio portiere. I dati confermano che Maignan non solo è un portiere che si trova a suo agio a sostare fuori dalla propria area – come dimostra anche la sua particolare tendenza nel muoversi verso il centrocampo per dare indicazioni ai compagni sui calci di punizione a favore – ma è addirittura uno dei migliori in circolazione nel farlo, al contrario di Tatarusanu che fa parte di una generazione di portieri diversa e preferisce giocare con i piedi sulla linea di porta. Passare dall’uno all’altro toglie quindi sicurezze ai singoli difensori, che tenderanno a restare più cauti e a riflettere di più se valga la pena uscire sugli avversari, forse perdendo persino l’attimo ottimale per farlo.

Oltre a questo, un’altra caratteristica di un portiere che può dare serenità a un reparto è la tendenza a uscire dalla propria linea sui cross. Un grosso difetto che il Milan si porta avanti da tempo riguarda la difesa nei pressi della propria porta, specialmente sui cross, dal momento che Tomori e Kalulu non eccellono nel gioco aereo e fanno fatica a tenere le marcature dentro l’area, motivo in più che ha spinto Pioli a proporre un atteggiamento difensivo che permettesse ai suoi giocatori di difendere il più possibile nella metà campo avversaria. A dimostrazione di questi difetti, il Milan in questa stagione è la squadra che ha subito più gol da calcio piazzato dopo la Cremonese. I numeri ci dicono che Tatarusanu non se la cava male da questo punto di vista grazie ai suoi 198, ma Maignan dà senz’altro più sicurezze in questo senso, grazie anche alla sua leadership vocale nell’area piccola.

L’ultimo punto che va approfondito riguarda ovviamente l’importanza di Maignan nella fase di possesso del Milan. Il francese nella scorsa stagione ha dato grande prova di sé nella costruzione dal basso, sia quando gli veniva richiesto di trovare i terzini alle spalle delle linee di pressione avversaria, sia quando azzardava lanci lunghi per sfruttare le corse di Leao, come nel celebre gol segnato alla Sampdoria.

Nell’analizzare la sua importanza in costruzione vanno considerati soprattutto due punti: il primo riguarda il modo in cui la sua sola presenza muove le difese avversarie, il secondo è quello relativo alla precisione dei sui passaggi.

Per prima cosa bisogna dire che la presenza di Maignan in possesso di palla ha un effetto sul comportamento degli avversari nella fase difensiva. Per esempio, essendo consapevoli delle sue capacità balistiche con cui può innescare Leao in campo aperto, gli avversari tenderanno a stare un po’ più bassi con la linea per evitare di concedere quel tipo di soluzione, lasciando di riflesso più spazio al Milan nella prima costruzione o tra le linee a seconda del tipo di pressione che scelgono di portare. In aggiunta a questo, la facilità di Maignan di giocare con la palla tra i piedi permette a Pioli di sfruttarlo come “esca” per il pressing avversario, cioè facendogli tenere per tanto tempo il pallone con l’obiettivo di invogliare gli avversari a pressare e scoprirsi, o di provare delle strutture diverse quando vuole giocare dal basso, per esempio spostando il francese in posizione più avanzata per allargare i centrali. Più è larga la prima linea di costruzione, più campo dovranno rincorrere gli avversari per pressare i costruttori del Milan.

Le due immagini qua sotto mostrano le reti di passaggi del Milan nelle partite contro Monza, con Tatarusanu in porta, e Atalanta, con Maignan. Nella partita contro il Monza, così come nelle altre giocate con la difesa a tre e il romeno tra i pali, la posizione media di Thiaw è parallela a quella del portiere per creare una chiara difesa a tre. Nella gara contro l’Atalanta invece la presenza del francese permette al Milan di costruire comodamente a 4 (o a tre con Maignan da centrale se preferite). Aggiungiamo a questo un dato interessante: Maignan è riuscito a servire direttamente Theo Hernandez - da sempre principale sfogo delle costruzioni del Milan grazie alla sua fluidità posizionale e alla sua esuberanza fisica - più volte in una partita (4 volte) che Tatarusanu nelle ultime tre (3 volte).

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Per quanto riguarda il secondo punto, spesso nell’analisi di una partita o di una squadra tendiamo a focalizzarci sui macrodettagli come costruzione, pressione e transizione, tralasciando l’importanza dei microdettagli come un passaggio dato con i tempi giusti, la postura del corpo funzionale per ricevere tra le linee e girarsi, o un movimento in profondità per allungare la difesa avversaria. Per quanto gli è possibile, Maignan nel Milan rappresenta un microdettaglio fondamentale. In una squadra che fa fatica in costruzione per via di alcuni limiti tecnici del proprio organico, spesso la soluzione più utile per superare il centrocampo avversario consiste nel giocare lungo per la punta. Se quella punta è un giocatore fenomenale nel ricevere spalle alla porta e ripulire palloni per i compagni, allora l’efficacia di questa giocata non fa che aumentare. Non basta però avere un attaccante bravo in questi fondamentali, bisogna anche avere dei passatori in grado di dare quella palla nella direzione, all’altezza e alla velocità giusta; da questo punto di vista Maignan è molto abile. Se contro l’Atalanta Giroud ha potuto rendersi protagonista di una partita eccezionale spalle alla porta per favorire gli inserimenti dei compagni, parte del merito va ai lanci precisi del portiere francese.

La classifica dice che i rossoneri hanno raccolto 47 punti nelle prime 24 partite, cinque in meno dell’anno scorso allo stesso punto del campionato. Si è parlato a lungo e con validi argomenti della crisi Milan nel periodo post Mondiale, ma se consideriamo il campionato nel suo insieme la squadra di Pioli forse ha deluso più dal punto di vista delle prestazioni che da quello dei risultati. Anche nel breve periodo positivo che ha visto il passaggio alla difesa a tre e le vittorie per 1-0 contro Torino, Tottenham e Monza le sensazioni non erano delle migliori, perché al netto dei risultati positivi la squadra di Pioli sembrava solo una copia sbiadita di se stessa. Con il rientro di Maignan abbiamo rivisto la squadra che avevamo imparato a conoscere seppur con un sistema di gioco diverso. Di certo non è il solo rientro di Maignan che fa sì che il Milan passi da una squadra reattiva che difende bassa e costruisce in maniera prevedibile a una proattiva che pressa alto e trova soluzioni interessanti in costruzione, ma la sua presenza è indubbiamente di fondamentale importanza.

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