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I migliori gol di maggio 2023
09 giu 2023
09 giu 2023
Reti belle come la primavera che non abbiamo vissuto.
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IMAGO / ZUMA Wire
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Maggio è finito e si è portato via il campionato. “Non ti accorgi delle cose importanti finché non le perdi” ha detto probabilmente Jim Morrison al sito Aforismando; e così gli ultimi gol sono più belli perché contengono in sé la loro perdita. Come faremo in questi mesi senza il sinistro di Koopmeiners e senza la classe sciroccata di Luis Alberto? Senza i colpi di testa di Caldirola e le rimesse laterali di Stefan Posch? Non lo so, ma come diceva Winston Churchill: Carpe Diem. Godiamoci il momento e celebriamo un’ultima volta i grandissimi gesti tecnici dei nostri campioni. Eccovi serviti i più bei gol di maggio.Teun Koopmeiners a pallonetto direttamente dalla panchina

Non so se questo di Koopmeiners è il più bel gol dell’anno, ma di certo è uno che ti fa dire “è il gol dell’anno”. Per qualche ragione l’olandese ha voluto distruggere il Monza, farlo a pezzi, negli ultimi 90 minuti del campionato. Ha segnato una tripletta e servito un assist. L’ultimo gol è una manifestazione pura di onnipotenza. Manca un quarto d’ora alla fine e Koopmeiners porta palla defilato sulla sinistra, i piedi quasi sulla riga laterale, poco oltre il cerchio di centrocampo. A volte si allarga apposta per sfruttare al massimo la sua capacità nel lancio lungo. Alza la testa e al centro Lookman è solo. Può cercarlo con una traiettoria tesa di interno che tagli oltre la difesa, ma è un passaggio difficile. Allora Koopmeiners fa una cosa ancora più difficile: calcia direttamente in porta perché ha visto Di Gregorio fuori. Il gol con cui ricorderemo la dolcezza del mancino di Koopmeiners, nell’anno in cui forse ha giocato meglio da quando è in Italia.Oudin al volo

Con un minimo di onestà intellettuale si può dire che Oudin avrebbe potuto vincere il premio di Calciatore del mese, perché in questo Lecce che ha fatto l’ultimo sforzo per salvarsi, quell’ultimo passo che è stato anche il più complicato, Oudin ha segnato tre gol. I primi tre in Serie A, tutti a maggio. Ci ha messo un po’ a sbloccarsi, a far entrare il suo piede mancino a temperatura, ma ora sembra poter segnare a ogni tiro. Questo gol dal dischetto dell’area è il più difficile della sua esperienza italiana. Un gol clamoroso, per l’altezza a cui riesce a colpire il pallone, in anticipo sul difensore. Poi l’impatto è così pulito che la palla parte veloce sotto alla traversa. Uno di quei gol da fumetto, che in teoria esistono solo nella testa di chi ha guardato troppo poco calcio nella sua vita.Chiesa dà segni di vita

La ricorderemo come la stagione del rehab di Federico Chiesa, quella in cui ha cercato faticosamente di rimettersi in piedi dopo il terribile infortunio al ginocchio? Se la ricorderemo così sarà perché allora Federico Chiesa sarà veramente tornato a brillare.Questo gol non dovrebbe stare tra i più belli del mese. Ferguson del Bologna ne ha segnato uno simile ma più bello, per esempio. Però è un gol che richiama l’elettricità di Chiesa in una partita. Il modo in cui smania per fare qualcosa, appena all’ingresso dell’area, e poi si lamenta quando non gli restituiscono il pallone. Poi la convinzione con cui segna sul secondo palo, così come aveva segnato alla Spagna, e l’esultanza alla Ravanelli, con tutti i compagni che lo abbracciano. Non un bellissimo gol, ma un gol che porta in sé una speranza.Candreva in aria

Esista una metafora legata al balletto classico, o al ballo in generale, che non suoni ridicola accanto a questo meraviglioso gol di Antonio Candreva? Perché la meriterebbe questa rete bella già nell’intelligenza del movimento senza palla furtivo alle spalle della linea avversaria e poi ovviamente ancora di più nel coordinamento in aria così levigato e plastico da poter competere in un ipotetico concorso per un nuovo logo della Serie A, nel caso in cui i dirigenti del nostro calcio pensassero qualcosa in stile NBA. Candreva a fine carriera, che però ancora ama il calcio, che sembra trovare una seconda se non una terza giovinezza con Paulo Sousa in panchina. Candreva ancora capace di cose in grado di farci rimanere a bocca aperta a dire: oh. Calhanoglu ha ritrovato definitivamente se stesso

Calhanoglu all’Inter è tornato se stesso? Difficile da dire, sicuramente è un giocatore nuovo, cresciuto rispetto a quello grigio e spento che i tifosi del Milan non possono fare a meno di ricordare. Il giocatore arrivato in Italia dal Bayer Leverkusen era conosciuto soprattutto per i suoi incredibili tiri dalla distanza, ma una volta indossata la maglietta rossonera quel super potere era evaporato, come la proverbiale forza di Sansone con i suoi capelli. Calhanoglu all’Inter sembra aver ritrovato se stesso, e questa stagione a tal punto che con questo gol al Verona è sembrato citare il se stesso di una decina d’anni fa. Ci sono uomini che a quarant’anni si rimettono in forma e dicono a se stessi di non essere stati così bene manco a venti, e forse questo è ciò che ha pensato anche Calhanoglu quando ha visto il pallone viaggiare come un missile terra area verso il sette alla destra di Montipò. La ciliegina sulla torta del Monza di Palladino

A maggio ci sono stati molti gol bellissimi (l’avrete capito ormai), soprattutto molti gol con bombe da fuori. C’è stato quello solo vagamente aggir’ di Dilorenzo contro l’Inter, o quello a là Theo Hernandez di Theo Hernandez contro la Lazio, o ancora quello a là prime Lukaku dell’attuale Lukaku contro il Sassuolo, mentre si girava in scivolata al diretto avversario. Nessuno poteva però competere con la bomba di Calhanoglu di cui potete leggere qui sopra e quindi abbiamo preferito premiare un bel gol di squadra di una delle squadre più inaspettate e spettacolari di questo campionato, il Monza di Palladino. Un’azione che nasce da una palla recuperata quasi sulla propria linea di fondo da Rovella e trasformata in transizione da Pessina. C’è un primo utilizzo del terzo uomo che manda fuori tempo Lobotka e libera Carlos Augusto in campo aperto, dopo un tocco soffice come la seta proprio di Dany Mota. Il terzino brasiliano scarica a sinistra verso Caprari ed ecco il Monza riutilizzare di nuovo il terzo uomo, come quelle persone che imparano una parola al giorno dal dizionario e durante la giornata cercano di infilarla in qualsiasi frase. Caprari riesce con un bel tocco d’esterno riesce a trovare dentro l’area di nuovo Carlos Augusto, che di prima premia la sovrapposizione interna di Pessina. A tu per tu con Meret non è chiaro poi se Pessina tenti uno scavino riuscito male o abbia cercato davvero Dany Mota in area ma alla fine a chi interessa davvero? Il Monza fa sembrare il calcio una cosa semplice, e parafrasando il celebre adagio di Johann Cruyff, non c’è cosa più difficile di questa. Figuriamoci contro la migliore squadra del campionato.

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