
Cala il sipario sulla Serie A 2021/22, che finalmente si è decisa a dare i suoi ultimi verdetti. In mezzo a tanta concitazione per il raggiungimento degli obiettivi stagionali - tra lo scudetto del Milan, la qualificazione in Conference League della Fiorentina e la miracolosa salvezza della Salernitana - si sono segnati un numero incredibilmente alto di gol belli, anche in partite che immaginavamo nervose e contratte.
Guardate, per esempio, il gran gol di Pereyra contro la Salernitana, in una partita che sarebbe potuta essere una tragedia, e che invece oggi ci possiamo permettere goderci con la leggerezza di chi è solo interessato alla bellezza. Questi giorni in cui ci si allontana il campionato e ci si avvicina al calciomercato sono il momento giusto per dare un ultimo sguardo al passato, vedersi qualche gran gol e mettere questa stagione in archivio.
Luis Alberto vs Sampdoria
È interessante notare come questo gol, uno dei più belli del campionato, sia arrivato agli sgoccioli della peggior stagione di Luis Alberto con la maglia della Lazio, sia a livello di prestazioni che di rapporto con l'allenatore, che è stato pessimo. Lo spagnolo anche nelle annate storte rimane uno dei pochi calciatori della Serie A col talento da mago, con la capacità di tirare fuori dal cilindro gol pazzeschi, di pura sensibilità. Ne ha fatti almeno uno o due incredibili in ogni stagione, che si andavano a sommare agli assist, alle partite in cui era semplicemente ingiocabile. Qui bisogna dare i primi meriti a Lazzari, altro giocatore dalla stagione altalenante, che sgomma tra la difesa della Sampdoria come fosse in una pista di go-kart. E poi Luis Alberto però, mistico, magico, che davanti ad Audero decide di imitare Totti a Torino, con quella pettinata al pallone che per i portieri in uscita è umiliazione suprema. Si dice che l'imitazione è la forma più sincera di ammirazione ed è curioso come sia stato il 10 della Lazio a rendere omaggio allo storico 10 della Roma, volutamente o meno. Anche la pausa dopo, a lasciar sfogare i tentativi di recupero, è simile al gol di Totti. Lui ci aggiunge la sua firma: palla sotto le gambe del difensore e poi in rete.
Jerdy Schouten vs Venezia
Altra pettinata, questa volta a liberarsi lo spazio in area di rigore. Schouten è alla terza stagione in Serie A e questo è appena il suo secondo gol. Tra i diversi giocatori interessanti messi in luce dal Bologna il suo nome è rimasto un po' nascosto, ed è difficile capire se abbia le qualità per fare qualcosa di più del centrocampista del Bologna, che già comunque non è poco. Questo gol è un po' fuori dalle sue corde, serve piuttosto a ricordarci che il talento di chi arriva a calpestare un campo di Serie A è molto più grande di quello che pensiamo. Schouten si trasforma per un attimo in Ronaldinho, mostra lo stesso tipo di immaginazione e sfrontatezza, quella che ti permette di saltare due avversari con la suola al limite dell'area di rigore - in una situazione in cui perdere palla avrebbe portato a un contropiede sanguinoso - per poi concludere con una parabola di interno a metà tra il tiro e il pallonetto.
Domenico Berardi vs Bologna
Sia quando gioca bene che quando gioca male, Berardi è un giocatore leggero. Lo è nelle giornate no, quando per esempio in Nazionale era diventato troppo facile da spostare per gli avversari e troppo superficiale nel concretizzare occasioni decisive, ma lo è anche nelle grandi prestazioni, mi viene in mente ad esempio la facilità con cui esegue quel movimento a rientrare con l’esterno del sinistro sempre uguale e nonostante questo sempre illeggibile per i difensori avversari. In quei casi sembra davvero più leggero, come se fosse fatto di fibra di carbonio e gli avversari di pesante ferraglia. Forse però non è mai sembrato così leggero come in questo gol al Bologna, in cui esegue una rovesciata perfetta ai limiti dell’area piccola con uno stile e in un’atmosfera perfettamente balneare. Quanti ne avete visti così sulla spiaggia, con il costume arrotolato sulle cosce, che si alzano il pallone con le mani poco dopo aver gridato “la metto di rovesciata”? Ecco, forse non c’è cosa più Berardi di questa.
Theo Hernandez vs Atalanta
Che la progressione di un terzino abbia istintivamente ricordato lo storico gol di George Weah contro il Verona forse dice tutto di Theo Hernandez. Eppure questo gol ci dice qualcosa di nuovo del suo dominio tecnico ed atletico sulla Serie A, che era palese ben prima di questo gol. Non la velocità palla al piede, con cui circumnaviga Koopmeiners, di certo non uno dei centrocampisti più veloci del nostro campionato. Non la forza nei cambi di direzione, con cui prima tiene alla larga Djimsiti e poi sbalza via De Roon, come spinto via dall’esplosione in un film d’azione. Non la capacità di non perdere mai l’equilibrio in corsa, con quella corsa meccanica e vagamente spaventosa da cane-robot che lo fa assomigliare a una versione blindata del Gareth Bale terzino con la maglia del Tottenham. Nemmeno la pericolosità del suo sinistro, che incrociando il tiro conclude l’azione forse in maniera meno esplosiva di quanto la sua volontà di potenza avrebbe voluto. No, come detto, non scopriamo oggi da cosa è composta la superiorità di Theo Hernandez rispetto a quasi tutti i suoi avversari. La novità, e quindi il motivo per cui questo gol verrà ricordato e rimarrà come copertina dell’esperienza di Theo in Italia, è la sua capacità di nascondere le intenzioni, agli avversari ma anche a noi. Il senso di sorpresa che aumenta di sterzata in sterzata, finché rimaniamo come Leao, con le mani tra i capelli e lo sguardo per terra, incapace di credere che qualcosa di così irriverente sia ancora possibile su un campo di calcio. Guardate il video del gol concentrandovi solo su De Roon, che è in campo esattamente per pattugliare la difesa e recuperare gli avversari che scappano alle rigide marcature a uomo dell’Atalanta. Il centrocampista olandese parte da destra, praticamente da terzo difensore, e quando capisce che Theo sta per avvicinarsi accelera la corsa per coprire il centro, pensando di aver capito che il terzino francese andrà in porta dritto per dritto. È a quel punto che Theo fa la cosa più grande: invece di puntare direttamente la porta cercando di passare in quello spazio ormai chiuso di pura forza, sterza a sinistra, con una mossa controintuitiva (perché chiude lo specchio della porta) ma necessaria a far crollare De Roon a terra e mi sembra inganni anche Musso, non proprio reattivissimo sul suo tiro. La capacità di sorprendere - gli avversari e noi spettatori - è ciò che rende un giocatore offensivo speciale, di quelli per cui sei disposto a mettere una conversazione in pausa pur di vedere che cosa farà con la palla in quel momento. Ed è ciò che fa assomigliare questo gol, forse persino di più della semplice corsa da una parte all’altra del campo, a quello geniale di Weah.
Fabio Quagliarella vs Fiorentina
A 39 anni, ovviamente, non è stata la miglior stagione della carriera di Quagliarella: dopo aver iniziato da titolare, o quasi, con il passare dei mesi ha trovato sempre meno spazio nell’attacco della Sampdoria (e ha comunque segnato 6 gol in stagione, tra Campionato e Coppa Italia). Contro la Fiorentina, però, con la salvezza in tasca e una leggerezza che alla Samp non si vedeva da un po’, Quagliarella ha giocato una partita da vintage Quagliarella, con giocate di classe in tutte le zone del campo. Il gol non è forse il gol più bello del mese, ma sta bene in questa classifica perché ci ricorda l’unicità di alcuni giocatori del nostro campionato. Quanti altri avrebbero potuto segnare questo gol? Storicamente Quagliarella segna gol belli e questo non è neanche nei primi 20 o 30 probabilmente, ma ha una sfumatura molto peculiare dei suoi gol, ovvero che c’è un pensiero dietro che poteva avere solo lui. È lui che avvia l’azione controllando spalle alla porta sulla destra, per poi cambiare gioco con un passaggio perfetto; è lui che non si accontenta e taglia in maniera intelligente dentro l’area di rigore per dare una linea di passaggio a Sabiri e poi è sempre lui che, dove tutti avrebbero provato un sinistro a incrociare, decide di concludere con uno scavetto di punta esterna del piede destro. Il modo in cui il pallone entra in porta lo fa sembrare apparentemente un gol banale, ma quanti avrebbero anche solo pensato a concludere così? Quagliarella guarda il pallone e il portiere insieme, sa già come andranno le cose, che Terracciano andrà giù per difendere meglio il suo tiro e allora aspetta l’attimo giusto e poi, tic, uno scavetto appena accennato per segnare il gol numero 209 in Serie A. Sarà l’ultimo così speciale, à la Quagliarella? Speriamo di no.
Pereyra vs Salernitana
I gol possono avere anche una bellezza sadica, essere il colpo di troppo all’avversario sulle corde già evidentemente sconfitto. Questo lungo slalom di Pereyra ha il gusto amaro delle cose belle ma ingiuste: la Salernitana era sotto di tre gol in casa dopo appena un tempo, nella partita decisiva, quella che avrebbe deciso la sua permanenza in Serie A. L’Udinese, quasi senza sforzarsi, aveva segnato tre gol belli - soprattutto quello di Udogie, che forse avrebbe meritato anche di più di essere in questa classifica (ma la cattiveria, appunto, può essere un valore) - e spinto tutta Salerno a sintonizzarsi sulla partita del Cagliari, gettando un’ombra di tensione surreale sull’Arechi. In questo clima assurdo, con una partita evidentemente finita, Pereyra ha preso palla appena fuori dalla sua area di rigore ed è partito da solo come fanno quelli troppo forti negli ultimi minuti delle partite di calciotto estive, quando fa troppo caldo per sbattersi. Con un guizzo ha saltato Gyomber, con una sterzata ha mandato al bar Radovanovic, con una finta ha umiliato il tentativo di recupero di Bohinen finito culo a terra, per poi segnare col più classico dei tiretti sul primo palo che ha ingannato Belec.
Dopo il gol Pereyra ha voluto condividere la sua gioia, mostrando una maglia con dedica al padre. Una mossa non troppo apprezzata dai tifosi della Salernitana, che hanno tirato di tutto addosso al giocatore dell’Udinese, per nulla empatico con il loro dolore. Il finale lieto per la Salernitana ha rimesso le cose al suo posto e forse, lunedì mattina, anche i tifosi avranno trovato nel gol di Pereyra una certa bellezza.
Tammy Abraham vs Torino
Abraham chiude la sua stagione con una doppietta che lo porta a 17 gol in campionato. Per tutta la stagione si è discusso sulle sue qualità di centravanti: l’inglese sembra un fenomeno per alcune cose, ma è vero che ogni tanto ha delle difficoltà sotto porta, sembra scordarsi il suo mestiere. Questo gol però è un piccolo bignami di come andrebbe fatto il suo ruolo e la caduta di Pobega, che molti hanno etichettato come errore di Pobega, è invece frutto dell'imprevedibilità di Abraham, che ha questa abilità da giocoliere, che spesso usa il tacco come un’arma letale nel primo controllo. Una volta tagliato fuori il primo avversario dalla contesa, Abraham non si perde nella fretta di approfittare del vantaggio creato, ma dopo il secondo tocco - che forse era un po’ lungo, l’attaccante della Roma non ha un tocco di palla perfetto - allungando la gamba se la tocca verso l’interno dell’area con una sterzata più difficile di quello che sembra e che taglia fuori il recupero di Lukic. Tre tocchi in area di rigore per saltare due avversari, pura essenzialità da centravanti. A quel punto manca la cosa più semplice: un piatto destro per superare Berisha in uscita.