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Gianluca Cedolin
I migliori cori da stadio del 2023
28 dic 2023
28 dic 2023
Le migliori composizioni delle tifoserie nell'ultimo anno.
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Gianluca Cedolin
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IMAGO / Gribaudi/ImagePhoto
(foto) IMAGO / Gribaudi/ImagePhoto
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Si sente spesso parlare degli ultras come elementi negativi, violenti, li si accusa di non essere interessati davvero al calcio. Al di là delle etichette e delle generalizzazioni, però, c’è tanto altro. Frequentare la curva richiede dedizione, spirito di adattamento e di sacrificio. Bisogna cantare sempre, anche quando si perde, lanciarsi in trasferte-odissee ogni due settimane, resistere sotto la pioggia, con il gelo, con la neve (meglio se a petto nudo). Soprattutto, una parte degli ultras deve possedere un discreto spirito creativo per inventare ogni volta nuove coreografie, nuovi canti, nuovi modi di insultare gli avversari, la Lega Calcio, chiunque. Certi tifosi diventano quasi degli artisti, dei poeti metropolitani. Ogni anno nascono migliaia di nuovi cori: originali, rimaneggiati, riadattati. Una parte di questi rimane iconica: per la loro orecchiabilità intrinseca, perché sono divertenti, perché gasano, oppure più spesso perché diventano le colonne sonore di imprese sportive realizzate o magari solo sfiorate, in campo e quindi della nostra stessa vita, visto il trasporto con cui ci approcciamo al calcio. Come per il 2022, abbiamo raccolto un po' dei migliori cori da stadio del 2023. Per tutti quei chilometri che ho fatto per te, InterMusicalità - 6Fomento - 9Iconicità - 9Scorrettezza - 3Fantasia - 4

Plzen, Barcellona, Monaco, Porto, Lisbona e, infine, Istanbul. La scorsa stagione i tifosi interisti, a eccezione della semifinale milanese, hanno macinato chilometri per sostenere la squadra in Europa e a tredici anni dal triplete hanno sperato davvero di vincere di nuovo la Champions League. A Istanbul, contro il Manchester City, non è andata come speravano, ma questo non cancella il senso di unione respirato all'inseguimento del sogno, quel San Siro illuminato da 80mila torce, con l'unica voce che canta «E per la gente che, ama soltanto te, per tutti quei chilometri che ho fatto per te, Internazionale devi vincere». Conta il percorso, direbbe qualcuno, e forse davvero bisognerebbe dare più importanza a quello, certe volte. I remake di Muchachos, squadre varieMusicalità - 7Fomento - 9Iconicità - 5Scorrettezza - 4Fantasia - 3

Avevamo salutato il 2022 con i video dell'estasi collettiva di milioni di argentini, in giro per le strade di Buenos Aires per festeggiare un titolo mondiale atteso trentasei anni. Mentre Messi disegnava sul campo l'ultimo capolavoro della sua carriera, la band ska argentina La Mosca Tsé-Tsé (quella di Para no verte más) creava la colonna sonora del trionfo, quel Muchachos entrato subito nella tradizione popolare. Dai nostri trascorsi scolastici abbiamo imparato che copiare è un'arte, e questo lo sanno anche gli ultras, che spesso adeguano e riarrangiano altri cori, dando loro nuova vita.

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Il ritmo di Muchachos si è trasformato in un classico per molte curve: quella del Milan lo ha fatto suo cantando «Come quando da bambino la guardavo con papà», seguito da «Banditooo, una vita accanto al diavolo». Non sono stati gli unici però, perché tante tifoserie si sono cimentate nel remake. Tra i miei preferiti, quello del Frosinone, emblema della resilienza di una piazza che oggi sta stupendo in Serie A, ma che non ha alle spalle una storia di grandi successi: «Sono stato in Serie C, fallimenti in Serie D, ma la voglia di seguirti sai non è finita lì, oggi sono ancora qua, sto tornando in Serie A, come quando al Matusa mi portava il mio papà. Leoneee, una vita sempre accanto a te». Osimhen, NapoliMusicalità - 9Fomento - 7Iconicità - 7Scorrettezza - 4Fantasia - 9

A proposito, per i tifosi del Napoli il 2023 è stato un anno incredibile, quello del primo Scudetto dopo trentatré anni, un campionato dominato con il gioco e le idee di Spalletti, i dribbling di Kvarakhstelia, i gol di Osimhen. L'attaccante nigeriano è diventato l'idolo di Napoli, ma soprattutto un'icona pop, con la sua estetica da eroe mascherato riprodotta ovunque nella città. A lui Alex Garini ha dedicato una canzone e un videoclip sulle note di Ameno, la canzone di Era, esperienza musicale francese degli anni '90 che riadattava canti medievali in versione new age. Il testo consiglio di leggerlo tutto, perché merita. Il ritornello fa così: «Osimhen, Osimhen, ha signat, ha signat Osimhen. Ma c' mo', ma c' mostr', Osimhen, Osimhen, Osimhen, ma c' mo', ha tirat' a port' n'derr, ma che mostr'». Certo, quest'anno era stato rispolverato il «sogno del cuore» del 2018, quello dello Scudetto sfiorato con Sarri, ma ho scelto questa canzone, seppur non un vero e proprio coro da stadio, perché è un concentrato puro di napoletanità, è trash e autoironia partenopei al prime. Ho preso una diffida, Fiorentina (e altre squadre)Musicalità - 8Fomento - 8Iconicità - 5Scorrettezza - 6Fantasia - 6

Nelle curve i diffidati vengono sempre ricordati: «Diffidati sempre presenti», oppure «Diffidati con noi» sono un classico in questo senso, intonati solitamente intorno all'80esimo. Quest'anno si è diffuso in molte curve un coro più strutturato che rappresenta perfettamente i sentimenti contrastanti che si intrecciano alla diffida, da una parte massimo sacrificio del tifo («ho preso la diffida, l'ho presa per te») dall'altra frustrazione per non poter essere allo stadio («il tempo di pagare, mi vogliono a firmare, non ce la faccio più»). Cultura ultras al suo massimo, insomma. Credo che il coro esistesse già in passato, ma quest'anno ha fatto boom e oggi lo si sente cantare da molte curve, su tutte la Fiesole. Quante volte son partito in piena notte, AvellinoMusicalità - 8Fomento - 9Iconicità - 5Scorrettezza - 7Fantasia - 7

Sono trentacinque anni che l'Avellino non fa la Serie A, ma questo non condiziona i suoi tifosi, che continuano imperterriti a seguire la squadra. Del resto, come cantano in questo coro dalle sonorità un po' tribali, non hanno «mai pensato al risultato», però per l'Avellino hanno fatto lunghi viaggi, hanno fatto a botte, e insomma tutto l'ultras fedele complete pack. Poi, certo, adesso che sono quarti forse un pensierino alla promozione in Serie B lo staranno facendo. Have you ever won the treble? | Manchester CityMusicalità - 4Fomento - 7Iconicità - 10Scorrettezza - 6Fantasia - 3

Il 2023 in Europa è stato soprattutto l'anno del Manchester City di Guardiola, che ha vinto la prima Champions League della sua storia, ma anche la Premier League e la FA Cup. Il protagonista indiscusso dei festeggiamenti per il triplete, o treble come lo chiamano in Inghilterra, è stato Jack Grealish, ubriaco da dieci minuti dopo il fischio finale di Istanbul per una settimana di fila. Come il più stereotipato English lad che beve dieci pinte al pub, Grealish ha guidato le danze e noi vogliamo ricordarlo con addosso la 10 del City, calzettone abbassato come sempre, ciabatta arrogante, voce impastata e il microfono in mano mentre dirige i cori e chiede ai suoi compagni «avete mai vinto il treble?». Perché dal giugno 2023 la tripletta non è più una prerogativa solamente della parte red di Manchester. Forza grande GenoaMusicalità - 7Fomento - 8Iconicità - 7Scorrettezza - 5Fantasia - 7

Quello che si sta per concludere è stato un bell'anno anche per i tifosi del Genoa, perché sono tornati in Serie A e, contemporaneamente, hanno visto i rivali della Sampdoria arrivare ultimi in campionato e sprofondare in Serie B. La tifoseria genoana è sicuramente tra le più calde e radicate d'Italia, orgogliosa di tifare uno dei club di calcio più antichi, e l'ultimo coro è una summa di questa ossessione: «Senza te la loro vita non ha senso, il grifone è il loro unico universo», cantano i ragazzi della gradinata, «quelli che non tornano alla sera, quelli che prima o poi vanno in galera». Perché va bene il tifo da stadio, ma per la propria squadra bisogna essere disposti anche ad affrontare la legge. Ci accoltellano, VeneziaMusicalità - 4Fomento - 10Iconicità - 3 (10 per me)Scorrettezza - 7Fantasia - 10 I cori da stadio più belli, comunque, sono quelli senza apparente senso, che hanno forse un significato per chi li ha inventati, ma che per la maggior parte della gente sono quasi surreali. Non ho mai frequentato troppo le curve della mia squadra del cuore o della squadra della mia città (che non sono la stessa, shame on me), ma con i miei amici ho sempre fatto i cori da stadio in qualsiasi situazione. Non è stato diverso, quindi, al mio matrimonio. A un certo momento della festa, quando l'arrivo dei carabinieri (è successo davvero) ci ha costretti ad abbassare il volume, abbiamo sostituito la musica delle casse con il suono delle nostre voci. In particolare, ci siamo fissati su un coro random che i miei amici hanno sentito cantare diverse volte dalla curva del Venezia. La sua forza sta nella violenza vittimistica e quasi onirica del testo, ma soprattutto nella coreografia che lo accompagna, ripetuta per almeno mezz'ora, con sempre più gente che si aggiungeva, alla fine quasi afoni, stravolti. Non ho trovato video, ma la canzone fa così: «Ci accoltellano» (simulando delle coltellate sul proprio corpo), «poi ci sassano» (si fa finta di lanciare dei sassi), «e ci sciolgono, dentro all'acido» (la mia parte preferita, quella in cui si mescola tutto dentro un gigantesco pentolone immaginario), «Se ci fermano, ci controllano, i cani scappano e noi cantiamo in cor. Forza Unione alé, sempre insieme a te, ovunque giocherai, sola non sarai mai». Ora, in passato ho sentito parlare di qualche tifoso accoltellato e di qualche sassaiola, ma non credo esistano casi di ultras sciolti nell'acido. Ma che poi, da chi? Chi è che compie questi misfatti? La polizia? I tifosi avversari? Sono tutte domande a cui non ho risposta, però ora so che più di With or without you (scelta per il primo ballo) e di You'll never walk alone (la canzone del taglio torta), la colonna sonora del giorno più bello della mia vita parla di fantomatici tifosi sciolti in pentoloni di acido. Non ha un che di poetico, tutto questo?

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