
Pochi giorni fa Fernando Forestieri ha segnato il suo secondo gol in Serie A nel 3 a 1 contro la Lazio, a 12 anni, 10 mesi e 16 giorni dal primo. Il record ha riportato alla cronaca il nome di Marco Mancosu, che poco più di un anno fa aveva stabilito il vecchio record segnando la rete decisiva in un 2 a 1 contro il Torino, 12 anni, 3 mesi e 20 giorni dopo quello segnato a 18 anni con il Cagliari, nell’ultima giornata della stagione 2006-07. Quella rete, la scorsa stagione, non era stata soltanto una curiosità statistica: ha segnato l’inizio di un campionato di altissimo livello, forse il migliore nella carriera di Mancosu, che ha chiuso l’anno con 14 gol in campionato, un record.
Giocare la sua miglior stagione personale alla prima vera occasione in Serie A, per di più in un campionato chiuso con la retrocessione, racconta bene i paradossi della carriera di Mancosu. Un giocatore “uscito” tardi, o capito tardi, che per tornare ai vertici del nostro calcio ha dovuto partire dal gradino più basso del professionismo, e guadagnarsi la chance vincendo due campionati consecutivi. Un giocatore che dopo la sua migliore stagione in carriera è sceso comunque di una categoria, nonostante avesse la concreta possibilità di restare in massima serie.
Durante il calciomercato si era molto parlato di un interessamento del Cagliari, che per lui sarebbe stato un ritorno a casa, e dopo l’arrivo di Liverani si era fatto avanti anche il Parma. C’è stato un momento, prima dell’inizio della stagione, in cui Mancosu sembrava destinato a partire: le voci erano incontrollate, e il gruppo di pretendenti si era allargato anche a Genoa, Torino, Bologna e Sampdoria; per alcuni giorni si era parlato anche del Monza, che era pronta a pagare i tre milioni della clausola rescissoria.
Il suo inizio campionato è stato caratterizzato da questa precarietà, che si stava riflettendo anche in campo, visto che nel 4-3-3 inizialmente scelto da Corini il trequartista non aveva ancora trovato una precisa collocazione. Il 9 ottobre, pochi giorni dopo la partita contro l’Ascoli, Mancosu aveva pubblicato un post polemico sul suo profilo Instagram, aumentando le voci di uno scontro con la società. Le scuse e la conferenza chiarificatrice del giorno dopo hanno permesso di fare tabula rasa, e dopo due partite di assenza – dovuta a imprecisati problemi fisici – Mancosu è tornato a pieno regime.
Al ritorno in campo da titolare, contro il Pescara, il capitano del Lecce ha messo a referto il primo assist del suo campionato, propiziando il 2 a 0 parziale di Coda con una giocata apparentemente semplice, ma di estrema finezza. Dopo aver strappato palla dai piedi di Guth Mancosu ha avanzato sul lato corto dell’area, si è scrollato di due avversari fermandola col tacco e ha spostato leggermente indietro la palla con l’esterno destro. Poi, tenendo il corpo rivolto verso Stepinski ed Henderson – i due compagni più vicino – ha servito filtrante verso Coda, posizionato al centro dell’area di rigore. Nonostante i tre avversari sulla traiettoria è riuscito a servire il compagno con un pallone morbido e mortifero, imprendibile per gli avversari, ma perfetto per il tap-in.
L’assist ha aiutato il Lecce a tenere in sicurezza una partita che si stava facendo complicata, mettendo le basi per la vittoria finale. Da quel momento in poi il Lecce non si è più fermato. A novembre i giallorossi hanno vinto quattro partite su quattro, e Mancosu – pur non essendo il giocatore più evidente – è stato sicuramente uno dei più decisivi. Contro la Virtus Entella, nella sfida con suo fratello Marco, ha regalato gli assist per il primo e secondo gol, ha realizzato il rigore del terzo e ha fatto partire l’azione del 5 a 1 finale. Con la Reggiana gli assist sono stati addirittura quattro, ognuno un po’ diverso dall’altro. Il primo assist è stato per certi speculare a quello col Pescara: stavolta Mancosu ha ricevuto palla più largo, quasi sulla linea di fondo, e dopo averla accompagnata indietro ha ricavato lo spazio per sterzare a destra, non a sinistra, così da poter crossare verso Coda sul secondo palo.
Nelle quattro partite di novembre Mancosu ha contribuito attivamente a dieci gol del Lecce, con un gol, due third pass (il passaggio prima dell’assist) e sette assist. Ma quello che più sorprende non sono i numeri, quanto la sua capacità di farci vedere sempre nuove sfaccettature del suo talento. Un talento sobrio ed essenziale. A volte la cosa migliore della sua azione sta tutta in un tocco, in un movimento della testa, in una postura del corpo: la corsa parallela alla porta prima del secondo assist contro la Reggiana, ad esempio; o lo sguardo che continua a rivolgere in direzione di Coda, al 47esimo della partita con l’Entella, per spingere i difensori a destra prima servire Henderson dall’altra parte. Un’azione replicata, quasi esattamente, qualche settimana dopo.
Questa capacità di dissimulazione è una delle qualità più caratteristiche del capitano leccese: un giocatore celebrale, con una tecnica che gli permette di superare le lacune fisiche. Quando era ormai certo sarebbe rimasto, Corini ha deciso di passare al rombo per poterlo schierarlo nel ruolo per lui migliore, e metterlo nelle condizioni di giocare con più libertà possibile. Durante le partite Mancosu ha la possibilità di cercare la posizione migliore, che si tratti di venire incontro ai compagni o isolarsi su una delle due fasce. Una volta ricevuta palla è lui a decidere il proseguimento dell’azione, con un appoggio, una palla in verticale o un cambio gioco. Le sue qualità tecniche gli permettono di creare occasioni dal nulla, anche quando riceve palla in una zona remota del campo, o con un avversario addosso e le spalle alla porta.
Non è mai stato un giocatore particolarmente rapido o muscolare, ma ora che l’età avanza sta imparando a gestire sempre meglio il suo corpo: quando si tratta di ricevere palla e girarsi in Serie B è quasi immarcabile, e una volta che ha la palla tra i piedi è difficilissimo togliergliela, soprattutto quando l’avversario gli lascia un appoggio.
Questo novembre eccezionale ha dimostrato l’importanza di Mancosu per il Lecce, che nel suo capitano sta trovando un giocatore fondamentale non solo in fase di rifinitura, ma anche e soprattutto quando c’è bisogno di rallentare i ritmi, tenere la palla e allentare la pressione. Non è un caso che il suo ritorno nella formazione titolare abbia coinciso con il momento di miglior forma del Lecce, che a novembre ha vinto quattro partite su quattro, segnando 17 gol.
Nella conferenza stampa di ottobre, al fianco del diesse Corvino e del presidente Sticchi Damiani, Mancosu aveva confermato la sua intenzione di restare a Lecce, e di voler chiudere la stagione in giallorosso. Dopo il rinnovo dello scorso agosto Mancosu ha prolungato ancora una volta il contratto, stavolta senza quella clausola rescissoria che sembrava anticiparne la cessione. A gennaio non avrà scorciatoie per la Serie A, ma non è detto che non riesca a riprendersela già alla fine di questa stagione.