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Marco De Santis
Il portafoglio della Juve 2018
07 giu 2018
07 giu 2018
Una guida ai ragionamenti economici che influenzano le scelte della dirigenza bianconera.
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Marco De Santis
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Alcuni indizi lasciano pensare che questo calciomercato sarà molto movimentato per la Juventus, in parte per motivi economici ma anche per la necessità di ringiovanire la rosa.

 

Dal punto di vista del bilancio va tenuto conto che a differenza dell’anno scorso, chiuso con un attivo di 42,6 milioni, le previsioni per il 2017/18 prevedono al momento una perdita compresa fra i 10 e i 20 milioni al netto di eventuali plusvalenze realizzate nel mese di giugno che potrebbero diminuire il passivo della stagione in corso. Rispetto a un anno fa sono diminuiti di 30 milioni i compensi agli agenti (venendo meno il costo dell’affare Pogba) e ha fatto segnare un’importante crescita il business legato al merchandising (+10 milioni), ma è aumentato di 25 milioni il monte ammortamenti dei giocatori a causa delle spese sul mercato e sono venuti meno circa 30 milioni di ricavi televisivi dalla Champions League (per la prematura eliminazione) e 50 di plusvalenze (passate da 151 a 98 milioni).

 

Il bilancio è quindi destinato a chiudersi in perdita nonostante quasi 100 milioni di plusvalenze, un dato che ci dice che la Juventus per mantenere una rosa di alto livello (con conseguente elevato monte ingaggi), deve realizzare ogni anno un ammontare di plusvalenze vicino a questa soglia (oppure affiancare a plusvalenze più basse aumenti di ricavi e/o tagli di costi).

 

La situazione economica permette comunque ancora degli sforamenti visto che la società è ampiamente all’interno dei parametri del Fair Play Finanziario grazie agli attivi delle scorse stagioni, allo scorporo dei costi virtuosi e a un Patrimonio Netto che sarà ancora positivo a fine stagione di quasi 80 milioni (utilizzabile per coprire le eventuali future perdite di bilancio senza aumenti di capitale).

 

Per quanto riguarda le plusvalenze attese, è importante notare che dei 100 milioni incassati quest’anno ben 40 sono arrivati dalla cessione a titolo definitivo di giovani non appartenenti alla prima squadra (Cassata, Donis, Ganz, Kanoute, Romagna, Lirola, Mattiello, Caligara, Vitale, Bunino e Tripaldelli) e c’è ragione di pensare che la società utilizzerà anche nelle due prossime sessioni di mercato questa politica per ridurre l’esigenza di cedere giocatori più quotati (del “portafoglio” bianconero fanno parte Kean, Cerri, Marrone, Dal Fabro, Mandragora, Rogerio e Clemenza, solo per citarne alcuni).

 


Sembra quindi probabile che, per arrivare a quei 100 milioni circa, la Juventus decida di vendere almeno un big. Forse Alex Sandro - con un ammortamento residuo di 10,5 milioni, uno stipendio lordo di 5,2 milioni e ammortamento annuale di 5,2 milioni - la cui partenza pareva quasi certa ma che poi è stata messa in dubbio dall’infortunio subito da Spinazzola.

 

Sono davvero tanti a non avere la certezza di rimanere a Torino l’anno prossimo e la dirigenza lavorerà col bilancino per ottimizzare le partenze (che aumenteranno la quota a disposizione del mercato non solo per le eventuali plusvalenze ma anche per i seguenti risparmi su monte ammortamenti e monte stipendi, quest’ultimo già abbassato dalle previste uscite di Buffon, Asamoah e Lichtsteiner) a fronte degli eventuali nuovi arrivi.

 



 

Fra i possibili partenti potrebbero esserci Khedira (ammortamento residuo 0,3 milioni, stipendio lordo di 7,4 milioni), Rugani (ammortamento residuo 1,5, stipendio lordo 3,7), Sturaro (ammortamento residuo 4,2, stipendio lordo 2,8), Mandzukic (ammortamento residuo 8, stipendio lordo 6,5), Marchisio (ammortamento residuo 0, stipendio lordo 6,5). Ma in caso di offerte particolarmente allettanti e di possibilità di reinvestire gli introiti su altri big (un po’ come successe con l’addio di Pogba e l’arrivo di Higuain) potrebbero partire anche Pjanic (ammortamento residuo 20, stipendio lordo 8,3 e ammortamento annuale 6,5) o lo stesso Higuain, il cui ammortamento annuale pesa molto sui conti societari (ammortamento residuo 54,7, stipendio lordo 13,9, ammortamento annuale 18,3).

 

Molte delle scelte di mercato dei bianconeri dipenderanno anche dal futuro di Dybala (ammortamento residuo 22,2, stipendio lordo 13, ammortamento annuale 5,5), che ovviamente se ceduto risolverebbe ogni discorso relativo alle plusvalenze. Dovesse arrivare un’offerta congrua (superiore ai 120 milioni di cui si parla in questi giorni), la società dovrà decidere se accettarla investendo pesantenemente su un giocatore con un profilo simile a quello di Milinkovic-Savic (non necessariamente quindi un sostituto di ruolo dell’argentino). Intanto è arrivato un tassello importante come Emre Can (parametro zero, stipendio lordo di circa 10 milioni).

 


In entrata la possibilità di spesa dipenderà ovviamente dai soldi incassati e varierà a seconda della quantità delle plusvalenze realizzate (a parità di incassi, più sono elevate più il bilancio ne beneficia) e dalla misura degli stipendi dei giocatori in uscita, ma il recente passato lascia presumere che in ogni caso difficilmente la differenza fra entrate e uscite (contando anche il riscatto di Douglas Costa per 40 milioni) supererà un deficit di circa 20 milioni a meno di occasioni irrinunciabili che spingano la dirigenza a uno sforzo ulteriore sfruttando i conti economici in ordine che lascerebbero spazio a uno sforamento del budget annuale se condizionato a un rientro nelle prossime sessioni di mercato.

 

I nomi attualmente accostati alla Juventus mettono in evidenza la voglia di abbassare l’età media. A parte Emre Can (24 anni), si parla anche di Morata (25, trattato con la formula del prestito biennale con obbligo di riscatto), Pellegrini (21) e Arias (26), oltre ai già certi innesti di Caldara (24) e Spinazzola (25) e al ritorno di Pjaca (23). La società sta anche puntando a calciatori di età più avanzata ma ancora U-30 come Darmian (28). L’impressione è che se il mercato ne offrisse l’opportunità nulla vieterebbe di inserire almeno un giocatore con più esperienza, sulla falsa riga di quanto capitato con Dani Alves due anni fa.

 

In merito al vociferato scambio Icardi-Higuain, premesso che l’opportunità o meno dell’affare dipende anche dalla valutazione che i rispettivi club darebbero dei due giocatori, e che la riuscita dell’operazione è vincolata alla disponibilità di entrambi di accettare la destinazione, dal punto di vista economico va sottolineato che con la cessione di Higuain la Juventus difficilmente riuscirebbe a realizzare una plusvalenza. La sua partenza da sola potrebbe non bastare per giustificare un grosso investimento sul suo sostituto. Un’operazione di questo genere, che a oggi non pare probabile, dovrebbe essere chiusa nell’ambito di una strategia di mercato più ampia che permetta di realizzare le necessarie plusvalenze con l’uscita di altri giocatori. A rendere ancora più complicata la pista l’annotazione che l’Inter preferirebbe eventualmente chiudere l’affare per motivi di bilancio entro il 30 giugno mentre Higuain non si muoverà sicuramente da Torino a mondiali in corso rimandando ogni decisione a dopo la fine del torneo.

 

Dopo sette scudetti consecutivi e quattro Champions League vissute da protagonista, è forse il momento buono per fare un mercato che metta a rischio qualche risultato nel breve periodo ma che ponga le basi per un futuro ancora ai vertici, fermo restando che l’indiscutibile forza della rosa e la possibilità di reinvestire quanto ricavato (e risparmiato) dalle eventuali cessioni su nuovi giocatori di spessore, fa sì che anche una “rifondazione” come quella ipotizzata vedrà i bianconeri come naturali favoriti nella corsa al prossimo Scudetto.

 

 

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