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Foto di Valery Hache/Getty Images
Calcio Redazione 15 settembre 2016 23'

Mega-guida all’Europa League 2016-17

Chi sono le favorite? In quale città andreste in trasferta? Queste e altre domande essenziali.

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Qual è il vostro power ranking tra le favorite?

 

Emiliano

Trovare adesso delle favorite reali è molto complicato, perché poi entreranno in gioco ben 8 squadre provenienti dalla Champions, ma si possono identificare squadre con grande tradizione europea o ambizioni o qualità di gioco. Al momento: 1) Manchester United 2) Zenit San Pietroburgo 3) Villarreal 4) Athletic Bilbao 5) Fiorentina.

 

Il Manchester United ha investito talmente tanto e ha un progetto di dominio così forte che gli impone di essere favorito: poi per caratteristiche di gioco potrebbe essere troppo britannico, ma l’ultima volta che Mourinho ha preso parte a questa competizione si chiamava ancora Coppa Uefa, e l’ha vinta, ovviamente. Lo Zenit quest’anno ha scelto la guida tecnica di Lucescu, che è una garanzia nelle coppe e sembra avere una squadra superiore allo Shaktar della scorsa stagione, con cui arrivò fino in semifinale. La Champions sembra sempre un livello eccessivo per lo Zenit, ma l’Europa League è nettamente alla portata.

 

Daniele V. Morrone

Come giustamente segnalato da Emiliano purtroppo il formato attuale dell’Europa League rende impossibile dare delle chiare favorite fin da subito vista l’entrata in corsa delle squadre della Champions. Tra quelle attualmente in corsa ovviamente vado con: Athletic Club, Manchester United, Roma, Fiorentina e Schalke. Voglio sottolineare quanto l’Athletic Club abbia una rosa non solo all’altezza, ma anche esperta della competizione, essendo arrivata fino ai rigori contro il Siviglia ai quarti lo scorso anno (con Aduriz capocannoniere). Poi rispetto alle altre ha meno ambizioni di classifica e questo può pesare in primavera.

 

I quarti di finale sfortunati contro il Siviglia.

 

Angelo Andrea Pisani

A livello di rosa non si può che dire Manchester. I Red Devils hanno la squadra migliore del torneo e un allenatore che sembra nato per le competizioni del genere, dove motivazioni e tenuta mentale spesso hanno la meglio. L’Europa League non è una priorità, è vero, ma non bisogna trascurare la componente “narcisistica”: questo United è troppo forte e ha tanto da dimostrare, specie a livello europeo. Per motivi simili mi aspetto un bel cammino della Roma, che ha una rosa molto competitiva e la possibilità di costruirsi una credibilità europea. Oltre alla Fiorentina dico Villarreal, che sembra aver assorbito la partenza di Marcelino, e Schalke: i tedeschi hanno un girone abbordabile, scarse ambizioni in campionato (dominato dal Bayern) e una squadra zeppa di potenziali fenomeni.

 

Dario Saltari

Penso che il vero obiettivo di Mourinho quest’anno sia ribadire il proprio dispotismo in Premier League e che guardi questa Europa League come un fastidio da cui liberarsi il prima possibile. Il Manchester United non può permettersi di impelagarsi in una competizione lunga e snervante come l’Europa League. Insomma, non lo vedo tra i favoriti alla vittoria finale. Per quanto riguarda le altre candidate tra le big ai nastri di partenza, concordo sull’Athletic Bilbao e sulla Roma. Ma come già detto, bisognerà aspettare la fine dei gironi di Champions per capire i reali equilibri di questa coppa: negli ultimi 10 anni in ben sette casi almeno una delle finaliste proveniva dalla Champions League.

 

Federico Aquè

Credo anche io che vincere l’Europa League non rientri nelle priorità di Mourinho: è il solito discorso delle grandi squadre che preferiscono concentrare gli sforzi sul campionato e snobbano l’Europa League, almeno fino a quando non si arriva nei pressi della finale. Non è un caso che l’unico club di prima fascia a vincere il trofeo sia stato il Chelsea, in una stagione molto particolare dopo la retrocessione dalla Champions, l’esonero di Di Matteo e l’arrivo di Benítez. La storia suggerisce di restringere il campo delle favorite alle spagnole di seconda fascia (prima del tris del Siviglia c’è stata la doppietta dell’Atlético Madrid, quando ancora non competeva con Barcellona e Real) o alle big fuori dai cinque principali campionati europei: le spagnole le avete già dette, il nome che aggiungo io è lo Shakhtar Donetsk, che retrocedendo dalla Champions l’anno scorso è arrivato in semifinale e ha mantenuto la stessa squadra. L’eredità di Lucescu è invece stata raccolta da Paulo Fonseca, eliminato col Braga proprio dallo Shakhtar ai quarti nella scorsa edizione: potrebbe essere la novità che porta finalmente gli ucraini a imporsi anche a livello internazionale.

 

Federico Principi

Aggiungo che l’Inter avrà anche fatto a meno di Kondogbia, Joao Mario e Gabigol nelle liste Uefa, ma a Pescara l’ho vista bene nonostante le troppe occasioni concesse in profondità, può comunque schierare eventualmente Medel-Brozovic-Banega a centrocampo e voglio credere che questa sia finalmente la stagione in cui le italiane metteranno in Europa League la stessa intensità che metterebbero in campionato o in Champions.

 

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De Boer è pronto

 

Una possibile outsider, oltre al Siviglia che vince l’EL da 3 anni consecutivi, in arrivo dai gironi di Champions?

 

Emiliano

Quest’anno avremo finalmente l’illuminazione: sarà il PSG a “retrocedere” dalla Champions e vincere l’EL. Così si scoprirà che il vero obiettivo di Emery è ottenere la denominazione di “Coppa Emery”, un po’ come una volta la coppa del mondo era chiamata Rimet. Insomma, il segreto delle vittorie non era il pescaíto frito di Siviglia, ma semplicemente un piano occulto di Emery.

 

Dario

Per il Siviglia quest’anno arrivare terzo sarà molto più difficile dell’anno scorso, vista la bontà del sorteggio. Secondo me dovremmo più che altro rivolgere le nostre attenzioni al gruppo E, dove, tra Monaco, Leverkusen, Tottenham e CSKA, potremmo trovare una finalista. Chissà che Schmidt non veda finalmente il suo lavoro ricompensato con un trofeo, che in patria per forza di cose non può raggiungere.

 

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Una delle vittorie del Siviglia in Europa League, quella in cui Rakitic baciò Daniel Carrico.

 

Angelo A.

Oltre alle possibili eliminate dal girone E, come evidenziato da Dario, mi sento di puntare sul Benfica. Dopo il pareggio col Besiktas il cammino dei portoghesi si è complicato, e una retrocessione in Europa League non sarebbe così assurda. Nel caso, gli uomini di Rui Vitoria potrebbero puntare al colpo grosso: per la storia (semifinale e finale nelle ultime due partecipazioni) e per la cabala (Bela Guttman dovrà pur avere una data di scadenza, no?).

 

Alfredo

Possiamo essere ragionevolmente certi che una seria pretendente all’Europa League non uscirà dal Gruppo G di Champions League. Nessuna tra Leicester City, Porto, Club Brugge e Copenhagen ha oggi le carte in regola per lanciarsi alla conquista del trofeo. Ho invece immaginato che lo Sporting Lisbona potesse giocare uno scherzo alle due grandi sorteggiate nel Gruppo F, Real Madrid e Borussia Dortmund.

 

Federico A.

Per me invece lo Sporting finisce dietro Real e Borussia e diventa automaticamente una possibile outsider in Europa League, specie se Jorge Jesus riuscirà a inserire Markovic e Joel Campbell. In campionato, intanto, dopo la rimonta subita dal Benfica lo scorso anno, lo Sporting ha chiarito da subito le proprie ambizioni vincendo le prime quattro partite: la squadra, insomma, è di ottimo valore ed è allenata da un tenico esperto e capace di portare il Benfica in finale per due volte, che si è autodefinito «il miglior allenatore al mondo». Vincere un titolo internazionale renderebbe un po’ meno ridicola questa affermazione.

 

Fabrizio Gabrielli

Sono contento che finalmente qualcuno non abbia avuto timore di tirare fuori il nome dei “Leoes” come candidati credibili al Gran Premio delle Underdogs sgocciolate via dalla Champions. È credenza comune che con le cessioni di Joao Mario e Slimani lo Sporting Lisbona si sia indebolito; ma è anche vero che Jorge Jésus si è liberato di un orpello del Novecento come Aquilani e di una mina vagante (più fuori che dentro il campo) come Teo Gutiérrez ricevendo in cambio un giocatore estremamente duttile e con una voglia di mangiarsi le reti avversarie come Joel Campbell, e un suo feticcio come Lazar Markovic. Sarebbe magnifico se a perpetrare la maledizione “benfiquista”, della quale JJ è stato partecipe, fosse JJ stesso. Quantomeno in linea di coerenza con il ruolo che si è autoaffibiato.

 

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Bela Bela Bela.

 

Federico P.

Nonostante la batosta subita ieri all’Etihad, il Borussia Moenchengladbach può rappresentare una minaccia per tutti se eventualmente retrocesso in Europa League, portando con sé quella ventata di calcio tipicamente teutonico iperaggressivo anni Dieci del Duemila, ma anche quella duttilità che gli permise ad esempio lo scorso anno di essere una delle poche formazioni a battagliare alla pari con il Bayern di Guardiola.

 

Emanuele

Ci siamo dimenticando il PSV di Cocu, che ha un livello della rosa e un tecnico che profumano di Europa League a chilometri di distanza. Già nella scorsa stagione sarebbero potuti essere competitivi, ma alla fine si sono spinti agli ottavi di Champions e hanno trascinato l’Atlético ai calci di rigore. Quest’anno hanno ricominciato da dove avevano finito: perdendo 1 a 0 con l’Atlético ma giocando un’ottima partita. Il PSV ha una rosa abbastanza completa, con due-tre elementi giovani che spiccano sugli altri e che vogliono mettersi in mostra. Cocu è un tecnico poco dogmatico per essere olandese e la sua flessbilità torna utile nelle partite a eliminazione diretta.

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