Dove eravamo, che stavamo facendo, di così importante, in quei sei-sette mesi dell’anno 2000 in cui la carriera di Patrick M’Boma, una carriera assurdamente breve, e piuttosto bizzarra, si è raggrumata in un ammasso di epica? Perché, allora, eravamo più preoccupati del millenium bug che non di quanto stessimo sottovalutando questo centravanti camerunense? Perché non ci siamo stupiti, o scandalizzati, quando non abbiamo letto che Barcellona, Manchester United, Juventus o Inter lo stessero cercando?
Oggi possiamo riconoscerlo pacificamente: nel 2000 Patrick M’Boma ha fatto di tutto per passeggiare nei nostri discorsi, senza però riuscirci granché, non quanto avrebbe dovuto, almeno. Un’impressionante incetta di premi collettivi e individuali non è stata sufficiente affinché iscrivessimo il suo nome, prepotente, nel firmamento della contemporaneità calcistica. Per quale ragione? Dipenderà dal fatto che la sua parabola professionistica è stata perlopiù fuori dai radar di quello che chissà ingenerosamente chiamiamo “calcio che conta”?