Dite la verità, non ci credevate davvero, eh? Neanche noi, eppure l’incontro di cui si parla da mesi tra la leggenda della boxe, Floyd Mayweather Jr., e la leggenda delle MMA Conor McGregor, si farà sul serio il prossimo 26 agosto a Las Vegas. Si combatterà con le regole della boxe, su 12 riprese.
L’incontro da una parte conferma l’ascesa delle Mixed Martial Arts nel mondo, dall’altra certifica il senso del marketing di entrambi gli atleti e fa storcere il naso a chi ci vede solo una speculazione. Mayweather interrompe un ritiro che dura da 2 anni e torna sul ring da imbattuto, con un record di 49-0. McGregor combatterà per la borsa più ricca della sua carriera: si parla di 100 milioni, una cifra ancora inarrivabile nelle MMA.
Non è in ballo la superiorità di uno sport sull’altro, ma solo il talento di un fighter di MMA senza alcuna esperienza che decide di combattere con il miglior boxer degli ultimi decenni. Ma sarà senza dubbio uno degli incontri più seguiti della storia: e chi siamo noi per snobbare la storia senza almeno farci un paio di domande?
Abbiamo chiesto a due scrittori di MMA (Gianluca Faelutti e Giovanni Bongiorno) e uno di boxe (Matteo Trevisani) cosa ne pensano.
- Quali sono secondo voi le caratteristiche principali e i punti di forza di Mayweather e di Mc Gregor (considerato come pugile, appunto)?
Gianluca Faelutti: Non credo che McGregor abbia molti vantaggi, parliamo pur sempre di un incontro fra un atleta che debutta nel pugilato professionistico opposto a uno dei più grandi pugili della Storia. Però è mancino, è più grosso e più giovane di dodici anni; non sarà sicuramente il miglior pugile affrontato da Floyd, ma sarà sicuramente un pugile anomalo, che colpirà e schiverà in modo diverso rispetto ai pugili incontrati nella sua lunga carriera e con quel missile al posto del sinistro potrebbe anche ribaltare clamorosamente i pronostici, ma è un piccolo spiraglio chiaramente, Floyd avrà una miriade di vantaggi tecnici e l’esperienza di vent’anni di pugilato professionistico, ma anche tutto da perdere.
Giovanni Bongiorno: Credo che Conor non abbia possibilità concrete di vittoria. Anche se ci ha insegnato a non darlo mai per spacciato: è un atleta pieno di sorprese, dotato di un mancino micidiale, un fisico importante per le 154 libbre e una precisione nei colpi chirurgica e invidiabile. Da parte sua, Mayweather jr. ha già affrontato power puncher e pugili di livello élitario (rispettivamente Saul “Canelo” Alvarez e Manny Pacquiao, entrambi dominati). Floyd è con tutta probabilità il pugile migliore della nostra generazione e credo non avrà troppi problemi a fare il torero con l’irlandese. Dotato di un movimento di busto e testa eccezionali, è il vero Maestro della difesa nel pugilato, con un gioco di gambe perfetto. È capace di portare a spasso l’avversario per il ring e rientrare in maniera fulminea e precisa quando lo ritiene opportuno. Nonostante ciò, mai dire mai nella vita e nello sport, e una sorpresa sarebbe certamente gradita.
Matteo Trevisani: Vedremo come la Shoulder Roll di Floyd riuscirà a essere incisiva nella difesa anche contro McGregor. La difesa è l’arma migliore di Mayweather, insieme a un gioco di gambe e una mobilità che non hanno avuto, per ora, rivali. Onestamente neanche io credo che Conor possa vantare un qualche tipo di vantaggio tecnico sul pugile: va bene la giovane età, va bene il fisico, ma Mayweather conosce i limiti e i punti di forza di questo sport da più di trent’anni, non rischierebbe la prima sconfitta se non fosse sicuro di vincere.
- Pensate che sarà un incontro interessante dal punto di vista sportivo o solo un’esibizione circense, una farsa (come sostiene ad esempio il Guardian)?
Gianluca: Potrebbe diventare uno degli incontri più seguiti di sempre e i motivi non sono certamente di natura tecnica: è chiaro che sono i personaggi, il trash talking e il puerile desiderio di vedere opposti un fighter di MMA e un grande pugile a far salire l’hype alle stelle, però non mi spingerei fino a dire che sarà una farsa. È una cosa molto americana, certamente una trovata furba e ruffiana, però scommetto che anche i più accaniti detrattori di questo match alla fine non si perderanno l’incontro e McGregor comunque farà di tutto per compiere il miracolo.
Matteo: Io voto farsa. Credo che abbia un senso quello che ha detto sul Telegraph il general manager del canale Showtime, Stephen Espinoza, sul fatto che potrebbe essere una specie di “incontro scientifico”, in un senso voyeuristico, che rimanda a quella maniera tutta statunitense di mettere a confronto mondi che non si parlano e che non comunicano fra loro. Al cinema sarebbe un film del tipo Alligatori contro Squali, con Floyd che fa la parte di quello che deve vincere per forza e Conor che può dimostrare come una preparazione fisica a tutto campo possa competere anche con uno dei migliori pugili della storia. Ma davvero non credo che sia un incontro vero e proprio. Una cosa simile a quella volta che Mayweather ruppe il naso a Big Show in un incontro di Wrestlemania.
Giovanni: Un altro precedente, datato 26 giugno 1976, vedeva affrontarsi due mondi molto diversi: la boxe contro il pro-wrestling, Muhammad Alì contro Antonio Inoki. Anche allora si parlava di farsa ma lo fu probabilmente solo per il cartellino dei giudici: Inoki – menomato da un regolamento ad hoc per favorire Alì – martellò la tibia del Più Grandi Di Tutti i Tempi causando un infortunio molto grave (a un certo punto si era parlato anche di amputazione della gamba…). Il match di cui parliamo è diverso perché un atleta di uno sport si limita ad entrare nel mondo dell’altro. Cosa sarebbe successo se Inoki avesse combattuto solo coi pugni? Probabilmente sarebbe stato un massacro, Alì lo avrebbe messo al tappeto alla prima. In questo caso la distanza è più sottile, ma cosa possiamo aspettarci dal match fra McGregor e Mayweather, realisticamente, se non una vittoria schiacciante per Floyd?
Gianluca: Su questo punto credo sia difficile non essere d’accordo, seppur con alcune assonanze sono due sport diversi e chi va a giocare nel campo opposto non può che trovarsi in netto svantaggio, però credo sia più facile per un fighter di MMA adattarsi a combattere in un ring che non il contrario. Perché un fighter sa comunque boxare, mentre un pugile sarebbe davvero alle prime armi in fatti di grappling e con ogni probabilità finirebbe sottomesso in pochi istanti.
Giovanni: Ma come dicevi sopra, la boxe applicata alle MMA è parecchio diversa da quella pura nel quadrato. Mi trovi comunque d’accordo sulla questione del grappling.
Matteo: è una questione di campo: nell’oceano vince lo squalo, nella palude l’alligatore.
Alì contro Inoki: 15 riprese finite in pareggio. Se McGregor colpirà con i calci Mayweather è prevista una multa.
- Perché dovremmo vederlo allora?
Matteo: Utilizzando un sofisma post hoc, potremmo dire che sarà valsa la pena vederlo solo nel caso in cui a vincere fosse Conor. Quello sì che sarebbe spiazzante, aprirebbe anche un mondo agli atleti MMA. Floyd che vince è rassicurante, incarna l’idea del campione che svetta sul ragazzino che vuole insediare il trono, mortificandone le debolezze; mentre Conor ha la possibilità di dimostrare che non solo lui, ma tutta una preparazione e una filosofia sportiva può competere a certi livelli. La boxe (ma a pensarci bene non solo la boxe, ma ogni sport in cui l’età che avanza è un malus) è piena di storie di questo tipo, la sua filosofia e la sua bellezza si regge su di esse e su questi archetipi, ma Conor è un outsider vero e proprio qui, e quelle dell’eroe venuto dall’altro mondo per regnare su questo sono storie che finiscono sempre male.
Giovanni: A malincuore, devo essere d’accordo con Matteo. Le favole esistono nei film e nei libri. Ma le sorprese no. Non sarebbe il primo miracolo sportivo a cui assistiamo, forse sarebbe però quello con più risonanza. Neanche Buster Douglas su Mike Tyson risulterebbe essere un upset così enorme. Però secondo me lo guarderemo anche solo perché sarà uno degli eventi mediaticamente più importanti di sempre. Se poi ci sarà quell’upset che stiamo dicendo improbabile, allora avremo assistito a uno spettacolo di quelli che si vedono una volta sola nella vita.
Gianluca Se questo fosse un film Hollywodiano, McGregor avrebbe già vinto, magari dopo un match di assoluta sofferenza, costretto a rialzarsi più volte alla fine l’irlandese troverebbe il colpo risolutore contro tutte le logiche e i pronostici. La vita però raramente è così retorica. Eppure voglio credere che uno spiraglio per McGregor esista anche nella vita reale, perchè se c’è al mondo una persona predisposta ai miracoli sportivi, quella è senz’altro McGregor. L’elemento essenziale per compiere un miracolo è credere cecamente a quel miracolo. Come scriveva Erasmo da Rotterdam: “chi merita di essere chiamato saggio? Il sapiente, che non osa intraprendere alcunché da tanto che è timido e pauroso, oppure il folle, che non sa cosa sia la vergogna e non teme il pericolo, perché nemmeno li vede?”. McGregor crede sinceramente di vincere quell’incontro e questo potrebbe essere il suo segreto. In fondo parliamo di Mystic Mac, l’uomo delle profezie, uno che aveva predetto il KO su Jose Aldo al primo scambio, uno che si è presentato in UFC dicendo che si sarebbe preso tutto.
Credere che possa vincere è una follia, ma forse lo è anche darlo per spacciato…
- Che tipo di incontro prepareranno secondo voi?
Giovanni: Per quanto concerne le MMA, McGregor ad altissimi livelli ha fatto solo un match sulle 155 libbre, ma lo ha ampiamente dominato portando a casa il titolo UFC. Ha un’ottima gestione della distanza e un counterstriking davvero eccelsi. Il punto è che il pugilato è un altro sport. A 170 libbre, negli incontri con Nate Diaz, l’irlandese ha mostrato tutti i suoi limiti di cardio, anche se da un incontro all’altro ha mostrato miglioramenti: non credo rischierà di scoppiare nelle prime riprese. Giocherà d’astuzia, cercherà di resistere. È fiducioso, non stupido. Sa bene che in quanto ad esperienza Floyd lo supera anni luce e che se dovesse arrivare anche solo una volta con eccesso di sicurezza, “Money” lo punirebbe immediatamente. Sarà paziente, cercherà il colpo singolo. Pugili con combinazioni fra volto e figura più letali delle sue hanno provato ad atterrare Mayweather, e il risultato è stato sempre lo stesso. Se troverà un’apertura, cercherà di sfruttarla; in caso contrario vedo un incontro molto paziente. Inutile giocare al gatto col topo contro Mayweather, ti porta sul suo terreno, ti sfianca perché ti manda continuamente a vuoto, poi ti finisce. Secondo me rischieremo di morire di noia aspettando chi dei due farà la prima mossa.
Matteo: Il problema è proprio questo. Nel senso: è plausibile aspettarsi almeno una condizione migliore a quelle previste da parte di Conor: e cioè che potrebbe anche non stancarsi affatto. Questo è l’unico aspetto che potrebbe cambiare il match: Mayweahter non è un pugile aggressivo, giocherà di rimessa, lo aspetterà per partire d’incontro. La boxe che esprimeva Floyd nei veri match era incredibile, un numero di colpi assurdo e di tecniche, mai su un solo ritmo, sempre per spiazzare l’avversario. Stavolta non mi aspetto un incontro stellare, dopotutto anche quello contro Pacquiao non lo fu: il primo che decide di dare spettacolo e di voler essere generoso, è il primo che l’incontro lo perde. Detto questo, è Conor che invade il campo sportivo dell’avversario e che quindi ha qualcosa da dimostrare (più al pubblico che a sé stesso, in realtà, al suo ego può bastare la montagna di soldi che guadagnerà dall’incontro). In questo secondo potrebbe essere lui quello che rischia di perdere la concentrazione per primo e di partire con due mani avanti per afferrare l’avversario.
Gianluca: Sono d’accordo con la vostra lettura. Conor non è un fighter particolarmente aggressivo come spesso viene erroneamente descritto, è sempre in controllo e attento a non esporsi eccessivamente, preferisce il colpo singolo ad una sequenza prolungata e sa sfruttare alla perfezione le offensive avversarie attraverso, come detto da Giovanni, un counterstriking stellare (almeno per quanto riguarda le MMA). Per questo non credo che sarà particolarmente sfrontato: non è nelle sue caratteristiche e rischierebbe di esaltare la fase difensiva di Floyd, finendo magari per stancarsi inutilmente ed esporsi ai suoi colpi d’incontro. Una sconfitta ai punti sarebbe per McGregor una mezza vittoria e dei due potrebbe essere lui il più paziente, anche perché Floyd – lo dico da profano o quasi di boxe – mi sembra si esalti contro fighter aggressivi.
- Guardando il video di sparring (qui sotto) tra McGregor e l’ex campione IBO dei welter Van Heerden – che lo ha prontamente ricondiviso sui propri social – che ne pensate della sua tecnica di pugilato?
Gianluca: In questo video sembra davvero impacciato e troppo lento per un livello di pugilato così elitario, però in altri video l’ho visto un po’ più a suo agio. Si allena da tempo con pugili professionisti, ma in ogni caso è difficile fare questo tipo di valutazioni solo con il materiale reperibile da internet, sono spesso spezzoni decontestualizzati che magari riprendono soltanto un momento di difficoltà oppure di “gloria” e non tengono conto del livello di stanchezza di McGregor in quella circostanza. Detto questo, McGregor di quel poco che si è visto con i guantoni, non mi ha mai impressionato. Dobbiamo tenere conto che il pugilato adattato alle MMA ha delle differenze sostanziali rispetto a quello tradizionale: la gamba più avanzata va tenuta meno esposta in quanto diverrebbe facile bersaglio dei calci alle gambe e di quegli atterramenti che iniziano appunto afferrando una gamba, flettere il busto per eludere i colpi rischia di rendersi vulnerabili alle ginocchiate d’incontro, la guardia deve sempre tenere conto dei calci al corpo, delle ginocchiate, ma anche delle gomitate dallo stand up, etc…
Giovanni: Bisognerebbe sapere quale ripresa fosse quella fra i due. La prima? La decima? La mancanza di cardio e freschezza fa perdere di lucidità e quindi di efficacia, rendendo gli atleti più goffi del normale. Qui Conor sembra non avere neanche una forma concreta, per un pugile. Il suo gioco di gambe è lento, gira a volte dal lato forte di Van Heerden, in generale non un’idea molto saggia. Cerca anche lui quasi una shoulder roll, ma non riesce ad esprimere ciò che vorrebbe, né ciò che è minimamente necessario: infatti viene affossato dal jab dell’avversario anche per tre volte di fila e non riesce ad uscire dalle corde.
È limitato nei movimenti di busto, nonostante sia avanti anni luce nel pugilato a molti esponenti delle MMA. Ma questo è ovviamente uno sparring, non cercano di mettersi al tappeto, ma solo di misurarsi. Le MMA non consentono una guardia come quella di Floyd, che sposta spesso il busto all’indietro e lateralmente per schivare in maniera perfetta i colpi degli avversari. Come dice giustamente Gianluca, sarebbe un invito a colpi tipici nelle MMA, siano essi i calci laterali, i calci circolari al costato, le ginocchiate, o anche i takedown. Ma qui, ricordiamolo, si parla di boxe. Il vantaggio è tutto di “Pretty Face”. Ho sempre pensato che questo, il suo primo vero soprannome, gli si addicesse più di tutti gli altri, perché ricorda la capacità di terminare gli incontri subendo meno danni possibili, uscendo dal ring con la faccia pulita.
Matteo: È difficile pensare di poter incontrare un campione da 49-0 con la preparazione che si vede in questo video. Anche io credo che la forma con cui si presenterà Conor all’incontro sarà di certo di gran lunga migliore da quella che si vede qui, ma nonostante questo sembra che manchi una buona base, non tanto tecnica, ma di “presenza” sul ring. Floyd è davvero in vantaggio su ogni aspetto. Mi è venuto in mente quando hanno fatto vedere al padre di Mayweather, in tempi non sospetti, un video di McGregor, e Mayweather Senior fa un’espressione incredula, indecifrabile e alla fine dice, sibillino: un jab lo sistemerebbe per bene.