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Marco D'Ottavi
Impara la regola sui falli di mano con Matthijs de Ligt
21 nov 2019
21 nov 2019
L'olandese ci aiuta a capire un regolamento impossibile.
(di)
Marco D'Ottavi
(foto)
Jeroen Meuwsen / Soccrates / Getty Images
(foto) Jeroen Meuwsen / Soccrates / Getty Images
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Durante Brescia-Torino l’arbitro Guida ha assegnato due calci di rigore a favore del Torino nel giro di pochi minuti, in entrambe i casi per un fallo di mano. Se nel secondo la respinta con l’avambraccio di Mateju sul tiro di Belotti era apparsa fin da subito figlia di un movimento innaturale (come poi evidenziato dal VAR), nel primo in molti - su Twitter e fuori - avevano espresso più di qualche dubbio: Cistana tocca sì il pallone con il gomito, ma dopo che questo è rimbalzato sull’anca di Magnani distante pochi centimetri. Insomma in quel caso il braccio era un po’ largo, ma il povero Cistana che doveva fare? Ma poi era largo in maniera naturale o intenzionale? Dove stava guardando il difensore del Brescia? E in che direzione si è mosso il suo braccio? Insomma tante domande e un’unica risposta non del tutto convincente: è calcio di rigore. Guida, anche per merito di un invidiabile posizionamento, non aveva avuto dubbi, indicando immediatamente il dischetto, senza neanche passare per un consulto con i suoi assistenti al VAR. La sicurezza mostrata dall’arbitro, in totale controtendenza con la sensazione di dubbio nel pensiero comune ha evidenziato ancora una volta lo scarto tra chi il regolamento lo applica di mestiere e chi interpreta, intuisce, ipotizza. Io, lo ammetto, faccio parte di questa seconda categoria: mi capita di commentare ogni decisione dubbia con gli amici, in ufficio, anche da solo davanti al mio portatile, eppure il regolamento non l’ho mai letto, tanto meno studiato. Sinceramente non saprei neanche dove andarlo a cercare e se dopotutto non ho mai letto il codice civile, perché dovrei impegnarmi tanto per un gioco che sembra cambiare ogni anno? Ho sempre pensato che per giudicare bastasse la mia sensibilità e, al massimo, un buon replay. Ma questo non è più possibile con i falli di mano. Davvero non riesco più a districarmi, farmi un’idea di cosa sia giusto e cosa no, di come si possano muovere gli arti superiori nei 665 metri quadri dell’area di rigore. Certo, sono consapevole che un metro di giudizio esiste, ma mi pare nebuloso, come l’economia finanziaria o i film di Malik.Per fortuna in mio soccorso è arrivato Matthijs de Ligt. Il difensore olandese, oltre ad aver scelto la squadra per cui tifo tra tutte le migliori squadre del mondo (o almeno così ci ha fatto credere Paratici), si è anche premurato di trasformarsi in un tutorial YouTube che ricrea tutti i modi differenti in cui è possibile toccare il pallone con le braccia dentro l’area di rigore. Ok, magari non vi aiuterà a capire come ragiona la terna arbitrale, anche perché ogni singolo tocco con il braccio di de Ligt è stato vivisezionato al microscopio alla ricerca di una risposta che quasi mai è stata univoca, ma magari avremo chiari tutti i modi possibili in cui si può colpire un pallone con il braccio in area e - soprattutto - proveremo a rispondere alla domanda davvero interessante qui, ovvero: perché è successo proprio a lui così spesso?

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