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Emanuele Mongiardo
Come gioca Matija Popović
23 nov 2023
23 nov 2023
Il classe 2006 del Partizan Belgrado sembra a un passo dal Milan.
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Emanuele Mongiardo
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IMAGO / ZUMA Wire
(foto) IMAGO / ZUMA Wire
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Il settore giovanile del Partizan Belgrado è una delle più grandi fucine di talenti della regione balcanica. Secondo uno studio del CIES, nel 2015 si trattava della miglior academy d’Europa per la quantità di calciatori esportati. In Italia, la Fiorentina è un esempio di come spesso si possa pescare bene dal settore giovanile dei bianconeri: lì Corvino scoprì Milenković e Vlahović, dieci anni dopo aver portato a Firenze un talento cristallino come Stevan Jovetić. Il fatto di provenire da un contesto di valore certificato in materia di giovani deve aver convinto i dirigenti del Milan a puntare su un nuovo talento del settore giovanile del Partizan, Matija Popović. Da qualche giorno, infatti, circola la notizia di un accordo quasi concluso con il serbo classe 2006, che andrà in scadenza a gennaio permettendo ai rossoneri di tesserarlo a parametro zero.

Vista l’età – compirà diciotto anni a gennaio – è difficile definire quale sarà il suo futuro nell’immediato. Immaginarlo in Primavera accanto accanto a Camarda è eccitante, tuttavia non sarebbe da escludere un suo graduale inserimento in prima squadra. Popović, infatti, è uno dei prospetti più interessanti d’Europa, come ha dimostrato a maggio durante gli Europei Under 17 disputati in Ungheria, dov'era la stella della Serbia. Anche se è nato in Germania, infatti, Popović ha fatto quasi tutto il suo percorso calcistico in Serbia, prima nel Vojvodina e poi nel Partizan. Nel 2022/23 ha giocato nell’Under 19 dei bianconeri, sotto età quindi, collezionando ottimi numeri: sono 20 i gol segnati in 24 presenze. Con numeri del genere, Popović sembrava destinato ad esordire in prima squadra. Tuttavia, è stata la società stessa a porre un veto sul suo ingresso tra i professionisti. La dirigenza gli avrebbe offerto il contratto più ricco mai proposto ad un ragazzo proveniente dal settore giovanile. Il padre però, avrebbe preteso il 50% sulle future rivendite e così si è arrivati alla situazione di stallo per cui a gennaio sarà libero di firmare con chi vuole. Per via di questa diatriba, Popović non è riuscito a esordire in prima squadra ed è rimasto fuori squadra negli ultimi incontri delle giovanili del Partizan. Le sue ultime partite ufficiali risalgono all’Europeo Under 17. Come gioca Popović I 20 gol in 24 presenze con l’Under 19 del Partizan sono cifre da attaccante, nonostante il serbo parta da trequartista. Il dato sarebbe già notevole di per sé, se non fosse che la finalizzazione è solo una parte del gioco di Popović e che nel suo repertorio sembra esserci tanto altro. Ad ottobre il Guardian lo ha inserito nella lista dei 60 migliori giovani talenti al mondo. La descrizione che ne fa il quotidiano inglese potrebbe sembrare piuttosto eccentrica, ma in realtà riassume bene il tipo di giocatore che rappresenta, tanto talentuoso quanto strano. "Qualcuno dice che potrebbe essere descritto come il “Michu serbo”; altri lo vedono più come un mix tra Aleksandar Mitrović e Sergej Milinkovic-Savić". Goran Arnaut, vicedirettore dell’academy del Partizan, lo ha paragonato invece ad Ibrahimović per il mix tra altezza e tecnica. «Stiamo parlando di uno dei giocatori più dotati apparsi nel Partizan nell'ultimo decennio», ha detto di lui dispiaciuto per la decisione di non rimanere nel club di Belgrado. Paragoni del genere aiutano a capire come ciò che rende speciale Popović sia la combinazione tra fisico e piedi. Il classe 2006 è alto un metro e 93, ma ha tecnica e visione di gioco da numero dieci. A differenza di altri freak come Milinković o Ibrahimović, però, Popović non sembra usare il suo fisico per dominare gli avversari con il corpo, anche perché nonostante l'altezza è piuttosto magro e sembra non poter contenere muscoli. Il serbo è un giocatore che si muove con leggerezza in campo, trasmettendo un grande senso di eleganza più che di potenza. Popović parte da trequartista o seconda punta e cerca di ricevere soprattutto sul centro sinistra: destro naturale, da quella posizione può rientrare sul piede forte e avere una miglior visione del campo. Quando tocca palla, è impossibile non notare il suo talento. Sa essere precisissimo e delicato negli appoggi di prima, ma ama tenere il pallone tra i piedi. Usa la suola per avere un miglior controllo in spazi stretti ed è un amante della veronica. Nonostante i molti gol segnati, che di certo non possono passare in secondo piano, si ha l’impressione che Popović possa diventare un grande rifinitore: legge bene i movimenti dei compagni nello spazio e sa servirli sulla corsa con dei filtranti alle spalle della difesa. Dal centro sinistra può anche decidere di alzare il pallone con aperture a giro di interno destro, a volte disegnate anche da fermo.

Popović è un giocatore estremamente virtuoso col pallone e ha saputo adattare questa sua caratteristica anche all’atteggiamento della nazionale serba, che agli Europei Under 17 ha deciso di aspettare bassa per poi attaccare in contropiede. Popović si è ritrovato a giocare in campo aperto, dove, senza essere veloce, ha fatto valere la sua lunga falcata: è un trequartista che sa ingannare il diretto avversario con la postura e con le finte – prova spesso il doppio passo – e se prende controtempo il difensore può saltarlo facilmente. È così che ha decretato la vittoria della Serbia sull’Italia nella fase a gironi, grazie a due isolamenti in cui ha superato l’uomo e ha firmato gli assist decisivi per il 2-0 finale. Con Popović, quindi, il Milan si assicura un talento cristallino, forse ancora un po’ leggero per la Serie A ma su cui di certo è possibile nutrire grandi aspettative. Come detto, il serbo è fermo da mesi, quindi è facile immaginare un suo primo periodo di adattamento in Primavera. Proprio perché avrebbe dovuto giocare già da quest’anno in prima squadra nel Partizan, però, è difficile immaginare che il Milan non gli abbia fatto qualche promessa su un possibile esordio in prima squadra, anche perché per Popović ha dovuto battere la concorrenza di squadre come Barcellona e Borussia Dortmund. Per una squadra italiana convincere un talento così a trasferirsi a parametro zero non è cosa da poco.

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