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Marco D'Ottavi
Devo ancora fare tutto, intervista a Matias Soulé
09 nov 2023
09 nov 2023
L'argentino del Frosinone ha vinto il premio AIC come miglior giocatore di ottobre.
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Marco D'Ottavi
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IMAGO / Gribaudi/ImagePhoto
(foto) IMAGO / Gribaudi/ImagePhoto
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A fine intervista Matias Soulé ha ringraziato per il premio di miglior calciatore della Serie A di ottobre assegnato da AIC in collaborazione con Ultimo Uomo. Io, che ero dall’altro lato della videochiamata, non so perché, mi sono sentito in dovere di ringraziarlo a mia volta: «grazie a te per essere un giocatore così divertente» gli ho detto, e solo adesso mi accorgo come può essere suonata strana come risposta. Eppure, non volendo, si può ritrovare in questo aggettivo che ho usato, divertente, la ragione che ha spinto i suoi colleghi a premiarlo in una quartina che comprendeva anche Joshua Zirkzee (anche lui piuttosto divertente c’è da dire), Marcus Thuram e Gelson Bremer.Matias Soulé è uno di quei calciatori che, a prescindere dal tifo, è bello vedere in campo, anche solo nelle giocate più semplici. Ha quel tipo di leggerezza che nel calcio è un privilegio. A Frosinone se lo stanno giustamente godendo e Di Francesco sembra averlo capito al volo. Non è solo divertente però: fin qui, in nove partite, Soulé ha segnato 5 gol, tutti a modo loro diversi - due di testa, uno su rigore, uno di destro e uno di sinistro - di cui 4 a ottobre, ed è stato una presenza costante nelle partite del Frosinone sotto forma di dribbling (gliene sono riusciti 62 finora, il migliore in Serie A, 9 in più del secondo Kvaratskhelia), filtranti, giocate creative che dettano il ritmo della squadra più sorprendente di questo inizio di stagione. Sapevamo tutti che era un giovane di talento, da quando la Juventus lo ha preso giovanissimo dal Velez in Argentina, che però potesse avere questo impatto fin dall’inizio della sua prima vera stagione in Serie A è stato del tutto inaspettato. Non solo per l’età, vent’anni, o per la poca esperienza, ma perché arrivare in una realtà tanto diversa, con obiettivi diversi, un gioco diverso e trovarsi subito come nel giardino di casa non è banale. Parto proprio da qui. Tu sei arrivato al Frosinone il 28 agosto e il 2 settembre eri già in campo da titolare e non sei più uscito dal campo. Pensavi di poter incidere da subito in Serie A o è stata una sorpresa anche per te? [reply]Sì, pensavo di poter dare subito una mano. Io sono venuto qui a Frosinone per dimostrare quello che so fare. Nella videochiamata fatta con il mister e con il direttore prima di arrivare abbiamo parlato subito di quello che volevano da me, di quello che so fare, di come mi piace giocare, del ruolo che posso ricoprire, di come vengo dentro al campo per giocare. Che poi è quello che faccio oggi al Frosinone. Quindi sì, io ho pensato subito di dover fare bene. Non come un obbligo, ma con l’idea di venire qui a dimostrare quello che magari non ho potuto fare con continuità con la Juventus.[/reply] Mi ha sorpreso molto la libertà e la sicurezza che ha mostrato fin dalla prima partita con l’Udinese. Rivendendo le tue giocate mi sei sembrato subito a tuo agio, come se fossi lì da sempre e non da pochi giorni. Che ti ha detto Di Francesco appena sei arrivato, come ti ha responsabilizzato? [reply]Lui mi ha dato tanta libertà. Mi chiede di stare aperto, ma soprattutto di non dare riferimenti, di cercare la palla. Io ho questo vizio di volere sempre la palla, quindi lui mi spinge ad abbassarmi tra le linee per ricevere o al contrario ad allargarmi [“stare aperto” dirà lui per tutta l’intervista con quel gergo tipico di chi sta in campo, nda] se il terzino si propone nel mezzo spazio. Sono tutte cose che stiamo imparando. Grazie a lui sto imparando tantissimo e imparerò tantissimo.[/reply] Credi che il passaggio intermedio in Serie C ti abbia aiutato ad arrivare pronto a questo momento? [reply]Sì sì sì, mi ha aiutato molto. Dalla Primavera alla prima squadra c'è una strada piuttosto lunga, che magari da un'altra parte mi avrebbero fatto andare in prestito. Invece stare nella Juventus U23 mi è servito molto a livello fisico, per capire il gioco, provare. Eravamo tutti giovani lì, senza esperienza, ma avevamo la possibilità di giocare, di provare. Che poi è anche quello che ho trovato al Frosinone, una squadra giovane. Quell'esperienza mi ha aiutato molto, non è come la Serie A, certo, ma devi lottare su ogni pallone, non è facile. È stato utile. [/reply] Alla Juventus hai giocato da seconda punta e da esterno a tutta fascia, in passato hai detto che ti piace anche giocare da enganche, più nel vivo del gioco, ora nel Frosinone giochi alto a destra. Pensi sia questo il tuo ruolo? Dove ti vedi a giocare in futuro?[reply]Nel 4-2-3-1 io mi trovo bene in tutti e tre i ruoli. Nel Velez ad esempio giocavo a sinistra; quello in mezzo, da "sottopunta", è il mio ruolo, lo so fare, poi ovvio: per il mio profilo giocare a destra è più naturale perché da lì posso ricevere e poi ho tutto il campo col sinistro per andare avanti entrando dentro al campo. Mi piace più stare a destra, mi sento più libero di poter fare quello che so fare da lì.[/reply] A inizio stagione c’era un po’ di scetticismo sul Frosinone, visto che aveva cambiato allenatore e preso tanti calciatori giovani o poco conosciuti, tra cui anche te. Lo sentivate? Vi ha motivato?[reply]Sì, sentivamo che non avevano tanta fiducia in noi, ma penso sia normale per una squadra che sia appena salita in Serie A. Noi però abbiamo fiducia nella nostra qualità, in quella di chi già c'era o di chi come me, Enzo, Oko, Caio, Rei, Harrou [li chiama tutti con diminutivi, non so perché ho l’idea che quando un calciatore chiama un compagno con un diminutivo significa che c’è più alchimia, più gruppo, nda]. Siamo arrivati in tanti. Lo stile di gioco ci aiuta molto perché siamo una squadra tecnica, sappiamo giocare, ci piace costruire dal basso, con gli uno-due, lo sappiamo fare e penso che si veda. [/reply] Sui social è girato molto un video di un tuo doppio sombrero contro la Fiorentina, a oggi sei il calciatore della Serie A con più dribbling riusciti. Si dice che il calcio italiano non ami rischiare, tu che pensi? Di Francesco ti incentiva a provare o è qualcosa che hai dentro?[reply]Penso che sia un po' di tutte e due, lui mi dà la fiducia, conosce i miei punti forti, mi dice di sfidare l'avversario nell'uno contro uno. Il dribbling fa parte del mio gioco, ho sempre provato a farli. Se ci sono le squadre chiuse e non provi la giocata come arrivi in porta? Io lo faccio istintivamente, perché sono così. Poi, certo, è importante che il mister mi dia la libertà di farlo. [/reply]

Nel tuo gioco è importante l’uso della suola, un fondamentale tecnico che in Serie A hanno in pochi. Tu ci fai caso a come lo usi? [reply]Io non ci faccio caso quando uso la suola, non è qualcosa che Di Francesco mi incentiva o mi proibisce. Io usavo la suola quando stavo in Argentina, fin da piccolo quando giocavo sia a calcetto, che lì si chiama Baby Futbol e si gioca in quattro più il portiere, che a undici. Mi piaceva giocare a calcetto e lì c'è una palla più piccola e usi la suola sempre, da quel momento per me è diventato naturale, mi piace farlo, mi aiuta.[/reply] Hai segnato i tuoi primi tre gol in Serie A di testa, è un caso?[reply]Io in quelle partite ho preso un po' di pali calciando di piede, anche con qualche bella azione, quindi c'era anche un po' di sfortuna, poi ho segnato di testa, che per me è strano, ma va bene, andava bene anche di coscia: l'importante è segnare. Ovviamente è curioso, i miei primi tre gol di testa. Non so se sono forte di testa, ma so che ci sono, che quando vado lì per colpirla di testa mi sento bene. [/reply] Contro il Cagliari hai giocato una delle tue migliori partite fin qui, hai segnato due bei gol, il primo grazie a un recupero aggressivo in avanti, il secondo con un bellissimo dribbling, quale dei due gol ti è piaciuto di più?[reply]Ti dirò, a me è piaciuto di più il primo gol. È una giocata importante: io prima sbaglio il passaggio, poi vado avanti in aggressione e la prendo subito. Arriva a Rei [Reiner, nda], che me la ridà subito e di sinistro calcio sul primo palo che, magari non si capisce, ma non era facile, in mezzo tra palo e la gamba sinistra del portiere, c'era poco spazio. Quindi mi è piaciuto di più il primo per tutta l'azione, perché poi essere aggressivi è una cosa che ci chiede il mister. Ovviamente l'altro è stato bello [stava per dire bellissimo, poi si è corretto, nda] ho fatto la finta di calciare col sinistro perché sapevo che lui sarebbe dovuto uscire forte per coprire il tiro quindi gli sono andato a destra e mi sono trovato davanti al portiere. [/reply]

Col Frosinone avete una fase difensiva aggressiva, ma si vede che ti spendi anche molto nei recuperi, nell’aiutare in difesa, non pensi che possa essere controproducente per il tuo gioco offensivo che richiede grande lucidità? [reply]Il mister me lo chiede, ma io lo faccio già automaticamente, non penso a risparmiarmi, che spendo troppa energia se mi abbasso troppo. Io vado per aiutare quando non abbiamo la palla, coprire dentro, uscire fuori. Ovviamente quando sono stanco magari chiedo aiuto a un compagno, ma se riesco mi applico, do una mano alla fase difensiva: è qualcosa che ho imparato qui in Italia, onestamente in Argentina non lo facevo tanto, ma alla Juventus me l'hanno insegnato molto bene. È da lì che ce l'ho automatico, torno con la squadra. [/reply] Quella partita col Cagliari poi l’avete persa in maniera rocambolesca, cosa vi ha detto Di Francesco quando siete tornati nello spogliatoio?[reply]Lui era molto arrabbiato, perché dopo il terzo gol abbiamo mollato come si è visto. Abbiamo smesso di attaccare come stavamo facendo e come sappiamo fare. Era arrabbiatissimo, ma anche noi ovviamente lo eravamo: non pensavamo di poter perdere una partita così, dopo essere andati in vantaggio 3-0. Ma dopo quel giorno lì ci siamo riuniti e ci siamo detti che non contava più, certo da 3 punti prenderne zero non esiste, quella partita lì era già vinta. Però dopo siamo andati avanti, abbiamo vinto due partite. Certo, non è facile perché magari la testa ci ripensa, per questo è stata una fortuna vincere subito dopo in quel modo col Torino in Coppa Italia, per rimetterci subito in ordine.[/reply] Domenica affrontate l’Inter, come ci si prepara a una partita del genere?[reply]È una partita molto importante per noi, ma siamo tranquilli: sarà una partita molto bella da giocare. Noi proviamo sempre a farlo nella nostra maniera e sarà così anche con l'Inter, quindi non sarà facile per loro perché noi lasceremo tutto in campo. Sarà bellissimo, non vedo l'ora.[/reply] In cosa pensi di poter migliorare? [reply]Eh ho tanto da migliorare, ho appena iniziato a giocare, devo ancora fare tutto. Devo migliorare sotto porta, per dire, finora in questa stagione ho avuto altre possibilità di fare gol ma ho preso i pali, tipo quello col Verona. Poi devo migliorare fisicamente. Ho appena iniziato a giocare con regolarità, che era quello che volevo, ora mi alleno sempre al 100%, sempre col sorriso, è questo quello che volevo. [/reply]

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