Zabivaka, il lupo disegnato dalla studentessa di grafica Ekaterina Bocharova, è diventata, dopo una votazione online, la mascotte ufficiale dei mondiali lasciando al secondo e terzo posto i candidati tigre cosmonauta e gatto.
Sicuramente Zabivaka è riuscito a farsi notare: ha accompagnato la nazionale Russa per la prima volta agli ottavi di finale (la Russia post-sovietica non ha mai superato la fase dei gironi), ha stretto amicizie importanti, è stato immortalato in una delle foto più iconiche fuori dal campo, si è conquistato una pagina su Knowyourmeme e ha generato elettricità per un’intera regione. Mentre la mascotte di Russia 2018 va in pensione, vediamo come se la sono cavata i suoi antenati.
World Cup Willie
Inghilterra 1966
Stilosissimo.
Design 9/10
Illustrato da Reg Hoye, illustratore inglese per l’infanzia. World Cup Willie ha uno stile perfettamente anni 60, strafottente e sicuro di sé come il mondo occidentale in quel momento storico. Un design spigoloso ma di una rilassatezza contagiosa. Il George Best delle mascotte.
Carisma 10/10
La canzone a lui dedicata da Lonnie Donegan canta “Where he goes / He’ll be all the rage / Cause he’s the new sensation of the age”: dove va diventa di moda, perché è la nuova sensazione di questi anni. Insomma, un successo immediato.
Merchandising 8/10
Willie è stato anche un precursore delle mascotte e ha dato il via a una produzione illimitata di merchandising di ogni tipo.
+Bonus portafortuna
Grazie a Willie l’Inghilterra ha vinto il suo primo e ultimo mondiale battendo la Germania dell’Ovest 4-2.
Juanito
Messico 1970
Rilassante.
Design 7/10
Il Messico risponde con una mascotte ancora più rilassata, ideata dal pubblicitario Juan Gonzalez Martinez. Talmente rilassata che il suo disegnatore non si è neanche impegnato a cercare una maglietta della sua taglia.
Carisma 7/10
Come non volergli bene. Anche la sua canzone è molto rilassante.
Merchandising 6/10
Forse non era abbastanza iconico, forse il mondo non era pronto per tanta rilassatezza
+Bonus Relax
L’esclusione agli ottavi da parte dell’Italia ha permesso ai messicani di godersi la partita del secolo comodamente dagli spalti.
Tip e Tap
Germania Ovest 1974
Buffi.
Design 8/10
La Germania replica l’idea messicana del bambino-mascotte ma duplicata, forse per rappresentare un’unione tra la Germania Ovest e quella Est (chissà). Il design gestuale è di Horst Schafer, creatore anche del poster ufficiale della manifestazione, molto più serioso della mascotte.
Carisma 7/10
Goffi e simpatici, un duo comico perfetto.
Merchandising 7/10
Due mascotte = doppio merchandising. Una formula vincente usata spesso, fino ad arrivare alla quintupla mascotte delle olimpiadi in Cina del 2002.
+Bonus Portafortuna
La Germania dell’Ovest vince 2-1 contro l’Olanda in finale. La Germania dell’Est non riuscì a superare la fase dei gironi.
Gauchito
Argentina 1978
Inquietante.
Design 5/10
Realizzato da Nestor Cordoba dello studio di animazione di Manuel Garcia Ferre, casa del popolarissimo (in Argentina) Anteojito. Il sorriso sinistro e il frustino sempre a portata di mano danno a Gauchito un’aria intimidatoria, che però forse si sposava bene con il clima politico dell’Argentina di quegli anni.
Carisma 4/10
Duramente criticato per via della somiglianza con la mascotte di Messico ‘70 e ormai troppo accostato alla dittatura Argentina di Videla.
Merchandising 4/10
Pare che la Puma abbia cercato di infiltrarsi all’interno dei Mondiali argentini in modo da indebolire la partnership tra Adidas e FIFA. Effettivamente quest’immagine scattata durante la presentazione della mascotte in Inghilterra (col Gauchito con le Puma ai piedi) e vari gadget sembrano dar ragione alla teoria del complotto.
+Bonus Portafortuna
Sotto il frustino di Gauchito, l’Argentina batte l’Olanda 3-1 in finale.
Naranjito
Spagna 1982
Essenziale.
Design 9/10
I designer di Naranjito, María Dolores Salto e José María Martín Pacheco, volevano evitare lo stereotipo del toro come simbolo della Spagna e si sono detti “perché non un’arancia?”
Carisma 7/10
Naranjito all’inizio è stato accolto malissimo, ma poi è riuscito a conquistare tutti. La scelta di un’arancia era troppo coraggiosa per il grande pubblico. Come se non bastasse, Naranjito ha dovuto farsi valere contro Sport-Billy, la mascotte ufficiale della FIFA presentata durante la partita per il terzo posto tra Brasile e Italia dei mondiali del 1978 per promuovere il fair play.
Merchandising 8/10
La brocca a forma di arancia e il bicchiere a forma di arancia dovrebbero essere dei gadget essenziali per vedere le partite durante i Mondiali.
+Bonus Amicizia
Naranjito ha conquistato il pubblico anche grazie alla trasmissione televisiva Futbol en Accion, dove insieme agli amici Clementina (un mandarino), Citronio (un limone) e Imarchi (un robot) attraversano la storia del calcio ostacolati dal malvagio Zruspa.
Pique
Messico 1986
Controverso.
Design 6/10
Dopo la Spagna anche il Messico continua il trend delle mascotte edibili, ma mentre Naranjito voleva evitare qualsiasi stereotipo, Pique se ne frega e li abbraccia serenamente, rappresentando un peperoncino antropomorfo.
Carisma 4/10
Purtroppo le buone intenzioni dei creatori Segundo Perez e Emma Rosa Ramirez Valle non sono state capite. Mentre loro volevano creare un simbolo iconico ma divertente del Messico, Pique ha finito per ricevere molte critiche di razzismo (anche in un contesto meno politically correct del nostro).
Merchandising 7/10
Un po’ estremo per il merchandising, ma la versione indossabile di Pique è una tra le migliori di tutte le mascotte dei Mondiali. Il sombrero, poi, era un vero must negli stadi degli anni '70.
+Bonus Baffi
Ciao
Italia 1990
Iconoclasta.
Design 10/10
Più che una mascotte un monumento al calcio. In un periodo di pastiche visivi come quello gli anni ‘90, Lucio Boscardin spiazza tutti e presenta una post-mascotte raffinatissima.
Carisma 6/10
Duramente criticata perché, secondo il creatore, “si aspettavano un animaletto simpatico”. Se pensate che la plasticità della posa la renda troppo fredda è forse perché non l’avete mai vista in azione.
Merchandising 10/10
Nonostante l’affabile nome, “Ciao” è l’unica mascotte con la quale un bambino non può giocare. Va solo ammirata, l’ideale sarebbe sotto forma di statua alta due metri.
+Bonus Innovazione
Striker
Stati Uniti 1994
Democratico.
Design 6/10
Dopo le sperimentazioni di Ciao e di Guaso, la mascotte espressionista cilena di Copa America 1991, gli USA tornano a una mascotte più tradizionale e conservatrice. In grande stile però, visto che il design viene commissionato alla Warner Bros.
Carisma 5/10
Striker non riesce ad essere abbastanza coinvolgente per avvicinare un pubblico ancora poco abituato al calcio.
Merchandising 6/10
I peluche di Striker non sono riusciti sempre benissimo.
+ Bonus Portafortuna
Dopo 54 anni gli Stati Uniti superano la fase dei gironi.
Footix
Francia 1998
Classico.
Design 8/10
Con il gallo la Francia va sul sicuro, proponendo una versione aggiornata di Peno degli Europei dell’84.
Carisma 8/10
Mascotte memorabile e onnipresente durante il 1998, grazie anche al successo commerciale di Fifa World Cup ‘98 per Playstation e PC.
Merchandising 8/10
Con il suo design sintetico e la palette di colori primari, Fottix è stato protagonista di un ottimo merchandising, come questa sciarpa.
+Bonus Famiglia
Da poco Footix è diventato padre.
Spheriks (Ato, Kaz e Nik)
Corea del Sud / Giappone 2002
Lisergici.
Design 4/10
Mai capiti. Nel 2002 realizzare delle mascotte in 3D era qualcosa di innovativo, ma purtroppo non sono invecchiate benissimo.
Carisma 4/10
Ato (l’allenatore), insieme a Kaz e Nik, vivono in una sorta di iperuranio chiamato Atmozone dove il calcio esiste nella sua forma più pura: l’Atmoball. Un po’ confusa come operazione, ma ambiziosa.
Merchandising 3/10
Lo scopo degli Spheriks era quello di emulare il successo mondiale dei Pokémon, ma non andò proprio così.
+ Bonus portafortuna
Il Giappone arriva agli ottavi, mentre la Corea del Sud si posiziona quarta (ce lo ricordiamo bene), entrambi per la prima volta.
Goleo VI e Pille
Germania 2006
Coraggioso.
Design 5/10
Per andare oltre la tridimensionalità degli Spheriks, la Germania, con l’aiuto della Jim Hensen Company (gli stessi dei Muppets) ha rotto la barriera tra la raffigurazione bidimensionale della mascotte e la sua versione da costume indossabile.
Il tutto accompagnato da un minaccioso pallone parlante.
Carisma 2/10
Anche se Franz Beckenbauer ha dichiarato di aver conosciuto personalmente Goleo ed averlo trovato molto simpatico, il pubblico tedesco non ne è rimasto molto convinto.
Merchandising 0/10
Le vendite sono dei peluche di Goleo sono state talmente basse da far fallire la ditta che aveva acquistato i diritti di riproduzione.
+ Bonus autostima
Noncurante delle critiche, Goleo ha sempre rifiutato di mettersi dei pantaloncini.
Zakumi
Sud Africa 2010
Verde.
Design 5/10
Dopo una mascotte estrema come Goleo, Zakumi rischia poco se non nel colore dei capelli, che secondo la dichiarazione ufficiale sono verdi per mimetizzarsi meglio nel campo da calcio.
Carisma 6/10
Ha fatto una canzone con Pitbull, coattissimo.
Merchandising 5/10
La scelta di affidare la produzione di gadget a una ditta cinese al posto di una sudafricana è stata molto contestata anche per via delle condizioni lavorative degli operai. Tra i vari gadget di Zakumi si è distinta la versione transformer che per qualche motivo lo fa diventare uno scarpino da calcio.
+ Bonus vuvuzela
Fuleco
Brasile 2014
Ecologista (ma non troppo).
Design 7/10
Per la prima volta viene scelto un animale a rischio di estinzione, l’armadillo Tolypeutes tricinctus, anche per via della sua caratteristica di chiudersi su se stesso formando una palla.
Carisma 5/10
Fuleco è stato criticato di non aver svolto a pieno la sua missione di salvaguardare le specie in via di estinzione. Per farsi perdonare ha provato a lanciare una campagna pro riciclaggio ma non è stato abbastanza.
Merchandising 7/10
Controversie e parte, Fuleco è stata molto apprezzato, come il suo cappellino ufficiale.
+Bonus Vacanza
Fuleco è ufficialmente in vacanza dal 31 Luglio 2014.