Mario Pasalic non ha nessun segno particolare. Si taglia i capelli da solo col rasoio elettrico cercando soltanto di non lasciare chiazze o difformità. Ha le labbra sottili, gli occhi né grandi né piccoli e gioca in un ruolo indefinito tra centrocampo e attacco. Troppo tecnico per essere un mediano, troppo poco tecnico per essere un vero numero dieci. Il suo stile è la sobrietà suprema: non colpisce né per dolcezza né per legnosità, non tocca la palla poco né troppo. Per confonderci le idee usa sia il destro che il sinistro. È uno specialista di marcature multiple in partite in cui l’Atalanta segna quattro o cinque gol, e in cui le sue reti possono disperdersi come gocce d’olio in una bacinella d’acqua. Arriva sempre un momento dell’anno in cui ci accorgiamo che Pasalic ha già segnato diversi gol in campionato, e non ce ne ricordiamo nemmeno uno.
Vi cito un po’ di statistiche per tracciare i confini e le misure della stagione di Pasalic, autore finora di 7 gol e 5 assist in 911 minuti (un gol o un assist ogni 75’). Mario Pasalic è quarto in Serie A per Expected Goals su azione e primo per Expected Assist – un dato che racconta di un giocatore che è qualcosa in più di un semplice finalizzatore occulto. Per Statsbomb è nel 4% dei centrocampisti migliori per xA; nel 2% per gol realizzati. È tra i migliori per pressing, contrasti e duelli aerei vinti (è nel 3% dei centrocampisti migliori).
I suoi gol si somigliano tutti: non sono né belli né brutti, sono l’esito della logica fredda ed esatta con cui Pasalic si muove in campo. Giocando nell’Atalanta, i suoi gol sembrano il tassello finale di un puzzle costruito finemente, il puntale sull’albero, la ciliegina sulla torta. Un gol banale di Pasalic è la nobile firma a una grande opera collettiva: una firma comunque modesta, asciugata di tutto l’individualismo in eccesso.
Abbiamo raccolto i gol di Pasalic divisi per categorie, cercando di individuare le piccole sfumature che li distinguono l’uno dall’altro.