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7 azioni che dimostrano che Palestra è una macchina da corsa
23 set 2025
Contro il Lecce una prestazione impressionante.
(articolo)
5 min
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IMAGO / IPA Sport
(copertina) IMAGO / IPA Sport
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In un calcio in cui il 3-5-2 è religione, braccetti ed esterni a tutta fascia sono i funzionari del culto. Il lavoro di chi gioca largo, però, può essere molto diverso e determina spesso l’identità di una squadra: è una difesa a 5 o a 3?

Ci sono esterni che hanno una tale facilità di corsa che possono interpretare i quinti di difesa e i terzi in attacco, correre su e giù con falcate ampie e potenti, che fanno sembrare un campo da calcio troppo corto per loro. In un campionato che manca spesso di dinamismo non sono molti tali interpreti ma da questa stagione possiamo inserirne uno nuovo: Marco Palestra, l’esterno che maggiormente ha impressionato in queste prime giornate di Serie A.

Palestra ha 20 anni, 12 presenze in Serie A e già possiamo considerarlo uno dei migliori esterni destri del campionato. Se credete che io sia esagerato, ho raccolto per voi alcune azioni di Palestra venerdì contro il Lecce. Una partita in cui Palestra ha servito un assist per il primo gol di Belotti e ha rappresentato una minaccia costante sulla fascia destra. Il suo dominio sul binario è stato così evidente che Di Francesco è stato costretto a cambiare il suo diretto avversario, cioè Antonino Gallo, a fine primo tempo. Il terzino siciliano, così, è stato costretto a sedersi in panchina per KO tecnico.

LA GAMBA FRIZZANTE
Palestra e Gallo d’altronde fanno parte di due specie diversissime di terzini. Hanno proprio un motore diverso: Gallo è un’utilitaria, sebbene moderna, versatile, con un motore da città; Palestra è una macchina da corsa, che arriva senza sforzo a velocità che Gallo non potrà mai raggiungere. E lo dico col massimo rispetto di Gallo, che da qualche anno si è dimostrato un ottimo terzino da Serie A, con una buona frequenza di passo e una pulizia tecnica di tutto rispetto. Ma guardate con quanta facilità Palestra lo salta.

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Certo sono situazioni difficili: il Cagliari poteva correre spesso in transizioni lunghe in cui Palestra poteva aprire il gas.

È TROPPO FACILE
In Italia negli ultimi anni si è sviluppata una piccola ossessione per i giocatori “di gamba”. Un’espressione vaga che però sintetizza l’ossessione e il feticismo degli allenatori italiani per le “gambe” dei calciatori. Max Allegri, uno dei grandi pervertiti della “gamba”, ha detto una volta: «Mi è stato sempre insegnato che i cavalli da corsa bisogna vederli quando muovono le gambe, così lo stesso i giocatori». Ecco, guardate come muove le gambe Palestra.

L’assist per Belotti non ha niente di eccezionale, ma dimostra la facilità con cui Palestra scorrazza per il campo, si sovrappone, crea minaccia nelle difese avversarie. È un apporto decisivo per una squadra come il Cagliari, che gioca bene ma non crea molto. Palestra abbina la fisicità dei giocatori del Cagliari - una squadra sempre piuttosto dotata da questo punto di vista - a una qualità che invece sembra mancargli, negli ultimi anni.

LA TECNICA
Non si tratta però solo di atletismo. Se in quello Palestra somiglia a un altro giocatore cresciuto nell’Atalanta, Raoul Bellanova, l’esterno del Cagliari si distingue per un repertorio tecnico più vario. In uno contro uno non si limita a cercare di superare l’uomo in velocità ma sa trattare il pallone quando lo spazio si restringe. Certo, non è propriamente elettrico, ma ha guizzi notevoli per la sua stazza.

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L’AMBIDESTRIA
Il repertorio tecnico di Palestra si basa sul fatto che sa usare bene entrambi i piedi. Il fatto che possa sia andare lungolinea sul suo piede forte che rientrare al centro, su quello debole, crea un’incertezza decisiva nei suoi avversari. Contro il Lecce ha sfoderato un paio di giocate notevoli col sinistro. Un tiro verso il secondo palo e questo cross molto pericoloso verso Felici.

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L’AMBIDESTRIA, LA CREATIVITÀ
A fine primo tempo Di Francesco ha inserito Ndaba al posto di Gallo per fronteggiare meglio fisicamente Palestra. «Stavamo soffrendo la loro fisicità», ha detto Di Francesco, che poi ha aggiunto: «Oggi abbiamo perso troppi duelli e sofferto soprattutto su Palestra». Non è che con Ndaba in campo la situazione sia davvero migliorata. Questo il tipo di finte e controfinte con cui Palestra ha continuato imperterrito a creare superiorità numerica su quella fascia.

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I DUELLI
Palestra è un giocatore nato per giocare il calcio del 2025, per vincere i duelli, saltare alla giugulare degli avversari. La sua freakness si fa sentire anche quando Palestra difende, soprattutto correndo in avanti, quando riesce a non dare respiro ai suoi avversari.

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I DUELLI, ANCORA
Palestra è alto un metro e 86 e si fa rispettare anche quando deve salire a duellare in aria. Vince la seconda palla e riparte, correndo in mezzo ad avversari che rispetto a lui sembrano fermi. Noi Palestra lo avevamo messo in copertina di uno dei pezzi dedicati ai giovani da seguire nel 2025, e diciamo che siamo arrivati a quel momento dell’anno in cui dovete davvero tenerlo d’occhio.

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Quella contro il Lecce non è la prima partita di Palestra da titolare quest’anno. Aveva già giocato contro il Napoli e in un contesto senz’altro più difficile sono emersi i suoi limiti attuali, che hanno a che fare soprattutto con la fase difensiva, e con gli uno contro uno dentro la propria metà campo. Spinazzola - che va detto era in grande forma - lo ha messo in grande difficoltà. Palestra si fida molto della sua velocità e questo sembra renderlo un po’ passivo nel leggere le mosse avversarie. Spinazzola, che non è più quello di qualche anno fa ma che è intelligente, ha saputo muoverlo sempre bene, e pur senza mai superarlo direttamente si è sempre costruito facilmente lo spazio per il cross.

Di Palestra aveva parlato Spalletti, mentre era ancora CT della Nazionale. Lo aveva chiamato “Traversa” ma aveva già sottolineato l’aspetto che ovviamente lo aveva già colpito: «Ha una forza incredibile». Lo scorso gennaio si dice abbia provato a prenderlo la Roma, e che poi in estate ci sia stato l’interessamento dell’Inter. L’Atalanta ha rifiutato tutte le offerte.

Mentre la Nazionale italiana versa in una situazione complicata, ci domandiamo quali sono i tipi di giocatori che ci mancano. Esterni offensivi, numeri dieci, mezzali creative, ali che saltano l’uomo. Un esterno che ara la fascia come fosse cavalleria napoleonica non è propriamente quello che cercavamo, ma schifo non ci fa.

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