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Daniele V. Morrone
Marco Di Vaio la metteva dentro in tutti i modi
08 feb 2017
08 feb 2017
10 gol di uno dei migliori attaccanti nati negli anni '70.
(di)
Daniele V. Morrone
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Il 25 agosto del 2002, a Tripoli, su un campo dove c’è più sabbia che erba, si gioca la Supercoppa italiana. A giocarsela sono la Juventus campione d’Italia e un Parma che, nonostante una stagione difficile in campionato, può vantare la coppia d’attacco Di Vaio-Adriano. La Juventus vince la partita, ma Di Vaio segna un gol e

la difesa della squadra di Lippi al punto che convince l’allenatore a comprarlo. La Juventus punta alla Champions League e ha bisogno di un profilo diverso rispetto a Del Piero, Trezeguet, Salas e il giovane Zalayeta. Per descriverlo l’allenatore parla della sua velocità, rapidità di esecuzione e prontezza nel tiro.

 

Di Vaio fa parte della generazione di fine anni Settanta, un lustro che ha regalato al calcio italiano un picco di talento ruolo per ruolo mai più eguagliato. Nell’arco di tre anni sono nati Buffon, Nesta, Zambrotta, Gattuso, Pirlo, Totti e Toni. Il motivo per cui non ricordiamo Di Vaio assieme ai giocatori citati è soprattutto per la svolta che la sua carriera ha preso dopo il passaggio alla Juventus.

 

Un insieme di scelte sbagliate e un po’ di sfortuna con gli infortuni hanno finito per smorzare la luce del suo talento proprio quando era all’apice. Mentre altri giocatori della sua generazione alzavano al cielo la coppa del Mondo, Di Vaio stava per iniziare la sua seconda, travagliata stagione al Monaco. Una stagione dopo la quale scende addirittura in Serie B, fuori ruolo nel Genoa. Sono stati i successivi, sorprendenti anni di Bologna a restituire al calcio italiano uno dei suoi attaccanti migliori. Anche se da soli forse non compensano lo sperpero del suo talento.

 

Di Vaio fa parte di quella scuola italiana di attaccanti che ha nel gol la propria unica forma di felicità. Tutti i movimenti di Di Vario sono piegati verso l’istinto a segnare: la palla deve essere calciata in porta da qualsiasi posizione; i movimenti senza palla e i passaggi devono essere un aggiustamento al modo più veloce possibile per arrivare alla porta.

 

Persino la sua tecnica, le sue qualità migliori, sono legate al gol: la sua capacità d’equilibrio, il primo controllo orientato, l’ambidestria nella conclusione, la rapidità nella preparazione al tiro. Come gli squali che si sono evoluti in modo perfetto per la caccia, Di Vaio ha sviluppato il suo rapporto col pallone solo per fare gol. Ho scelto e ordinato 10 dei suoi 142 gol in Serie A che sintetizzano la quantità di modi che Di Vario conosceva per segnare.

 

 


 



 

 

L’immagine attuale di Di Vaio è legata soprattutto alle sue stagioni a Bologna. Eppure Di Vaio è arrivato nella città felsinea a 32 anni, un’età nella quale la maggior parte degli attaccanti devono gestire il proprio declino fisico.

 

Di Vaio in rossoblù segna 66 gol in 4 anni: non raggiunge più la stessa velocità di punta, ma la sua reattività in area di rigore è immutata. Nel suo primo anno segna 24 gol, più della metà di quelli che servono al Bologna per evitare la retrocessione. Tra questi, il più bello lo segna alla Lazio, squadra in cui è cresciuto ma dove non ha mai potuto giocare. È un gol significativo anche perché contiene uno dei suoi marchi di fabbrica: lo stop sul lancio lungo per preparare il tiro dalla distanza.

 

Con lo stop di collo manda fuori causa sia il marcatore a destra che il giocatore che da sinistra era accorso in chiusura. Dopo il rimbalzo sta già pensando a come festeggiare: calciare di sinistro teso in porta è un’operazione che poteva fare anche bendato.

 



 

https://www.youtube.com/watch?v=PmB0KlsfeUU

 

Lo stile di dribbling di Di Vaio è scolastico ma efficace. I difensori sanno di non potergli mai lasciare neanche spazi minimi, da cui può facilmente ricavare una conclusione. L’idea stessa della sua minaccia incombente è ciò che mette in crisi i difensori. Di Vaio lo sa e sfrutta ogni palla vicina alla porta per mettere i difensori fuori equilibrio.

 

Dribbla sempre con la testa bassa, pensando solo alla porta: non dovrebbe essere un vantaggio ma paradossalmente lo diventa perché non lascia ai difensori alcun riferimento. Sono tanti i gol in cui Di Vaio tiene in scacco difensori non abituati a marcare un animale completamente istintivo. Li troviamo lungo tutta la sua carriera, tanto a Parma (famoso quello contro la Roma dove tiene

) quanto a Bologna (ancora più famoso

).

 

Questo contro il Perugia è significativo per la pulizia tecnica con cui si sposta il pallone d’esterno per saltare due giocatori in sequenza. Dal primo dribbling al tiro il movimento è continuo: due tocchi, il primo di esterno sinistro, il secondo di esterno destro. Appena supera l’uomo tira sul secondo palo basso e teso, come al solito.

 





 



 

 

Nel 2010 ha 34 anni e finisce la stagione da quinto miglior marcatore, segnando 19 gol. Ancora una volta il Bologna si salva e lui segna ancora più della metà dei gol della squadra. In questa fase Di Vaio ha un passo più pesante e deve affidarsi in modo quasi totale al suo istinto e alla sua tecnica.

 

Il gol contro il Brescia è un manifesto dell’ultimo Di Vaio. Bisogna rivederlo più volte per accorgersi che la palla viene toccata sempre di interno destro. Aveva ricevuto un passaggio arretrato rispetto alla sua posizione spalle alla porta, e a quel punto deve trascinare il pallone per crearsi lo spazio del tiro. Nonostante la testa bassa al momento del tiro possa ingannare, il secondo controllo è abbastanza lungo da permettergli di girarsi totalmente e calciare quindi fronte alla porta, con potenza.

 



 



 

 

Una delle qualità migliori di Di Vaio nella preparazione al tiro sono i suoi movimenti senza palla. Questo sembra uno schema da palla inattiva che il Parma esegue invece quando la palla è in movimento, puntando tutto sull’abilità di Di Vaio. Tutto è legato alla finta da fermo con cui lascia scorrere il pallone e guadagna spazio sul marcatore quando riceve in area.

 

La cosa che fa di questo gol un gol

è la scelta del tiro al volo, preferito allo stop e tiro. Una scelta rischiosa, ma che per Di Vaio il più delle volte si rivela logica. I suoi tiri sono così perfetti, per forza e tempismo, che risultano imprendibili anche senza essere troppo angolati.

 



 



 

 

Un gol perfetto per mostrare la reattività e la velocità d’esecuzione di Di Vaio. È un gol d’istinto, in cui la scelta di cambiare direzione col tacco è assolutamente controintuitiva. Probabilmente era entrato in area con l’idea di saltare l’avversario verso destra e di tirare sul palo lontano, fino all’intervento del secondo difensore che ha reso l’idea iniziale inattuabile. Il calcolo perfetto dello spazio e delle coordinate in area gli ha permesso di cambiare idea all’ultimo istante.

 



 

https://www.youtube.com/watch?v=ujeJ8k-IN6o

 

Dopo una stagione da 21 gol in B che porta alla promozione della Salernitana, Di Vaio ci mette 9 giornate per ritrovare il gol in Serie A. Nel frattempo la Salernitana ha solo 4 punti in classifica. Di Vaio si sblocca contro il Perugia con una doppietta. Alla fine del campionato i suoi 12 gol non basteranno a salvare la Salernitana quindicesima (sembra passata un’era: 18 squadre e 4 retrocessioni. Neanche 10 vittorie e 38 punti potevano bastare a salvarsi).

 

I 12 gol di Di Vaio, segnati a 21 anni (tra cui una tripletta al Bologna contenente

), rappresentano il biglietto per andare a giocare nell’ambizioso Parma di Tanzi. La cosa speciale di questo gol è lo stop di destro che somiglia a un tiro di prima, e che invece manda completamente fuori tempo il difensore. Come sempre, Di Vaio esegue il tiro senza alzare la testa: già sa dove si trova la porta

dalla propria posizione. Vista l’assurdità del movimento, sembra un gol da fine allenamento, quando si provano le giocate senza pensare alle conseguenze, ma dimostra anche una grande conoscenza delle proprie potenzialità tecniche.

 



 



 

 

Questo è un gol di Di Vaio al massimo del suo vigore fisico. Dallo stop di petto al tiro passano tre secondi e li occupa con due palleggi sul posto per sistemarsi il pallone davanti a una difesa schierata: non una cosa che si vede tutti i giorni. Il secondo centrale rimane interdetto dal tempo supplementare e finisce per togliere visuale al portiere. Dopo il secondo palleggio la palla viene calciata prima che riesca a toccare il prato. Di Vaio in pratica si è costruito un rigore in movimento.

 



 

https://www.youtube.com/watch?v=sDpgOQQ_IKI

 

Il primo Di Vaio è un concentrato di esplosività, equilibrio e freddezza. Da queste caratteristiche nasce quello che è un archetipo di gol che Di Vaio ripete poi spesso in carriera, declinandolo a seconda della posizione dove riceve il lancio: verticalizzazione dei centrocampisti, Di Vaio scatta, prende palla al limite e tira teso rasoterra dove non arriva il portiere in uscita.

 

Questo gol è anche impreziosito dal contesto dello scontro con Buffon: il portiere del Parma era stato perfetto per tutta la partita e nelle due azioni offensive precedenti riesce ad anticipare Di Vaio prima che riceva il lancio in area. Allora Di Vaio si inventa l’unico modo per non farsi anticipare: preparando il tiro col primo controllo. Un gol simile lo ha segnato alla Juve contro il Torino, nel derby vinto per 4-0 nel 2002.



 



 

https://youtu.be/1GxZ3qZPrVI?t=1m14s

 

L'avventura alla Juventus di Di Vaio ha il suo momento più alto nel gol del pareggio al Milan. Lui stesso a fine partita dirà che questo gol entrerà nella storia. Per festeggiare si era puntato il dito sulla testa, come a indicare di essere stato un pazzo a provare un tiro del genere.

 

La Juve verticalizza verso Di Vaio che fa finta di andare verso Trezeguet, ma poi gli lascia la palla e si fionda sul limite dell’area per ricevere il suo appoggio. Il passaggio un po’ sporco di Trezeguet imprime un effetto al pallone che rende difficile anche solo lo stop, Di Vaio la colpisce al volo di collo esterno con il sinistro. Il giro del pallone e la potenza del calcio rendono il tiro imprendibile per Dida. Vista dall’alto si nota ancora meglio la parabola ideale della palla.

 



 

https://www.youtube.com/watch?v=ynhUxD69dpM

 

Mezza rovesciata in anticipo in area piccola, gol dopo scatto bruciante, tiro sloga ginocchio di collo esterno di prima da fuori area, stop d’interno a evitare l’intervento avversario e tiro in anticipo su un altro avversario e uscita del portiere.

 

Scegliere un solo gol del suo poker al Bari sarebbe un vero peccato. Anche perché rappresenta un buon compendio dei modi in cui può segnare Di Vaio: il fatto che in una sola partita è stato capace di segnare in tutti questi modi restituisce meglio l’idea dell’attaccante letale che ricordiamo. Bisogna però aggiungere che Di Vaio segna 20 e poi 22 gol in due stagioni consecutive. Sempre miglior marcatore del Parma, a cui fornisce un contributo fondamentale per la qualificazione in Champions League il primo anno, e poi per la vittoria in Coppa Italia nel secondo. Nel periodo d’oro della Serie A, Marco Di Vaio era una delle stelle più luminose.

 

 

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