Cari lettori, i recenti molteplici errori ci hanno fatto riflettere e abbiamo deciso di ospitare un manifesto che, pur non avendo redatto noi (ci è arrivato in forma anonima via mail), rappresenta un punto di vista rispettabile e che merita spazio nella discussione, se non altro per pluralismo.
1. No alla costruzione dal basso con giocatori “non adatti”. Perché se hai dei difensori con i bozzi sui piedi cosa vuoi passarti la palla al limite dell’area? Dato che gli allenatori evidentemente non sono in grado di riconoscere la differenza tra Gaetano Scirea e Musacchio, tra Cruyff e Bentancur seguirà nei prossimi giorni una lista di giocatori adatti/non adatti.
2. No alla costruzione dal basso, anche con giocatori adatti, se pressati. Perché, come ha detto Jurgen Klopp a Alisson dopo che gli ha fatto perdere la Premier League per la moda del portiere che vuole fare il regista: “La cosa brutta degli errori è che non puoi scegliere quando farli”. Non appena un avversario è a meno di dieci metri di distanza SI DEVE calciare lungo.
3. No alla costruzione dal basso SEMPRE. Perché i benefici sono molto inferiori dei costi. È evidente e non c’è bisogno di calcolare le occasioni nate dalla costruzione bassa etc. perché tanto la differenza è che se perdi palla è gol sicuro per gli avversari. Siamo contro il pensiero unico che negli ultimi cinquant’anni ha manipolato i cervelli di tifosi e allenatori, facendogli dimenticare che nel calcio VINCE CHI SUBISCE MENO GOL DELL’AVVERSARIO. E poi in questo modo possono giocare anche i difensori con i bozzi sui piedi, più democratico.
4. Se un difensore compie un errore in costruzione intervista a fine partita in cui il giornalista gli chiede almeno 3 volte: “Perché non hai spazzato? Perché non hai spazzato? Perché non hai spazzato?”. E poi all’allenatore, su tutte le TV, la prima domanda deve essere: “Non pensa che a volte è meglio mandare la palla in tribuna?”.
5. No al pressing alto. Perché se viene saltato, in una di quelle rare volte in cui la costruzione dal basso funziona, o con un lancio lungo e contropiede (che i teorici dogmatici poi sono anche capaci di catalogare come “costruzione bassa”, tipo tutti i gol dell’Inter di Conte), poi sei sbilanciato. Sarà anche un’abitudine adatta ad altri popoli, ma nel DNA delle squadre italiane c’è di aspettare nella propria metà campo, ben ordinati e compatti e aspettare di capire chi vince la guerra, prima di schierarsi.