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Daniele V. Morrone
Manchester City e Liverpool: così vicine, così lontane
04 gen 2019
04 gen 2019
La squadra di Guardiola e quella di Klopp non sono mai state così simili.
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Daniele V. Morrone
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Sono esattamente 11,2 i millimetri (o, se preferite, 1,12 cm) che non hanno permesso al pallone calciato da John Stones sulla testa di Ederson, dopo 18 minuti del primo tempo, di varcare totalmente la linea della porta. L’intervento disperato di Stones è riuscito a salvare una situazione drammatica e ridicola al tempo stesso, con un margine talmente sottile da risultare impercettibile ad occhio nudo. E questa giocata di Stones, che crea e disfa un autogol che sarebbe stato clamoroso, è il momento chiave della partita più importante di questa stagione di Premier League.

 



 




 

Un’azione che avremmo potuto veder rifare uguale dalla squadra di Guardiola, e che dimostra ancora una volta quanto i princìpi del gioco di posizione siano ormai stati assorbiti anche dal Liverpool di Klopp.

 



 



 


Partita equilibrata, con due squadre che si contendono il possesso e lo stesso numero di tiri nello specchio. Il Liverpool ha avuto conclusioni migliori in termini di xG e un autogol salvato sulla linea, ma a vincere è stato il City con due gol da due conclusioni difficili.


 





 



 



 



 



 



 




 





 



 



 



 



 


Da questo grafico di passaggi e posizioni medie si vedono benissimo sia il peso di Laporte sia il meccanismo del City per cercare Sané alle spalle del terzino avversario. Si nota anche quanto i movimenti di Agüero convergessero verso Lovren, per distrarlo prima dell’arrivo in corsa di Sané. Anche la mezzala sinistra, David Silva, è andato a ricevere nel mezzo spazio molto in alto proprio per poter dialogare più facilmente con Sané e Agüero.


 





 



 



 



 





 



 



 



 


Il 4-3-3 del Liverpool riconoscibile nel lavoro di raccordo di Firmino e nel livello di coinvolgimento nella manovra dei due terzini: Alexander-Arnold sul lato forte e Robertson sul lato debole.


 



 



 



 



 


Un terzino fa l’hockey pass e l’altro l’assist, mentre altri 3 giocatori si muovono al centro dell’area per mettere pressione alla linea difensiva e schiacciarla verso la porta.


 





 



 



 


Agüero indica a Sterling che farà il movimento e si porta via l’avversario diretto lasciando a Sané la strada spianata.


 



 



 



 



 

 

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