Avete notato qualcosa di diverso rispetto alla regular season?
Sarebbe troppo facile affermare che con l’arrivo dei playoff LeBron James si è svegliato. Per prima cosa perché il King scalpita già da un paio di mesi; per seconda perché parte della rinascita deriva da altri fattori. La rinnovata fiducia a Love (44% da 3 su 8 tentativi a gara) è il motore della rivoluzione: lasciargli la tripla dall’angolo sistematicamente equivale alla morte, come hanno scoperto a loro spese gli Atlanta Hawks.
I Cavs hanno senza dubbio deciso di “fare sul serio”, e i risultati si vedono sia come atteggiamento che come risultati. Il tiro ha iniziato a entrare anche dai meno ispirati (“Ciao LeBron, come va? Quanto tempo che non ti vedevamo campeggiare qua fuori dall’area…”) e le rotazioni difensive sembrano più essenziali, rapide, efficaci. Ci sono partite in cui dopo 15 minuti il risultato suggerisce che la testa potrebbe già essere alla prossima, invece ogni singolo giocatore si sente in dovere di fare la giocata che fa alzare la propria panchina in piedi.
Sta cambiando Tyronn Lue. In regular mi è spesso sembrato lento, quasi apatico negli aggiustamenti, lasciando in campo per lunghi tratti di gara quintetti palesemente inadatti a quel particolare accoppiamento. Pensavo che fosse una sua lacuna, invece evidentemente era un “lascia che siano loro a trovare la soluzione” di Jacksoniana memoria, perchè in questi playoffs l’ho visto molto più reattivo nel mettere mano al quintetto quando inizia a profilarsi l’ombra di un parziale avversario.
La differenza principale io l’ho notata sulla panchina dei Cavs, e non parlo solamente dell’allenatore. Oggi i Cavs sembrano divertirsi a stare insieme, saltano come bottiglie di champagne per ogni giocata, invadono il campo a ogni timeout per esultare e rivaleggiano con OKC per i più complicati hand-shake della Lega, sempre con dei grandi sorrisi stampati in faccia. Ovviamente hanno già iniziato a dare i (giusti) meriti a Lue – che pare si sia rivolto a Love con parole tipo “dì a LeBron che sei un bad motherfucker e fatti dare il pallone”, sbloccandolo mentalmente -, ma la chimica di squadra è ai massimi livelli di questo biennio dei Big Three.
"💂🏽 throws it DOWN! Hold back the @cavs bench," on #SN1 pic.twitter.com/SC9x4duqWc
— NBA Canada (@NBACanada) 6 maggio 2016
Nelle prossime partite tenete d’occhio Danthay Jones e la sua quest per guadagnarsi un contratto per l’anno prossimo semplicemente facendo il maggior casino possibile.
LeBron-Kyrie-Love non hanno ancora perso una partita di playoff da quando sono insieme (12-0) e viaggiano ormai stabilmente sui 20 punti a testa: hanno trovato la quadratura per funzionare?
What 8-0 in the postseason looks like pic.twitter.com/RiykK1BO8x
— Dave McMenamin (@mcten) 8 maggio 2016
Il supporting cast può continuare a tirare in questo modo?
All heil Channing Frye
Andrianopoli: Risposta brutalmente semplice e banale, ma l’unica che mi sento di fornire: sì, se l’attacco continuerà a generate/le difese continueranno a concedere questo tipo di open looks. Quindi dico sì ancora per un’altra serie, ma credo che chiunque esca dall’Ovest troverà il modo per disinnescarli.
Vismara: La fiducia di cui parlavo nel primo paragrafo si vede bene dalle percentuali tenute al tiro dal supporting cast: al di là dei record (77 triple segnate in quattro partite, 25 solo in gara-2!) chiunque sia libero ha luce verde per sparare da tre, che nella serie con Atlanta si è tradotto in uno spaventoso 81% di percentuale effettiva nelle triple piedi per terra. È certo che in Finale non avranno le 32 triple smarcate a partita costruite contro gli Hawks, ma stare più vicini ai tiratori significa lasciare maggiore spazio alle penetrazioni di James e Irving e ritrovarseli perennemente in area: sicuri che sia tanto meglio? (PS. Delly, torna in te che mi manchi)
Dal punto di vista difensivo, i Cavs sono migliorati?
Ciuppani: Rispondo con due GIF:
SÌ.
Andrianopoli: Sì, sono migliorati perchè è migliorata la loro concentrazione e intensità, e LBJ sta iniziando a interessarsi della questione “non facciamoli segnare” – e basta questo per trasformare qualsiasi difesa in un’ottima difesa. Non sono migliorati invece nei loro difetti strutturali, tra cui la mancanza di protezione del ferro e l’incapacità di aiutare Love quando gli avversari lo puntano insistentemente nel pick and roll.
Vismara: I numeri dicono di no (106.6 punti concessi su 100 possessi, 12° su 16 nei playoff), l’occhio invece dice che nei finali di partita i Cavs hanno sempre portato a casa la vittoria, anche con giocate difensive di insospettabili come Love (stoppata su Schröder in gara-3) e Irving (recupero decisivo nella stessa partita). In questi playoff i Cavs hanno ovviato alle mancanze difensive sui pick and roll di questi due passando dietro a qualsiasi blocco e sfidando al tiro i vari Jackson, Teague e Schröder – ma lo si può fare anche solo contro Goran Dragic o Kyle-Lowry-col-gomito-sano, per non parlare di Steph Curry?
Difendere in questo modo equivale a esporsi a un gioco pericoloso contro squadre più forti
Dai finora si è scherzato, arriviamo alla domanda seria: quindi questi questi Cleveland Cavs possono vincere il titolo NBA o le 8 vittorie sono solo frutto dell’Est?
Ciuppani: Entrambe le cose? Se c’è una squadra dell’Est che può uscire vittoriosa dal Boss Di Fine Livello Dell’Ovest sono i Cavs, però questa ipotesi richiede massicce dosi di fortuna, serate ispirate di numerosi giocatori, sorprendenti picchi di buona salute e l’uso di (almeno) un paio di bambole Voodoo. Ad Ovest i Cavs avrebbero sicuramente un paio di sconfitte in più sulla schiena e staremmo animatamente discutendo di chi tra loro e i Thunder ha migliori possibilità di passare il turno contro le due corazzate. Ad ogni modo, Cleveland è un’ottima squadra che purtroppo deve fare i conti con una squadra tra le migliori di tutti i tempi (che sia San Antonio o Golden State). Se poi i Thunder riusciranno rocambolescamente ad arrivare in Finale NBA i Cavs potranno dirsi fortunati e magari anche favoriti, ma al momento possono solo lodare la loro buona stella di dover affrontare solo una squadra dell’Ovest in tutti i playoff.
Andrianopoli: Questi Cavs possono senz’altro giocarsela con le grandi dell’Ovest, lo hanno già dimostrato l’anno scorso e quest’anno sono più maturi, più completi e molto più in salute. Peró rimangono sfavoriti contro qualunque squadra emerga vittoriosa dall’altra Conference, e questi primi due turni non hanno fornito sufficienti elementi per far ritenere il contrario.
Vismara: È il grande problema con i Cavs di quest’anno: per ogni valutazione che si può fare su di loro, c’è sempre lo spettro del “Sì ma contro Warriors e Spurs” che aleggia sopra le loro teste. I Cavs cazzeggiano in regular season ma arrivano comunque primi a Est sbadigliando? Sì ma contro Warriors e Spurs. I Big Three sono tutti sani e il supporting cast sputa fuoco? Sì ma contro Warriors e Spurs. Tyronn Lue è stato accettato dal gruppo, tutti sembrano felici di giocare assieme e la squadra è imbattuta? Sì ma contro Warriors e Spurs. In pratica, delle 100 e passa partite che i Cavs giocheranno quest’anno, le uniche che conteranno veramente qualcosa nelle valutazioni della gente sono quelle contro Warriors e Spurs. È riduttivo, ma così è se vi pare quando l’unico obiettivo possibile è vincere il titolo NBA.