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Foto di Michael Reagan / Getty Images
Calcio Emiliano Battazzi 24 settembre 2017 3'

Quale campionato estero bisogna guardare?

Francesco ci ha chiesto a quale torneo dedicare il proprio prezioso tempo libero. Risponde Emiliano Battazzi.

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Cara redazione,
il calcio è tanto e il tempo è poco: ancora all’inizio di questa stagione volevo chiedervi qual è, secondo voi, il campionato estero a cui bisogna dedicare il proprio poco tempo oltre alla Serie A?

 

Grazie,

 

Francesco

 

 

Risponde Emiliano Battazzi, che decide i menu calcistici di Ultimo Uomo

 

 

Ciao Francesco,

 

«Il giudizio di gusto consiste proprio nel chiamar bella una cosa soltanto per la sua proprietà di accordarsi col nostro modo di percepirla», così diceva Kant.

 

Per l’appunto, la risposta a questa domanda dipende molto anche dallo spettacolo che cerchi. Con un approccio seriale, e cioè immaginando che i campionati debbano in qualche modo intrattenerti come una serie tv, è probabile che la Premier League sia la migliore. Già si può immaginare immaginare che ci saranno molti colpi di scena, e che potresti capire tutto solo nell’ultimo episodio.

 

I personaggi sono profondamente diversi, con visioni del mondo peculiari: da Guardiola a Klopp, passando per Conte, Pochettino e Mourinho, hai davvero un’ampia scelta. Il cast è eccezionale, ma c’è qualche magagna: incontrerai spesso dialoghi molto scadenti, anche in partite di altissimo livello. Gli effetti speciali sono bellissimi, c’è di solito un’intensità pazzesca, ma ecco, lascia stare se cerchi un’accuratezza tattica continua. In Premier non c’è tempo per respirare: ma se ti metti sul divano con i pop corn e vuoi solo passare del tempo, forse è la scelta migliore.

 

Per un tipo di intrattenimento più sofisticato, invece, la Bundesliga ti può garantire un ottimo spettacolo combinato a una grande elaborazione tattica. Certo, il livello di intrattenimento puro non è quello britannico, e neppure potrai trovare la stessa parata di stelle (persino Lewandowski si è lamentato che il Bayern non acquista i migliori al mondo), ma è di gran lunga migliore se ti piace leggere David Foster Wallace: certe partite saranno così sofisticate da farti intrecciare il cervello, e avrai bisogno di leggere continuamente le note per capire meglio quello che stai vedendo. La Bundesliga ha perso qualcosa negli ultimi due-tre anni (prima Guardiola e Klopp, poi Tuchel, e alla fine anche Schmidt) ma rimane all’avanguardia, con ben sei allenatori under 40 (in Italia non ne abbiamo neppure uno): l’equivalente calcistico del Padiglione tedesco di Anne Imhof alla Biennale di Venezia. La velocità delle transizioni offensive in Germania non ha eguali in Europa; il gegenpressing qui è nato e continua ad evolversi. Se cerchi il finale a sorpresa, o qualcosa di meno cerebrale, allora tieniti alla larga dalla Bundesliga, perché è probabile che tra 20 giornate il Bayern sia già in pantofole ad aspettare il Meisterschale.

 

Anche il season finale della Ligue 1 dovrebbe essere piuttosto scontato, dopo i mostruosi investimenti del PSG. Quello francese è il campionato che devi seguire se ti piace scoprire giovani talenti: molti dirigenti e allenatori (da Monchi a Wenger) lo considerano il loro preferito. Insomma, il torneo perfetto se sei un tipo da Sundance Film Festival e ti sei stufato di vedere sempre i soliti giocatori. Occhio però che il PSG di questa stagione è un blockbuster epocale, con il tridente Neymar-Cavani-Mbappé a segnare e bisticciare (proprio come le star di Hollywood). Magari concentrati sull’ennesimo Monaco rivoluzionato, o sugli allenatori di culto come Bielsa al Lille, che sta incontrando molte difficoltà; oppure sulle personalità, come Ranieri al Nantes e Rudi Garcia al Marsiglia.

 

Non voglio eludere la tua domanda, e quindi ti dirò che, secondo il mio gusto personale, quest’anno dobbiamo decisamente seguire La Liga, per la sua completezza. Proprio come un romanzo di Javier Marías, la musicalità è garantita dal tocco di palla (tecnica media più alta d’Europa); le trame di gioco sono molto offensive ed elaborate, e i personaggi, beh, ci sono i due calciatori più forti del mondo.

 

Da sempre in Italia si considera la Liga con un tono sprezzante, si parla di campionato facile, ma non ascoltare le sirene della superficialità: troverai ad esempio i migliori meccanismi di pressione offensiva in Europa. Con il temporaneo afflosciamento del Real Madrid, inoltre, la lotta per il primo posto potrebbe diventare avvincente: non solo perché il Barça di Valverde sembra in palla, ma anche perché l’Atletico regge, e a gennaio arriveranno Vitolo e la bestia Diego Costa. A garantire un numero elevato di partite ben giocate quest’anno c’è una classe media mai così forte: la Real Sociedad di Eusebio gioca benissimo, il Villarreal continua imperterrito con il suo calcio dinamico, il Betis di Setién ci sta già facendo innamorare con la sua proposta di gioco, Marcelino sta resuscitando una grande decaduta come il Valencia. Persino la lotta per retrocedere regala belle partite, con il Girona spin-off di Guardiola, il Levante che continua a collezionare scalpi eccellenti, il Getafe di Shibasaki, l’Alaves di Bojan e De Biasi.

 

In conclusione, e che non ti suoni un messaggio democristiano, forse la migliore delle scelte è non scegliere: goditi il calcio nella sua diversità, dall’huff and puff della Premier fino ai talenti tempestosi della Ligue 1. Per chi ha curiosità e passione, questo è davvero The Beautiful Game.

 

 

Tags : bundesligaligaligue 1premier league

Emiliano Battazzi: nato nel 1984, cresciuto in periferia a Roma. Economista, prova a coniugare la razionalità della tattica all’imprevedibilità del talento. È il caporedattore della sezione calcio de L’Ultimo Uomo.

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