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Calcio Fabio Barcellona 8 luglio 2017 3'

LPDC: Perché non si usa più il 4-4-2?

William ci ha chiesto cosa ne è stato del modulo anni ’90 per eccellenza. Risponde Fabio Barcellona.

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Cara redazione,

 

Premesso che io di calcio so davvero poco, mi chiedevo come mai tatticamente oggi nessuno usa più il 4-4-2: c’è un motivo tattico preciso, tipo una strategia che oggi non può più funzionare perché A, B e C?

 

William Dempsey

 

Risponde il Mister Fabio Barcellona

 

Ciao William,

Il modulo di gioco fornisce una rappresentazione statica della disposizione dei giocatori di una squadra all’interno del campo da calcio. Da circa la metà degli anni ’80 è pratica universalmente diffusa quella di indicare il modulo di gioco per mezzo di una serie di cifre che indicano il numero di giocatori che occupano i reparti di una squadra. Precedentemente erano parecchio utilizzate le lettere (WM, WW). Inizialmente le cifre erano solo 3, ad indicare la difesa, il centrocampo e l’attacco: 4-4-2, 4-3-3. Con il tempo (e la fantasia) sono aumentate le cifre utilizzate per definire più linee di gioco: il 4-4-2 con centrocampo a rombo è diventato 4-3-1-2, il 4-4-2 con due punte affilate si è tramutato in 4-4-1-1. Chiaramente in un gioco dinamico ed estremamente fluido come il calcio la rappresentazione statica della posizione dei calciatori fornisce un’informazione molto parziale del comportamento tattico di una squadra. Oltretutto, quale è la posizione da scegliere per un singolo giocatore per definire il modulo di gioco, in quale momento scattare la “fotografia” della distribuzione dei calciatori in campo per tradurre il tutto in cifre? Si prende un’ipotetica “posizione media” dei giocatori o la collocazione in fase di possesso o ancora quella di non possesso?

 

Era pratica comune, almeno inizialmente, definire il modulo di gioco attraverso la disposizione in campo della squadra in fase difensiva. Se si assume questa convenzione il 4-4-2 è molto più diffuso di quanto si pensi. Sono infatti tantissime le squadre che in fase di non possesso si schierano con due linee di 4 giocatori indipendentemente dallo scaglionamento assunto in fase offensiva. Una delle squadre di maggiore successo degli ultimi anni, l’Atletico Madrid di Simeone, è una squadra che gioca spesso un 4-4-2 piuttosto ortodosso.

 

Rispetto ai tempi in cui è iniziata l’abitudine di descrivere sinteticamente i moduli di gioco attraverso l’utilizzo di cifre, è invece cambiata l’organizzazione tattica delle squadre. Rimanendo per semplicità in Italia, inizialmente a essere definite con le cifre erano le squadre che giocavano a zona: esisteva il 4-4-2 di Sacchi o il 4-3-3 di Zeman, ma negli stessi anni, le squadre Trapattoni non erano catalogate secondo il medesimo sistema. Questo perché il gioco a zona che si andava diffondendo in quegli anni, con i giocatori rigidamente responsabili di una porzione di campo, si prestava facilmente a essere fotografato attraverso delle cifre.

 

Oggi la zona pura in voga negli anni ’90 è sempre più “sporcata” da ampie dosi di attenzioni per la posizione assunta dagli avversari da marcare ed è sempre più importante la capacità di assumere plasticamente diverse disposizioni in entrambe le fasi di gioco. Ciò ha reso la descrizione del modulo di gioco attraverso le cifre ancora meno indicativa del reale comportamento tattico di una squadra e, assieme a questo, ha aumentato la fantasia utilizzata per descrivere i moduli di gioco. 4-1-3-2, 4-2-3-1, 3-5-1-1, 3-4-2-1, 4-3-2-1: da 3, le linee sono diventate 4 a enfatizzare in maniera sintetica l’importanza sempre maggiore di avere giocatori disposti su più linee e in grado di ricevere tra quelle avversarie. Il vecchio 4-4-2, in maniera estensiva, visto che in realtà i numeri dovrebbero indicare la fase di non possesso, è rimasto a indicare squadre che giocano con due punte e due esterni che rimangono per lo più larghi anche in fase di possesso. Nel calcio di oggi, caratterizzato dall’ossessiva ricerca del gioco negli half-spaces, sono ormai in effetti molto poche le squadre che attaccano prevalentemente in questa maniera. Ma, i vari 4-2-3-1 o 4-4-1-1 o anche i 4-2-2-2 talvolta segnalati, altro non sono che un’interpretazione dinamica del vecchio caro 4-4-2 e, a rigor di convenzione, potrebbero così essere definiti.

 

Insomma, la rappresentazione attraverso delle cifre della disposizione statica dei calciatori di una squadra, in un gioco dinamico e continuo come il calcio, è un parametro che contiene informazioni ridotte di ciò che davvero avviene in campo. Le tendenze tattiche del calcio di oggi, estremamente più fluido dei tempi in cui, assieme alla zona pura, arrivava questo sistema di rappresentazione, la rendono ancora meno importante.

 

 

Tags : Arrigo Sacchigiovanni trapattonila posta del cuore

Fabio Barcellona, chimico e allenatore UEFA B. Scrive di calcio per L'Ultimo Uomo.

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