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Foto di Claudio Villa / Getty Images
Calcio Alfredo Giacobbe 1 luglio 2017 4'

LPDC: la stagione di Belotti è stata unica o si ripeterà?

Federico ci ha chiesto quanto dobbiamo credere ad Andrea Belotti. Alfredo Giacobbe ha risposto numeri alla mano.

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LPDC sta per “La posta del cuore” una rubrica in cui rispondiamo alle vostre domande e che esce in anteprima la domenica sulla newsletter di Ultimo Uomo. Ci si iscrive qui; per altre domande scrivete a ultimouomomailbag@gmail.com.

 

Ciao carissimi, non è ancora chiaro se c’è qualche società è disposta a investire su Belotti. Il “Gallo” riuscito a mettere a segno 26 gol in Serie A, nonostante gli expected-goals prevedessero un numero inferiore ai 20.

 

Prendendo spunto da questo caso, come viene valutato un giocatore che, alla prima stagione di successo, va ben oltre le aspettative?

 

L’aver segnato più di quanto gli xG segnalassero, indica migliori capacità del giocatore nel segnare gol statisticamente difficili, oppure è stato solo molto fortunato?

 

Federico

 

Risponde Alfredo Giacobbe, re delle statistiche avanzate su UU

 

Caro Federico,

 

ci sono diversi aspetti da prendere in considerazione, quando si approccia dal punto di vista statistico il problema che descrivi. Belotti è un ragazzo di 23 anni con tre stagioni di Serie A alle spalle. Nella prima di queste, quando era in forza al Palermo, ha disputato poco più di un terzo dei minuti disputati, quasi tutti da subentrato. Quindi è già difficile, se non impossibile, confrontare le prestazioni di quest’ultima annata, nella quale Belotti ha giocato e segnato tantissimo, con le precedenti due. Anche se, qualche considerazione di natura tattica, oltre che di natura statistica, può essere sempre fatta.

 

Il secondo aspetto da considerare è il livello di performance ottenuto da Belotti rispetto all’età anagrafica. Se non possiamo confrontare le prestazioni attuali con quelle passate dello stesso giocatore, proprio perché Belotti è molto giovane, potremmo pensare di confrontare la performance di Belotti con quella dei pari età in giro per l’Europa. Procediamo con ordine.

 

Belotti ha tirato per un valore cumulativo di 16,6 xG e ha segnato 24 gol, se escludiamo i rigori. Razionalizzando questi dati attraverso il minutaggio, Belotti ha avuto un ritmo da 0,70 gol e 0,49 xG ogni 90 minuti, che è molto superiore a quello tenuto sia nella stagione 2015/16 (0,28 gol/p90 e 0,37 xG/p90), sia in quella 2014/15 (0,34 gol/p90 e 0,43 xG/p90). Quindi questa è stata la prima stagione nella quale Belotti ha invertito il rapporto tra gol e xG, cioè la sua capacità realizzativa è saltata per la prima volta al di sopra la linea tracciata dalla statistica, ovvero al di sopra la capacità statistica media di un attaccante europeo. Un singolo dato positivo ci dice poco del valore di un attaccante, però il rapporto tra gol e xG è molto importante se è valutato nel tempo, perché ci permette di capire quanto la performance di un attaccante è consistentemente sopra la media. Ti faccio due esempi: Lionel Messi ha un rapporto tra gol e xG di 1,3 in carriera, un esempio di costanza di rendimento inarrivabile; Gonzalo Higuain ha segnato tanto in tutte le sue stagioni italiane, ma l’unità nel rapporto tra gol e xG l’ha superata solo nelle ultime due annate.

 

Il balzo in avanti di Belotti potrebbe essere dovuto ad un cambio di contesto. Nel 3-5-2 del Torino di Ventura, Belotti divideva il fronte d’attacco con Ciro Immobile, un attaccante che ha nel proprio bagaglio determinati movimenti per ricercare la profondità. Belotti doveva dedicarsi a un grosso lavoro di raccordo tra i reparti, che lo teneva lontano dall’area di rigore. Più o meno lo stesso gli accadeva al Palermo, quando era chiamato a salire dalla panchina per affiancare Paulo Dybala, che ai tempi era ancora una punta vera e propria. Belotti è invece quel tipo di attaccante che ha bisogno di spazio per le sue corse palla al piede, di muoversi per spostare i difensori. Non è un caso che Massimiliano Allegri ha dichiarato, nella conferenza di presentazione all’ultimo Juventus-Torino, di ritenere impossibile una convivenza tra Belotti e Higuain, proprio perché i due hanno caratteristiche identiche. Libero di svariare, il volume di conclusioni a rete di Belotti è salito da una stagione all’altra da 2,4 a 3,8 tiri ogni 90 minuti.

 

Quindi da un lato a Belotti ha giovato il cambio tattico. Possiamo anche dire che è salito di livello nel suo percorso di crescita? O che si è trattata di una stagione unica e difficilmente ripetibile?

 

Dei 24 gol segnati, 6 sono venuti da colpi di testa su azione e 7 dagli sviluppi di un calcio piazzato. Rapportando i gol ai tiri tentati, Belotti ha segnato il 33% delle conclusioni nel primo caso e il 26% nel secondo: sono numeri molto più alti delle medie tenute nei campionati europei negli ultimi 5 anni, per le quali si converte in gol un colpo di testa nel 13% dei casi e un calcio piazzato nel 9% dei casi. Non solo sono numeri più alti rispetto alla media europea, sono anche più alti rispetto a quanto fatto dallo stesso Belotti in passato.

 

Se è confortante quanto fatto da Belotti in open-play, dove ha realizzato 11 reti in tutto trasformando il 12% delle occasioni avute, un valore in linea con le medie degli altri attaccanti e rappresentativo di una sua crescita personale, negli altri fondamentali sembra difficile che Belotti possa ripetersi: i 7 gol da azione su calcio piazzato valevano in media 3,63 xG; i 6 gol su colpo di testa pesavano ancora meno, appena 1,42 xG. Sto dicendo che più della metà dei gol di Belotti di quest’anno sono venuti da situazioni difficili da convertire, nelle quali il Gallo ha tenuto una media realizzativa difficile da sostenere nel lungo periodo.

 

Le prestazioni di quest’anno di Belotti lo inseriscono in un gruppo ristretto dei migliori attaccanti under 23 negli ultimi anni. Se guardiamo a questi attaccanti, che hanno reso una prestazione sul livello di quella di Belotti quest’anno, quando avevano la sua età, troveremmo, da un lato, giocatori in cerca di conferme, come Timo Werner, Pierre-Michel Lasogga o Daniel Sturridge; ma anche fenomeni riconosciuti, come Neymar o Harry Kane, che si sono già ripetuti per più di una stagione sullo stesso livello d’eccellenza.

 

Gli operatori del mercato azionario consigliano ai propri clienti di comprare (buy), di vendere (sell) o di mantenere la propria posizione (hold) riguardo a un determinato asset. Ecco in questo momento, se fossi un compratore con 100 milioni di euro da spendere, resterei in attesa di una stagione di conferme da parte di Andrea Belotti.

 

 

Tags : andrea belottiFC Torinola posta del cuore

Alfredo Giacobbe è nato a Napoli, dove vive e lavora. Ingegnere come Manuel Pellegrini, ha dipinto l’area tecnica attorno al suo divano.

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