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Marco D'Ottavi
LPDC: I difensori in Serie A hanno smesso di marcare?
04 mar 2017
04 mar 2017
Fabio ci ha fatto una domanda difficile. Marco D'Ottavi risponde con vari esempi di gol troppo facili per gli attaccanti.
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Marco D'Ottavi
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Foto di Valerio Pennicino / Getty Images
(foto) Foto di Valerio Pennicino / Getty Images
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Cari Amici, negli ultimi tempi si parla molto di declino della scuola dei difensori della Serie A. Questo anche a causa dei numerosi gol – quasi tutti, è la mia sensazione – segnati a pochi metri dalla porta e senza alcuna pressione o resistenza da parte del difensore.Basterebbe osservare le reti subite dal Pescara: attaccanti in grado di segnare gol da pochi metri senza subire alcuna ostruzione dalla difesa. Non sono forse un segno delle marcature un po’ troppo blande dei difensori italiani? Le squadre italiane non erano le più attrezzate tatticamente? Cosa ne pensate? È un fenomeno che avete rilevato anche voi? Se sì, a cosa lo riconducete?FabioRisponde Marco D’Ottavi, nella vita centravanti Caro Fabio, La tua domanda mi giunge molto cara: se infatti a tutti piace parlare di centrocampisti illuminati ed attaccanti infoiati, a nessuno piace parlare di difensori che dormono. A me, invece, piace molto. Va subito precisato, però, che parlare di “fenomeno” è rischioso: per evidenziarne uno bisogna analizzare una mole di dati molto ampia e trovare delle tendenze anche in relazione al passato (in questo caso la statistica degli expected goals potrebbe aiutarci molto in futuro) e magari un giorno si scriveranno articoli sul declino difensivo della Serie A portatoci in dono dal 2017, ma è ancora un po’ presto. Insomma, è molto complicato sostenere che i difensori di quest’anno marchino peggio, o con meno concentrazione, rispetto al passato. In questo senso farebbe bene guardare fuori dal nostro campionato per relativizzare il nostro sguardo: la finale di Coppa di Lega inglese è stata una vera caporetto delle marcature dei difensori. Ma è vero che il contesto generatosi di recente in Serie A aiuta più gli attaccanti che i difensori. Il momentum del nostro campionato non è dei migliori: alcune squadre forse non sono del tutto attrezzate (Crotone, Palermo, Pescara), altre hanno riscontrato evidenti limiti in fase difensiva o offensiva (Cagliari, Empoli) altre ancora non hanno saputo compattarsi nei momenti di difficoltà ed ora vivacchiano (Bologna, Genoa, Sassuolo), e in tutto questo non siamo ancora arrivati a marzo. Solitamente quando una squadra ha un problema o manca di motivazioni, le prime crepe le troviamo nel sistema difensivo, e le ultime giornate di campionato sembrano effettivamente dimostrarlo. Scendendo nel dettaglio dei gol segnati da pochi metri, bisogna evidenziare come diverse squadre della Serie A, le prime tre della classe su tutte, grazie a qualità tecniche superiori costruiscono il loro gioco per arrivare a concludere nella zona nevralgica dell’area, quella da dove anche le statistiche ci dicono che conviene tirare. Prima di parlare di cattivi difensori in questi casi, proviamo a parlare di grandi attacchi. Come esempio premio su tutti la giocata e il successivo hockey pass di Banega che ha portato al gol di Gabigol contro il Bologna. Ora però ci tocca vedere cosa non sta andando: la prima cosa da fare è discernere tra come ogni squadra si difende, che è santa tattica e dipende dalle scelte dell’allenatore (a 3, a 4, difesa alta o bassa, pressing o attesa, marcature preventive, un misto di tutto, ecc.) e come invece si comporta il singolo difensore nel momento in cui è messo davanti ad una scelta. Esistono infatti situazioni in cui al difensore è richiesta di mettere in gioco la sua arte, ovvero l’abilità per cui è arrivato fino a lì, senza che entrino in gioco situazioni tattiche specifiche. Prendiamo il gol di Immobile all’Empoli. Questo è un gol che arriva da pochi metri come hai giustamente fatto notare tu, ma è anche un gol che arriva da una situazione di gioco casuale, un passaggio deviato, con la difesa schierata. In questo caso non ci sono errori tattici o di squadra, ma solo un errore gigante di Bellusci, il difensore che sta marcando Immobile. Il giocatore dell’Empoli si lascia anticipare con una facilità irrisoria in una situazione in cui tutto quello che doveva fare era mettere il proprio corpo tra Immobile ed il pallone. Il suo approccio difensivo è troppo morbido, passivo, un atteggiamento che non puoi permetterti quando marchi Immobile. Dopo prova anche a scaricare le colpe su Skorupski, ma lo sa anche lui quello che ha combinato. Prendiamo, invece, questo gol di Iago Falque al Pescara (il primo di una partita finita 5 a 3). La particolare inquadratura del video, se da un lato non ci permette di vedere bene il gol, dall’altro ci permette di seguire bene i movimenti difensivi del Pescara. Cosa ne deduciamo? In questo caso la passività è di tutti e undici i giocatori, non se ne salva uno. Barreca può crossare senza pressione e l’inserimento di Baselli, il cui colpo di testa servirà l’assist, non è seguito da nessun centrocampista. I due difensori al centro dell’area poi, sbagliano tutto. In generale questo gol mi sembra si vesta bene della tua idea di gol segnati a pochi metri dalla porta e senza alcuna pressione o resistenza da parte del difensore. Mi sembra che gli atteggiamenti passivi siano il più grande problema che mostrano molte difese in queste ultime giornate, che sia di squadra o del singolo. Ci sono diversi motivi del perché questo accada: motivazioni, scarsa preparazione atletica (non so se abbia ragione, ma Zeman appena arrivato ha detto che i giocatori erano fuori forma), lavoro tattico errato, più tanti altri che vai a sapere. In questo gol subito dal Pescara, ad esempio, potremmo anche pensare che la squadra stesse giocando contro l’allenatore. Quello che posso dire è che non esiste una situazione in cui una difesa passiva porti qualcosa di buono. Lungi dal voler spiegare scientificamente questa ondata di passività difensiva in serie A (se non ci sono più i difensori di una volta e non ci sono più gli attaccanti di una volta, non dovrebbe rimanere tutto uguale?) mi congedo con i 10 gol con più passività di queste ultime 5 giornate di campionato (escludendo i due già visti). 10. Eder col Pescara, che dominerà questa classifica. 9. Suso in mezzo ai difensori della Lazio, come fossero birilli. 8. Maxi Lopez contro la Roma, perché sul 3 a 0 puoi essere passivo dai. 7. Tutto quello che accadeva nell’area del Pescara quando vi entrava Parolo. 6. “Papu" Gomez contro il Palermo, prima gliela passano poi lo aspettano. 5. Borriello contro il Genoa, che proprio non ama le seconde palle. 4. Falcinelli contro l’Empoli, dopo un po’ di tiki taka. 3. Tutti e 5 i gol del Pescara a Genoa, una specie di epopea. 2. Petagna contro la Lazio, che si scansa. 1. La discesa libera di Belotti contro il Pescara (partita che è ormai un canone della passività). Questa domanda è uscita in anteprima su Stili di Gioco, la newsletter di Ultimo Uomo. Per iscrivervi cliccate qui. Per fare altre domande scrivete a ultimouoomomailbag@gmail.com.

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