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LPDC: Che differenza c'è tra palla coperta e scoperta?
11 mar 2017
11 mar 2017
Francesco ci ha chiesto di uno dei concetti tattici chiave. Risponde Federico Aquè.
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Foto di Dino Panato / Getty Images
(foto) Foto di Dino Panato / Getty Images
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Nonostante segua il calcio da ormai vent'anni, non ho mai capito il vero significato dell'espressione "Palla coperta/Palla scoperta".Fiducioso di una vostra risposta Vi saluto Francesco Ciao Francesco, la definizione di palla coperta o scoperta è piuttosto semplice. Una palla è coperta se il portatore viene affrontato e non ha quindi la possibilità di giocarla liberamente. Al contrario, una palla è scoperta se il portatore non è pressato ed è libero di gestirla a proprio piacimento. Riconoscere e gestire le situazioni di palla coperta o scoperta è uno dei concetti chiave dell’organizzazione difensiva di una squadra. La teoria è semplice: a palla coperta la difesa può salire e contribuire al tentativo di recuperarne il possesso, a palla scoperta la difesa deve invece scappare verso la propria porta stringendosi per coprire il centro. I movimenti in avanti e indietro della linea difensiva che noti durante le partite sono dovuti proprio a questo motivo. Le situazioni di palla coperta permettono alla squadra che difende di avere il controllo della situazione. Al portatore viene impedito, o comunque reso difficile, giocare la palla in avanti e la difesa può così avere un atteggiamento più aggressivo e scalare in avanti accorciando la squadra. Questo ovviamente facilita il recupero del possesso, che può avvenire in diversi modi: forzando un errore tecnico, indirizzando la palla in una zona favorevole oppure scegliendo di mandare gli avversari in fuorigioco. Più in generale, le situazioni di palla coperta tengono la squadra avversaria lontano dalla propria porta e danno alla difesa il tempo di organizzarsi per controllare gli attacchi. Nella migliore delle ipotesi, la pressione continua sui portatori palla permette di manipolare il possesso avversario in modo da renderlo inefficace e di avere il controllo della partita anche senza avere il pallone tra i piedi. Al contrario, nelle situazioni di palla scoperta la difesa è costretta a reagire alle scelte della squadra che attacca. In questi casi il portatore ha la visuale aperta e il tempo per verticalizzare e sorprendere la linea difensiva. La protezione della propria porta, correndo all’indietro, diventa quindi la priorità. In teoria la distinzione tra palla coperta e scoperta è netta e piuttosto facile da comprendere. Il calcio è però uno sport dinamico e il passaggio da una situazione all’altra può essere questione di un attimo: se ad esempio il compagno che sta pressando il portatore di palla viene saltato, la linea difensiva deve essere pronta ad adeguarsi immediatamente al nuovo contesto e comportarsi di conseguenza. Il che significa che i difensori devono essere allenati a leggere l’azione nel minor tempo possibile e capire se uscire a coprire la palla e dare modo ai compagni di riorganizzarsi oppure correre all’indietro per proteggere la porta. In ogni caso, uno dei concetti chiave anche a palla scoperta è evitare che gli avversari si avvicinino troppo alla porta: a un certo punto un difensore deve comunque uscire a fronteggiare il portatore di palla, mentre i compagni stringono in copertura alle sue spalle. Per avere un’idea della complessità dei compiti della linea difensiva e del livello di concentrazione necessario a reagire velocemente a quello che succede in campo prendiamo ad esempio il primo gol di Mertens alla Roma. Il Napoli è in superiorità sulla propria sinistra e riesce a liberare Hamsík alle spalle di Strootman e Nainggolan. La difesa romanista, che alzandosi aveva accompagnato il tentativo di pressing, si ritrova improvvisamente a dover gestire una palla scoperta. Hamsík infatti può girarsi tranquillamente e scegliere la giocata più vantaggiosa: Fazio però non scappa, ma si alza per provare a fronteggiare Hamsík, perdendosi Mertens alle spalle. Manolas e Juan Jesus, che invece erano scattati immediatamente all’indietro, sono troppo lontani per contrastare il belga, cui viene concesso il tempo e lo spazio per scavalcare con stile Szczesny. Nella realtà la lettura delle situazioni di palla coperta o scoperta è più complicata di quanto possa sembrare limitandosi alle loro definizioni teoriche, specie in un calcio che va sempre più veloce e in cui non è raro vedere errori gravi come quello di Fazio. Allenare i propri difensori a leggere l’azione nel minore tempo possibile è così un fattore sempre più decisivo, che spesso fa la differenza tra una vittoria e una sconfitta.

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