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Chi ha più probabilità di salvarsi?
18 feb 2020
18 feb 2020
Cosa ci dicono le statistiche avanzate sulla lotta per non retrocedere.
(articolo)
9 min
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Il campionato ha ormai raggiunto una fase matura, sono state giocate 240 partite su 380 (quasi due terzi del totale) e i rapporti di forza espressi dalla classifica sono in fase di consolidamento. Ciononostante, i giochi sono ancora tutti aperti soprattutto nella zona più bassa: a guardare la classifica, la proverbiale quota salvezza di 40 punti non l’ha raggiunta neanche la Roma, che è quinta e lotta per l’accesso alla prossima Champions League. L’analisi che segue si limita, però, a focalizzare i punti di debolezza, e in qualche caso anche i punti di forza, delle ultime sei squadre.

Osservare oggi le differenze tra i trend espressi dai risultati e dagli Expected Goals aiuta a capire quanta benzina hanno ancora nel serbatoio le squadre che lottano per non retrocedere.

Gli Expected Goals sono delle variabili statistiche ed è possibile simulare al computer l’andamento delle prossime giornate di campionato: prendetelo come un esercizio di stile dalle molte approssimazioni, che presuppone, ad esempio, che i valori dimostrati da tutte le squadre fin qui restino invariati fino alla fine. È un metodo che valuta gli scostamenti tra le prestazioni e i risultati e che, in più, pesa le difficoltà di calendario per ogni squadra da qui alla fine.

Il numero che troverete accanto a ciascuna delle ultime sei squadre della classifica di Serie A fa riferimento alle probabilità di salvarsi calcolate con tale metodo. Può fornire un'indicazione a spanne su quanto può essere complicato il cammino verso la salvezza, tenendo sempre bene a mente che un evento a bassa probabilità non è un evento impossibile da verificarsi. Cioè, non è un oracolo né ha pretese di previsione.

SPAL - probabilità di salvarsi: 11%

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Il grafico mostra (in verde) il progresso della differenza reti e (in nero) quello della differenza tra gli Expected Goals nell’ultimo anno e mezzo. Come è ben visibile seguendo le linee tratteggiate dei trend, sia le prestazioni che i risultati ad esse legati della SPAL di Semplici sono calati.

La SPAL ha soprattutto grossi problemi nella qualità della produzione offensiva: è l’ultima squadra della Serie A per il numero di passaggi riusciti in area di rigore; è la squadra che, dopo Torino e Brescia, ha il peggior dato sugli Expected Goals prodotti nelle situazioni di gioco che non sono calci piazzati (22,3 xG, la media del campionato è di 30 xG); è anche la squadra che ha il peggior dato sulla pericolosità media delle occasioni che crea (0,096 xG per ogni tiro effettuato, la media del campionato è di 0,107 xG per tiro).

La SPAL è una squadra che entra poco in area di rigore, e che quando lo fa costruisce occasioni poco pericolose. Dopo il Brescia, è la squadra che ha segnato meno gol su azione (non calci piazzati): 11. Chiunque avrebbe difficoltà a segnare in queste condizioni, a meno di non avere attaccanti fuori categoria, talmente cinici da marcare il tabellino con pochissime occasioni di scarso valore a disposizione.

La pericolosità offensiva della SPAL si basa principalmente sulle occasioni da calcio piazzato, dove gli 8,6 xG prodotti sono in linea con la media del campionato. Ciononostante i gol segnati sono solo 4 e in campionato solo Udinese, Genoa e Sassuolo fanno di peggio.




Brescia – probabilità di salvarsi: 21%

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La situazione del Brescia non è molto più rosea di quella della SPAL: Corini è l’allenatore che è riuscito, seppure senza trovare costanza, a ricavare dalla sua squadra il rendimento migliore ma, nonostante i suoi sforzi, alla fine della girandola di cambi della guida tecnica entrambi gli indicatori sono negativi, e il trend della differenza reti è in discesa.

Il Brescia fa fatica a risalire il campo, che sia con un passaggio o con una conduzione di palla. Sono i peggiori del campionato sia per il dato dei passaggi progressivi, cioè i passaggi giocati in avanti con successo, sia per quello delle corse progressive, le conduzioni che fanno guadagnare campo.

In Serie A, una squadra riesce a trasferire palla in avanti per un guadagno cumulativo di 1315 metri di media a partita. Il Brescia porta palla in avanti per una media di 978 metri a partita.

Il Brescia è forse la squadra che ha anche le maggiori difficoltà tecniche: ha il peggior possesso palla del campionato e la peggior percentuale di passaggi riusciti. E le difficoltà nell’avvicinarsi all’area avversaria si traducono in una scialba produzione offensiva: il Brescia è la squadra che tira meno in campionato in situazioni di gioco regolare, appena 6,8 tiri a partita, e come detto crea poche occasioni di valore.


Genoa – probabilità di salvarsi: 57%

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L’alternarsi della guida tecnica ha caratterizzato le ultime stagioni del Genoa. L’ultimo allenatore che ha iniziato e finito una stagione intera coi rossoblu è stato Gian Piero Gasperini nel 2015/16. Davide Nicola, in carica dallo scorso 28 dicembre, ha adesso una media punti a partita di 1,57, di gran lunga superiore a quella dei suoi due recenti predecessori (Andreazzoli e Motta hanno chiuso la loro esperienza genoana con una media punti a partita di, rispettivamente, 0,63 e 0,67).

Nicola ha avuto il merito di risollevare i risultati, che avevano avuto il loro picco positivo con Thiago Motta all’inizio, prima di decrescere di nuovo. Il trend degli Expected Goals è positivo, anche se nelle ultime giornate il loro calo è stato drastico ed è forse da ricondurre a ragioni di calendario: nelle ultime sei giornate, i rossoblù hanno affrontato cinque squadre che figurano nella parte sinistra della classifica.

Il Genoa è nella media del campionato per la maggior parte degli indicatori statistici. Le aree di miglioramento sono relative al numero di tiri concessi agli avversari (quartultimi per conclusioni in azione di gioco regolare) e alla capacità di risalire il campo attraverso un passaggio in avanti (quartultimi per progressive passes).

C’è una statistica per la quale il Genoa addirittura avvicina le prime del campionato. Per la qualità media delle occasioni che si procura (0,12 xG in media per ogni tiro prodotto), il Genoa ha davanti solo Atalanta, Bologna, Verona, Lazio e Roma. Anche la qualità media delle occasioni concesse è ottima (0,10 xG per ogni tiro lasciato agli avversari), solo la Juventus, il Parma, l'Inter e il Verona lasciano alle proprie avversarie occasioni peggiori. Sono due indici che testimoniano l’efficacia delle fasi offensiva e difensiva dei rossoblù.

Sampdoria – probabilità di salvarsi: 61%

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Il grafico mostra bene come la Sampdoria abbia provato a tirarsi fuori dalle secche di inizio stagione e in parte ci sia riuscita. Sia le prestazioni che i risultati sono cresciuti, entrambi i trend sono positivi. Il 2020 ha portato però segnali contrastanti: la Samp ha vinto bene contro Torino e Brescia; ha fermato Milan e Sassuolo con due 0-0; ma ha incassato 5 gol dalla Lazio, 4 dal Napoli, 5 dalla Fiorentina.

I dati della Sampdoria sono buoni e generalmente non in linea con la posizione bassa di classifica in cui siede ora. C’è una statistica che ha caratterizzato nel male la stagione doriana: la squadra di Ranieri ha il peggior rapporto di conversione gol/tiri concessi di tutta la Serie A, un dato di difficile lettura, soprattutto se lo si accompagna ad altri due indicatori. Perché la Samp è anche una delle squadre che subisce meno tiri in situazioni di gioco regolare in Serie A (9 a partita, fanno meglio solo Fiorentina, Atalanta, Roma e Juventus), e una di quelle che concedono meno Expected Goals (1 xG a partita, subiscono meno solo Juventus, Inter, Atalanta e Milan).

Da un lato, quindi, la Sampdoria concede poche occasioni e di modesta pericolosità; dall’altro queste occasioni sono convertite in gol con una frequenza superiore alla media. In campionato, in media, si segna 1 gol ogni 11 tiri. Per segnare alla Samp ne bastano circa 7.

Si potrebbe ipotizzare che gli attaccanti delle squadre di Serie A sono stati particolarmente fortunati, ma è difficile credere a una circostanza fortunata che si protrae da 24 settimane. Si può ipotizzare, allora, che i difensori della Samp hanno lavorato bene di reparto, ma che individualmente non hanno messo sufficiente pressione agli attaccanti.

Va detto infine che il calendario non sorride alla Samp, che deve ancora affrontare, tra le altre, Inter, Verona, Roma, Atalanta e Juventus.


Udinese – probabilità di salvarsi: 79%

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Nel grafico le linee di trend dell’Udinese sono quasi piatte, convergono leggermente verso un punto intermedio. Suggeriscono cioè che il livello delle prestazioni che l’Udinese sta portando in campo è molto vicino al suo massimo potenziale disponibile.

Il problema è se questo livello sia sufficiente per garantire ai friulani la permanenza nella massima serie. L’Udinese viaggia con una proiezione finale della differenza nelle reti attese di -17,9. Tutte le squadre che nelle ultime quattro stagioni si sono salvate hanno concluso il campionato restando al di sopra della soglia di -17,5 xG.

Per l’Udinese vale un discorso simile a quello già fatto per la Sampdoria: gli indicatori statistici sono generalmente buoni, ma esistono delle aree di miglioramento. In difesa, ad esempio, l’Udinese concede troppe occasioni agli avversari (sono quartultimi per xG concessi in open-play).

In attacco, l’Udinese pecca di precisione: solo 47 giocatori in Serie A hanno tirato più di 40 volte verso la porta avversaria e 4 di questi sono calciatori dell’Udinese. Tra loro, solo Okaka, che segna un gol ogni 10 tiri, ha una percentuale di realizzazione più o meno nella media. Mandragora, ad esempio, ha tirato 49 volte senza segnare.

L’Udinese è la quintultima squadra per tiri messi nello specchio (3,9 a partita, la media del campionato è di 4,6) ed è terzultima per la pericolosità media di ogni tiro.




Lecce – probabilità di salvarsi: 91%

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Il Lecce è un’altra squadra del lotto preso in esame in questo articolo che ha tendenze positive sia per i risultati che per gli Expected Goals (per i più distratti, le altre due sono le genovesi). I risultati delle ultime giornate – il pareggio con l’Inter, le vittorie con Torino e Napoli – sono stati lusinghieri, ma il bilancio delle prestazioni segnato dagli xG resta fortemente negativo. Il punto debole del Lecce è indubbiamente la fase difensiva.

Quella di Liverani è la squadra che concede più xG in ogni situazione: da calcio piazzato ha concesso ai suoi avversari 12,8 xG; nelle azioni di gioco regolare, il Lecce ha lasciato sul terreno 46,7 xG. In pratica, in media, ad ogni partita concede occasioni pericolose per 2,5 xG.

Il Lecce ha uno stile difensivo particolare: per il PPDA (che misura la pressione che si mette sugli avversari in possesso di palla) è la squadra che pressa di meno nei primi 60 metri di campo. E il numero di recuperi palla nella metà campo avversaria è il più basso della Serie A.

È la squadra che concede ai propri avversari la maggior presenza in area: 724 tocchi palla in totale, cioè 31,5 tocchi palla di media a partita, contro una media del campionato di 23 tocchi concessi a partita.

Le speranze del Lecce di restare sopra la linea di galleggiamento, quindi, sono legate alla fase offensiva. I giallorossi vanno alla conclusione più spesso di Sassuolo e Verona, per fare due esempi con una classifica migliore. E anche se la scelta dei tiri da prendere potrebbe essere migliore (sono noni in Serie A per numero di tiri da fuori area ma solo quattordicesimi per numero di tiri dall’interno dell’area) i pericoli portati sono comunque notevoli: il Lecce è la decima squadra della Serie A per Expected Goals da situazioni di gioco regolare.


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