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Daniele Manusia e Francesco Pacifico
Lo Spogliatoio s02e06
23 dic 2014
23 dic 2014
Litigi di fine anno e quattro figurine in regalo.
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Daniele Manusia e Francesco Pacifico
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È un periodo in cui provo pochi momenti di armonia con il mondo esterno. Ho iniziato la partita in panchina, forse per questo quando sono entrato (sullo 0-1) mi sembrava di non capire cosa stesse succedendo. Mi sentivo fuori luogo come la prima volta che ho messo piede in un campo da calcio regolamentare. Avevo dieci o undici anni, giocavo con ragazzini di un paio d'anni più grandi di me. Il Mister mi ha fatto entrare a centrocampo, a sinistra, ricordo che il campo mi sembrava un deserto, non percepivo le linee del fuori, le porte erano troppo lontane, non capivo perché si correva da una parte o dall'altra, la palla era enorme e dura e non voleva avere niente a che fare con me. Mi sono sentito così contro il Chelsea di pariolini insopportabili. In ritardo su tutti i palloni, con un campo visivo che andava di poco oltre i miei piedi. Ho giocato tutta la partita con la consapevolezza di essere il peggiore in campo. Ogni azione pensavo di uscire e fare solo l'allenatore ma volevo anche giocare abbastanza a lungo da cambiare lo stato delle cose, la realtà.

 



Ho segnato il primo gol e fatto l’assist a MG per il pareggio momentaneo, dunque forse come attaccante mi sono sbloccato. Come scrittore invece mi sono bloccato, spero sia la stanchezza di fine anno. Come amico e compagno di squadra però capisco poco: al termine della partita ho pensato e detto che le ultime due, due sconfitte, sono state partite divertenti, siamo stati squadra. Poi a cena CF e Daniele hanno litigato e io ho litigato con Daniele. In più non mi va di scrivere lo Spogliatoio perché ho ricevuto la visita di un troll sul gruppo facebook che abbiamo aperto, e quando incontro un troll mi stacco immediatamente da ciò che faccio, è come avere la febbre.

 



Ero io in marcatura sul gol del 1-2 e su quello del 1-3. Ero tranquillo, in contatto l'avversario, ma entrambe le volte anziché murare il tiro l'ho solo deviato. L'arbitro mi ha fischiato un paio di falli incomprensibili ma non avevo fiato per protestare, il Chelsea correva moltissimo. Ho preso un calcio su una palla deviata in fallo laterale, ho un livido sull'esterno del piede che si è gonfiato al punto che per mettermi le scarpe devo sedermi e slacciarle per bene. Dopo quel calcio VC ha litigato con uno del Chelsea, io mi stavo facendo gli affari miei ma quello passandomi vicino ha detto ad alta voce: “'Sti pezzi di merda”. L'ho chiamato e quando si è girato gli ho messo la mano in faccia, lui ha fatto pippa. La mia filosofia è che gli avversari non esistono, che sono una nostra proiezione mentale. Ho messo una mano in faccia a una mia proiezione mentale.

 



CF. Centrocampista. Poche settimane fa ha digiunato per tre giorni consecutivi, forse quattro, non ricordo. Ma il tipo di digiuno che pratica, imparato in Cina, dove ha vissuto per quasi un decennio, da un americano, non si risolve in una mangiata come Dio comanda ma in una fase di transizione che dura due giorni in cui CF deve mangiare solamente albume. Albume in padella con le spezie per insaporirlo, e ovviamente saltato senza olio. Lo mette in un tupperware e lo porta in ufficio per il pranzo. Lo mangia a colazione, a cena. La ragione è che dopo tanti giorni di digiuno completo l’organismo può affrontare solamente la proteina semplicissima dell’albume d’uovo. Quindici albumi al giorno, divisi per tre pasti, moltiplicato per due giorni. Lui ha giocato il primo giorno del digiuno e il primo di albume. È centrocampista, ma lo vediamo quasi meglio come centrale di difesa. È devotissimo. Ha i suoi demoni: quando sbaglia partita, dice “L’ho capito subito che era una partita maledetta”.

 



Ho iniziato in panchina anche il secondo tempo. Dovevo capire perché il Chelsea ci dominava così bene, impedendoci di fare due passaggi di fila anche nella nostra metà campo. A un certo punto ho visto che loro giocavano palla sulle fasce ma appena entravamo noi in possesso ci pressavano tutti insieme al centro, l'ho percepito con l'immediatezza di una mano che si chiudeva a pugno schiacciando i miei compagni. Ho chiamato il time-out e siamo passati al 3-3-1, in campo gridavo a VC e a MG di giocare il più largo possibile. Ha funzionato, la partita è cambiata e abbiamo dominato per almeno un quarto d'ora. Ho avuto anche un momento di armonia: quando su un calcio d'angolo in attacco ho avuto la lucidità di stoppare la palla di suola in direzione di GG che, dal limite dell'area, ha segnato il 2-3 di esterno collo. Abbiamo pareggiato e siamo anche andati vicini al 4-3, ma subito dopo abbiamo subito il 3-4. Uno di loro ha battuto una punizione dalla fascia destra passandola rasoterra al difensore al centro che avrebbe dovuto tirare, la palla ha colpito l'arbitro sulle caviglie ed è rimasta a metà strada prendendoci in contro-tempo, istintivamente AL è uscito dalla difesa per evitare che quello che aveva battuto male la punizione tirasse in porta, ma quello ha alzato la testa e l'ha passata al centravanti solo in area.

 



TL. Centrocampista. Quest’estate non aveva più voglia di giocare. Era cupo, malinconico. Ha saltato il precampionato, non giocava quasi più, diceva che doveva fare una pausa. Poi è partito da solo per un viaggio in Argentina di tre settimane, a novembre, da cui è tornato abbronzato e più gagliardo, e improvvisamente lo si sentiva di più che quando era a Roma. Si è portato la maglia dell’Aik in vacanza per farcisi una foto con dietro le montagne. Ha chattato a lungo con vari compagni su Whatsapp. Tornato, deve ancora recuperare parte dello spunto, ma ha perso la malinconia, almeno così pare. Al momento non mi pare venga al campo in bicicletta, come faceva quest’estate.

 



Subito dopo la partita CF ce l'aveva con me per il passaggio sbagliato che ha portato al quinto gol del Chelsea. Il litigio è continuato a cena, dopo mezzanotte, perché CF si sentiva il capro espiatorio. Io ce l'avevo con lui perché non era il capro espiatorio di nessuno e mi sembrava si stesse solo sfogando su di me. Poi ce l'avevo con Francesco che interveniva sorridendo perché la mia reazione era da pazzo però al tempo stesso non mi trattava con la comprensione che mostrava per CF. Ce l'avevo anche con MG che era seduto vicino a me ma ha cambiato posto dopo aver detto che non facevo parlare nessuno. TL e GG mi hanno difeso a tavola quando sono stato zitto per la prima volta. Francesco non mi ha riaccompagnato a casa e non mi ha salutato, CF prima di andare via mi ha dato un regalo di Natale che aveva in macchina (e non è il primo regalo che mi fa da quando lo conosco) poi mi ha scritto un messaggio molto tenero su FB prima di andare a dormire. Anche GG mi ha mandato un messaggio carino verso l'una e mezza. Io ho scritto una mail di scuse a Francesco, sono entrato a letto alle due e tre quarti e ho dormito malissimo. GDA mi ha chiamato il giorno dopo per sapere come stavo, con Francesco abbiamo chiacchierato dei miei problemi, con MG abbiamo passato il sabato insieme fino alle tre di notte.

 



VC. Terzino. È l’amico uligano. Non è tifoso di nessuna squadra, o se lo è l’ho scordato, perché ogni partita che guardiamo è come se tenesse alla squadra per cui tifiamo noi, ci tenesse come se il suo tifo servisse realmente alla squadra, e come se fosse una cosa gratuita, perché lui non ha un investimento personale nella cosa. In campo, dal punto di vista della rissa, è un’assurda versione di Montero indignato. Cioè la sua violenza, ormai quasi una costante, nasce dall’indignazione, ed è impossibile da frenare. Un paio di volte ci sono stati annullati gol, una in amichevole una in torneo, e in entrambi i casi ha urlato al portiere che aveva chiamato il fallo soltanto perché non accettava di aver preso gol. È un concetto complesso, ma lui riesce a urlarlo come se fosse un rudimentale vaffanculo. E poi continua, andandosene, a urlare “Perché lui non ci poteva stare che ha preso il gol, il coglione”. Urlando, ma sempre in qualche modo spiegandosi. Solo che è impossibile trattenerlo. Bisogna aspettare che sfuri da solo. L’altro giorno ha detto che lui può recuperare ogni pallone e che gli avversari hanno paura di lui, lo sentono.

 



Non sono neanche sicuro di quanto ho dormito dopo la partita. Di notte mi chiedevo in continuazione se stavo dormendo e così mi rendevo conto di essere sveglio. Con gli occhi chiusi non riuscivo a non vedere immagini confuse della partita o pensieri sulla squadra. Mi dicono che a volte in campo mi distraggo per pensare alla tattica. Non lo so, a volte in campo sto così male che la tattica è una salvezza, il miraggio di un ordine e un'armonia possibili. Come quando poco fa in motorino un gabbiano ha iniziato a planare davanti al mio parabrezza, nella direzione della mia corsa e alla stessa mia velocità, per un centinaio di metri su via del Policlinico, mi sono distratto e ho visto all'ultimo il semaforo rosso. Tutto quello che ho scritto potrebbe essere falso, le vittorie, le sconfitte, l'armonia, il 4-2-1, il gabbiano, potrebbero essere solo mie proiezioni. Non ho idea di cosa sia la verità. Però c'è questo diario e ci sono i miei compagni di squadra.

 



GG. Terzino. L’altra sera a cena gli ho dato del democristiano perché sostiene l’importanza di avere Daniele come leader mentre io dico che Daniele deve monopolizzare meno la conversazione post-partita. E pensavo di dirlo anche in nome suo che sta sempre a dire che palle Daniele. Invece lui ha tirato fuori che ci serve un comandante. L’ho insultato, poi il giorno dopo l’ho chiamato e spero abbia capito che era un modo per scusarmi. In realtà come politico lo ammiro: ha un figlio e ciononostante viene sempre a cena con noi dopo la partita. È bravissimo a ottenere ciò che vuole dalla moglie. Segna solo grandi gol con tiri da fuori. Ultimamente è più appannato, ha meno spunto, eppure è così democristiano che telepaticamente ha convinto l’organizzatore del torneo a nominarlo migliore in campo Aik dell’ultima partita.

(Continua.)

 

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