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Lo Spogliatoio s02e05
16 dic 2014
Abbiamo fatto i calcoli: l'AIK non perdeva da dieci partite ufficiali.
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Sconfitta 1-4 (fine primo tempo 0-0; a 10' dalla fine 1-0 per noi).

Venerdì ore 21, splendida giornata fredda. Parecchie defezioni per viaggi: MG, CF, GDA; LD aveva male alla schiena e non è venuto; portiere rimediato all'ultimo secondo.

Daniele

Sono autolesionista e autodistruttivo da sempre ma ogni tanto lo dimentico. Lunedì abbiamo giocato un'amichevole (per non restare fermi nove giorni tra una partita e l'altra) ma dato che avevo preso una storta e che non avevamo il portiere l'ho fatto io, chiedendo però di uscire ogni tanto per capire come stava la caviglia. Ma durante la partita quando ho chiesto il cambio il resto della squadra ha fatto finta di niente. Così ho fatto il muso, gli avversari attaccavano poco e io ho passato quasi tutta la partita a fare scatti nell'area piccola o trazioni con la traversa. La parte autodistruttiva è questa: non solo non mi sono imposto per il cambio, ma ho rifiutato quando si è proposto VC perché lo ha fatto tardi e ho rimandato indietro anche TL e MG perché avevo l'impressione che lo facessero da scocciati (Francesco invece non si è mai proposto). Dopo ho fatto la doccia da solo in uno spogliatoio vuoto. Dentro di me godevo a rinnegare l'AIK.

Francesco

Mi capita a volte di scrivere questo diario in treno, mentre vado in qualche città d’Italia a presentare il mio libro davanti a dieci persone in una libreria o in un bar o in un circolo Arci. Sto andando a Bari e ho una nausea tremenda. Sono stato due volte al bagno. Credo che i treni ad alta velocità mi facciano stare fisicamente peggio degli aerei. È crudele leggere la parte di Daniele mentre mi allontano da Roma, mi fa sentire la mancanza. Tornerò dalle due serate in Puglia mercoledì, a poche ore dalla prossima partita dell’Aik. In treno, i manager parlano al telefono come se il vagone fosse il loro ufficio, e io ho nostalgia di Roma, della vita meravigliosa che si fa a Roma, tra il calciotto, la partita della Roma alle Mura, la fidanzata, la casa, la nipote, la famiglia, il martini cocktail a casa prima di cena con FS. Stamattina mi sono svegliato alle sette meno dieci e anche se a Roma sud c’era già traffico mi sembrava di essere solo al mondo. Prima di uscire di casa, ancora col buio, ho baciato la testa e la faccia di FM per un minuto intero, chino su di lei che emanava caldo e odore. Leggo in treno la parte di Daniele, i suoi paragrafi dolenti, che ho scaricato ieri sera per poter lavorare sul suo file oggi in treno. Ho una vertigine quando Roma, con i suoi campi di calciotto, è così lontana. Il treno è fermo a Foggia, ora i manager al telefono sono due, tra poco faccio il mio sketch di mettere a palla una canzone sull’altoparlante dell’iPhone. Giocare a pallone è una cosa che esiste per tutta la settimana.

Ecco l’ho fatto: come è mia abitudine, ho messo “Sabotage” dei Beastie Boys a palla per convincere i due signori che parlano al telefono intorno a me a smettere di parlare al telefono. Mi batte forte il cuore come quando sto per litigare sul campo di calciotto. Voglio giocare, non voglio stare sul treno.

Daniele

La partita era con una delle tre squadre prime in classifica, trentenni come noi ma più coatti, con le sopracciglia spinzettate, facevano molto squadra seria. Uno giocava con la cuffia di Cech. Noi era tutta la settimana che dicevamo che avremmo perso, non avevamo il portiere fino a poche ore prima della partita, io dovevo giocare a centrocampo e in panchina avevamo due cambi con cui però non avevamo mai giocato. È iniziata meglio di come pensavamo, eravamo più aggressivi e trovavamo facilmente il compagno libero, io mi sono persino potuto permettere di perdere palla davanti alla difesa con un tacco. Mi divertivo ad annullare l'8 avversario che avevo capito essere la fonte del loro gioco, lasciavo tutte le iniziative offensive a TL tranne sui lanci del portiere in cui mi mettevo vicino a Francesco, per spizzarla io di testa a lui o viceversa.

Francesco

Il portiere, o finto-portiere, l’ho portato io. È un giovane che lavora nel cinema e scrive. I compagni mi hanno messo in croce dalla fine della partita. (Ho smesso di suonare i Beastie Boys appena il vicino ha smesso la telefonata. Ora sta facendo un altro numero, e appena parlerà rimetterò la musica. Ora ho messo “You Gotta Fight for Your Right to Party”.) GG ha inventato un proverbio cinese che dice che il valore di un compagno si valuta anche dai rincalzi che trova. Quindi è colpa mia se abbiamo preso quattro gol, nonostante io abbia segnato per la prima volta in questo torneo. Volevo scrivere tutta una polemica sulla reazione negativa che hanno avuto Daniele e TL nello spogliatoio dopo la partita, ma se confronto i paragrafi lirici di Daniele, in mezzo ai quali sto scrivendo, alla presente situazione di nausea e amarezza qui sul treno mentre vado a fare il rappresentante di libri in Puglia, a cercare di vendere tre copie del romanzo, di cui vedrò un euro e mezzo l’una, non vorrei altro che essere teletrasportato in spogliatoio a litigare con loro. Nel merito, io penso che abbiamo giocato benissimo e perso a causa del finto portiere, che pure ringrazio per la disponibilità. Loro invece pensano che dovremmo imparare a rimanere violentemente compatti quando sappiamo che in porta abbiamo un aspirante scrittore che non possiede i guanti da portiere. Vorrei essere lì e potergli dare subito ragione; resta il fatto che abbiamo perso perché il portiere era una pippa. E resta il fatto che Daniele ci tiene troppo a fare prediche quando qualcosa va male, mentre sarebbe molto più utile dire solo: considerate le circostanze eccezionali, oggi abbiamo imparato che se non abbiamo il portiere non possiamo scoprirci.

Daniele

A inizio secondo tempo uno dei cambi ha giocato una splendida palla in verticale per il taglio di Francesco alle spalle della difesa (e io ricordo di aver pensato: quando ha imparato a fare pure questo?), il portiere è uscito e si è fatto anticipare di punta, con la palla che è entrata piano piano al centro della porta. A quel punto ci siamo chiusi troppo, loro hanno chiamato il time-out a 13' dalla fine ed erano frustratissimi. Ho tolto palla al loro centrale difensivo che ha provato a sganciarsi, l'ho chiuso in fallo laterale e lui dalla frustrazione ha gridato ai suoi: “Se non ci mettete la cattiveria dopo mi vi inculo uno per uno”. Fino a lì non avevano praticamente tirato in porta. Ce ne siamo accorti quando hanno pareggiato su punizione, un bel tiro forte, per carità, ma centrale. Il nostro portiere, in macchina, ci aveva confessato che aveva giocato solo a calcetto, mai a calcio e raramente a calciotto. Forse non era neanche un vero portiere, ha raccontato che quando giocava con i suoi amici quelli gli dicevano: “Dai perché non resti in porta?” (non ho capito perché lo ha raccontato ma avevo l'ansia e non ho chiesto).

Francesco

Oltre che dall’assist di DN, rincalzo fortunato dell’ultimo minuto, il mio gol nasce da due lezioni che ho ricevuto alla fine della partita precedente – l’amichevole di lunedì – e all’inizio di questa. (Va detto che il coglione qua dietro ora parla a voce bassissima: il mio gesto nonsense ha funzionato. In treno devi comportarti come in campo, qualunque sia il tuo stile: fa’ ciò che funziona anche in campo.) MG, andando in pizzeria dopo la partita, mi ha detto che il vero attaccante è quello che vede la porta, cioè che non cerca per forza l’angolino, il fil di palo, come faccio io – sbagliando sempre –, ma cerca la porta: perché se tu cerchi la porta, come prima cosa gli avversari sentono il pericolo; e come seconda, la palla intanto va in quella direzione, poi tutto può succedere: che il portiere non la blocchi e qualcuno la tocchi dentro; che un difensore la devii in gol; che semplicemente gli avversari non la vedano. Insomma una palla tirata verso la porta può entrare, una palla tirata a fin di palo di solito esce. Il secondo insegnamento è di Daniele: dice che nelle amichevoli segno sempre perché ho tempo e agio e serenità per cercare i gol tipici miei, ma in partita, dove il tempo è poco e la tensione tanta, devo invece cercare proprio i gol non miei, devo volere il gol con tale foga da cercare, con nessuna grazia, quel tocco disordinato, quell’occasione imprevista e fuori ritmo che porta la palla dentro. E così è stato: ho segnato, cosa mai successa, su contropiede solitario, di sinistro, con la punta, chiedendomi come fosse possibile che stessi riuscendo davvero ad anticipare il portiere, e senza guardare dove la mettevo, tanto che è entrata praticamente al centro.

Daniele

Però noi siamo crollati. Abbiamo preso il gol dell'1-2 in contropiede, perdendo palla all'altezza della loro area di rigore. Dall'inizio dell'anno insisto a dire che quella è la zona più pericolosa di tutte dove perdere palla, per noi che siamo mediamente abbastanza lenti, ma aveva ragione anche GG dicendo che nessuno aveva accorciato alle sue spalle. Una volta rubata palla l'8 è volato sulla fascia, io ho letto tardi la situazione e sono rimasto al centro e l'8 dalla nostra trequarti ha messo una bella palla rasoterra per il 9, che aveva tagliato sul primo palo. Io ho avuto la palla del 2-2 su una sponda di testa di Francesco, ma quello con la cuffia di Cech ha murato il mio tiro saltandomi davanti all'ultimo. Poco dopo TL ha perso palla al centro uscendo dalla difesa e con un tiro centrale, fiacco, rasoterra, hanno segnato il 3-1. Il loro centravanti aveva subito tutta la partita la marcatura di AL, davvero gigantesco in alcuni momenti (AL era venuto perché amico di LD ma che adesso è molto più coinvolto nel progetto AIK di quanto lo sia LD), ma dopo il 4-1 esultava con una spocchia insopportabile mentre i suoi compagni gli dicevano: “Vedi a usci' solo 'na vorta a settimana?”.

Francesco

Dopo il gol del vantaggio ho smesso di comportarmi bene con gli avversari perché hanno cominciato a tirarsela. Segno che pensavano di perderla. Il fatto è che ne hanno segnati quattro in dieci minuti da quando hanno capito che il portiere non era un portiere. Vuol dire che prima non l’avevano proprio vista la porta. Al quarto gol gli ho detto che non potevano festeggiare così, dopo aver capito che non avevano davanti un vero portiere. Poi ho fatto un intervento duro su un loro centrocampista e lui sarcastico ha detto che la palla era abbastanza lontana. Io ho detto: “Lo so ma avete perso il mio rispetto. Se festeggiate perché avete segnato senza portiere perdete il mio rispetto”. Che mutatis mutandis è l’atteggiamento da vendicatore disorganizzato e moralista che ho anche sui treni.

Daniele

Il mio autolesionismo. La settimana scorsa dicevo di sentirmi felice pur stando di merda. Mi avvicino di più alla verità dicendo che non posso essere felice, che me lo impedisco in ogni caso perché per mia madre ero (e sono) strano, tutto ciò che di artistico piaceva a me per lei era inutile, per questo ho sempre mollato tutto quello in cui facevo quando diventavo sufficientemente bravo (e forse per questo non scrivo un romanzo ma leggo Lydia Davis soffrendo). Adesso che questa cosa dell'AIK ha preso una dimensione sua, che abbiamo trovato davvero compagni come noi, io sento l'istinto di rinnegarla, di dare retta a quella voce dentro di me che dice che non conta niente, che non è un lavoro, e sto malissimo perché abbiamo perso con una squadra forse più preparata, ma praticamente in 8 contati e senza un vero portiere.

Francesco

Alla fine della partita eravamo neri. In vari ci siamo seduti in silenzio in panchina. Peccato, perché i due cambi portati oltre al portiere erano stati ottimi, GB in difesa (pur con i tacchetti da calcetto che l’hanno fatto scivolare un paio di volte) e DN a centrocampo (che mi ha dato una palla splendida). Loro due ci guardavano, cupi come eravamo, e io ero così incazzato e determinato a non salutare i nostri avversari che mi sono messo il cappello di lana sulla faccia.

Due avversari hanno raggiunto la nostra panchina per salutarci. Ho percepito la mano aperta davanti a me, un avversario mi ha detto Che fai? Non saluti? E io gli ho detto che mi rodeva troppo e che non potevano festeggiare così quei gol. Lui ha riso e ha detto una cosa del tipo Ahah, sei un grande. Si è sporto e mi ha abbracciato. Mi sono sentito felice.

P.S. Abbiamo creato una pagina Facebook sia perché continuiamo ad avere bisogno di portieri (fatevi avanti se possedete dei guanti) sia perché ci piacerebbe sapere se giocate con il 3-3-1 o il 4-2-1, se i vostri avversari se la tirano, se quando segnate esultate o vi tenete tutto dentro.

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