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Lo spogliatoio: decima puntata
15 lug 2014
Diario dell'esperienza del calciotto a Roma. Semifinale: mangiare Mars per avere nuove energie, essere al centro dei sentimenti della squadra e sentirsi inutili, la Grecia come punizione.
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Vittoria 5-4 dopo i calci di rigore (nei tempi regolamentari: 1-1; a fine primo tempo, 0-1).

Domenica ore 18, caldissimo, un’area in penombra, il resto assolato. Villaggio Olimpico.

(Grecia: tempo sereno e ventoso)

DANIELE

Scrivo da questa casa greca in cui sono il primo a svegliarmi e esco col motorino a comprare i cornetti e i pains au chocolat per la famiglia francese della mia ragazza, che a questo punto tanto vale chiamare Emma, è l'autrice delle illustrazioni dello Spogliatoio. Comprare i cornetti è l'unico modo che ho per ripagare l'ospitalità. Siamo quattordici in tutto tra adulti, post-adolescenti e una bambina. Gli adulti si svegliano alla spicciolata intorno alle otto e mezza e si raggiungono sulla piattaforma di cemento sul mare a cui si accede direttamente dalla casa. La chiamano la “spiaggia privata”. Si danno appuntamento in acqua per chiedersi come stanno e come hanno dormito. Quando sono tutti nuotano una mezz'ora con gli occhiali da sole e gli aliti cattivi, io ogni tanto vado ma spesso no. Dalla casa se c'è vento si sentono le risate. Oggi sono rimasto nell'unica stanza col wi-fi per scrivere mail alla squadra, bevendo caffè solubile.

FRANCESCO

Strano giocare senza Daniele, senza poter dare a lui tutte le colpe e prendere da lui le indicazioni tattiche. Ha detto sul gruppo facebook dell’Aik Solna che il capitano sarà TL, e la sorpresa, dopo, in campo, sarà che quando è capitano TL non dà di matto.

Scrivo la rubrica mangiando una frittata di due uova per colazione. Ho dormito fino alle dieci a mezza perché ho consegnato due lavori grossissimi la settimana scorsa ma soprattutto perché domenica mi ero svegliato male e credo sia per quello che fino al Mars portato in campo dalla mia fidanzata FM non ho avuto gambe. La semifinale si è giocata due giorni fa, domenica, e già oggi, martedì, c’è la finale. Mi sono svegliato con i piedi pesanti. Ieri, per fare fiato, sono andato dalla Casilina a corso Trieste a piedi, sei chilometri e mezzo, e in tutto nella giornata ho camminato 13 km e bruciato 860 calorie. Non sono mai arrivato in finale a un torneo, la competizione sul campo mi fa paura, mi leva il fiato, scopro in me sentimenti che non riconosco.

DANIELE

Anche quando vado in mare con la famiglia di Emma non nuoto, faccio qualche bracciata e poi galleggio. Non mi sento a mio agio in mare, una volta immerso mi accontento, è una cosa troppo grossa, per il mare non c'è molta differenza tra me e una moneta scivolata dal mio costume. La famiglia di Emma pensa che gli italiani “galleggiano” tutti, che non nuotano, una cosa tipo prendere il sole ruotando il lettino in direzione del sole, che in Francia non si fa.

FRANCESCO

Si infortunano dopo pochi minuti GDA e GG, vanno in panchina, il secondo ad abbaiarci addosso, l’altro a dirci cose da francescano, lietissime, incoraggianti. Una di queste è: “Dai che la vinciamo comunque”, appena esce: dieci secondi dopo prendiamo gol di testa su calcio d’angolo.

Io sono debole. Non ho mangiato tanto perché ero in campagna dai miei per pranzo e si servivano avanzi della festa della sera prima, cose fritte un po’ pesanti, rese più pesanti dalla notte in frigo. Il campo è appesantito dal sole, la maglietta nera mi si incolla addosso come dell’asfalto nuovo sull’A1 ad agosto. In assenza di Daniele mi sento meno outsider del solito e chiacchiero molto con gli arbitri, che in questa semifinale sono due. Li conosco entrambi ormai da anni.

Prima della partita ho fatto la terza promessa-scommessa. Dopo il pagamento del campo per gli ottavi e le tre bottiglie di champagne in caso di vittoria ai quarti prometto dissennatamente una maglia originale Aik Solna (20 euro su eBay, AL è un esperto di maglie su eBay e ci penserà lui) per tutti i compagni che non ce l’hanno. Stavolta sono veramente sicuro che perdiamo.

DANIELE

Gli organizzatori del nostro torneo hanno fissato quarti di finale, semifinale e finale nello spazio di cinque giorni (giovedì, domenica e eventuale finale martedì). Io sono squalificato per il rosso della scorsa partita e sono in vacanza ma avrei voluto giocare la finale in caso; non si può rimandare perché gli avversari hanno vent'anni e a metà luglio vanno in vacanza a Mykonos. C'è un'asimmetria ingiusta.

La semifinale è domenica alle 18. Una domenica di luglio. Non ha senso, gli ho mandato messaggi minatori, gli ho detto che non assicuro la presenza della squadra in campo. Poi sono partito e temendo che ci dessero la sconfitta a tavolino ho chiesto a Francesco di scrivergli. TL deve scappare da un matrimonio, GG rinuncia a un fine settimana al mare per il brutto tempo, Francesco rientra dalla campagna.

FRANCESCO

Abbiamo vinto solo con le donne in panchina, finora. Oggi ce ne sono quattro in tribuna, tra cui la mia. A un certo punto ho paura di non riuscire a continuare e urlo il suo nome perché ho bisogno di un Mars. Non mi sente, allora urlo il suo cognome. Non è concentrata sulla partita, socializza con le altre tifose. Forse è vero che ci amiamo: quel che segue è una cosa così violenta, così fuori posto, che il fatto che non si sia risolta in un litigio è una grande sorpresa. Le urlo di prendermi un Mars al bar. Si avvia lentamente, non capendo perché urlo così. Non mi reggo in piedi. Torna cinque minuti dopo senza Mars, con una bottiglietta d’acqua, due barrette Special K ai cereali e un Cucciolone. Guardo incredulo il suo bottino e le spiego che se mangio cereali mentre gioco muoio, non li digerisco. Guardo per qualche secondo in più il Cucciolone, poi decido che anche il delizioso gelato mi darebbe la morte. Le dico aggressivamente che non importa. Non ci penso più, bevo integratori, corro poco, mi affanno, mi viene da piangere. Ma lei torna: torna con due Mars, che mangio mentre corro, e mi ridanno le forze. Per prendere i Mars corro verso la panchina e brutalizzo GDA che mi vuole dare da bere non capendo che io devo fare merenda. Più tardi, in una svolta imprevista, l’arbitro confesserà di aver detto lui alla mia fidanzata che devo mangiare dei Mars. Scritta adesso, questa cosa mi pare ancora più assurda di quando l’arbitro me l’ha detto in una pausa del gioco.

DANIELE

Mi chiama HSP con Skype: “C'è una sovrabbondanza di donne”, dice, “ci sono anche bambini”. I figli di AL e GG, credo. Sento la voce ma non vedo niente, loro mi sentono in ritardo. Io sono pronto da mezz'ora, sono andato via dalla spiaggia alle cinque e mezza per farmi la doccia e vestirmi in tempo e adesso sto gridando su Skype davanti alla famiglia di Emma, tutti vestiti per andare a cena (qui è un'ora più tardi). Ai genitori di E ho spiegato stamattina che situazione avrei vissuto. La partita ancora non è iniziata, i pariolini in campo sono solo tre. Dico alla squadra di scaldarsi passandosi la palla dentro l'area ma lo stanno già facendo. Non so se non servo a niente.

FRANCESCO

L’altro arbitro, uno spilungone simpatico, su ogni calcio di punizione al limite dell’area fa la scenetta di agitare una bomboletta virtuale di schiuma da barba, segnare il punto dove ha posato il pallone e quindi segnare il limite della barriera, come gli arbitri del mondiale. È ipnotico, bizzarro, ed efficace.

Statistiche: la prima donna venuta a vederci era la ragazza di CF. CF ha fatto una doppietta: prima e unica vittoria sul campo nella fase a gironi. Poi è venuta FM, la mia fidanzata, ma ha segnato TL. A parte questa sibillina eccezione, hanno sempre segnato quelli con la fidanzata in panchina o in tribuna. La partita dopo è toccato a VC, che ha segnato allo scadere con la ragazza che tifava in panchina insieme al tifoso numero uno HSP. In semifinale è toccato a me, con FM in tribuna. Tira più un pelo di fica, alle volte.

Il portiere avversario anche stavolta mi sta antipatico. Sono l’unico a sentire quel che dice: “Questi c’hanno solo il portiere”. Lo dice mentre sono in vantaggio ormai da mezz’ora ma non riescono a creare molto. Il loro giocatore più vistoso è un pischello che tratta la palla con la suola del piede sinistro producendosi in finte un po’ moonwalk cui però spesso fanno seguito lanci ai compagni che finiscono in fallo laterale. Mormoro Che coglione ogni volta che tocca palla.

DANIELE

Sono le 18.27 e ancora non riesco a riprendere la linea con HSP. Non dovevamo interrompere il primo collegamento aspettando che iniziasse, ma la partita non cominciava e non sapevamo che dirci. Mentre aspetto mi rileggo la puntata numero 9 dello Spogliatoio. Sono le 18.33, dovrebbe essere quasi la fine del primo tempo. Chiamo sul cellulare di AL sperando che risponda qualcuno. Poi provo con quello di JL. Alla fine mi risponde GG, si è stirato. È uscito anche GDA che ha preso una botta. LC, che aveva scritto in settimana che sarebbe venuto a giocare, ha dato buca. Per fortuna HSP, che la volta scorsa era solo venuto a vedere e in settimana mi ha chiesto se serviva e gli ho detto che eravamo già in tanti, si è portato comunque la roba al campo e può giocare al centro della difesa. Stiamo perdendo 1-0. Al posto di GDA, a terzino, c'è TL. Dalla Grecia ordino di far giocare LD (il ventenne che la settimana scorsa aveva un altro torneo) a terzino, e riportare TL al centro.

FRANCESCO

Grazie al Mars trovo le forze per tre palle gol. La prima la metto dentro: è un gol uguale a quello segnato agli ottavi da TL. La palla me la passa proprio lui, fuori area, lato sinistro, quasi sulla linea di fondo, rientra e me la appoggia, io faccio qualche metro, cerco l’angolo, tiro con le mie nuove forze verso il palo lontano, la palla prende un effetto per cui penso che uscirà invece entra a fin di palo, superati un paio di difensori.

Sono molto felice e ciò, nella mia vita controllata, vorrà dire interruzione della respirazione. I compagni mi corrono incontro e io, non potendo godere del loro abbraccio, urlo di starmi lontano, poi vado verso la panchina, prendo da bere, porto la bottiglia di pvc fino a centro campo, e finito di bere la tiro urlando in direzione della panchina. Non abituato alla gioia, soprattutto alla gioia violenta, non conosco le mie reazioni. Sembro molto incazzato è l’arbitro mi sta calmando, mi dice “Pacifico, non fare così”. Sono di fronte a qualcosa che non ho mai provato. Non sono abituato a essere centrale nei sentimenti di un gruppo di persone, e mi sto sottraendo, spaventato all’idea che gli altri mi facciano smettere di respirare. Non guardo la tribuna, non so se FM mi ha visto segnare o era concentrata su facebook o su un articolo sul sindaco o su una chat collettiva con le amiche. Non guardo la tribuna perché mi viene una specie di orgoglio, di senso di indicibilità di ciò che ho fatto. Mi pare impossibile aver segnato, considerato che nemmeno posso dare per scontato di respirare, quando sono in campo.

Sbaglio altre due palle gol: un cross meraviglioso di AL dalla fascia destra, quasi da centrocampo, su cui tiro al volo in torsione e mando alto di venti centimetri. Poi, a tu per tu col portiere gliela tiro addosso; mi era arrivato un lancio perfetto di JL, il nostro nuovo portiere grande e forte, che ho stoppato decentemente, girandomi poi e non riuscendo ad aggirare il portiere avversario. Sta di fatto che da due partite corro meno in difesa e sono più lucido in fase di conclusione: una strana morale se si pensa al mito del sacrificarsi per la squadra. Oggi proverò a convincerli tutti che devo difendere solo sui calci piazzati e non seguire l’azione difensiva oltre il centrocampo.

DANIELE

Ho fatto tre chiamate internazionali e mi sono fatto raccontare il gol del pareggio di Francesco. Non credo di averlo capito e non credo di dare niente ai compagni. La mia adrenalina è inutile anche per uscire e andare a cena. Chiedo a GDA di richiamarmi se andiamo ai rigori. Richiamo io e siamo già in vantaggio di un rigore, ci resto male anche perché hanno scelto l'ordine dei tiratori senza consultarmi. Non servo a niente. Ma dura pochissimo, sono in linea con HSP che mi racconta i rigori decisivi: LD segna, poi segnano loro, poi TL se lo fa parare [no, se l’è fatto parare MG! NdFP], il quinto lo tira JL, il portiere, segna. Il quinto rigore degli avversari lo tira il portiere e prende il palo. Abbiamo vinto, sento degli strilli e casca la linea io non strillo ma godo tantissimo, anche se non servo a niente.

A tavola c'è una ragazza in ritardo. È in motorino da sola e qualcuno è preoccupato, anche se l'isola è piccola e non si rischia nulla neanche perdendosi. Il padre della ragazza non dice niente ma lo zio di E, l'autorità morale della vacanza, commenta: “Les passions silencieuses ne sont pas moins fortes que celles qui s'expriment”. Chiedo se è una citazione, dice che è sua.

FRANCESCO

Abbiamo bevuto lo champagne in campo, ci stiamo abituando a queste bevute insieme. Non siamo tipi da bar, evidentemente, vogliamo ubriacarci direttamente lì. Ho posato con Mumm e statuina di calciatore per la foto del torneo al miglior giocatore della partita. Sono orgogliosissimo della cosa, ma il migliore della squadra è stato JL, il portiere, che ha tirato il quinto rigore al posto mio, che mi sono segnato per sesto. Lui ha segnato, e ha parato un rigore, spaventando i tiratori con la sua stazza. L’ultimo l’ha sbagliato il suo collega e avversario. Altrimenti avrei dovuto tirare io: non sono capace. Avrei sbagliato, e noi avremmo perso perché: 1) non ho concretizzato la palla del 2-1 a fine partita; 2) ho sbagliato il rigore.

DANIELE

A cena non ho internet, mi arriva un messaggio affettuoso di TL: “Dedicata a te”. Abbiamo girato per il porto in cerca di un bar che avesse posto per tutti per vedere la finale del Mondiale, siamo in ritardo ma non me ne frega niente. Nel bar in cui ci fermiamo mi connetto al wi-fi, vedo su Facebook le foto di Francesco con la statuina dell'mvp. Ho provato a chiamare l'organizzatore e gli ho mandato una serie di messaggi chiedendogli se gli avversari della finale possono giocare la settimana prossima, magari non sono quelli che vanno a Mykonos e tutto è bene quel che finisce bene. Ho scritto “Fammi giocare la finale, ti prego”. Mi sono addormentato nel secondo tempo supplementare di Germania-Argentina e mi ha svegliato il gol di Goetze. L'organizzatore ancora non mi ha fatto sapere niente.

FRANCESCO

La giochiamo stasera, Dani non c’è, che dura punizione per uno che organizza le partite da dieci anni. You’ll never walk alone.

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