
Nell’estate della reunion degli Oasis è difficile rimanere indifferenti a Lennon Miller, nuovo centrocampista dell’Udinese. Ha 18 anni, i capelli corti e fitti di uno skin di This is England e in mezzo al campo entra in scivolata come se provasse un piacere fisico a farlo. L’Udinese lo ha comprato dal Motherwell per cinque milioni di euro, su di lui c’era anche il Bologna e in generale è considerato uno dei migliori prospetti del calcio scozzese.
È troppo per rimanere indifferenti. Per non voler sapere tutto di lui. Al Motherwell Miller ha già giocato due stagioni tra i professionisti, cominciando quando era ancora minorenne. Lo stemma del club è giallo e rosso e ha al suo centro degli abeti e una fabbrica: una semplicità working class commovente - soprattutto perché appartenente a un secolo diverso dal nostro, verso cui proviamo una nostalgia astratta. La Scozia e il nord d’Inghilterra che esisteva fino allo spappolamento della classe operaia; quindi quello dei film di Ken Loach e Mike Leigh, in cui i proletari lottano ancora per i propri diritti, hanno buon cuore, sognano una vita semplice fatta di affetti, partite di calcio e pinte. Film in cui si capisce che solo uniti si vince, che la solidarietà tra esseri umani è tutto.
Lennon Miller ci parla di tutto questo? È solo un calciatore direte voi. Eppure guardate come porta palla, usando solo il destro, ingobbendosi come per un principio di cifosi. Non c’è nessuna grazia, nessuna eleganza, solo Miller che vuole divorarsi il campo davanti a sé, cogliere ogni occasione. Non ci rimanda, forse, questo stile di gioco, a tutto un mondo - così come fanno certe canzoni e certi film?
Due settimane fa l’account YouTube della federazione scozzese ha pubblicato una compilation di highlights dedicata a Lennon Miller. Si intitola, con semplicità enfatica, «10 minuti di Lennon Miller che fa cose alla Lennon Miller». Quali sono, queste cose?
Primi controlli di tacco che denotano grande rapidità di pensiero; assist con parabole arcuate da piazzato; inserimenti di testa sbucando da dietro con tutta la fretta di questo mondo. Salvataggi sulla riga con lo spirito di uno che si darebbe fuoco pur di non subire gol. Il repertorio di un centrocampista che sa fare più o meno tutto, ma con un’attitudine al calcio profondamente britannica. Dunque: andare avanti, non cincischiare, fare tutto con decisione ed enfasi. Calciare forte, colpire di testa, buttarsi in scivolata, andare veloci, essere intensi in tutto ciò che si fa.
Come si fa a non ricollegare questo stile di gioco col posto da cui Lennon Miller viene? Troppo deterministico?
Lennon Miller, con questo nome da bassista dei Ride, è nato a Wishaw, a 7 chilometri da Motherwell. La rivoluzione industriale qui è arrivata con tutti i crismi. A Wishaw ci stavano le miniere di carbone, le fonderie, si faceva il ferro e l’acciaio. Si costruivano vagoni, si lavorava l’argilla.
Miller, lo abbiamo detto, è considerato uno dei prospetti più interessanti del calcio scozzese. Ha già esordito in Nazionale maggiore. Per l’occasione ha rilasciato un’intervista di cui - mi dispiace dirlo - ho capito poco. È impossibile però, se si ha un certo gusto, non rimanere incantati ad ascoltare questo accento alla Robert Carlyle. C'è chi per rilassarsi guarda video di mani truccate che picchiettano sul legno, e chi ascolta scozzesi parlare tra loro.
Un uomo calvo, l’allenatore Steven Naismith, lo intervista mantenendosi a debita distanza.
È piuttosto sicuro di sé. Quando lo hanno convocato ha detto: «È chiaro. Non è che vado lì e divento il miglior giocatore. Però potrei diventarlo in un paio di mesi». Un paio di mesi, capito? Parole che gli sono costate un bel po’ di critiche in Scozia. Lui ha dovuto chiarire ed è dovuto intervenire il CT Steve Clarke: «Che c’è di male a dire di voler essere il migliore?».
Al contempo Miller non si vedeva a giocare con gente tipo Billy Gilmour o McGinn in Premier League. Sarebbe stato troppo. Quindi forse per quello è andato all’Udinese, per percorrere un passo intermedio. Forse anche perché ora in Scozia ci sono alcuni dei migliori giocatori del Paese, in una connessione sempre più profonda e strana, ma che non possiamo non amare. Ora ci sono McTominay, Ferguson, Gilmour appunto, cioè alcuni dei migliori giocatori scozzesi. È un mercato ancora accessibile alla Serie A, anche perché forse la Premier League ha un livello troppo alto e il salto sarebbe scioccante.
Sono giocatori che alzano il livello atletico del nostro campionato, che hanno un impatto sicuro. In Inghilterra e Scozia un po’ rosicano che sia finito all’Udinese. Era molto quotato, ed è finito in questo club poco conosciuto del campionato italiano per 5 milioni. Perché non lo ha preso il Celtic? Perché non lo ha preso il Brighton? Scrivono nei commenti al video. A maggio si era parlato di un suo possibile passaggio al Manchester United. Questo anche perché, lo ripetiamo, è difficile rimanere indifferenti al fascino di questo centrocampista che ha tutta l’aria di come ci immaginiamo un centrocampista cresciuto in Scozia guardando i video di Roy Keane.
È stato il più giovane debuttante del Motherwell. Il più giovane a segnare una rete. Quando gli tocca dirlo davanti alle telecamere gli viene da ridere, mentre suo padre gli taglia i capelli passando la macchinetta sui lati della testa. Lee Miller, suo padre, è stato a sua volta calciatore ed è diventato barbiere dopo il covid, dopo aver frequentato un corso. Nel mondo britannico si parla molto di Lennon Miller. I suoi ex compagni dicono cose come: «È il miglior giovane con cui abbia mai giocato». Miller è uno di quei centrocampisti che sentono un’attrazione più intensa del normale per il suolo; centrocampisti che vanno a terra, scivolano sull’erba fresca dei campi scozzesi, entrano in tackle, sanno coordinare il proprio corpo mentre scivolano. Se vi piacciono i calciatori con quella estetica, un po’ alla Daniele De Rossi, non potete non amarlo.
Col pallone però è un giocatore importante. È tra i giovani Under 18 che ha realizzato più passaggi chiave nella scorsa stagione.
Nel centrocampo dell’Udinese è chiaro che servisse un giocatore così. Un centrocampista forte fisicamente, ma anche dinamico, veloce e con la capacità tecnica per servire l’ultimo passaggio. È una mezzala che non deve ragionare troppo e deve essere lasciato libero di lanciarsi in avanti - sicuri che poi recupererà con generosità.
Il salto dal campionato scozzese alla Serie A non sarà facile. Ha pur sempre 18 anni. In un calciomercato italiano che sembra sempre avere poche idee, in bilico tra l’usato sicuro e scommesse a zero rischio, un colpo come quello di Lennon Miller non è molto comune, e non ci lascia indifferenti.