Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Le migliori tute di Fidel Castro
29 nov 2016
29 nov 2016
Il Lider Maximo amava lo sport e amava le tute. Ne abbiamo scelte 10.
Dark mode
(ON)

Fidel Castro è deceduto alle 10 e 29 di sera a L’Avana: aveva 90 anni e già da 8 anni non ricopriva più il ruolo di Comandante capo. Oltre alle dinamiche più oscure dietro alla Guerra Fredda, alla crisi missilistica e alle idee sul futuro di Cuba, un altro grande mistero che il Lider Maximo si porta dietro riguarda le sue tute, indossate incessantemente negli ultimi 10 anni di vita. La tuta per Fidel Castro nel corso degli anni ha sostituito il completo verde militare della rivoluzione, diventando di fatto la divisa ufficiale con cui ha incontrato i maggiori leader mondiali: dal Papa a Obama. Per questo le tute di Fidel Castro erano scelte dal Lider con grande attenzione alla varietà stilistica e all’eleganza. Tutti sanno dei 683 tentativi di ucciderlo, nessuno sa cosa si nascondesse dietro una scelta stilistica così forte. Per capirlo abbiamo raccolto le sue migliori dieci tute.

Tuta: adidas con i colori dellabandiera cubana

Occasione: giocando a baseball con Jimmy Carter

Proprio in questi giorni, su Bleacher Report, è stato pubblicato un lungo articolo cronologico sul ritorno prepotente di adidas come cool brand, dopo un periodo a esclusivo appannaggio di Nike, con una piccola parentesi Reebok, dopo i fasti degli anni ’80. Il “caso” vuole che questo lungo cammino di espiazione di adidas sia iniziato nel 2008, ovvero alla fine del mandato di Fidel. Non è dunque difficile immaginare il motivo per cui in questo momento mi ritrovo nella condizione di dover scrivere queste righe per omaggiare in un modo tutto particolare Fidel. La tuta adidas, per lui, era un qualcosa di iconico e dismesso, tutte le tute indossate sono particolari o per la loro unicità o per la loro estrema semplicità.

La giacca della tuta indossata per giocare a baseball con il primo presidente, anche se non più in carica, degli Stati Uniti d’America a visitare Cuba dai tempi dell’embargo — ovvero Jimmy Carter nel 2002 — è uno dei simboli di questa iconicità.

In generale in questa situazione — ovvero su un campo da baseball a fare due tiri con un Nobel per la Pace — il Fidel ancora presidente ci tiene a mantenere una sorta di formalismo, per cui pantaloni e scarpe sono dell’abito. Ciò che mi fa impazzire della giacca della tuta, sono le red stripes: sulla bandiera cubana le stripes sono blu, mentre sono rosse su quella americana. Per chi lo accusa di sciatteria, anche la felpa è una grossa mano tesa alla fine dell’embargo che, nonostante tutto, Bush non concederà. In generale il modello è abbastanza ricercato, non essendoci le iconiche three tiny stripes tipiche del marchio tedesco, per cui è a tutti gli effetti una sorta di abito da cerimonia, non è la prima tuta pescata dall’armadio.

Il motivo di questa scelta elegante è dovuta anche al luogo d’incontro: il baseball è, in qualche modo, un simbolo del rapporto Cuba-USA e dell’isola stessa. Un bel pezzo di The Nation del marzo di quest’anno spiega come dall’inizio del 20esimo secolo quando gli invasori americani distribuirono guantoni e palle per conquistare i cuori dei bambini, fino all’88esimo compleanno di Fidel, che è coinciso con il viaggio del primo presidente americano in carica a Cuba, il baseball ha avuto un ruolo fondamentale nelle trattative più o meno diplomatiche dei due paesi. Fidel nell’occasione spolvera dunque il suo pezzo da novanta, nonché il meno consumato e scialbo che gli abbia mai visto addosso, con una serie di sottotesti fortissimi e accompagnato da baseball hat e polo rigorosamente adidas.

Quando ad adidas è stato chiesto di commentare l’uso di tute del marchio da parte di Castro, hanno risposto: “Una cosa né positiva né negativa”. E comunque hanno specificato che non c’era nessun contratto di sponsorizzazione.

Tuta: giacchetto blu e nero con strisce bianche

Occasione: visita Papa Francesco

Come ti vesti quando il Papa viene a casa tua? Probabilmente l’unico al mondo ad essersi fatto questa domanda è Fidel che, ormai invecchiato, li faceva venire tutti da lui come l’amico pigro con la play 4 e l’erba. Quando hai ospiti a casa c’è questa continua tensione tra formalità e comodità che Fidel sapeva spezzare bene con le sue tute. Qui, infatti, ad una immacolata camicia bianca da contrapporre al bianco immacolato del Papa abbina una tuta adidas blu e nera di almeno un paio di taglie più grandi, che deve essere proprio comoda. Tra le tute usate dal Comandante questa è forse una delle più insignificanti, esteticamente è veramente cheap, e credo l’adidas l’abbia realizzata proprio per chi vuole starsene in casa a ricordare al Papa che la rivoluzione non è un pranzo di gala, ma neanche una tunica bianca.

Tuta: blu con strisce bianche

Occasione: visita Ahmadinejad

La posizione di Castro sull’Iran di Ahmadinejad è stata ambivalente. Se da una parte trovava giusto mostrare i muscoli nucleari di fronte alla minaccia rappresentata da USA e Israele, dall’altra ha accusato il presidente iraniano di anti-semitismo. Castro è stato un sostenitore della legittimità dello stato di Israele e ha voluto subito metterlo in chiaro al suo ospite con la sua tuta, che porta fieramente i colori della bandiera dello stato ebraico. Secondo alcuni storici di tute, le strisce bianche del giacchetto rappresenterebbero i fiumi Tigri e Eufrate, e cioè il confine ultimo verso il quale vuole tendere Israele. Una teoria tuttavia non confermata.

Tuta: adidas bianca metà 2000 base

Occasione: visita Michelle Bachelet

Questa sembra proprio la tuta che usava Marat Safin per andare a giocare a tennis quando gli andava. Arriva dritta dritta dalla seconda metà del 2000, forse il momento di minor coolness del brand tedesco. Eppure guardate come la indossa bene l’imponente Leader cubano. Se per indossare un certo tipo di abito devi avere il physique du rôle, certamente Fidel Castro aveva quello per indossare anche brutte tute.

Tuta: Lacoste nera in mezzo a tute adidas

Occasione: incontro con bambini

Questa è la tuta più conformista e borghese che Fidel Castro abbia mai indossato. È l’unica tuta in cui Fidel sembra davvero un vecchio e non un fiero rivoluzionario anticonformista in tuta. Anche vostro nonno ha una tuta della Lacoste, capirai.

Tuta: adidas nera e rossa

Occasione: visita Cristina Fernandez

Quando Castro ha indossato questa tuta, in occasione della visita del presidente argentino Cristina Fernandez, era stato da poco eletto Barack Obama e contestualmente Fidel ha dichiarato che probabilmente non avrebbe vissuto per vedere il termine del primo mandato del nuovo presidente americano e tutti i cambiamenti che avrebbe portato. E invece ha vissuto anche i secondi quattro anni di Obama e ha fatto in tempo ad assistere alla scalata al potere di Donald Trump.

Pensate quello che vi pare di Castro e della rivoluzione cubana, ma da oggi in poi vestirsi in completo sintetico - se non le infilate i pantaloni nei calzini e non scegliete la tuta di una squadra di Premier League qualsiasi (se non addirittura uno spezzato con giacca e pantaloni diversi) - sarà una citazione di Fidel Castro. Consapevole o no, ricorderete un’epoca passata e delle idee inattuali, magari folli, e ricorderete un mondo sparito definitivamente. Per questo i mercatini di Camden Town, Clignancourt e Porta Portese a poche ore dalla morte di Fidel Castro sono stati assaliti da orde di giovani rivoluzionari dentro in cerca di tute, preferibilmente adidas con il logo di Cuba o senza. La tuta è già diventata la divisa delle anime nostalgiche, crepuscolari e decadenti, che avrebbero voglia di dichiarare l’indipendenza del Pigneto, di Isola e di tutte le Brooklyn del mondo. Secondo gli studiosi di moda la tuta soppianterà nel giro di pochi mesi i pantaloni strappati con le Stan Smith e il citazionismo grunge imperialista.

Tuta: completo nero con spalle rosse e collo con bottoni

Occasione: visita Hu Jintao

«La Cina è diventata la più promettente speranza e il migliore esempio per tutti i paesi del Terzo Mondo» ha dichiarato qualche anno fa il Lider Maximo. Negli ultimi anni la collaborazione commerciale tra Cina e Cuba è aumentata ulteriormente e i leader cinesi sono sfilati davanti all’uomo in tuta praticamente senza sosta. A un alleato così solido Fidel tributa una delle sue tute più eleganti: un completo nero che alle spalle stacca con un rosso intenso rivoluzionario. Di classe anche la scelta del collo sciallato con bottoni.

Tuta: Umbro nera

Occasione: Assemblea Nazionale del Potere Popolare di Cuba, 2013

La scelta raffinata di una tuta blu petrolio, o forse nera, con una righina rossa, abbinata a una camicia blu petrolio, o forse nera, con righine rosse.

Il 90% dei lettori di questo pezzo si veste con meno sensibilità di Fidel Castro.

Il 90% dei lettori di questo pezzo sembra più vecchio di Fidel Castro in questa foto in cui aveva 87 anni.

Tuta: Puma bianca vagamente sacerdotale

Occasione: 90esimo compleanno

Castro ha indossato questa tuta per la festa dei suoi 90 anni, durante una celebrazione nella sala per spettacoli Karl Marx. Per qualche ragione è stato scucito il logo della squadra di appartenenza dalla giacca, di cui resta il segno tondo, ma in altre foto di quell’evento è ben visibile il logo della Nazionale algerina sui pantaloni neri: per cui è logico immaginare che anche la giacca fosse dell’Algeria. È una foto di pochi mesi fa (agosto, c’erano le Olimpiadi e pochi giorni dopo l’algerino Taoufik Makhloufi avrebbe corso gli ottocento metri). Anche la maglia sotto è del verde dell’Algeria (anche se non si trova nessuna maglia con quello strano collo, la più simile è quella away del 2012, ma forse è una maglia da allenamento, non si capisce).

La scelta di Castro resta misteriosa. È un riferimento alla “Mecca dei rivoluzionari”, come ha definito l’Algeria, ad Algeri con il suo viale Che Guevara, che Fidel ha visitato nel 1972? Oppure è solo una scelta stilistica: voleva vestirsi di bianco e quella è la sua tuta bianca più bella, o forse l’unica pulita in quel momento? Questo spiegherebbe perché ha tolto il simbolo dalla giacca. Ma allora perché non dai pantaloni?

Forse la tuta dell’Algeria bianca è l’equivalente, per Fidel Castro, della camicia bianca del nonno che invita tutta la famiglia e siede a capotavola per il pranzo del suo compleanno. Non lo sapremo mai. Resterà, però, il candore coatto di quel bianco sparato, l’espressione di una sensibilità spiccata nei confronti delle tute, una passione per i materiali sintetici e una varietà di scelta tra molte sfumature che aveva solo Castro. Fidel Castro amava davvero le tute.

Tuta:Fila blu con bande bianche sulle spalle

Occasione: sesto congresso del partito comunista cubano

Prima di diventare ambasciatore ufficioso dell’adidas, Fidel Castro ha provato quasi tutti gli altri brand. Non dobbiamo dimenticarci che Castro è un rivoluzionario, che fin da giovane ha dimostrato di non seguire le imposizioni della moda (come quella volta al Cremlino che ha indossato due Rolex davanti a Nikita Khrushchev). Ed è di qualche mese fa la notizia del ragazzino americano bullizzato per aver indossato delle Fila al campetto. Il bambino in un video ha spiegato ai bulli: “Vedete io non sono una persona materialista. Le ho indossate solo perché mi piaceva il colore e pensavo fossero belle. Magari non vanno di moda, ma a me piacciono”. Un messaggio che sembra emanare anche dallo sguardo ferocemente resistente di Castro, che sotto indossa una camicia a quadroni un po’ smorta. Castro con le sue tute ci ricorda che anche l’abbigliamento è politica, e che ci vuole coraggio per infrangere le convenzioni. Lo swag è uno stato interiore, ed è un concetto rivoluzionario.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura