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UFC Gianluca Faelutti 11 marzo 2021 9'

Le migliori finalizzazioni delle MMA (Prima parte)

Anche nell’ottagono a volte il finale è tutto.

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Abbiamo scelto i migliori 30 KO  della storia della promotion di MMA più importante al mondo. Ce ne sono di brutali e tecnici, ma anche di creativi. Perché a volte anche separare un uomo dalla sua coscienza richiede fantasia e immaginazione. Questi sono i primi dieci.

 

Matt Hughes vs Carlos Newton - UFC 34 - Novembre 2001

 

Un knockout non dev’essere ottenuto per forza in fase di striking. Talvolta, un wrestler potente, può sollevare tutto il peso del proprio sfidante e schiantarlo al suolo, con quello che viene chiamato uno slam. Compierlo necessita grande forza fisica, ma la tecnica incide più di quanto ci si possa immaginare nella sua efficacia. In questo caso, l’azione inizia quando Hughes, che è per l’appunto un grande wrestler, si trova nella full guard di Newton, che sta tentando con un triangolo di gambe di intrappolare la testa del suo avversario in una presa di soffocamento. 

 

Il suo tentativo sembra fin da subito senza speranza. Newton non riesce infatti a chiudere il triangolo e Hughes, fra i migliori lottatori della sua epoca, usa le gambe dell’avversario per agevolare il suo sollevamento. Newton a questo punto dovrebbe capire la pericolosità della situazione e tentare di divincolarsi, liberando le gambe e ritrovando l’equilibrio, invece resta pigramente nella stessa posizione, e quando Hughes lo appoggia alla gabbia, tenta in modo troppo palese di aggrapparsi. Appena l’arbitro lo invita a desistere, Newton cerca di usare quel braccio per soffocare Hughes, che invece con le sua braccia appoggiate al tronco dell’avversario aspetta solo l’attimo più propizio per schiantarlo al suolo, tramortendolo. 

 

La slam è un’azione spesso scenografica quanto pericolosa perché è indispensabile, in chi la subisce, una caduta composta che scongiuri danni gravi. E Newton, nonostante lo svenimento immediato, per fortuna si riprenderà senza problemi rilevanti.

Yves Edward vs Josh Thomson - UFC 49 - 21 Agosto 2004

 

In questo KO anomalo e spettacolare tutto inizia da una fase di lotta. Edward prende la schiena di Thomson e cerca di atterrarlo sollevandolo per eseguire un suplex, ma non ci riesce. Thomson infatti fa una buona difesa controllando i polsi del proprio aggressore, mantenendo l’equilibrio. Nel grappling, però, c’è sempre una fase molto delicata, quella di transizione dal grappling allo striking in piedi, dove un fighter cerca di distanziarsi per trovare lo spazio per un colpo. E, nel momento in cui tenta di ritrovare la distanza, succede spesso che un fighter, soprattutto nelle fasi di lavoro a parete, finisca per essere punito da un colpo, magari una gomitata.

 

In questo caso, Thomson riesce a svincolarsi dal controllo di Edward e subito dopo fa qualche rapido passo in avanti, ignaro della posizione dell’avversario alle spalle. Quando si volta, però, Edward lo colpisce con un incredibile calcio alto volante, dimostrando un notevole killer instinct. In realtà rivedendo l’azione si può notare come Thomson sia meno distratto di quanto non sembri tentando una sorta di spinning back fist. Edward, però, per prepararsi per quel colpo scenografico, si era allontanato di quel tanto per avere la spinta necessaria.

 

Thomson non fa nemmeno in tempo ad accorgersi di cosa accade e non appena si gira viene investito dall’inaudita potenza del colpo. L’arbitro Steve Mazzagatti, a pochi passi da lui, aspetta il successivo ground and pound per decretare la fine dell’incontro, ma Thomson era già completamente out dopo il primo impatto. Del resto, chi non lo sarebbe stato?

Rich Franklin vs Nate Quarry - UFC 56 - 19 novembre 2005

 

Questo di Rich Franklin in fondo non è altro che un semplice diretto sinistro, con il quale, alla sua prima difesa titolata, sdraia Nate Quarry al primo round. In realtà, però, dietro a questo colpo c’è un’esecuzione tecnica talmente perfetta, un impatto talmente pieno, una precisione talmente chirurgica, che a guardare bene non è solo un semplice diretto sinistro. Lo si vede di riflesso anche nella devastazione prodotta da questo pugno su Quarry, che cade come un manichino urtato accidentalmente in un negozio di vestiti. Le braccia che si spalancano nel momento in cui Quarry, già incosciente, impatta al suolo, il volto contratto in un’espressione di terrore, il respiro affannato, sono uno spettacolo inquietante e affascinante allo stesso tempo. 

 

La maestria di Franklin, però, si può vedere anche nel footwork. Il fighter statunitense cerca l’angolazione perfetta per il suo diretto con un movimento continuo, che fa apparire ancora più statico Quarry. Franklin prima sonda la distanza con il suo jab, senza colpire – tocca la mano più avanzata del suo avversario solo per avere l’esatta percezione della distanza e dell’angolazione; poi lascia partire il suo colpo decisivo con cui mette fine all’incontro.

Melvin Guillard vs Rick Davis - UFC 60 - 8 Luglio 2006

 

“The young assassin“, il giovane assassino, come veniva soprannominato Melvin Guillard, era un vero artista del KO. In virtù dell’aggressività e della spavalderia del proprio stile di combattimento, insieme all’impressionante velocità delle proprie mani, la lunga carriera di Guillard è stata costellata da momenti memorabili come questo nettissimo KO inferto ai danni di Rick Davis, che perde i sensi nell’esatto momento in cui viene toccato dal pugno. Come spesso accade, è più la reazione che il colpo in sé a rendere sbalorditivo il colpo. Davis prova il leg kick, e in quel momento Guillard vede il varco in cui far passare il suo gancio destro, che impatta a una velocità tale che è necessario più di un replay per intuirne la traiettoria. 

 

Guillard è stato un fighter che ha vinto e ha perso molti incontri in carriera, ma il suo approccio ad ognuno di essi è stato sfrontato, selvaggio. Un browler che, pur avendo alcuni limiti, ha saputo regalare tanti momenti di grande e terrificante bellezza. 

Gabriel Gonzaga vs Mirko Cro Cop - UFC 70 - 21 Aprile 2007

 

Title shot per il titolo dei pesi massimi, si combatte a Manchester. Da una parte Gabriel Gonzaga, un fighter che aveva nel proprio record una sola sconfitta per mano di Fabricio Werdum e si era presentato in UFC ottenendo tre vittorie, molto convincenti. Dall’altra quella che era già una leggenda. Cro Cop era stato stella del Pride quando era frequentato dai più pericolosi pesi massimi in circolazione, sconfiggendo fighter del calibro di Josh Barnett, Kevin Randleman (sul quale si prese una rivincita), Mark Coleman e Wanderlei Silva.

 

Uno scontro tra titani, insomma, con i palio la chance titolata contro l’allora campione dei pesi massimi UFC Randy Couture. Cro Cop all’epoca era uno dei migliori fighter nell’utilizzare i calci e questo lo rendeva estremamente pericoloso, capace di stravolgere l’andamento di un incontro in un istante. Chi conosceva i due protagonisti sapeva che era un incontro da guardare senza distrazioni. Anche per quelli che erano arrivati preparati a questo incontro, però, questo KO riuscì ad essere comunque scioccante. L’high kick improvviso non fu di Cro Cop, com’era più lecito attendersi, ma di Gonzaga, che sfruttò una piccola disattenzione del suo avversario sorprendendolo con un colpo pesantissimo. 

 

Cro Cop sembra colpito da una mazza da baseball, si accartoccia nell’impatto e crolla al suolo tramortito, Gonzaga si rivolge alla telecamera e si libera con un urlo selvaggio. Un colpo di scena inaspettato: Cro Cop, che aveva costruito la sua grandezza proprio grazie ai calci, viene schiantato dalla sua stessa arma vincente.

Rashad Evans vs Chuck Liddell - UFC 88 - 6 Settembre 2008

 

La velocità con cui questo colpo esce dalle mani di Rashad Evans per impattare il volto di Chuck Lidell è sconcertante. Lidell è in modalità predatoria e cerca di chiudere Evans costringendolo spalle a parete. Nell’istante però in cui prova a far esplodere il suo montante, il suo avversario lo anticipa con una velocità imprevedibile liberando il suo gancio. Lidell viene tramortito immediatamente dopo l’impatto e quando crolla senza resistenze al suolo la sua testa ballonzola come priva di vita. 

 

Questo KO è uno dei più significativi nella carriera di Rashad Evans, un fighter che non ha avuto una carriera particolarmente lunga, ma che durante il periodo di massimo splendore ha dato prova, oltre ad eccezionali qualità nel wrestling, di un’esplosività sbalorditiva. Queste qualità, coniugate a una buona tecnica pugilistica, gli hanno permesso diversi KO spaventosi come questo.

Junior Dos Santos vs Fabricio Werdum - UFC 90 - 25 Ottobre 2008

 

Per lungo tempo Junior Dos Santos è stato il peso massimo più temibile in circolazione, una fama dovuta soprattutto al suo stile pugilistico – assolutamente inarrivabile per i suoi avversari per diverso tempo. In questo colpo, ad esempio, vediamo la tecnica impeccabile, il movimento sinuoso, la rotazione del bacino perfetta. Il colpo di Junior Dos Santos è talmente ben eseguito da stridere con la reazione scomposta di Werdum, che in quel momento era un grappler fenomenale, ma era ancora acerbo nelle fasi in piedi. Il fighter brasiliano anche in questo caso agevola il colpo del suo sfidante muovendosi esattamente in direzione del pugno, andando totalmente a vuoto con il destro.

 

Werdum si accartoccia su se stesso dopo l’impatto e in posizione fetale, quasi a voler manifestare la propria resa, subisce la superflua scarica di colpi in ground and pound prima che l’arbitro interrompa finalmente l’incontro. Questo KO dimostrò quanto anche i migliori pesi massimi fossero del tutto impreparati ad affrontare un pugilato di questa caratura tecnica, che non aveva perso fluidità nel suo adattamento alle MMA. Anzi, Dos Santos era riuscito a conservare tutti quei movimenti di piedi e di bacino all’epoca rari non soltanto tra i massimi, e che gli hanno permesso di incanalare tutta la sua potenza in traiettorie letali come questa. 

Dan Henderson vs Michael Bisping - UFC 100 - 11 Luglio 2009

 

Questo di Henderson è forse il KO più brutale, selvaggio e spaventoso di sempre. Uno di quelli che ti fanno pensare per un istante di aver assistito a qualcosa di davvero drammatico, che ti fanno oltrepassare i limiti ancestrali di questo sport, che ci elettrizzano e ci angosciano allo stesso tempo. 

 

Henderson porta il suo piede più avanzato, il sinistro, quasi dietro quello di Bisping, un passo plateale, sul quale però Bisping si fa sorprendere restando troppo statico sulla traiettoria dell’overhand del suo avversario, quasi favorendola con un leggero e tardivo movimento laterale. Henderson carica tutto il peso che ha in corpo per quello che è il suo colpo – un pugno talmente devastante da avere persino un nome: bomba H. 

 

Nonostante lo colpisca in pieno e Bisping cada a terra come se cambiasse peso, Henderson non si ferma: in preda a un furore quasi animalesco continua il suo movimento e si lancia sul corpo quasi letteralmente morto del suo avversario con tutto il suo peso. Un volo che culmina con lo schianto del suo sinistro sul volto di Bisping che, dopo alcuni momenti di apprensione, fortunatamente riprenderà conoscenza.

Anderson Silva vs Forrest Griffin - UFC 101 - 8 Agosto 2009 

 

Siamo abituati a vedere KO violenti, colpi devastanti che sembrano frantumare atleti allenati per prepararsi a quei colpi. Con Anderson Silva, invece, è tutto diverso. Questo KO, per dire, è un manifesto alla sua grazia – una parola che sembra inadeguata addosso a qualsiasi altro fighter e che invece descrive perfettamente questo colpo.


Griffin, stremato dalla superiorità tecnica del suo avversario tenta una disperata offensiva. Silva sembra guardare tutto al rallentatore, fa qualche passo all’indietro per mandare agevolmente a vuoto i colpi avversari, poi protende il braccio, non sembra neanche un vero e proprio pugno. Il fighter brasiliano non sembra nemmeno caricare il colpo, più che altro sembra toccare Griffin in maniera quasi delicata. Capiamo la pesantezza del pugno solo dopo aver visto gli effetti sul suo avversario, sorpreso al culmine della propria offensiva.


Griffin – uno dei più grandi incassatori della sua generazione, è giusto ricordarlo –  crolla stremato e forse incredulo, le gambe si divaricano in modo sgraziato. Silva ha colto l’attimo perfetto per colpire, quello dove il suo avversario raggiunge il massimo grado di vulnerabilità e colpire. Un momento emblematico di quanto un colpo possa aumentare esponenzialmente la propria efficacia se eseguito d’incontro. Un KO che è un capolavoro di tecnica, precisione e tempismo. 

Cain Velasquez vs Antonio Rogerio Nogueira - UFC 110 - 21 Febbraio 2010

 

Questa devastante combinazione pugilistica di Cain Velasquez che accetta il colpo del suo sfidante per liberare la potenza dei suoi pugni e tramortire così un colosso come Minotauro Nogueira è uno degli esempi migliori del suo stile.


Nogueira entra con il jab sinistro, ma senza imprimere troppa potenza al suo pugno, cosa che invece fa Velasquez, che impatta prima con il suo gancio destro, poi con un montante sinistro e infine, un’ultima volta, di striscio, dietro la testa del brasiliano che già sta cadendo a terra stordito. La velocità di questa sequenza è incredibile: appena Velasquez sente arrivare il colpo libera i suoi colpi ruotando il bacino e il tronco alla perfezione e impattando con grande precisione il volto del brasiliano. Nei pesi massimi, a maggior ragione nelle MMA, i KO non sono certo una rarità, ma tra questi pochissimi sono ottenuti con questa pulizia tecnica. Velasquez chiude in ground and pound, poi saltella gioioso, infine si lecca il sangue che gli cola dal sopracciglio.


Il fighter statunitense viene ricordato soprattutto per la bestialità del suo ground and pound e per la qualità del suo wrestling, ma aveva anche uno striking d’élite, secondo nei pesi massimi dell’epoca soltanto a quello inarrivabile di Junior Dos Santos. Questa meravigliosa combinazione ci aiuta a non dimenticarlo.

 

Tags : anderson silvafinalizzazionimmaufc

Gianluca Faelutti vive a Cremona, ha 31 anni e per vivere lavora in gioielleria. Con l'occhio per le pietre preziose scrive anche su MMA Talks e partecipa al podcast omonimo.

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