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Foto di Dino Panato / Getty
Classificone Valerio Coletta 29 maggio 2017 6'

Le migliori esultanze di De Rossi ai gol di Totti

Per chi non ha ancora finito le lacrime.

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Dreamers, they never learn, they never learn

Beyond the point, of no return, of no return

And it’s too late, the damage is done, the damage is done

This goes, beyond me, beyond you

The white room, by window, where the sound goes, through

We are, just happy to serve, just happy to serve, you

I’ve found my love (half of my life)

 

Ascolto consigliato: Daydreaming – Radiohead

brano dedicato ai Capitani della Roma, come si evince dal testo.

 

 

Con profondo imbarazzo vorrei provare a delineare il rapporto complicato e commovente che c’è tra Francesco Totti e Daniele De Rossi, due persone che non conosco, la cui vera relazione umana e professionale mi è ignota. Imbarazzo, quindi, portatomi da questa pretesa impossibile e per forza di cose parziale. Scavalcando rispettosamente tutta la narrativa proposta dagli organi ufficiali e dalle dichiarazioni di facciata, l’unica cosa su cui voglio basarmi sono quei momenti di esaltazione post-gol, attimi di adrenalina impossibile da camuffare, osservando i volti stravolti nelle esultanze, i sorrisi, gli schiaffi in testa, i labiali, gli abbracci, provando a dare un senso, se pure in qualche misura metafisico, al rapporto tra due calciatori intrappolati nel sogno viscerale di sacrificare la loro vita a una sola squadra.

 

Le esultanze di De Rossi ai gol di Totti sono state, per continuità in campo del primo negli ultimi 17 anni e per eterna presenza e nota prolificità del secondo quanto a segnature, un rituale costante per il tifoso romanista, una ciclicità quasi naturale, come l’imbrunire delle foglie o le fasi lunari, qualcosa che nessuno necessariamente si mette a commentare, ma che incamera passivamente e si tiene per sé, una consuetudine che come un incantesimo recita: qualsiasi cosa folle o dolorosa capiti a questa squadra, noi saremo sempre tutti insieme.

 

1.

 

 

Ricordo che questo cucchiaio fu una sorpresa per tutti, un colpo rispolverato dopo un bel po’ di tempo, oltretutto contro Handanovic, uno che dal dischetto ti fa stare poco tranquillo. Il sorriso tirato di De Rossi sta lì a testimoniare la gioia e lo stupore, come a dire: ma che sei scemo, all’età tua ancora ‘ste cose?! Totti aveva 35 anni.

 

 

2.

 

 

Il mestiere più antico del mondo non è quello della prostituta, ma quello della levatrice, perché in effetti queste prostitute dovevano pur nascere in qualche modo. La levatrice assiste la madre durante il parto e tradizionalmente è un’occupazione lasciata alle donne. Anche il parto è un’occupazione che riguarda le donne, ma come potete vedere nella gif, durante l’esultanza di Totti, questo protocollo secolare viene ribaltato. Il Capitano partorisce il pallone dell’1 a 0, ammiccando alla sua prossima reale paternità, ma suggerendo anche il suo naturale e spontaneo rapporto con il pallone. Ad assistere il parto, nel ruolo di ostetrico, c’è Daniele De Rossi. Chi meglio di lui può occuparsi della progenie del Capitano. A livello simbolico questa immagine è esplosiva ed è delittuoso anche mettersi a spiegarla. A questo punto ci interessa solo constatare che il rapporto tra i due, in campo, ha raggiunto picchi che nella realtà esterna sono biologicamente negati agli uomini.

 

 

3.

 

 

L’esultanza di Totti dopo il gol alla Samp è particolarmente interessante perché rientra di diritto nella rara e gioiosa situazione di quando fai una cosa talmente bene che poi ti viene da ridere per quanto l’hai fatta bene. L’inquadratura sul Capitano è stretta e sia lui che noi sappiamo che sta arrivando qualcuno di corsa ad abbracciarlo, lo intuiamo anche dall’occhiata che lancia indietro. Per tutti i tifosi che hanno visto il gol dalla tv era assolutamente ovvio che il primo ad abbracciarlo sarebbe stato De Rossi, forse perché siamo troppo abituati ad un cinema fatto di cliché. In quell’abbraccio si ricomponeva un quadro totalmente naturale, come era naturale il gol di sinistro al volo con lancio da 30 metri. Questo perché i tifosi della Roma vivono in un sogno a occhi aperti, una condizione che li ha ormai estraniati dalla realtà. Se invece con un pizzico di lucidità andiamo a vedere il replay, possiamo osservare che Daniele De Rossi non è il giocatore più vicino a Totti quando segna, anzi, è sulla linea di Cassetti che sta effettuando il cross. Questo significa diverse cose: che era molto veloce, che era molto felice e che non poteva permettersi che un giocatore qualsiasi entrasse in quel momento storico, per il bene dell’immaginario collettivo dei tifosi nei decenni a venire.

 

scherzo

 

 

Intermezzo

 

Eli Somer è un professore di psicologia clinica all’Università di Haifa in Israele. Egli ha coniato il termine “Maladaptive Daydreaming”, che tradotto suonerebbe “Sognatore disadattato”. Questo disturbo porta a un’immersione prolungata in un universo immaginario, all’isolamento dal mondo reale e persino all’impedimento del normale svolgersi delle attività quotidiane. Il tifoso della Roma è affetto da questo disturbo. La Roma, per lui, è un universo totalizzate, l’unico possibile, sul quale costruisce continuamente un’intricata ramificazione di speranze, sospetti, proiezioni, ipotesi, narrazioni varie, sogni, ma soprattutto amori e dolori. Anche Totti e De Rossi, essendo tifosi della Roma, sono affetti da questa condizione, tanto è vero che mai hanno lasciato questa daydream nation, questo fantasticare collettivo, alimentandolo e facendone parte allo stesso tempo, partita dopo partita, allenamento dopo allenamento, per, rispettivamente, 25 e 17 anni di militanza, senza mai aprire gli occhi. Possiamo continuare.

 

 

4.

 

 

Per alcuni secondi, dopo il gol acrobatico di Totti che pareggia il derby, De Rossi, Florenzi e il Capitano rimangono sotto la curva, stretti in un abbraccio, lasciati soli da tutti, come se proprio in quel momento si consumasse un particolare rito dinastico. Il tutto però è vissuto con molta leggerezza, i tre si sono raccolti naturalmente, perché più di tutti gli altri sanno cosa significa quel momento, cos’è il derby e cos’è un gol di Totti al derby, l’ultimo del Capitano in una stracittadina.

 

 

5.

 

 

Il gol numero 200 di Francesco Totti è trasformato su calcio di rigore contro la Fiorentina. L’esultanza di De Rossi è pacata, lo abbraccia per qualche secondo e si allontana, come se fosse troppo stanco per pensare ad altro. L’inquadratura crea un quadro particolare, perché anche Totti sembra stravolto, i capelli dritti scompigliati dal vento e da una carezza in testa, per una frazione di secondo i due insieme sembrano stanchissimi, carichi di tutto il peso possibile, tutti e 200 i gol, tutte le presenze, tutti i metri di campo, tutto insieme in un colpo solo. Quella pietra miliare all’epoca poteva sembrare la fine di qualcosa, o comunque l’inizio di un tramonto.Totti poi segna un altro gol: doppietta, duecentouno e si ricomincia. Era 6 anni fa.

 

 

6.

 

 

Non ce lo ricordiamo più il lasso di tempo in cui lo stato di forma di Totti, la sua corporatura e la sua esplosività competevano e superavano quelle di Daniele De Rossi. Dobbiamo tornare indietro a un periodo intermedio in cui Daniele era giovanissimo e Totti camminava letteralmente sulle acque, prima dell’infortunio, a 29 anni. In questa esultanza Daniele lo abbranca da dietro e se lo stringe e improvvisamente ci sembra si mischino due ere che troppo poco si sono sfiorate: quella di Totti giovane con i capelli lungi e quella di De Rossi giovane senza barba. Time is a flat circle.

 

giovani

 

Sappiate che tutto quello che avete letto fino a questa parola è stato scritto prima dell’addio di Totti al calcio. Queste ultime righe, questa conclusione, invece, mi ritrovo a scriverle in un’altra epoca, in un’altra era, eppure è passato solo un giorno. In questo momento, per la prima volta nella sua vita, Daniele De Rossi è ufficialmente il Capitano della Roma e io non vedrò mai più Totti colpire un pallone da calcio per la sua squadra. Provando a portare a termine il nostro discorso sul rapporto tra i due voglio citare un’ultima immagine che mi è rimasta della serata di addio del Capitano. Al di là delle lacrime di De Rossi, della visibile tensione di Daniele quando gli consegna quel piatto di riconoscimento senza riuscire a guardarlo in volto per paura di crollare definitivamente, mi è rimasto il suo gol al Genoa. Daniele De Rossi si avventa sul pallone che gli passa Dzeko, anticipando proprio Totti. In questo nostro affresco metafisico, che molto probabilmente è solo un mio modo complesso di elaborare il tutto, ho visto quel gol come il definitivo passaggio del fardello sulle spalle di Daniele, da adesso ci pensa lui ed è stato Totti a rincorrerlo e a esultare.

 

C’è una sezione di Wikipedia dedicata alle singole annate, cioè si può andare per esempio al 1983 e scorrere un corposo elenco di fatti avvenuti all’epoca e lo stesso con ogni anno di sempre. Il punto è che si può andare anche negli anni futuri. Purtroppo si troveranno esclusivamente eventi calendarizzati o avvenimenti previsti, sta di fatto che è un modo pratico per vedere oltre il presente. Spesso quindi mi capita di andare a curiosare nel futuro. Quando mi è cominciata a salire l’ansia per il ritiro di Totti, che poi è coincisa con la possibilità che De Rossi potesse passare gli ultimi anni di carriera altrove, mi sono spinto spesso negli anni che allora erano il futuro, per esempio il 2017. Qualche anno fa se andavi a visitare la pagina Wikipedia del 2017 c’era un solo evento, il 21 agosto: un’eclissi di sole totale. Staremo circa 7 minuti senza sole, per poi ritornare a vivere.

 

 

Tags : daniele de rossiFrancesco Tottiroma

Valerio Coletta è un giocatore di basket e hockey sul prato. A 12 anni ha incontrato Alberto Angela al McDonald. Scrive in giro.

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