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Tommaso Giagni
Le migliori accelerazioni di Kakà
24 apr 2017
24 apr 2017
Perché c'era un rapporto speciale tra Kakà, la palla e lo spazio.
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Tommaso Giagni
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Se c'è un gesto che ancora può impressionare chi è abituato a guardare calcio, e ha tutte le prospettive televisive a disposizione, è assistere dallo stadio a una progressione sul lungo.



 

Ricardo Izecson dos Santos Leite, Kaká, è il tipico esempio di giocatore che bisogna vedere dal vivo, per poterlo godere a pieno. A volte la sua velocità sembra fuori contesto, e lui semplicemente pazzo. O forse fa sentire pazzi noi, che rimaniamo smarriti di fronte a quell'approccio. A volte invece sembra un velocista che indossa scarpini per una dimostrazione goliardica di superiorità.



 

Si può azzardare che Kaká sia un anello importante nell'evoluzione del calcio. Di certo la sua comparsa in Europa nel 2003, a ventun anni, segna un passaggio-chiave nella caratterizzazione del trequartista: Kaká ha la classe del trequartista della tradizione del Milan, ma ha anche mezzi fisici del tutto nuovi. Anche se di fatto è uscito di scena, anche se le azioni raccolte qui vengono dal passato, benché recente, la sua contemporaneità è assoluta.



 

In questa selezione delle sue accelerazioni, non sono raccolte le situazioni che gli avversari leggono male, e dove lui trova lo spazio come un regalo, ma quelle in cui più o meno i difensori si comportano bene, eppure non basta. Sono raccolte non tanto le corse in campo aperto, dove può distendersi liberamente, ma quelle in cui ci sono avversari sulla traiettoria o alle calcagna. Cioè quelle in cui alla corsa aggiunge un dribbling o l'opposizione a un contrasto: perché nelle sue progressioni Kaká non compie un mero sforzo atletico, ma esprime tutta la padronanza tecnica e la capacità di dominare il tempo. E lo spazio: l'abilità nella conduzione di palla a quella velocità ha evidentemente a che fare, oltre che con la coordinazione, con una visione precisissima delle distanze. Forse non è casuale che sia figlio di un ingegnere civile e di una professoressa di matematica.



 

 



 

https://youtu.be/ef4pcGj-fE4?t=3m10s

 

È la seconda stagione al Milan. Fino a questo punto ha giocato due volte contro l'Inter, e ha segnato in entrambe. Stavolta resta a secco, ma fa questa cosa sontuosa: una fuga lungo la fascia, resistendo all'inseguimento di Zanetti, e poi una palla straordinaria in mezzo, su cui Crespo arriva tardi.



 

 



 

https://youtu.be/OYuX58RcavA?t=51s

 

Tutta la questione sembra essere tra lui e il pallone. Gli avversari che a più riprese tentano di sottrarglielo, sono nient'altro che un elemento di disturbo. E quando arriva in area, sembra dire: ah, già, bisogna segnare. Il suo tiro è sfortunato, colpisce il palo interno e va dalla parte sbagliata, ma la sua reazione è composta, come se gli interessasse poco.



 

Quella partita finisce 4-1, il gol degli ucraini lo segna Cristiano Lucarelli.



 

 



 

https://youtu.be/OYuX58RcavA?t=1m7s

 

Ci sono sprazzi di comicità in questa sgroppata drittissima lungo la linea, con Antonio Filippini e Matuzalém che le provano tutte. A tratti sembrano convinti di non poterlo raggiungerlo, abbassano la testa, a tratti si illudono di farcela, e intanto lo rincorrono, e intanto sono arrivati in area.



 

 



 

https://www.youtube.com/watch?v=ufmh-AeC2qk

 

All'Emirates Stadium, inaugurato da poche settimane, il Brasile sta vincendo 2-0. Kaká è subentrato dopo un'ora di gioco, ha già servito l'assist per il raddoppio.



 

Inizia l'azione a sessanta metri dalla porta. Viene tallonato da un avversario ma avanza, supera la metà campo, affronta il difensore e si allarga, lascia partire un tiro così debole che quando entra in rete sembra crudele. L'avversario che lo tallonava era Messi.



 

 



 

https://youtu.be/11Z62wlXzos?t=4m25s

 

Sono gli ultimi mesi a Madrid, dov'è arrivato a ventisette anni e le grandi fughe si sono rarefatte. Qui ha un lampo che ricorda i vecchi tempi: la corsa magari ha meno scioltezza, ma Kaká prende palla nella sua area e si invola, resiste a Trashorras e sfugge ai tentativi di raddoppio di marcatura, e arriva fino alla metà campo avversaria.



 

 



 

https://youtu.be/o5JKd16iH-Q?t=8m11s

 

È all'apice della carriera, ha appena vinto il Pallone d'Oro e lo mostra al pubblico prima dell'inizio.



 

Sul lancio dalle retrovie, si butta come un proiettile. L'avversario fa il movimento giusto ma risulta completamente inadeguato. Che poi l'azione finisca male è superfluo. Peraltro Kaká guarda in mezzo più volte, per passarla invece di concludere lui.



 

 



 

https://www.youtube.com/watch?v=98um-diEv6k

 

Un esempio della naturalezza della sua corsa. Prende palla al limite dell'area, e avanza come se non si rendesse conto che sta mangiando il campo. Si allunga la palla, la fa sparire all'avversario, di nuovo riduce il ritmo, lo accelera, e viene abbattuto.



 

 



 

https://youtu.be/XLyvEcExCR4?t=6m12s

 

Si direbbe scherzare, se non fosse che i diretti avversari sono Fàbregas e Sagna. Se ne va sull'esterno, dando l'impressione di essere abbastanza disperato da entrare in un imbuto. Poi scivola tra i corpi come un liquido.



 

 



 

https://www.youtube.com/watch?v=XoMCVNNLU8Q

 

Gol pesantissimo, perché fa accedere il Milan ai Quarti di CL, e perché chiude una doppia sfida molto bloccata. Soprattutto, è abbastanza sconvolgente che avvenga ai supplementari, cioè che lui abbia la forza di fare uno strappo del genere e la lucidità di concretizzare. Negli ultimi passi quasi frena, scopre di essere andato troppo forte.



 

 



 

https://youtu.be/TpQRaI3fnM8?t=4m35s

 

A ridosso dei Mondiali di Germania, questa rete parlava di un giocatore tra i più attesi della competizione.



 

L'accelerazione comincia davanti alla propria area, quando si getta sulla fascia per ricevere il pallone. Fa tre tocchi ed è nell'area opposta. Continua a correre anche per esultare e pregare.



 

 



 

https://youtu.be/XLyvEcExCR4?t=4m6s

 

È l'ultima di campionato, il Milan è già campione d'Italia. Ed è l'ultima partita della carriera di Roberto Baggio.



 

Questo scatto di Kaká è probabilmente il massimo esempio del suo rapporto con i videogiochi: manca la scia, altrimenti sarebbe chiaro che qualcuno ha spinto il pulsante del nitro.



 

 

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