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Le 10 migliori barbe della Serie A
13 mar 2017
13 mar 2017
La barba è lo specchio dell’anima dei calciatori.
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Le immagini più iconiche dell’ultima settimana calcistica sono tutte dominate da uomini con la barba: la foto dalla prospettiva géricaultiana di Messi in versione “

” dopo la remuntada di Champions League, il

- scarpini alla mano e sguardo malinconico - con il quale Xabi Alonso ci dà l’addio, Donnarumma che

del Milan dopo la partita contro la Juventus (sì, anche quella sotto al mento tecnicamente è una barba).

 

Dopo decenni di baby-face scintillanti, la barba negli ultimi tempi ha subìto una ridefinizione concettuale, fuori e dentro i campi: da sintomo di incuria e

è passata a essere vessillo di responsabilità fascinosa, fino a esplodere in questa nostra “

”. Dopotutto, ora che ci penso, anche mia figlia non mi ha mai visto

barba.

 

La barba che indossiamo dice molto di chi siamo, per questo ho classificato le 10 barbe più significative della Serie A, cercando di conferire ad ognuna dei punti Notable Beard (che verranno assegnati con la sigla NB, che se volete può stare anche per

): dei punti al valore estetico di ogni barba; e un punteggio di Expected Awesomeness (che troverete con la sigla xA, che sta anche

): che ne indica la potenziale

.

 

Per aiutarvi ho trovato questa

, e vi suggerisco di ascoltare

in sottofondo.

 

 












 

Classica barba hollywoodiana, da attore di teen-movies in cerca di ruoli “da uomo”. Quella del “Papu” è l’esatta epitome della barba da riscatto, o da nuova era: suscita la stessa reazione che ci ha strappato Messi la prima volta che lo abbiamo visto per la prima volta con la barba. Improbabile al punto che le avremmo dato qualche settimana al massimo di durata, e invece è ancora lì. Nella coppia

della “Dea”, comunque, ne esce meglio il “Papu” di

. Per i prossimi sviluppi, non è da escludere una virata al



 

 


 



 





 

Per una strana ragione alla quale non so dare una spiegazione razionale, la barba di Miralem - o forse è solo la

percezione della barba di Miralem - ha subito un mutamento radicale di pari passo con il passaggio del regista dalla Roma alla Juventus, è passata dal’essere crepuscolare a

. Nonostante già nella capitale le dedicasse molta cura (affidandosi al rasoio di

, il Bernini della

nonché

, mi sembra che a Torino abbia iniziato un percorso di

che lo porterà, nel giro di una decina d’anni, a dominare Torino, l’Europa, New York, il Mondo.

 



 


 





 

Lapadula è un fascio di incognite: grande prospetto scoperto tardi o imbucato? Ma anche: baby face millenial o guappo dal fascino vagamente sudamericano? La foto che ho scelto mi sa che racchiude in sé tutte le contraddizioni di Lapadula: i trofei tra le mani gli donano, ma la barba “

”? Non ne sono troppo convinto. In ogni caso, una barba più personale della maggior parte delle barbe che si vedono in giro.

 

 














È fin troppo evidente che ogni scelta di carriera di Biondini sia stata in qualche modo influenzata da colore e conformazione del suo

. Voglio dire: ho come l’impressione che non lo condannerei se mi confidasse, magari dal barbiere, che non sceglie le squadre sulla base di progetti o ambizione ma solo prefigurando come il suo rosso possa sposarsi con le divise di gioco. Anche per questo credo che il Sassuolo, e il neroverde del Sassuolo, siano il contesto ideale per la valorizzazione di Biondini, ma soprattutto del suo colore di barba.

 







 







Il vero valore aggiunto della barba di Ntcham è la

. Non solo con il taglio di capelli, che riprende nelle tinte sfumate bionde, ma nel suo gioco: la barba di Ntcham è esattamente come Ntcham in campo, estroverso e un po’ pazzo, talentuoso al limite del macchiettistico, scintillante e al tempo stesso semplice, con il fascino che hanno le cose un po’ scontate anche se strane.

 

 







 

Tutti d’accordo che la cosa meno hipster di Federico Barba in questa foto sia, appunto, la sua barba? La barba di Barba? Possiamo proseguire, allora.

 

 






 







Con l’accoppiata

è facile guadagnare punti al mercato dell’iconicità (per dire, anche la

di

, proprio in virtù di questo binomio, è ancora oggi una delle più suggestive). È una combinazione che incute timore ma anche fiducia, allo stesso tempo: è strano quanto poco pelo basti per farti cambiare idea o inclinazione a fidarti. Voi per esempio, se doveste scegliere, consegnereste le chiavi della vostra porta a

Reina o a

’altro? Io non ho dubbi.

 















Credo che il giorno in cui è stata scattata questa foto al social media manager della Gillette siano fischiate forte le orecchie: sembra che a Trigoria abbiano tolto di mezzo tutti i rasoi. La maniera in cui Antonio indossa la sua barba, però, ci dimostra come se ne possa fare un utilizzo sia

che incute timore alla stregua di una criniera leonina, che, come dire, più

,

. Che risalta anche e soprattutto per accostamento al rigore quacchero della barba di Vermaelen.

 

 






 







Gabriel Barbosa (a qualcuno potrebbe già far ridere il gioco di parole) è l’unico tra i talenti sudamericani recentemente sbarcati in Europa ad essersi presentato con la strafottenza del

.

,

,

e

hanno in comune la rotta percorsa, poco importa in quale verso, ma soprattutto la voglia di espandere i loro domini personali senza starsi troppo a curare dell’ostracismo, della resistenza, dei sostrati culturali che in qualche modo, in quanto ignoti, rappresentano anche il massimamente possibile. La barba, insieme alla croce e alla spada, è stata lo strumento di assoggettamento principale per secoli: però nessun

aveva la grazia millenial, ai limiti dell’effetto sfumino di Photoshop, della barba del Barbosa.

 







 





 

Cose di cui questa foto di Tonelli profuma:

 


 

Quattro odori che definiscono la nostra epoca, oltre che l’interiorità di Tonelli.

 

 






 





 

DDR,

since before it was cool, è il calciatore che rappresenta il centro gravitazionale di tutte le barbe che vediamo in Serie A da almeno un lustro. Antesignano, battistrada e portavessillo del movimento, la barba De Rossi ha ormai imparato a vivere di vita propria, alimentata da una mistica fatta di leggende metropolitane inquietanti, scaramanzie, epica: provate a cercare una foto di De Rossi in cui la sua barba non incornici un’espressione contorta e fomentata

.

 

In un articolo del

c’è un’intervista a un poliziotto che, controcorrente rispetto ai tempi, indossa una folta barba. Gli chiedono come mai: lui risponde che la barba serve a “nascondere le emozioni”.

 

Ecco: per DDR sembra valere il principio diametralmente opposto.

 

 

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