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Foto LaPresse - Jennifer Lorenzini
Serie A Flavio Fusi 16 dicembre 2019 6'

Questa Lazio può durare?

Cosa ci dicono le statistiche.

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Le ultime due giornate non hanno solo smosso i rapporti di forza tra Juventus e Inter per poi appaiarle, ma sono – saranno visto che deve ancora giocare con il Cagliari – fondamentali per la Lazio. Se nel posticipo di questa stasera dovesse riuscire ad infilare l’ennesimo risultato positivo (siamo a 7 vittorie e 10 partite senza sconfitta di fila) potrebbe portarsi a 3 punti da Inter e Juve, candidandosi seriamente come terza incomoda nella lotta per lo Scudetto.

 

Un obiettivo possibile grazie ad un rendimento nettamente migliorato rispetto allo scorso campionato, in cui alla stessa giornata la squadra di Inzaghi aveva 8 punti in meno, quinta in classifica ma distante ben 10 punti dal secondo posto, che era praticamente già fuori portata. La Lazio di oggi vanta anche la miglior differenza reti della Serie A (+21) e il secondo miglior attacco (36 gol, due in meno dell’Atalanta, che ha però già giocato la sua gara con il Bologna). 

 

I miglioramenti dei singoli rispetto alla scorsa stagione

14 marcature in più rispetto alla 15.esima giornata del torneo 2018/19 rappresentano un salto di qualità importante, soprattutto dopo una stagione in cui il progetto tecnico biancoceleste sembrava ormai vivere una fase di stanca, con l’evidente calo di rendimento di Luis Alberto e Sergej Milinkovic-Savic e un contributo realizzativo meno straordinario del solito di Ciro Immobile, che avrebbe potuto giustificare anche cambiamenti importanti a livello di rosa al termine della stagione. 

 

Le prestazioni di un calciatore non vanno valutate unicamente attraverso gol e assist, tuttavia nel caso della Lazio l’incremento dei numeri dei giocatori offensivi è emblematico e aiuta a spiegare il miglioramento rispetto alla scorsa stagione. Luis Alberto, ad esempio, dopo 11 gol e 14 assist nel suo primo campionato da titolare, aveva contribuito con solo 5 reti e altrettanti assist al secondo; mentre Milinkovic-Savic, oggetto del desiderio delle principali squadre europee nell’estate del 2018 era regredito in maniera preoccupante, passando da 12 a 5 reti. Immobile aveva invece quasi esattamente dimezzato il suo bottino stagionale: dai 29 gol e il titolo di capocannoniere condiviso con Icardi, a 15 realizzazioni in tutta la scorsa stagione.

 

A distanza di una sola stagione, i tre giocatori più rappresentativi erano passati da 52 a 25 gol e da 26 a 14 assist, con un calo di minutaggio complessivo non determinante a spiegarne i motivi. Nemmeno l’inserimento nelle rotazioni di Joaquín Correa e Felipe Caicedo era stato sufficiente a compensare il calo, e la squadra aveva perso 33 reti e 5 posizioni in classifica nel giro di dodici mesi.

 

La vittoria in Coppa Italia aveva però convinto la società a ripartire dalle stesse basi. Una scelta che, con il senno di poi, si è dimostrata saggia. In questa stagione infatti i tre sembrano tornati su livelli stellari, in prospettiva anche migliori di quelli dell’ottima stagione di due anni fa: Luis Alberto ha già servito 11 assist (nessuno ha fatto meglio nei cinque maggiori campionati europei), segnato 2 reti ed è primo in Serie A per conduzioni e passaggi progressivi; Milinkovic-Savic ha aggiunto 7 tra gol e passaggi decisivi; ma soprattutto, Immobile ha già toccato quota 17 marcature stagionali (solo Lewandowski ha segnato di più in Europa) e 5 assist.

 

17 – Only Angelillo for Inter in 1958/59 and Borel for Juventus in 1933/34 have scored 17 goals in fewer team matches than #Immobile this season for Lazio in Serie A’s history. Wonderful.#LazioUdinese pic.twitter.com/O3xjaQLS7W

— OptaPaolo (@OptaPaolo) December 1, 2019


All’undici titolare è stato aggiunto Manuel Lazzari, che ha preso il posto di Adam Marusic, mentre in avanti Inzaghi ha definitivamente sdoganato la formazione con tutti i suoi migliori giocatori offensivi, impiegando stabilmente Luis Alberto e Milinkovic-Savic come mezzali e affiancando Correa ad Immobile. L’argentino è diventato a pieno titolo il quarto giocatore offensivo determinante per la Lazio, in grado di offrire soluzioni alternative anche in zona gol, tanto che con 6 marcature ha già superato il totale realizzativo del 2018/19 (5) ed è quarto in Serie A per xG generati su azione (0,55 per 90).

 

Cosa dicono le statistiche

I numeri ci dicono che questa nuova esplosione a livello offensivo non è una questione di volumi: in questa stagione la Lazio tira 16,5 volte a partita, cioè praticamente tante quante lo scorso anno (16,1). Non è neanche conseguenza di un incremento della qualità delle occasioni (da 1,87 a 1,89 xG a partita). È la percentuale di tiri che si tramutano in gol ad essere nettamente aumentata, con il tasso di conversione salito dall’11,4% al 15,9%. 

 

Una percentuale che potrebbe suggerire prestazioni molto sopra le aspettative da parte dei giocatori biancocelesti. Tuttavia gli xG smentiscono questa tesi: a fronte di 29 gol senza rigori la Lazio ha generato 28,4 xG, quarto miglior dato in Serie A. La situazione si è completamente ribaltata rispetto alla scorsa stagione, in cui avevano generato 70,4 xG segnando però solo 50 gol senza rigori. A gonfiare il rendimento offensivo biancoceleste hanno contribuito anche i 7 rigori segnati su 9 tentativi, già sopra i 6 totali della scorsa stagione.

 

1Lazio-

Ranking offensivo stagionale (aggiornato alla 15.esima giornata) 

 

Non possiamo sapere se strumenti statistici di questo tipo siano stati utilizzati internamente per esaminare il rendimento della passata stagione e prendere decisioni sul futuro, ma alla luce di questi dati non si può che constatare come la decisione del club di proseguire per un altro anno con la stessa intelaiatura della rosa sia stata illuminata. 

 

Se globalmente l’exploit realizzativo è compatibile con la qualità complessiva delle occasioni create, a livello di singoli la Lazio sta brillando nei suoi migliori interpreti. Immobile, Luis Alberto e Milinkovic-Savic stanno tutti andando oltre le aspettative se si sommano xG e xG assisti per i compagni. Correa, come l’anno scorso, è l’unico sotto le aspettative, nonostante segni una rete ogni 180 minuti fin qui. L’argentino ha già un rendimento eccezionale, ma se riuscirà a guadagnare maggiore lucidità sotto porta e nel servire l’ultimo passaggio, potrebbe compiere il salto definitivo che lo porterebbe al livello dei migliori giocatori offensivi in Europa, lanciando definitivamente la sua squadra. Insomma questa prima parte di stagione della Lazio ci dice che servono almeno 4 giocatori ”straordinari” accanto ai 7 giocatori “normali”.

 

A livello tattico, Inzaghi ha abbracciato una strategia forse ancora più diretta e verticale tanto che, il rapporto tra la distanza dalla porta da cui iniziano i possessi e la distanza totale percorsa nei possessi che si concludono con un tiro è di 0,89. Solo il Bologna ha un rapporto più alto in tutto il campionato (0.90). Ciò significa che la Lazio, pur difendendo praticamente alla stessa altezza dell’anno scorso (circa 44 metri dalla porta, 13.esima in Serie A), riesce a trovare linee di passaggio più efficienti rispetto all’anno scorso.  

 

Nessun’altra squadra in Italia ha concluso di più su azione di contropiede (28 tiri) o da una palla filtrante (12). La formazione di Inzaghi è anche la prima per numero medio di passaggi giocati dentro l’area e per passaggi giocati in un raggio di 20 metri dalla porta avversaria.

 

Per aprirsi più spazi dove far correre Correa e Immobile, la Lazio concede di più come evidenziano le statistiche. I suoi avversari completano l’83% dei passaggi (solo il Lecce concede di più); il PPDA è il terzo più alto del campionato, evidenziando un atteggiamento piuttosto passivo dal punto di vista del pressing offensivo; e anche anche per tiri e xG concessi i numeri non sono eccezionali, collocandosi solo all’ottavo posto. Un dato questo non particolarmente incoraggiante in ottica lotta Scudetto e che sarà fondamentale migliorare per rimanere vicino a Juventus e Inter. 

 

2Lazio

Ranking difensivo stagionale (aggiornato alla 15.esima giornata) 

 

Dopo la gara fuori casa con il Cagliari, la Lazio affronterà la Juventus nella Supercoppa Italiana prima di concludere il girone d’andata giocando in sei giorni con il Brescia in trasferta e Verona e Napoli all’Olimpico. Tre partite fondamentali per capire se i biancocelesti, già fuori dall’Europa e quindi totalmente proiettati sulle due competizioni nazionali, si ridimensioneranno o se dobbiamo considerarli dei candidati credibili al titolo.

 

 

Tags : lazioluis albertomilinkovic-savic

Flavio Fusi è nato nel 1993 e vive ad Arezzo. Laureato in Management, lavora per una startup tech e collabora anche con il sito di analytics StatsBomb.

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