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Serie A Fabio Barcellona 10 febbraio 2019 4'

Perché la Lazio fatica contro le grandi squadre?

Fulvio ci ha chiesto di una tendenza ormai consolidata. Risponde Fabio Barcellona.

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Caro UU,
ormai non può essere più un caso: la Lazio perde tutte le partite che gioca contro le grandi squadre. Quali possono essere i motivi di un andamento così prevedibile? Ci sono ragioni tattiche o più psicologiche? È una questione solo di livello tecnico o c’entra anche un particolare modo di stare in campo della Lazio che la espone di più contro avversari di livello?

 

Grazie in anticipo
Fulvio

 

Risponde Fabio Barcellona 

 

Ciao Fulvio, in effetti ciò che dici è innegabile. Oggi la Lazio è al quinto posto in classifica a pari punti con la Roma e nelle nove partite sin qui disputate contro le squadre che la precedono o la seguono di poco in classifica ha un disastroso bilancio di 7 sconfitte e 2 pareggi, ottenuti in casa contro Milan e Sampdoria. In queste nove partite la Lazio ha una media di 0.78 gol fatti e ben 2 gol subiti a partita.
Quest’anno la Lazio pare avere amplificato una tendenza già presente la passata stagione, quando, dopo la vittoria in trasferta a Torino contro la Juventus aveva raccolto solamente due pareggi, uno 0-0 in casa dell’Inter e un altro 0-0 nel derby di ritorno, senza più vincere contro le squadre meglio piazzate in classifica. La fragilità contro le squadre forti era stata pagata cara con la sconfitta casalinga all’ultima giornata contro l’Inter che le è costata la qualificazione alla Champions League. Pochi giorni fa, però, la Lazio ha eliminato in trasferta proprio l’Inter in Coppa Italia, ribaltando la tendenza fini qui mostrata.

 

In genere, vincere con regolarità contro le squadre più deboli e fare invece fatica con le squadre più forti è considerato un indice di una squadra ben allenata, ma con dei limiti qualitativi ben definiti. I limiti qualitativi creano una sorta di soffitto oltre cui non si può andare, ma la bontà della guida tecnica consente una certa sicurezza nell’affrontare gli scontri contro avversari del medesimo rango. È però complicato determinare in astratto il valore qualitativo di una rosa e compararlo a quello delle dirette concorrenti. Anzi, spesso si fa il processo inverso, per cui sono proprio le continue sconfitte contro le avversarie che sono sopra in classifica a certificare il livello di qualità della rosa.

 

La passata stagione la Lazio ha avuto il miglior attacco del campionato in termini di gol segnati, grazie anche a una notevolissima overperformance rispetto agli Expected Goals creati, e solo la decima difesa per gol subiti. Quest’anno, invece, l’andamento pare opposto, con il quarto posto nella classifica degli Expected Goals fatti e solo il nono posto in quello delle reti effettivamente realizzati; un’underperformance parecchio evidente, con 10 gol in meno di quelli statisticamente attesi. Se in linea generale la Lazio è una squadra che tende a creare e al contempo concedere abbastanza, il focus statistico centrato sulle 9 partite fin qui giocate contro gli avversari che la precedono in classifica presenta qualche sorpresa. I miseri risultati ottenuti in campionato – i pareggi contro Milan e Sampdoria – non riflettono infatti l’andamento degli Expected Goals nelle partite. In questo ristretto gruppo di match la Lazio ha prodotto in media 1.34 xG e subito 1.27 xG, collezionando quindi un saldo positivo che mal si concilia con le 7 sconfitte e i 2 pareggi ottenuti. Contro le migliori squadre del campionato la Lazio ha calciato mediamente 17 volte a partita, subendo invece 12 tiri. Contro il Milan, la Lazio ha pareggiato pur producendo 1 xG in più degli avversari, mentre contro la Sampdoria i biancocelesti avevano prodotto ben 2 xG in più dei blucerchiati. Contro la Juve, addirittura la Lazio è uscita sconfitta nonostante gli 1.9 xG contro i soli 0.4 dei bianconeri.

 

I dati dei tiri effettuati e subiti, e degli Expected Goals ci dicono che mediamente la Lazio riesce a giocare più o meno alla pari con gli avversari più forti senza però, alla fine, riuscire ad ottenere risultati positivi. Il basso numero di partite su cui è centrata l’osservazione ci può suggerire che l’effetto della casualità sia ancora forte e che con un po’ più di fortuna il bilancio sarebbe potuto essere ben diverso. Ma, oltre a questo, è possibile che alcune peculiarità della squadra espongano la Lazio a una certa fragilità contro le squadre migliori?

 

La Lazio è una squadra che, pur considerando adattamenti alle singole partite, in genere ama attaccare in un campo lungo, sfruttando le doti in spazi ampi di Ciro Immobile e le ricezioni tra le linee dei suoi centrocampisti offensivi, Milinkovic-Savic, Luis Alberto e, da quest’anno, Correa, agevolate dalla dilatazione delle distanze in campo. È una squadra dal calcio prevalentemente verticale, che di certo non fa del possesso palla un’arma per creare pericoli e controllare la partita; quella di Inzaghi è solo l’undicesima squadra di Serie A per percentuale di possesso e la decima per precisione di passaggi. La natura verticale e la volontà di attaccare il più possibile in spazi ampi, rende in genere la Lazio abbastanza vulnerabile in transizione e abbastanza complesso il controllo della partita anche in situazioni di punteggio ampiamente favorevole. Le rimonte subite in casa da Napoli, Sampdoria e Juventus ne sono una testimonianza.

 

La mancanza di controllo e di una convincente fase di gestione della partita, rende inevitabilmente le partite della Lazio sempre piuttosto aperte. E aumentando il numero di occasioni in cui è possibile creare pericoli e preferendo scambiarsi colpi al centro del ring piuttosto che fare melina girando attorno all’avversario, è più probabile che la squadra di maggiore qualità possa prevalere. Al di là di una fisiologica fluttuazione statistica che potrebbe avere prodotto risultati peggiori rispetto alle prestazioni offerte, è insomma possibile che effettivamente esistano ragioni tattiche e tecniche che giustificano il cattivo rendimento della Lazio contro le squadre più forti. Tatticamente il calcio verticale e in campo grande della Lazio produce partite aperte che consentono alla squadra di Inzaghi di produrre occasioni, ma che lascia spazi, specie in transizione, agli avversari. Le partite aperte favoriscono però in genere le squadre dalla qualità maggiore e forse l’organico della squadra di Inzaghi rappresenta un limite contro squadre di un certo livello. Ecco perché la Lazio tende a ottenere con continuità ottimi risultati contro squadre più deboli e soffre invece contro squadre più forti, capaci maggiormente di capitalizzare le occasioni concesse dai biancocelesti, che soffrono anche, di una chiara differenza di qualità tra il reparto offensivo e quello difensivo.

 

 

Tags : laziosimone inzaghi

Fabio Barcellona, chimico e allenatore UEFA B. Scrive di calcio per L'Ultimo Uomo.

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