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Fabio Barcellona
Mai lasciare l'opportunità di rientrare alla Lazio
18 ott 2021
18 ott 2021
L'Inter ha pagato caro il non aver concretizzato i vantaggi tattici ottenuti in partita.
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Fabio Barcellona
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La partita contro l’Inter arrivava per la Lazio in un momento delicato, cioè dopo la netta sconfitta contro il Bologna che aveva certificato le difficoltà della squadra ad assimilare i principi di gioco del suo allenatore. Anche nelle scelte di formazione, Sarri è sembrato voler dare una sterzata di fronte alle difficoltà incontrate: con una scelta piuttosto forte, il tecnico toscano ha lasciato in panchina Luis Alberto, schierando Basic come mezzala sinistra del suo 4-3-3. A fine partita l'allenatore ha motivato la sua decisione con la necessità di ritrovare solidità grazie al contributo di dinamismo e aggressività del centrocampista croato. Nei 66 minuti in cui la Lazio ha rinunciato a Luis Alberto, però, la partita della Lazio non è stata certo soddisfacente e l’Inter, fino al gol del pareggio di Immobile, giunto a metà secondo tempo, è sembrata in controllo del match, anche se non era riuscita a trasformare in occasioni da gol il vantaggio tattico ottenuto in campo.


 

D'altra parte, anche Simone Inzaghi aveva operato delle scelte nette nel suo undici iniziale, rinunciando a Lautaro Martinez, reduce dal viaggio di ritorno dal Sud America, e schierando al suo posto Perisic, al fianco di Edin Dzeko. Sulla fascia sinistra Dimarco occupava il ruolo di esterno e Çahlanoğlu era rimpiazzato da Gagliardini, probabilmente per meglio contrastare la fisicità e gli inserimenti di Milinkovic-Savic nella zona di centro sinistra della difesa nerazzurra.


 

Le difficoltà in pressing della Lazio


Per tutto il primo tempo la Lazio ha avuto enormi difficoltà a evitare che la costruzione bassa dell’Inter riuscisse a superare la prima linea di pressing biancoceleste, trovando successivamente, a catena, enormi spazi da attaccare. Maurizio Sarri ha optato per un approccio aggressivo al contrasto della costruzione bassa avversaria, alzando in pressione i suoi tre attaccanti del 4-3-3 sui tre difensori del 3-5-2 di Simone Inzaghi. Ma, come era già successo alle squadre di Sarri contro squadre schierate con il 3-5-2, il pressing della Lazio non è riuscito a gestire le ricezioni dei “quinti” dell’Inter e del mediano Brozovic.


 

I nerazzurri hanno manipolato in diversi modi il pressing della Lazio, trovando alle spalle dell’infruttuosa pressione dei tre attaccanti biancocelesti spazi da attaccare poi in verticale. L’azione che ha condotto al fallo da rigore di Hysaj su Barella è un ottimo esempio di come l’Inter abbia girato a proprio vantaggio i problemi in fase di pressing degli uomini di Sarri. Nell’occasione l’Inter, su una rimessa dal fondo, costruisce dal basso utilizzando un peculiare schieramento che vede De Vrij avanzato sulla stessa linea di Brozovic. La Lazio schiera comunque i suoi tre attaccanti di fronte ad Handanovic, Skriniar e Bastoni.


 


 

Con estrema facilità la palla passa da Handanovic a Bastoni che, aprendosi a sinistra, trova un semplicissimo passaggio verso Dimarco, rimasto basso proprio per provare a fornire una soluzione comoda di passaggio al suo compagno di squadra. Su Dimarco dovrebbe uscire in pressione Milinkovic-Savic che però è troppo lontano, consentendo all’avversario una ricezione comoda e tutto il tempo necessario a orientare il suo corpo verso la successiva giocata in avanti.


 

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Dimarco riesce agevolmente a servire davanti a sé Gagliardini, che si è aperto in fascia. Sulla mezzala dell’Inter giunge, ancora una volta in ritardo, Marusic. A questo punto per i due giocatori dell'Inter è fin troppo facile sfruttare gli errati tempi di pressione dei propri avversari e con un semplice triangolo interno liberano proprio Dimarco in mezzo al campo.


 

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A quel punto, la qualità del sinistro dell'ex esterno del Verona consente ai nerazzurri di spostare immediatamente il pallone da sinistra a destra per l’altro esterno Darmian, generando una situazione di quattro attaccanti contro tre difensori in campo aperto. Situazione che porta infine al fallo da rigore di Hysaj.


 


 

Ma l’Inter è riuscita a sfruttare a proprio vantaggio l'applicazione farraginosa del pressing da parte della Lazio anche senza ricorrere a meccanismi di uscita del pallone particolarmente complessi – come l’avanzamento di De Vrij sulla linea di Brozovic – e in situazioni in cui la Lazio sembrava essere più compatta e con meno campo da difendere.


 

Nell’esempio che vedrete nelle immagini qui sotto gli uomini di Sarri sono schierati con la linea di pressione dei tre attaccanti poco oltre la linea di centrocampo. L’Inter è disposta secondo il suo classico 3-5-2 e basta un semplice passaggio di Bastoni verso Dimarco – su cui arriva in ritardo la pressione del terzino Marusic – e il passaggio di ritorno dell’esterno verso lo stesso Bastoni a chiudere un triangolo interno per far saltare il pressing laziale.


 

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Bastoni, libero all’interno del campo, attira la pressione di Lucas Leiva, e può servire quindi Brozovic. Il cambio di campo del croato libera l’esterno del lato debole Darmian, creando, ancora una volta, una situazione di 4 contro 3 in campo aperto.


 

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Concedendo facili ricezioni alle spalle della prima pressione ai “quinti” dell’Inter e a Brozovic la Lazio ha concesso troppo campo da attaccare agli avversari. L’Inter ha quindi puntato principalmente sull’attacco al lato debole della linea difensiva che Sarri, come di consueto, concede ai suoi avversari per cercare di mantenere compatta la sua linea difensiva che si muove secondo i principi della zona pura.


 


La Lazio è schierata difensivamente nella propria metà campo, ma Brozovic può agevolmente trovare Dimarco sul lato debole.


 

Nonostante i chiari vantaggi tattici e le tante occasioni in cui è riuscita ad attaccare il campo aperto con vantaggi numerici e/o posizionali, l’Inter è riuscita a creare poche occasioni da gol e di certo deve rimpiangere la sua incapacità nel gestire in maniera migliore e più efficace la fase di rifinitura. La beffa, per la squadra di Simone Inzaghi, è stata che la brutta gestione di questa fase di gioco è anche all’origine del gol di Felipe Anderson. Il gol del vantaggio laziale è nato infatti nato da un’azione lanciata da Reina dopo una facile parata su un tiro di Lautaro Martinez a conclusione dell’ennesima azione in cui l’Inter non ha capitalizzato i vantaggi ottenuti dal superamento della prima pressione avversaria.


 

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Di certo per Lautaro Martinez c’era una maniera migliore di finalizzare una situazione di cinque contro quattro in campo aperto. L'attaccante argentino, invece, conduce palla fino al limite dell’area, consentendo alla linea difensiva di arretrare e stringersi, tirando da fuori area circondato da quattro avversari. Reina bloccherà il tiro di Lautaro e farà ripartire velocemente l’azione che terminerà con gol di Felipe Anderson.


 

L’ingresso in campo di Luis Alberto


Senza palla, l’Inter ha preferito difendere in maniera piuttosto prudente con un baricentro medio basso, come suo solito da quando c'è Inzaghi (l’altezza media degli interventi difensivi dei nerazzurri è più bassa di quella media della Serie A). Ciò ha consentito alla Lazio di giocare fasi di possesso piuttosto lunghe, ma senza riuscire mai a rendersi pericolosa con continuità in fase di attacco posizionale. La qualità della circolazione del pallone dei biancocelesti è piuttosto distante da quella richiesta da Sarri, troppo perimetrale e poco capace di spostare gli avversari con ricezioni negli spazi intermedi tra i difensori. La Lazio ha creato pericoli essenzialmente con le iniziative individuali di Felipe Anderson sulla destra e in occasione di qualche ripartenza lunga centrata sull’attacco alla profondità di Ciro Immobile. Contro la difesa schierata nerazzurra, quindi, la squadra di Sarri ha giocato principalmente per vie esterne, trovando qualche sbocco solo con i dribbling (8 riusciti su ben 12 tentati) di Felipe Anderson.


 

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La mappa dei passaggi nell’ultimo terzo di campo fotografa molto bene le diverse modalità d’attacco delle due squadre. La Lazio è andata per le vie esterne, mentre l’Inter ha utilizzato molto i cambi di fronte.


 

L’Inter, però, non ha approfittato della sterilità della Lazio e, nel momento del match in cui poteva provare a chiudere la partita, ha preferito rimanere fin troppo passiva, permettendo agli uomini di Sarri di avvicinarsi alla propria area di rigore e concedendo infine il pareggio su un rigore nato da un calcio d’angolo dei biancocelesti. Dopo il gol dell’1-1, poi, Sarri ha inserito Luis Alberto per Basic e la sostituzione ha avuto un forte impatto sulla qualità e sulle modalità di circolazione del pallone della Lazio. A differenza di Basic - che preferiva attaccare l’esterno - e in accordo con le proprie caratteristiche, Luis Alberto si è invece abbassato a ricevere il pallone direttamente dai difensori, supportando così il lavoro di Lucas Leiva e arricchendolo di qualità.


 


Luis Alberto al fianco di Lucas Leiva durante le fasi di impostazione della manovra.


 

L’ingresso di Luis Alberto ha influenzato in maniera positiva anche i movimenti di Milinkovic-Savic. Se con il solo Lucas Leiva a muovere il pallone in avanti il serbo è rimasto in una posizione di ricezione comoda nella zona di centro destra, con la palla nei piedi geniali di Luis Alberto, ha potuto finalmente tagliare con convinzione alle spalle del centrocampo nerazzurro per provare a ricevere i filtranti dello spagnolo in posizione estremamente pericolosa per la linea difensiva dell’Inter. Oltre alle ricezioni dirette, i movimenti di Milinkovic-Savic hanno avuto il merito di spostare la mezzala sinistra dell’Inter (Barella, che si era spostato da quel lato dopo l’ingresso di Vecino per Gagliardini) aprendo maggiori spazi a destra per Felipe Anderson e per il subentrato Lazzari, più propositivo di Marusic. L’ingresso di Luis Alberto ha sensibilmente migliorato la qualità e la pericolosità della circolazione palla biancoceleste, con riflessi indiretti anche sulla fase difensiva, meno sollecitata grazie a un maggiore possesso degli uomini di Sarri.


 


Palla a Luis Alberto, Milinkovic-Savic taglia alle spalle del centrocampo nerazzurro e riceve il laser-pass dello spagnolo creando i presupposti per un attacco pericoloso alla linea difensiva avversaria


 

A che punto sono i progetti di Sarri e Inzaghi?


Al di là del risultato finale, la partita contro l’Inter è stata utile per Sarri anche per aver evidenziato i due principali aspetti tattici sui quali dovrà lavorare di più. Il primo riguarda la qualità e l’efficacia del pressing, che contro l’Inter è stato superato con troppa facilità dalle ricezioni dei “quinti” del 3-5-2 nerazzurro e del mediano Brozovic. Il secondo aspetto coinvolge invece il pieno inserimento nei meccanismi tattici della squadra dei due giocatori di maggiore talento della rosa, Milinkovic-Savic e Luis Alberto, che fino ad adesso sono sembrati un po' avulsi rispetto alle idee del tecnico toscano.


 

Sarri ha inizialmente rinunciato alla qualità dello spagnolo preferendo l’ordine tattico e il dinamismo di Basic, ma la qualità della circolazione della palla della Lazio è notevolmente aumentata con l’ingresso di Luis Alberto. Il centrocampista spagnolo a volte si muove in maniera forse troppo anarchica rispetto alle richieste di Sarri, abbassandosi fin quasi all’altezza della propria linea difensiva, ma la sua qualità unica ha migliorato la capacità dei biancocelesti di giocare all’interno della struttura difensiva avversaria, disordinandola. Il tecnico laziale biancoceleste, insomma, non sembra potere fare a meno del contributo delle sue due mezzali e dovrà trovare la maniera di utilizzarle al meglio all’interno del suo sistema di gioco, senza perdere in equilibrio difensivo.


 

Anche per quanto riguarda invece l’Inter di Simone Inzaghi il lavoro da fare sembra ancora tanto. Non solo sulla già detta incapacità di concretizzare le tante potenziali occasioni in cui poteva attaccare con migliore brillantezza e determinazione la porta avversaria, ma anche sulla solidità difensiva.


 


Troppo pochi 1.1 xG per le tante occasioni in cui l’Inter sarebbe potuta andare al tiro con estrema pericolosità.


 

L’Inter, infatti, è l’ottava squadra del campionato per tiri subiti su azione (9.3 a partita), al sesto posto per xG concessi su azione (0.98 a partita) e ha già concesso 11 gol in 8 match. Numeri che dovrebbero far riflettere Inzaghi su come conciliare le grandi potenzialità offensive della squadra con un assetto che le permetta di avere più controllo di quanto ne ha adesso. Che i campionati vincano le difese è un luogo comune abbastanza vicino alla verità in Italia. E l'Inter è sicuramente una delle squadre che ha l'ambizione di vincerlo, questo campionato.


 

 

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