Dopo lo spareggio Champions dello scorso maggio, Lazio e Inter hanno viaggiato su due rette parallele, senza riuscire a sciogliere l’intreccio che aveva caratterizzato la scorsa stagione. Dopo un inizio complicato le due squadre sono riuscite a trovare un loro equilibrio, rilanciando la stagione. Eppure, nonostante il buon rendimento e l’ottima posizione in classifica, Lazio e Inter dovevano dimostrare anzitutto la forza delle loro idee, superando un’importante prova di maturità.
Dopo l’ottima partita con l’Olympique Marsiglia, i biancocelesti avevano bisogno di ripetersi con una “grande” del campionato italiano, consolidando a un livello più alto i progressi delle ultime settimane; dall’altra parte, la squadra di Spalletti era chiamata a portare la continuità degli ultimi risultati anche all’interno della singola partita.
La ricerca di continuità si riflette sulle scelte di entrambi i tecnici: se Inzaghi ha confermato la coppia formata da Caicedo-Immobile, Spalletti – pur di non stravolgere la squadra – ha scelto a sorpresa Joao Mario, schierato sulla trequarti per fare da staffetta a Borja Valero. Il portoghese sembrava finito ai margini della squadra. Lo scorso anno, dopo il prestito al West Ham,
che non sarebbe tornato in nerazzurro: «È un'esperienza conclusa, zero dubbi».
Dopo le tante ipotesi fatte per la sostituzione di Borja sulla trequarti – Vecino, Keita Balde, Lautaro Martinez – Spalletti opta per la soluzione più sorprendente.
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Il gol è anche un manifesto della supremazia fisica dei nerazzurri, che vincono tutti i contrasti trasformando una palla persa nell’uno a zero.