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Alfredo Giacobbe
L'assurda quantità di tiri in porta di Dzeko e Belotti
28 set 2016
28 set 2016
I due, però, hanno un'efficacia diversa.
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Alfredo Giacobbe
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Torino-Roma è stata anche la sfida tra due “veri” centravanti come Andrea Belotti e Edin Dzeko, due dei migliori attaccanti di questo primo scorcio della Serie A 2016-17. Il verdetto sul campo è stato chiaro: Belotti ha sbloccato la partita dopo soli 8 minuti; Dzeko ha sbattuto contro il muro immaginario (che ogni tanto ha assunto le sembianze di Joe Hart) pur tirando il doppio delle volte del collega. Con quello di domenica, Belotti è salito a quota 5 gol in campionato, staccando Dzeko fermo a 4 reti.

 

Quando si parla di attaccanti, però, va tenuto conto che i gol segnati sono solo la punta dell’iceberg delle loro prestazioni, specialmente in un così breve lasso di tempo.

 

 



 

Dzeko e Belotti sono gli attaccanti che tirano di più verso la porta di tutta la Serie A: il primo ha messo insieme 7 tiri ogni 90 minuti, il secondo 5,2. Per fare un paragone con i centravanti degli altri campionati: Benzema nella Liga, attualmente, tira in porta 6,3 volte ogni 90 minuti; Ibrahimovic in Premier League 5,3; Lewandowski in Bundesliga 5,4. Quindi, il volume di conclusioni di Belotti è in linea con quello dei migliori, mentre quello di Dzeko è addirittura superiore, e non di poco.

 

A questo punto della stagione è necessario chiedersi quanto sia sostenibile il ritmo con cui i due Dzeko e Belotti stanno tirando. Dzeko, ad esempio, sta tirando molto più dello scorso anno, quando aveva concluso la stagione con una media di 3,8 tiri ogni 90 minuti. In generale è tutta la Roma 2016-17 che tira di più: è passata dai 15,3 tiri a partita dello scorso anno ai 19,8 di queste prime 6 giornate, ovvero parliamo di un miglioramento del 29%. L’incremento di Dzeko, però, è anomalo anche all’interno del contesto di squadra, il saldo positivo rispetto alla passata stagione è addirittura del 74%. Il che mi porta a pensare che sul lungo termine il bosniaco perderà parte del suo vantaggio, assestandosi comunque su un valore positivo, magari avvicinandosi a quello di squadra.

 



 

Rispetto allo scorso anno, è aumentata la percentuale di tiri che Dzeko prende dalla danger zone (il quadrato che comprende l’area di porta e la zona antistante). Contestualmente, sono diminuiti i tiri nelle zone periferiche dell’area e quelli da fuori.

 

L’incremento nel volume di tiri ha portato di conseguenza ad un innalzamento negli Expected Goals di Dzeko, però è interessante notare che il valore medio di xG per ogni tiro scoccato è aumentato da 0,14 a 0,2. Dzeko, cioè, sta prendendo tiri probabilisticamente più redditizi. Grazie a un alto volume di tiri e a una migliore shot location, il bosniaco stacca Belotti e tutti gli altri attaccanti della Serie A nel ranking degli Expected Goals con 1,43 xG/p90: Dzeko potenzialmente dovrebbe segnare 1 gol e mezzo ogni partita giocata per intero.

 

Nella classifica generale degli attaccanti in Serie A, il “Gallo” Belotti viene subito dietro il bosniaco con 0,65 xG/p90, che è un valore quasi doppio rispetto a quello che ha fatto segnare nella scorsa stagione. Nell’ultimo Toro di Ventura, Belotti divideva il fronte d’attacco con un altro attaccante. Sicuramente il 4-3-3 di Mihajlovic gli ha permesso di avvicinarsi alla porta e di essere più libero di muoversi a piacimento per sottrarsi alla marcatura; ma non è solo una questione di sistemi di gioco, Belotti è a tutti gli effetti più intraprendente quest’anno rispetto a quello passato.

 

Al contrario di Dzeko, il valore medio dei suoi xG su tutti i tiri presi è leggermente diminuito, il che significa che è grazie al maggiore numeri di tiri che Belotti crea più pericoli totali. Finora è stato in campo per 294 minuti, in pratica ha disputato metà dei minuti delle prime 6 giornate, anche per questo motivo con l’accumularsi dei minuti giocati la media dei tiri effettuati (calcolata sempre su porzioni di 90 minuti) è destinata a scendere. Ma è difficile immaginare su che valori si attesterà: lo scorso anno Belotti ha avuto una media di 2,4 tiri/p90, mentre l’anno prima a Palermo era di 3. Quest’anno, come detto, è di 5,2, più del doppio dello scorso anno.

 

 



 

A questo punto bisogna chiedersi se alla superiorità quantitativa di Dzeko e Belotti corrisponda anche una superiorità qualitativa. Il rapporto di forza tra Dzeko e Belotti si ribalta se prendiamo in considerazione la capacità di trasformare in rete le occasioni avute: l’attaccante del Torino viaggia su un’insostenibile media realizzativa del 29% (calcolata come rapporto tra il numero di gol e il numero di tiri, rigori esclusi); per capirci, i migliori attaccanti al mondo hanno una media del 20-21% nelle loro stagioni buone, e lo stesso Belotti, nelle due annate precedenti, aveva avuto un rapporto gol/tiri identico, pari all’11,4%.

 

Per una strana coincidenza, l’attuale rapporto di conversione di Dzeko è proprio dell’11,4%, di gran lunga superiore, per sua fortuna, al 7,2% dello scorso anno. Non al livello degli attaccanti più prolifici, come detto, ma tutto sommato accettabile.

 



 

Gli xG UU di Belotti messi in grafico dal simulatore di

. Il 97% degli attaccanti avrebbe segnato meno di 5 gol, se avessero avuto le stesse chance dell’attaccante granata quest’anno.

 

Gli Expected Goals sottolineano che l’attuale vena realizzativa di Belotti è straordinaria, ma salvo un salto di livello di cui stiamo vedendo solo l’inizio, è destinata a ridimensionarsi. L’italiano ha un rapporto tra gol reali e gol attesi pari a 2,4, ciò significa che finora Belotti è andato parecchio oltre le previsioni, che ha segnato più del doppio dei gol che ci si sarebbe aspettato da lui.

 

Il valore attuale di Belotti è anche lontano da quello registrato nelle sue ultime due stagioni, oscillante intorno a 0,8, per cui o stiamo parlando di un altro giocatore (possibile) o un ridimensionamento è più che probabile. Al contrario, Dzeko sta viaggiando su un basso valore di efficienza (0,56) – trasformando, cioè, circa un’occasione da rete su 2 – molto simile a quello registrato nella sua prima stagione italiana. Dzeko è il peggiore in Serie A per efficienza (tra gli attaccanti che hanno segnato almeno 1 gol) ma in fin dei conti  si sta comportando “da Dzeko”, da quando è a Roma sembra questo tipo di giocatore qui. Va da sé che l’underperformance, nell’arco di una stagione intera, può essere compensata dal volume totale di occasioni, e proiettando i suoi numeri attuali sulla totalità della stagione Dzeko potrebbe arrivare anche una ventina di gol.

 

Il rapporto tra la conversione (accettabile) e l’efficienza (scadente) di Dzeko non è poi così strana: va considerato che Dzeko ha tanti tiri “pesanti” in termini di xG, per il tipo di occasioni che si è procurato (o che la Roma ha costruito per lui), e di conseguenza pesa molto anche il singolo errore. Però in effetti è raro trovare numeri simili, tra tutti gli attaccanti (sempre con almeno un gol) delle 78 squadre europee presi in considerazione solo Niang, Ighalo, Ponce, Huntelaar e Morata hanno conversione e xG simili, normalmente a una conversione bassa corrisponde un basso xG, e viceversa.

 



 

Tutti i tiri di Belotti (a sinistra) e Dzeko (a destra). A cerchi più grandi corrispondono valori di xG più alti, mentre in verde sono marcati i gol realizzati.

 

In estrema sintesi: il volume di tiri di Dzeko è molto alto, forse troppo, mentre la sua capacità di convertire i tiri in gol è sostenibile anche nel lungo periodo. Belotti, invece, ha una percentuale di trasformazione altissima che sarà difficile da mantenere a lungo, sostenuta anche da una grande mole di tiri: non è solo in grande forma ma ha anche grande fiducia nei propri mezzi. L’inizio stagione del Gallo somiglia a quello di Eder in maglia blucerchiata dello scorso anno. A gennaio decise di andare all’Inter ed ebbe altri problemi a inserirsi nella squadra di Mancini che non dipendevano solo dalla sua efficienza, ma il ritmo realizzativo che aveva avuto con la Samp ad inizio stagione sarebbe stato difficile da tenere fino in fondo.

 

Quando si guarda a un attaccante, bisogna tenere conto di quanto sia difficile e delicato dare un giudizio definitivo dopo poche partite, e di quanto sia sottile la lastra di ghiaccio che li sostiene sulla terra della sostenibilità, sopra il mare delle occasioni sprecate in cui ognuno di loro rischia di affogare.

 

 

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