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Elena Marinelli
L'ascesa di Sophia Smith
12 gen 2023
12 gen 2023
A soli 22 anni è stata la migliore giocatrice degli Stati Uniti.
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Elena Marinelli
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xBradxSmith/IsixPhotosx
(foto) xBradxSmith/IsixPhotosx
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Ecco alcuni dei premi vinti da Sophia Smith nell'ultimo anno: MVP 2022 della National Women’s Soccer League statunitense, a 22 anni, la più giovane di sempre; USWNT leading scorer, NWSL Finals MVP, NWSL League MVP e NWSL Champions e, solo pochi giorni fa, il 2022 U.S. Soccer Female Player of the Year.

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In uno dei rari momenti in cui il calcio femminile degli Stati Uniti, il più titolato degli ultimi anni, è sembrato in crisi con due sconfitte consecutive contro Inghilterra e Spagna (non accadeva da 5 anni), incastrato in un difficile ricambio generazionale, Sophia Smith si è presa la scena. Al secondo anno da professionista la sua stagione con i Portland Thorns FC è stata incredibile, un messaggio a chi pensava che il Mondiale 2023 sarebbe stato un affare delle Nazionali europee. Se infatti oggi i campionati più competitivi nel calcio femminile sono quelli europei, il calcio statunitense continua a fare paura per la sua capacità di creare calciatrici speciali, capaci di issarsi sopra le altre, diventare figure iconiche dentro e fuori dal campo. E Sophia Smith è l’ultima della specie. Cresciuta con l’etichetta di predestinata, col destino già scritto di essere il futuro del calcio a stelle strisce, è riuscita a smarcarsi dai rischi di tutte queste aspettative riuscendo a mettere il suo talento al servizio della squadra come fosse la cosa più naturale del mondo. Nell’ultima stagione regolare Smith ha segnato 14 gol, appena uno in meno del totem Alex Morgan, mettendo in luce una capacità quasi innata di crearsi occasioni da gol (è stata prima nella fase regolare della NWSL per tiri, tiri in porta e xG creati). Capacità non banali per una calciatrice all’inizio del suo percorso, a cui Smith aggiunge un bagaglio da numero 9 completo sia nella costruzione del gioco (nel 97esimo percentile tra gli attaccanti per dribbling riusciti, tocchi in area offensiva, azioni che hanno portato a un tiro), sia nella fase difensiva e di pressing. Ma non è solo una questione di numeri: a vederla giocare Smith da l’impressione di essere davvero vicina alle migliori attaccanti al mondo. Il paragone con Alex Morgan, forse la migliore centravanti di questa generazione, non è blasfemo: per tecnica e atletismo le due si somigliano e forse questa stagione potrebbe essere stato un virtuale passaggio del testimone. La finale Lo scorso 30 ottobre la squadra di Smith, i Portland Thorns FC, si è laureata campione della National Women’s Soccer League per la terza volta dopo il 2013 e il 2017. In finale, davanti a 18 mila tifosi presenti allo stadio di Washington e ai quasi un milione incollati davanti alla TV, hanno battuto per 2-0 le Kansas City Current. La stagione regolare di Smith e compagne era terminata con un solido secondo posto, nonostante le tensioni dovute a un contesto molto teso. La società è infatti tra le più coinvolte nell’inchiesta dell’ex Procuratrice generale degli Stati Uniti Sally Yates riguardo ad abusi, violenze e cattiva amministrazione nel calcio femminile statunitense, che ha portato a diversi licenziamenti di alte cariche e a una pressante richiesta di riforme tanto dalle atlete quanto dai tifosi. A Portland, sia Gavin Wilkinson sia Mike Golub sono stati licenziati all’inizio di ottobre e si poteva quindi pensare a una stagione sottotono. La vittoria del titolo, invece, riscatta la squadra e le sue giocatrici. Ad aprire le marcature è stata proprio Smith, un gol dopo quattro minuti che ha inclinato la finale verso Portland.

Il gol nasce da una disattenzione a centrocampo e da un anticipo errato in difesa, ma Sophia Smith mostra notevole scelta di tempo per lo scatto in verticale e la freddezza quando si trova a tu per tu con Adrianna Franch. L’esultanza dice molto sulla marcatura: è stato facile, fin troppo forse.

Una rete che è anche un messaggio politico: se di cambiamento del movimento si deve parlare, il rinnovamento va cercato lì dove è nato lo scandalo, in una squadra che nonostante le difficoltà è riuscita a far brillare il talento più prezioso del calcio statunitense. Non è scontato, infatti, che altre squadre avrebbero messo al centro di gioco un’atleta di 22 anni alla seconda stagione in prima squadra. Il gol contro il Kansas City Current non è il più bello di Sophia Smith, né appunto il più complesso, ma è di certo quello che rimarrà nella storia del club, della NWSL e del 2022: è uno di quei goal che non raccontano il talento in sé di una calciatrice, quanto piuttosto la sua capacità di essere decisiva al momento decisivo. Tutte le sfumature di un numero 9 Sophia Smith è una centravanti agile e scaltra, intelligente col pallone tra i piedi e chirurgica nella finalizzazione. Può giocare al centro ma anche allargarsi sulla destra, allungare le difese avversarie con i suoi scatti, ma anche ricevere tra le linee. La sua qualità più evidente è la velocità, ma non è certo l’unica. Quando si tratta di concludere il suo bagaglio è già piuttosto vario: può calciare da lontano, di potenza o precisione, oppure con soluzioni non banali dentro l’area di rigore. Nel 2022 ha dimostrato di poter crescere quasi di partita in partita, di riuscire già a leggere i momenti di una gara senza fare troppo oppure nascondersi, ma scegliendo quando e come essere decisiva. Una capacità che dovrebbe arrivare col tempo e l’esperienza, ma che in Smith sembra naturale.

Alcuni dei gol più belli in campionato.

A inizio stagione, alla firma del nuovo contratto triennale con i Portland Thorne FC, Sophia Smith spiegava in un'intervista sul canale YouTube della società cosa si aspettava dal suo futuro: «voglio vincere i campionati, ma penso soprattutto di voler crescere come persona e come giocatrice e penso che questo sia l’ambiente che può aiutarmi a farlo, che può sfidarmi ogni giorno in allenamento, in partita, fuori con la squadra. Siamo persone differenti ma ci facciamo del bene l’un l’altra.» Parole che poi sono diventate fatti, una dimostrazione di maturità e capacità di prendersi il momento. Forse sono pensieri maturati nel 2019, quando un infortunio alla caviglia l’ha costretta a un lungo stop, un periodo di riflessione alla ricerca delle motivazioni per tornare in campo. Alla fine del 2020, rispondendo a una domanda di Elizabeth van Blommestein per The Stanford Daily (all’epoca giocava i campionati collegiali con la squadra di Stanford), raccontava di questo momento di difficoltà e di come fosse riuscita a trasformarlo in energia positiva: «Cerco di avere un atteggiamento positivo ogni giorno e trovare il buono […] ogni giorno stai crescendo in un modo o nell'altro. Penso che sia stato ovviamente difficile, ma ho imparato molto da questo e ho imparato molto su me stessa e penso sia ciò che di buono viene fuori dagli infortuni perché impari ad essere paziente con te stessa e come gestire le avversità». Un infortunio che, però, in qualche modo si è portata dietro. A settembre, infatti, commentando un brutto fallo di gioco a suo carico ma non sanzionato, ha scritto su Twitter: «Oggi in allenamento mi eserciterò a tirare la palla mentre entrambe le gambe mi vengono completamente staccate» e ancora in un tweet successivo: «falli come questo sono esattamente il motivo per cui mi sono rotta una gamba al college, è il motivo per cui non possono passare inosservati[…]». https://twitter.com/sophsssmith/status/1572236424568786947 Domani Sophia Smith è stata convocata con la Nazionale maggiore per la prima volta a 16 anni, come per farla ambientare. Ha raccontato di aver avuto paura quella volta, di essere stata intimidita dalla presenza di Megan Rapinoe, Alex Morgan, Tobin Heat, Carli Lloyd, Lidsay Horan. Col passare del tempo, però, la sua presenza è diventata normale, calciatrici che erano state dei punti di riferimento sono diventate delle compagne. https://youtu.be/bxnKJwOPIP8 Nel 2021 ha segnato il suo primo gol con la maglia della Nazionale in una gara ufficiale contro il Paraguay. Nel 2022 la sua presenza è diventata costante: 15 partite e 10 gol, la conferma che è già il presente. Il 2023 sarà l’anno del Mondiale, la vetrina perfetta per Smith per diventare un’icona non solo nel suo paese ma globale. Per gli Stati Uniti non sarà facile confermarsi dopo il 2019, un Mondiale che è stato fondamentale per tutto il movimento. Sophia Smith è proprio il risultato di questa spinta propulsiva, una calciatrice con una consapevolezza già matura del proprio posto dentro e fuori dal campo. Vederla crescere e affermarsi definitivamente sarà una grande fortuna.

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