La vicenda di Maria Sharapova trovata positiva a una sostanza vietata la si può vedere come fa la collega Jamie Hampton:
I do not want to see @MariaSharapova career end on an honest mistake.
— Jamie Hampton (@Jamie_Hampton) March 8, 2016
Oppure come lo scriba Gianni Clerici su La Repubblica di oggi, paternamente preoccupato per gli sviluppi futuri (e i segreti passati):
«Maria ha dichiarato che i contributi chimici riguardavano un suo vecchio problema con il diabete, ha aggiunto di non sapere che, in occasione dell’ultimo Australian Open, quel tipo di caramelle infernali, o forse iniezioni, fossero state proibite. Vedremo di che opinione sarà il tribunale. Per ora mi auguro soltanto che una simile Dea contemporanea non abbia avuto bisogno di Ambrosia illecita per saziare i suoi desideri.»
Le caramelle infernali sono l’ormai celebre Meldonium, un farmaco comunemente usato per curare l’angina pectoris ma assunto da molti atleti per gli effetti benefici sulle capacità di recupero. Maria Sharapova lo prende da dieci anni, perché il “dottore di famiglia”, così l’ha definito, glielo raccomandò per dei ricorrenti problemi di salute, nello specifico per anomalie nell’elettrocardiogramma e per alcuni indicatori di diabete. La WADA l’ha bandito dal 1 gennaio 2016, e lei, molto semplicemente, ha detto che non se n’è accorta. Nello specifico non ha cliccato sul link dell’e-mail in cui questa informazione era contenuta. Ora, la Federazione Internazionale di Tennis aveva inviato comunicazione dell’aggiornamento delle sostanze bandite già dal settembre dello scorso anno:
This, via @beebrus, is what was available to players through the ITF in mid-SEPTEMBER 2015 https://t.co/Sa59pDDYgS Hardly an ambush in 2016
— Ross Tucker (@Scienceofsport) March 8, 2016
E quindi? Com’è stato possibile cadere in una simile svista? Già 55 atleti di varie discipline sono stati trovati positivi al Meldonium a partire dall’inizio dell’anno: si tratta di incuria? L’abitudine a prendere la sostanza per lungo tempo? Il sentirsi al di sopra di ogni rischio di controllo?
Nel frattempo gli sponsor scappano da Maria:
Nike, Tag Heuer, now Porsche "postpone planned activities" with Sharapova. Interesting how sponsors acting quickly compared to other cases.
— Piers Newbery (@piersnewbery) March 8, 2016
La vicenda è stata letta in modi molto diversi. C’è la tesi “nessuno è escluso dai controlli, neanche le star”, che sarebbe prova della vigilanza a difesa di uno sport pulito, posizione sostenuta ad esempio da Gilles Simon:
Au passage pour les sceptiques, le cas Sharapova prouve bien que les meilleurs ne sont absolument pas protégés en cas de contrôle positif
— Gilles SIMON (@GillesSimon84) March 8, 2016
Poi c’è la questione spinosa dell’atleta che gestisce personalmente il proprio annuncio. Anche qui, l’operazione è controversa. Può essere vista come atto di coraggio, come ha fatto la n. 24 del mondo Madison Keys:
@MariaSharapova handled today like a true champion. Very classy of her after an honest mistake
— Madison Keys (@Madison_Keys) March 8, 2016
Oppure può rappresentare l’eccessiva deferenza delle autorità sportive verso i top players, lasciati liberi di decidere come e quando annunciare che hanno usato una sostanza illecita:
Comment: Sharapova making her own statement an illustration of how tennis always defers to its stars https://t.co/IkKRHJC05z
— Mike Dickson (@Mike_Dickson_DM) March 8, 2016
Qui un riepilogo delle squalifiche per doping nel tennis:
Le squalifiche per doping nel tennis
Cilic (4 mesi)
Troicki (12 m)
Coria (7 m)
Strýcová (6 m)
Puerta 1^ volta (9 m)
Puerta 2^ volta (2 anni)— Giorgio Spalluto (@GeorgeSpalluto) March 8, 2016
Non molto. Da tempo si parla di quanto sia nebulosa la gestione dell’antidoping nel tennis, diversi giocatori hanno invocato più controlli, altri invece si sono lamentati dei controlli a sorpresa alle ore più improbabili. Non è quindi dato sapere quale sia la verità, di certo non è mai accaduto che un’atleta così importante venisse trovata positiva in questo sport. Già a gennaio c’era stato lo scandalo delle partite truccate scoppiato durante l’Australian Open e l’apertura dell’indagine interna: il tennis ha subito più scosse in una manciata di mesi che negli ultimi dieci-quindici anni.
Da leggere anche la frustrazione di Jennifer Capriati, che non ha mai fatto pace con l’aver dovuto smettere di giocare:
If this medication helped me to comeback again would everyone be alright with me taking it?
— Jennifer Capriati (@JenCapriati) March 7, 2016
Al di là delle decine di tweet inconsulti scritti da Capriati nell’immediato dell’annuncio di Sharapova, la domanda è legittima: perché un atleta può prendere un farmaco quando non soffre della specifica condizione per cui quella medicina andrebbe prescritta? Dieci anni di Meldonium hanno agevolato Maria Sharapova? Quanti altri tennisti l’hanno preso o lo stanno ancora prendendo? La squalifica, che entrerà in vigore dal 12 marzo, potrebbe andare da 4 anni per uso volontario, due per uso involontario, fino a persino soltanto sei mesi se venisse accettata ogni forma di attenuante. Sharapova potrebbe persino chiedere l’attenuante terapeutica retroattiva, anche se da come ha parlato («Non voglio finire la mia carriera in questo modo, spero davvero di avere un’altra opportunità di giocare»), non sembra orientata a questo tipo di difesa.
Se volete addentrarvi nei meandri delle ipotesi sul fenomeno sostanze proibite nel tennis, da diversi anni esiste Tennis has a Steroid Problem, un sito con continui aggiornamenti a sostegno della tesi che il tennis sia segretamente piagato dal doping. Un po’ cospirazione degli Illuminati, un po’ giusta denuncia delle omertà e delle approssimazioni dei controlli sui tennisti verificatesi nel corso degli anni, il sito merita la vostra attenzione, non foss’altro per indulgere un nel piacere sottilmente paranoico di comparare presunte crescite muscolari anomali in questo o quel tennista.
Oppure, si può sempre riassumere tutta la vicenda così:
Initial takeaway from the Sharapova press conference is that meldonium sounds great and I would like to try some please.
— Brian Phillips (@brianphillips) March 7, 2016
L’abbiamo pensato un po’ tutti.
E poi due parole di dispiacere per la blanda reazione della stampa alla battuta di chiusura di Maria Sharapova: «So che molti di voi pensavano che oggi avrei annunciato il mio ritiro, ma se mai lo avessi fatto non sarebbe certo stato in un hotel a Los Angeles downtown, con questo tappeto orribile». Non ha riso nessuno, e io immagino lei e i suoi P.R. che discutono all’infinito alla vigilia della conferenza su dove e come inserire un comic relief nell’annuncio ferale dell’illecito commesso, così per un tocco di classe. Invece silenzio. Tutti a pensare a cosa twittare prima degli altri reporter in sala, mentre Maria Sharapova faceva la migliore battuta di tutta la sua carriera.